RdC, qualche dato

Mattia Feltri, Italiani assolti, 5 x 19
Avete un po’ perso di vista le questioni del reddito di cittadinanza? Peccato, perché sono successe alcune cose avvincenti. Innanzitutto quelli che ricevono il reddito sono settecentoquattromila. Dall’Inps ci sono un po’ rimasti: ma come, le famiglie in povertà assoluta sono un milione e otto, e i soldi li chiedono in settecentoquattromila? Così si sono impegnati a inviare mail e sms: caro povero assoluto, qui c’è un reddito di cittadinanza tutto per te, e magari poi rimedi un mestiere, che vogliamo fare? Riscontri, pochini. Intanto la Guardia di finanza s’è messa a scartabellare fra le domande presentate, e ha scoperto che il sessanta per cento sono sospettabili di frode: lavoratori in nero, venditori abusivi, affittuari di case sconosciuti al fisco, giocatori d’azzardo seriali, gente che aveva truccato l’Isee, cioè lo strumento con cui si censiscono i poveri per distribuire i sussidi (forse è una delle ragioni per cui di poveri ne risultano tanti ma ora l’Inps non li trova più).
L’ultima notizia è dei giorni scorsi. Il governo ha offerto il consuntivo di quanti, dei settecentoquattromila, hanno nel frattempo trovato lavoro: zero. O magari uno, o undici, comunque in una dimensione inapprezzabile dalle statistiche. Anche colpa del ritardo con cui sono stati lanciati i navigator, in pista solo da un mese. E dai Centri per l’impiego fanno sapere che però i primi posti cominciano a saltare fuori ma, quando chiamano, nel trenta-quaranta per cento dei casi l’aspirante lavoratore nemmeno risponde al telefono. (Laddove, caro Di Maio, si dimostra che è più difficile sconfiggere gli italiani che la povertà).
Avete un po’ perso di vista le questioni del reddito di cittadinanza? Peccato, perché sono successe alcune cose avvincenti. Innanzitutto quelli che ricevono il reddito sono settecentoquattromila. Dall’Inps ci sono un po’ rimasti: ma come, le famiglie in povertà assoluta sono un milione e otto, e i soldi li chiedono in settecentoquattromila? Così si sono impegnati a inviare mail e sms: caro povero assoluto, qui c’è un reddito di cittadinanza tutto per te, e magari poi rimedi un mestiere, che vogliamo fare? Riscontri, pochini. Intanto la Guardia di finanza s’è messa a scartabellare fra le domande presentate, e ha scoperto che il sessanta per cento sono sospettabili di frode: lavoratori in nero, venditori abusivi, affittuari di case sconosciuti al fisco, giocatori d’azzardo seriali, gente che aveva truccato l’Isee, cioè lo strumento con cui si censiscono i poveri per distribuire i sussidi (forse è una delle ragioni per cui di poveri ne risultano tanti ma ora l’Inps non li trova più).
L’ultima notizia è dei giorni scorsi. Il governo ha offerto il consuntivo di quanti, dei settecentoquattromila, hanno nel frattempo trovato lavoro: zero. O magari uno, o undici, comunque in una dimensione inapprezzabile dalle statistiche. Anche colpa del ritardo con cui sono stati lanciati i navigator, in pista solo da un mese. E dai Centri per l’impiego fanno sapere che però i primi posti cominciano a saltare fuori ma, quando chiamano, nel trenta-quaranta per cento dei casi l’aspirante lavoratore nemmeno risponde al telefono. (Laddove, caro Di Maio, si dimostra che è più difficile sconfiggere gli italiani che la povertà).