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Sprechi per quasi 200 miliardi, il doppio dell'evasione.

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Sprechi per quasi 200 miliardi, il doppio dell'evasione.

Messaggioda Robyn il 22/09/2019, 17:31

La discesa delle aliquote fiscali permette di stimolare contemporaneamente i consumi per le fasce più disagiate e gli investimenti privati.Infatti con aliquote marginali più basse è più facile per le aziende avere prestiti dalle banche
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Re: Sprechi per quasi 200 miliardi, il doppio dell'evasione.

Messaggioda flaviomob il 23/09/2019, 11:53

Gli sprechi nella PA hanno la stessa radice dell'evasione fiscale: lo stato che chiude un occhio, o entrambi, per tenersi buono l'elettorato disonesto e incivile. E la corruzione, che favorisce soluzioni antieconomiche dai prezzi gonfiati.


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Re: Sprechi per quasi 200 miliardi, il doppio dell'evasione.

Messaggioda pianogrande il 23/09/2019, 13:24

flaviomob ha scritto:Gli sprechi nella PA hanno la stessa radice dell'evasione fiscale: lo stato che chiude un occhio, o entrambi, per tenersi buono l'elettorato disonesto e incivile. E la corruzione, che favorisce soluzioni antieconomiche dai prezzi gonfiati.


Esatto.
Il tutto fa parte del più gigantesco voto di scambio tra i tanti che abbiamo nel nostro paese.

Combattere l'evasione fiscale e la corruzione (la madre di tanta "inefficienza") non può che essere una azione unica.

Anche l'evasione fiscale fa parte del gioco della corruzione che genera inefficienza/sprechi.

E' un garbuglio unico.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Sprechi per quasi 200 miliardi, il doppio dell'evasione.

Messaggioda franz il 23/09/2019, 15:45

flaviomob ha scritto:Gli sprechi nella PA hanno la stessa radice dell'evasione fiscale: lo stato che chiude un occhio, o entrambi, per tenersi buono l'elettorato disonesto e incivile. E la corruzione, che favorisce soluzioni antieconomiche dai prezzi gonfiati.

Vera solo in parte, questa storia della radice comune.
Gli sprechi elargiscono fondi pubblici (quindi soldi che prima erano nelle vostre tasche) a tutta una serie di soggetti che poi in cambio votano certi partiti. E non sto parlando di pochi noti e ricchi. Parlo per esempio delle baby pensioni e del passaggio dal contributivo al retributivo fatto alla fine degli anni 60. Sono milioni di persone. Questi sprechi non sono nemmeno conteggiati nel calcolo CGIA.

Poi ci sono i 200 miliardi citati dallo studio, di cui solo debiti della PA con i privati non c'entrano, perché sono stock e non flusso. Cavoli con patate.

Poi sicuramente si chiude un occhio o anche due con i forti ma si espropriano le case dei più deboli.
Ma anche tanta gente che ha ragione, decide di non lottare contro il fisco perché costa troppo (gli avvocati non lavorano gratis)

In ogni caso dubito che possiate confutare che una riduzione di 200 miliardi nella spesa pubblica (la parte "sprecata") e una conseguente riduzione di 100 miliardi nelle tasse + 50 miliardi di riduzione del debito e 50 miliardi investiti nelle scuole e nella formazione professionale e nella ricerca non cambierebbero il paese radicalmente.

Basta leggere bene l'elenco della CGIA. E fatelo leggere al Prof.
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Re: Sprechi per quasi 200 miliardi, il doppio dell'evasione.

Messaggioda flaviomob il 24/09/2019, 0:44

Certo che cambierebbero radicalmente il paese: ci renderebbero un paese "normale", europeo nel senso culturale e socio-economico del termine. A fronte di evasione, corruzione e sprechi, poi, abbiamo i tagli sulle politiche sociali e nella sanità, che vanno a colpire i diritti dei cittadini, soprattutto i più fragili. Per cui il danno è doppio.


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Re: Sprechi per quasi 200 miliardi, il doppio dell'evasione.

Messaggioda franz il 24/09/2019, 9:06

Chiaro che il danno è doppio e quindi non ci si può concentrare, come propone Prodi, solo sullevasione per poter fare nuova spesa, ma bisogna cominciare ad aggredire soprattutto quei 200 miliardi. Questi implicano non solo sburocratizzazione (che ha influsso sullevasione) ma anche meno carico fiscale e questo a mioaghia avviso può dimezzare l'evasione.
Interessante l'agenda di draghi per salvare l'Italia.
Appena la trovo la metto qui
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Re: Sprechi per quasi 200 miliardi, il doppio dell'evasione.

Messaggioda franz il 24/09/2019, 9:14

24 settembre 2019
Niente tasse sulle merendine, niente reddito di cittadinanza. Ecco l’agenda di Mario Draghi per salvare l’Italia
Il presidente della Banca centrale europea parla nell'ultima audizione al Parlamento europeo e spiega cosa dovrebbe fare il governo italiano. Servono riforme ad ampio respiro: aumentare la concorrenza nel mercato italiano, velocizzare i tempi della giustizia, più investimenti in ricerca e istruzione

Niente tasse sulle merendine, redditi di cittadinanza o investimenti “green” da fare a debito senza rispettare i vincoli di bilancio europei. All’Italia serve «Un’agenda di riforme strutturali»: bisogna diminuire la spesa pubblica e aumentare la concorrenza del mercato italiano. E i Paesi che hanno un alto debito pubblico devono fare «una politica fiscale prudente per non destabilizzare la situazione» dell’eurozona. Tradotto: fare riforme ad ampio respiro, farle bene e farle presto. Perché aumentare il deficit nella prossima legge di bilancio non risolverà tutti i problemi dell'Italia. Questo è il messaggio di “super” Mario Draghi al governo Conte due. Il presidente della Banca centrale europea ha snocciolato i punti della sua agenda politica con il solito tono pacato, rispondendo alle domande dei deputati della commissione Affari economici del Parlamento europeo nella sua ultima audizione a Bruxelles come capo dell’Eurotower.

Primo punto dell’agenda politica di Draghi: pensare in grande. Aumentare la concorrenza nel mercato italiano sempre più depresso, velocizzare i tempi della giustizia, più investimenti in ricerca e istruzione. Perché «Le riforme strutturali sono una categoria più ampia rispetto a le riforme singole come quella del mercato del lavoro». Non bastano le promesse bandiera agitate in campagna elettorale per risolvere i problemi dell’Italia. Il riferimento velato è al reddito di cittadinanza che avrebbe dovuto far crescere il Pil italiano in un solo anno dell’1,5 grazie al suo effetto moltiplicatore. Almeno promettevano così Luigi Di Maio e Giuseppe Conte, quando ancora facevano parte del governo gialloverde. Ma non è successo. Perché per garantire una crescita stabile e realizzare «obiettivi di equilibrio strutturale» serve una combinazione di tante riforme a largo respiro, senza paura di scontentare qualcuno. Draghi ha parlato anche d'intervenire sul «mercato dei prodotti», gergo da economisti che significa per esempio aprire il mercato delle libere professioni: notai e ingegneri, per dirne due. Oppure liberalizzare le concessioni delle spiagge come in teoria imporrebbe la direttiva Bolkestein, congelata dal governo italiano. Ma bisognerebbe anche combattere la burocrazia fatta di lacci e lacciuoli, di timbri, di code e dipendenti poco propensi ad aggiornarsi.

Chi ha debito sia prudente, chi ha spazio bilancio spenda

«Chi ha debito sia prudente, chi ha spazio bilancio spenda». Draghi dà un colpo all’Italia, ma anche uno alla Germania. Secondo il presidente della Bce i tedeschi devono iniziare a spendere in deficit per stimolare la crescita nell’area euro, che nel 2019 è «Rallentata più di quanto avevamo previsto». Un calo dovuto dalla debolezza del commercio internazionale per la politica dei dazi, politiche protezioniste e fattori geopolitici. Problemi destinati a durare nel tempo. Bisognerà affrontarli prima o poi. Per questo la Germania, prima manifattura d’Europa è il «Membro dell'area dell'euro più colpito dal rallentamento». Se l’industria manifatturiera sarà debole, ci sarà il rischio di contagiare altri settori dell’economia.

Alcuni giornalisti tedeschi sostengono che il presidente della Bce dica le stesse identiche cose in ciascuna conferenza stampa da quando è diventato presidente dell’Eurotower nel 2011. Un amore mai sbocciato tra la Germania e Draghi. Addirittura dieci giorni fa il quotidiano tedesco Bild ha messo il faccione di Super Mario in prima pagina con un fotomontaggio, chiamandolo, Droge Kredit, "Conte Draghila" e accusandolo di svuotare i conti correnti tedeschi con le sue politiche espansive. Per questo il presidente della Bce ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa e ha voluto rivendicare quanto ha fatto durante gli otto anni del suo mandato: «Quando sono apparso per la prima volta davanti alla commissione Affari economici, nel dicembre 2011, l'area dell'euro era piena d'instabilità finanziaria; stava cadendo in una seconda recessione».

Da quel momento l’Euro è diventato sempre più stabile ma la politica espansiva della Bce può arrivare fino a un certo punto. L'Europa rallenta più del previsto e i vincoli di bilancio sono efficaci per contenere il debito, non per stimolare la crescita. Servono riforme che finalmente completino quanto fatto in questi anni. Non si può campare sempre di quantitative easing. Alla fine del mandato Draghi ha voluto passare il testimone non alla sua successore Christine Lagarde, che entrerà in carica a novembre, ma agli Stati dell'Ue. Sono loro a dover fare i compiti a casa ora. E in particolare Germania Italia, le due facce della stessa eurozona. Una deve iniziare a fare deficit, l'altra deve smettere di pensare che sia la panacea di tutti i mali. «Abbiamo bisogno di una strategia economica coerente nell’eurozona che complementi e migliori l’efficacia della politica monetaria».

https://www.linkiesta.it/it/article/201 ... bce/43665/
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Re: Sprechi per quasi 200 miliardi, il doppio dell'evasione.

Messaggioda Robyn il 24/09/2019, 18:08

Ma che cosa c'entra adesso il reddito di cittadinanza?Il rdc non è per la crescita ma per addolcire le asprezze di cui possono soffrire le parti più deboli nel mercato e naturalmente andrebbe fatto meglio e poi è una misura esistente in tutta Europa.La cosa migliore è lasciare perdere uno strumento utile ai più deboli e concentrarsi sulle altre riforme da fare che tanto il rmg è una misura che rimarrà sempre,meglio sù questo aspetto mettersi l'anima in pace ci si può agitare quando si vuole chiudersi dentro una stanza e cominciare ad urlare prendere una ricorsa e sbattere contro un muro il rmg rimarrà sempre
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Re: Sprechi per quasi 200 miliardi, il doppio dell'evasione.

Messaggioda franz il 29/10/2019, 10:14

Altri dati:
http://www.cgiamestre.com/wp-content/up ... 2019-1.pdf

https://www.lastampa.it/economia/2019/1 ... 1.37792192

La Pubblica amministrazione italiana è la più spendacciona d’Europa: nel 2018 più di 100 miliardi per i consumi
È quanto denuncia la CGIA di Mestre nonostante la tanto sbandierata spending review



SANDRA RICCIO
PUBBLICATO IL
26 Ottobre 2019
ULTIMA MODIFICA
26 Ottobre 2019 11:10
Nonostante la tanto sbandierata spending review, la spesa per i consumi intermedi della Pubblica amministrazione continui a correre. È quanto denuncia la CGIA di Mestre. Si tratta di uscite per la manutenzione ordinaria, gli acquisti di cancelleria, le spese energetiche e di esercizio dei mezzi di trasporto, i servizi di ricerca-sviluppo e di formazione del personale acquistati all’esterno, la quota annuale per l’acquisto dei macchinari. Queste voci nel 2018 sono costate allo Stato centrale, le sue articolazioni periferiche, le Regioni e gli Enti locali 100,2 miliardi di euro.

Il dato è in sensibile aumento, rileva l’Ufficio Studi CGIA. Tra il 2010 e il 2014 la dinamica delle uscite relative a questa tipologia di spesa si era pressoché arrestata: tuttavia, con il superamento della fase più critica dei conti pubblici, tale aggregato di costo è tornato ad aumentare. Negli ultimi 5 anni, ad esempio, la crescita è stata del 9,2 per cento (+8,5 miliardi in valore assoluto), mentre l’inflazione, sempre nello stesso periodo di tempo, è aumentata solo del 2 per cento. Dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo: “Malgrado il grande lavoro svolto dalla Consip per rendere più efficiente e trasparente l’utilizzo delle risorse pubbliche, il contenimento della spesa ha funzionato poco o, addirittura, non è stato conseguito. Al netto degli effetti di quota 100 e del reddito di cittadinanza, è chiaro a tutti che se le uscite di parte corrente torneranno ad aumentare, non sarà possibile ridurre in misura significativa il peso fiscale. Nel giro di qualche anno ci ritroveremo, nonostante le promesse che in questi ultimi anni molti politici ci hanno raccontato, con più tasse e una spesa pubblica incomprimibile”.

Dal confronto con i principali Paesi dell’Unione Europea emerge, inoltre, che siamo i più “spendaccioni”. Nel 2017 (ultimo anno in cui è possibile la comparazione), per i consumi intermedi la nostra Pa ha speso il 5,5 per cento del Pil, contro il 5 per cento della Spagna, il 4,9 per cento della Francia e il 4,8 per cento della Germania. La media dell’area dell’euro si è attestata al 5,1 per cento del Pil.

Afferma il segretario della CGIA Renato Mason: “Non è da escludere che la ripresa della spesa per consumi intermedi avvenuta in Italia negli ultimi anni sia riconducibile, almeno in parte, agli effetti restrittivi che gli uffici preposti agli acquisti hanno subito tra il 2010 e il 2014. Non solo. E’ altresì utile ricordare che dopo anni in cui le manutenzioni ordinarie e le riparazioni sono rimaste pressoché bloccate, una volta ridata la possibilità di riattivarle, si è tornati a spendere in misura copiosa, anche perché gli interventi lo richiedevano”.

Dalla disaggregazione per funzioni della spesa per consumi intermedi emerge come la quota più significativa spetti alla sanità con 33,7 miliardi di euro. Seguono i servizi generali della PA con 16,1 miliardi, la protezione dell’ambiente con 11,7 miliardi di euro, l’istruzione con 7 miliardi e le attività culturali/ricreative con 6,4 miliardi. Questi dati si riferiscono sempre al 2017 (ultimo anno in cui è possibile eseguire questa comparazione) e non tengono conto delle nuove revisioni dei conti pubblici avvenute nel 2019. Trattandosi di costi intermedi non includono, ovviamente, i costi del personale. Analizzando l’andamento delle principali 3 funzioni, osserviamo che nel decennio 2007-2017 la spesa sanitaria nominale, in particolar modo, ha subito un’impennata molto significativa, passando da 24,1 a 33,7 miliardi di euro (+39,8 per cento).

In ultima analisi è stata evidenziata la spesa delle principali voci a cui fanno capo le funzioni citate in precedenza. Ebbene, i servizi ospedalieri registrano l’uscita più importante: nel 2017 è stata pari a 16,4 miliardi di euro. Tale voce include gli acquisti di beni e servizi per gestire il sistema sanitario ospedaliero (per il funzionamento, l’ispezione e l’amministrazione). Segue la gestione dei rifiuti con 10,1 miliardi di euro che comprende i costi di raccolta, trattamento, smaltimento e dei servizi di amministrazione, vigilanza, funzionamento o supporto a queste attività. La terza voce di spesa si riferisce ai servizi ambulatoriali che ci sono costati 8,9 miliardi di euro. Questa uscita è andata a copertura dell’acquisto di beni e servizi per gestire il sistema sanitario non ospedaliero (generici/specialisti/paramedici/di ambulanza diversa da ospedaliera) per il funzionamento, l’ispezione e l’amministrazione.
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Re: Sprechi per quasi 200 miliardi, il doppio dell'evasione.

Messaggioda Robyn il 29/10/2019, 13:28

Le spese della Pa incidono sulla restituzione in tempi utili nel pagamento dei crediti da parte della Pa ai soggetti che lavorano per questa perche le amministrazioni cercano di stare dentro il bilancio.I soggetti che interagiscono con la Pa pero' riescono a superare questo problema facendo ricorso alle banche e alle agenzie di recupero crediti,ma il ritardato pagamento incide in ogni caso sul peggioramento del bilancio perche crescono gli interessi passivi che poi pagano i contribuenti.Quindi per permettere il pagamento in tempo utile dei debiti della pubblica amministrazione bisognerebbe realizzare dei risparmi nella Pa.Ad ex a quanto ammontano le spese energetiche?e quando si risparmierebbe con l'illuminazione led?attraverso l'informatizzazione della Pa e lo snellimento della burocrazia quanto si risparmierebbe in materiale cartaceo?se attraverso i costi standart oppure attraverso un processo di liberalizzazione degli acquisti di prodotti farmaceutici che attraverso la concorrenza faccia scendere i prezzi per la Pa quanto si risparmierebbe?non sarebbero sconfitti i pirati della salute?si tratta di realizzare dei risparmi nell'ambito della Pa.Non c'e' dubbio che i ritardati pagamenti nella Pa dipendono anche da inefficenze legate all'insufficente informatizzazione
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