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Sorpresa, nella produttività Italia batte Germania e Francia

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Sorpresa, nella produttività Italia batte Germania e Francia

Messaggioda franz il 09/08/2019, 7:50

Sorpresa, nella produttività Italia batte Germania e Francia

Dal 2015 al 2018 siamo cresciuti più degli altri maggiori paesi della moneta unica in europa
di Marco Fortis

Abbiamo già dimostrato in più occasioni che non è l’industria che frena la produttività aggregata italiana bensì altre cause quali le diffuse inefficienze del settore pubblico e della burocrazia, il basso valore aggiunto delle reti e di molti servizi locali, i ritardi nel digitale, la crisi delle banche. Conseguentemente, anche molti luoghi comuni sulle ragioni della debole competitività dell’economia italiana, attribuita spesso rozzamente proprio alla prevalente presenza di piccole e medie imprese ritenute poco produttive nel nostro sistema manifatturiero, vanno rivisti.

Il contributo dell’industria
Anche alcuni recenti dati Istat indicano chiaramente che l’industria ha dato il maggior contribuito - per circa i tre quarti del totale - alla crescita della produttività aggregata del lavoro in Italia nel periodo 1995-2017
( https://www.istat.it/it/files//2018/11/ ... re2018.pdf ).

Tuttavia, pur assodato ciò, una critica frequente è che la nostra industria, nel raffronto con le altre economie europee, ha spesso evidenziato una dinamica della produttività inferiore o insoddisfacente. Ciò è sicuramente stato vero nel passato ma le statistiche di contabilità nazionale di Eurostat aggiornate al 2018 evidenziano miglioramenti molto significativi negli ultimi anni.

Infatti, per la prima volta nell’era dell’euro la produttività del lavoro italiana nell’industria manifatturiera (data dal rapporto tra il valore aggiunto lordo a valori concatenati 2010 e gli occupati) nell’ultimo quadriennio 2015-18 è cresciuta di più di quella degli altri tre maggiori Paesi della moneta unica (Germania, Francia, Spagna). Un evento che non era mai accaduto nei precedenti quattro quadrienni (1999-02; 2003-06; 2007-10; 2011-14), quando invece eravamo stati sempre ultimi dietro agli altri tre nostri principali competitor. Questa novità positiva è stata in gran parte la diretta conseguenza delle prime serie riforme del mercato del lavoro (Jobs act, decontribuzioni) e del finanziamento dell’innovazione in beni capitali (super-ammortamento, Industria 4.0) avvenute in Italia dopo che per anni erano state invano invocate.

Il grande balzo in avanti

Nel quadriennio 2015-18, la produttività media del lavoro dell’industria manifatturiera è così aumentata nel nostro Paese complessivamente del 9,3% in termini reali, contro una crescita del 7,5% in Francia, del 7,1% in Germania e del 3,4% in Spagna. Un risultato notevole, anche perché la nostra produttività manifatturiera non era mai cresciuta così tanto nei precedenti quattro quadrienni dell’era dell’euro. Dunque, non è affatto scritto nella pietra che l’Italia debba essere sempre ultima in Europa, tantomeno nella dinamica della produttività. Per marcare un cambio di passo era infatti sufficiente mettere le imprese nelle condizioni di lavorare al meglio, con riforme che rendessero più efficienti e incentivanti i mercati del lavoro e dei beni capitali. Purtroppo, questa via, che era stata coraggiosamente imboccata soprattutto nel triennio 2015-17, sembra ora compromessa dalla marcia indietro politica e decisionale che ha paralizzato il Paese nell’ultimo anno, riportandolo a logiche elettorali di deficit spending e di assistenzialismo che sono di per sé generalmente dannose, ma che lo sono ancora di più oggi considerando anche il rallentamento economico in corso che richiederebbe invece urgenti interventi pro crescita.

Il primato della manifattura

Anche analizzando comparativamente, per settori e per classi di addetti, la produttività manifatturiera italiana emergono dati per molti aspetti sorprendenti. Infatti, le più recenti statistiche strutturali dettagliate di Eurostat, relative al 2016, fotografano uno stato di salute della manifattura italiana post-crisi eccellente. Intanto scopriamo che a livello aggregato la produttività del lavoro italiana nella manifattura è la più alta tra i quattro maggiori Paesi euro nelle imprese piccole da 20 a 49 addetti e in quelle medie da 50 a 249 addetti, cioè nell’ossatura del nostro cosiddetto “quarto capitalismo”. Inoltre, il nostro manifatturiero è secondo per produttività solo alle imprese francesi anche nella classe 10-19 addetti.

Ciò nonostante, nel confronto con la Germania presa come benchmark, si potrebbe obiettare che la nostra produttività media manifatturiera complessiva (61.400 euro per occupato) è molto inferiore a quella tedesca (77.400 euro). E facile sarebbe la tentazione di scaricare sulla nostra piccola dimensione di impresa la presunta causa principale di tale divario. Ma non è così. Vivisezionando i dati della produttività, infatti, scopriamo che sono soprattutto i settori di specializzazione e solo secondariamente le dimensioni di azienda a fare la differenza. Infatti, senza l’automotive, in cui le grandi imprese tedesche eccellono non solo a livello europeo ma mondiale, la produttività del lavoro manifatturiero è più alta in Italia che in Germania anche nelle grandi imprese con oltre 250 addetti!

Il peso delle microimprese

Cioè, senza automotive la produttività media manifatturiera tedesca è superiore a quella italiana esclusivamente nelle microimprese con meno di 10 addetti e se noi e i tedeschi “rinunciassimo” a queste ultime essa diventerebbe all’incirca uguale. Ma “rinunciare” alle nostre microimprese solo per inseguire un “primato statistico” teorico e eguagliare a tutti i costi la Germania per produttività media aggregata manifatturiera non avrebbe alcun senso. Infatti, privandosi delle sue microimprese manifatturiere l’Italia non soltanto perderebbe una rete nevralgica di relazioni e subforniture, specie all’interno dei suoi distretti industriali, ma si vedrebbe anche amputata dei circa 25 miliardi di Pil e dei circa 900mila occupati delle sue stesse microimprese.

Emblematico è il caso dei settori tradizionali. Nel settore tessile, ad esempio, la Germania ci batte per produttività aggregata (53mila euro per occupato contro i nostri 50mila). Se noi e i tedeschi “rinunciassimo” ad avere le microimprese tessili con meno di 10 occupati, la nostra produttività media statisticamente migliorerebbe e supererebbe quella tedesca (59mila euro contro 55mila). Inoltre, resteremmo comunque il primo Paese tessile dell’Ue, con un valore aggiunto di 1 miliardo e 200 milioni di euro più alto di quello tedesco. Ma perché mai, solo per innalzare la nostra produttività, dovremmo “rinunciare” agli oltre 800 milioni di euro e agli oltre 31mila occupati garantiti dalle nostre microimprese tessili? Un discorso analogo vale anche per altri settori della manifattura tradizionale come ad esempio i mobili. In questo settore, senza le microimprese la nostra produttività media supererebbe quella tedesca, ma perderemmo oltre 1 miliardo di euro di valore aggiunto e oltre 40mila occupati.

La latitanza della politica

Torniamo dunque daccapo. Il settore manifatturiero italiano si è molto rafforzato negli ultimi anni e oggi è un punto di eccellenza per crescita ed efficienza. Se l’Italia vuole davvero affrontare la sfida della sua debole produttività totale deve migliorare soprattutto in quei settori che zavorrano il nostro Pil e sembrano refrattari e impermeabili a qualsiasi serio tentativo di riforma. Per fare ciò non servono sterili dibattiti tra economisti e opinionisti che giudicano perennemente con biasimo le nostre Pmi e che sono perennemente afflitti dal fatto che l’Italia non possieda grandi gruppi come quelli tedeschi. Serve bensì una politica coraggiosa sul settore pubblico e sulla burocrazia (che sono cruciali per la semplificazione), sulle infrastrutture e sul Mezzogiorno (che sono cruciali per la crescita complessiva del Paese). Purtroppo, però, di questo tipo di politica per ora non si vede nemmeno l’ombra.

https://www.ilsole24ore.com/art/sorpres ... ia-ACfeBUd
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Re: Sorpresa, nella produttività Italia batte Germania e Fra

Messaggioda franz il 09/08/2019, 8:06

Finalmente una buona notizia, penserete.
E invece no. L'articolo è una somma di colossali sciocchezze, come tante altre scaturite dalla Fondazione Edison di cui Fortis è vicepresidente e vicepresidente del Comitato Scientifico, nonché responsabile della Direzione Studi Economici di Edison Spa.

E naturalmente vi spiegherò quali sono queste sciocchezze ma prima mi piacerebbe che, come frutto delle tante discussioni avute tra noi in questi anni, sentirle dire da voi, almeno le più colossali.

Intanto devo ringraziare Renzi, senza il cui tweet, gongolante per la notizia, forse mi sarei perso la perla.
Ovviamente Renzi non si è accordo delle sciocchezze, tutto preso dalla possibilità di poter fare polemica politica con l'attuale governo. Ma questa è altra storia. Sappiamo che il ragazzo di economia capisce ben poco.

Dai, aspetto le vostre considerazioni, non deludetemi :-)
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Re: Sorpresa, nella produttività Italia batte Germania e Fra

Messaggioda pianogrande il 09/08/2019, 9:51

La prima immediata considerazione: E' il solito articolo che non mantiene le promesse del titolo.
Il titolo "Nella produttività, l'Italia batte Germania e Francia" nell'articolo diventa che la produttività in Italia "è cresciuta in percentuale" più di altri paesi europei.

In pratica, stiamo recuperando un po' di gap il che è tanto più facile quanto più siamo indietro rispetto agli altri.

Non faccio in tempo ad addentrarmi nel resto che ho letto un po' alla svelta ma se tanto mi dà tanto...
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Re: Sorpresa, nella produttività Italia batte Germania e Fra

Messaggioda franz il 10/08/2019, 7:23

Ok, è la prima cosa che ho pensato. Se si prende un punto a piacere del grafico, soprattutto dopo un calo evidente, ci sarà una risalita. Che potrebbe essere più veloce degli altri, che non erano calati.

Ma non è nemmeno così.
In realtà l'articolo di Fortis si concentra sulla manifattura (una parte del settore secondario) che è circa 1/3 del Valore Aggiunto prodotto in Italia (ed anche in Germania). Sostiene che nel periodo da lui indicato, siamo cresciuti più Germania e Francia. Ma solo nella manifattura, mentre il titolo allude alla produttività in generale.

Ma non è vero nemmeno questo. In realtà lui chiarisce che questo vale "senza automotive" e cioè il settore automobilistico, che come sappiamo in Germania è particolarmente forte (VW, Audi, Porche, Opel, Mercedes, Smart). E non contento dice anche "senza le micro-imprese", che notoriamente in Italia sono poco produttive. Strano che si sia dimenticato di fare confronti sulla produttività senza il Sud Italia.

Ma cari amici, questo si chiama "Cherry Picking" e se fatto bene, scegliendo bene i parametri da tenere e da scartare, troviamo che in qualche cosa siamo piu' produttivi degli USA o della Cina :-)

Tanto per capirci, nel settore manifatturiero, la voce automobili (C29: Manufacture of motor vehicles, trailers and semi-trailers) vale 100 miliardi in Germania e 10 in Italia. Chiaro che se lo togli, cambia tutto.

C'è questo costante esercizio, assurdo, di dire che "senza X" saremmo messi meglio e saremmo normali o anche superiori. Aveva cominciato mi pare Fassina a dire che senza la previdenza la spesa pubblica italiana era nella norma. Ricordate come era stato perculato facendo l'esempio della carbonara senza pancetta?

Ma il bello viene quando Fortis, colpito delle sue stesse ipotesi, afferma che no, senza micro-aziende non si può perché dovremmo fare a meno di 900 mila posti di lavoro. Nemmeno gli passa per l'anticamera del cervello che queste persone troverebbero occupazione nelle piccole, medie e grandi imprese? Il modello è super-fisso anche nel sole24ore?

Poi si preoccupa solo della produttività delle micro nel manifatturiero ma il mondo delle micro-imprese in totale fa 6 milioni e mezzo di addetti (pari al 46% della forza lavoro), 3 milioni e mezzo di imprese ma solo il 29% del VA (dati 2016). Qui sta il problema della produttività italiana. Scoprire che forse in alcuni settori del secondario, senza automotive o senza Micro siamo messi meglio, fa godere solo un ..... non mi viene la parola ;-)

Discutendo con vari amici ho scoperto che il canale informativo youtube di Boldrin e soci ha già sbufalato ciò che questa fondazione Edison pubblica e poi vi darò le coordinate.

Io sto facendo un'analisi comparativa del settore manufacturing tra Germania ed Italia, nel periodo 2008-2018 e quando sarà pronta, spero in serata, la metterò sulla mia pagina facebook (qui non è luogo per tabelle e grafici).
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Re: Sorpresa, nella produttività Italia batte Germania e Fra

Messaggioda pianogrande il 10/08/2019, 10:47

Eh, insomma.
Grazie Franz.
Nell'istituto tecnico che frequentavo mi insegnavano che il problema del "tecnico" non è tanto la super precisione dei calcoli quanto operare in modo da disporre dei dati giusti.
Un concetto che ogni tanto vale la pena di ricordare.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Sorpresa, nella produttività Italia batte Germania e Fra

Messaggioda franz il 10/08/2019, 10:53

Dicevo che sul canale youtube di Michele e di Liberi Oltre, ci sono dei video dedicati alle bufale della Fondazione Edison. Eccole.

https://www.youtube.com/watch?v=d74qfPZ_NvA
https://www.youtube.com/watch?v=v8BmWjNYBLM
https://www.youtube.com/watch?v=VZMXnRnT6Nw

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Non chiedetemi chi è l'asino :-) è comunque uno noto su twitter come "Sig Ernesto" che ha sbufalato un mucchio di dati farlocchi presentati soprattutto dai vari Bagnai e Borghi, gli economisti leghisti. Ci tiene alla sua privacy.
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Re: Sorpresa, nella produttività Italia batte Germania e Fra

Messaggioda franz il 10/08/2019, 11:48

Per quanto riguarda dati, tabelle e grafici, li ho messi (pubblici) su Facebook

https://www.facebook.com/franz.forti.7/ ... 5984592410
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