Piuttosto che contrapporre globalizzazione vs deglobalizzazione, bisognerebbe iniziare a pensare in maniera globale non solo alla produzione, al commercio e alla finanza, ma soprattutto ai diritti umani (sociali e civili) e alla sostenibilità ecologica: perché, appunto, di globo ne abbiamo uno solo.
Perché dei bambini devono intossicarsi nelle miniere di coltan per produrre telefoni cellulari all'ultimo grido che costano un occhio della testa? Perché non possiamo pensare a uno sciopero, in Europa, a favore degli operai di Pechino? Perché compriamo abiti griffati prodotti nei PVS con stipendi, già bassi rispetto a quelli occidentali, che non permettono neppure di arrivare a fine mese in paesi dal costo della vita estremamente ridotto?
E' chiaro che dobbiamo pensare a norme di legge transnazionali, a un codice etico-ecologico, a ottimizzare le risorse e a imporre l'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.