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copyright criticità

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copyright criticità

Messaggioda Robyn il 26/03/2019, 23:50

A dire il vero non è che ci abbia capito molto sulla nuova legge del copyright.Quando c'è una nuova legge si capisce cosa è,ma non si capisce nell'immediato le criticità che implicitamente può contenere.Ma cosa cambia per gli utenti?Per gli utenti non cambia nulla,tutto ciò che si rileva sul web è legale perche c'è un filtro in partenza di facebook,instagram,youtube,twitter,in breve un software che non lascia passare contenuti coperti da copyright.Se gli utenti cercano di pubblicare sul web contenuti coperti da copyright il software non lascia passare il contenuto e allo stesso tempo il passaggio del contenuto può essere istantaneo se non è coperto da copyright,non è questo il problema.Se è coperto da copyright l'utente troverà scritto che questo contenuto non è pubblicabile perche coperto da copyright.Le criticità meritano un'analisi sia sull'equo compenso che sul diniego dell'autore.La cultura l'informazione non ha prezzo e l'equo compenso dovrebbe essere standart e uguale per tutti i contenuti,perche se i contenuti di alta intensità culturale costano di più c'è il rischio che facebook,instagram,youtube,twitter decidano di acquistare contenuti di bassa intensità culturale provocando così uno scadimento culturale del grande pubblico e può anche aumentare la diffusione di fake news,sà com'è in mancanza d'altro,i costi dell'equo compenso sicuramente saranno scaricati sul costo della pubblicità commerciale che il web offre come servizio.Altra criticità è il diniego dell'autore che potrebbe ritenere più conveniente far pubblicare un libro in tipografia piuttosto che permetterne la diffusione attraverso il web attraverso l'equo compenso.Questo diniego sarebbe anche contro la libertà di mercato perche è come se vado in libreria e non mi viene permesso di acquistare un libro e il web fà proprio questo,và e acquista dei contenuti con l'equo compenso.Quindi il diniego non dovrebbe esserci.Posso pubblicare dei contenuti ma devo prima acquistarli prima di pubblicarli e non può esserci nessuna inibizione dell'editore.Allo stesso tempo è bene evitare i facili entusiasmi dei favorevoli perche ci sono tantissimi cittadini che usano il web e non possiamo diventare uno stato carcerario che attraverso il reato di ricettazione deve costruire delle vere e proprie città per detenere milioni di cittadini in attesa di giudizio.Più che altro ci si è occupati di copyright ma non del problema della privacy delle persone sul web e della diffusione di fake news
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Re: copyright criticità

Messaggioda Robyn il 27/03/2019, 1:11

E Berlinguer "La democrazia elettronica"

Non vince chi ha la reclame più efficace?

E Berlinguer
Dietro a questa ed altre paure che vengono segnalate rispetto alla rivoluzione elettronica c'è spesso un sentimento tradizionale delle elitè intellettuali,che di fronte a tutti i fatti che significano socializzazione della cultura o della politica si ritraggono con l'impressione che questo poi finisca per schiacciare la vita dell'individuo,la creatività,l'arte-----
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Io credo che,in linea generale bisogna avere un'atteggiamento critico verso questi sentimenti che,anche quando non esprimono la volontà di mantenere esclusive certe posizioni di privilegio intellettuale,finiscono per opporsi alla diffusione della cultura di massa
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Re: copyright criticità

Messaggioda franz il 27/03/2019, 19:54

Per chi volesse capirci qualcosa, leggete quanto scrive Paolo Attivissimo
Da quanto capisco, nel 2021 questo forum potrà anche chiudere.



https://attivissimo.blogspot.com/2019/0 ... ght-e.html

Passa la direttiva UE sul copyright. E adesso?
Ultimo aggiornamento: 2019/03/26 20:25.

Il Parlamento dell’Unione Europea ha approvato oggi il testo finale del progetto di direttiva sul diritto d’autore. Entrerà in vigore nell’UE dal 2021, se approvata dagli stati membri, e ha vari problemi.

La direttiva rischia di creare leggi differenti per ciascun paese UE.
    > È un salto nel buio, perché (come nota l’avvocato Guido Scorza su AgendaDigitale e sul Fatto Quotidiano) non è supportata da nessuno studio economico sul suo impatto, per cui non si sa quanto (e nemmeno se) i titolari dei diritti guadagneranno più soldi come promesso dai sostenitori della direttiva. Esperimenti analoghi in Germania non hanno ottenuto un soldo.
    > Il suo articolo 15 (ex articolo 11) crea in sostanza una sorta di tassa sulle citazioni: gli editori dovranno autorizzare espressamente ogni ripubblicazione delle loro notizie, salvo che si tratti di singole parole o “estratti molto brevi”. Quanto brevi? Non è specificato. Questo dovrà essere chiarito dalle norme più dettagliate basate sulla direttiva. Ma una norma dello stesso genere esiste già in Spagna e ha prodotto la concentrazione del traffico sui grandi editori, svantaggiando quelli piccoli. Piccoli come il blog che state leggendo, per esempio.
    > Il suo articolo 17 (ex articolo 13) impone che tutti i grandi siti che permettono agli utenti di caricare contenuti debbano ottenere una licenza su quei contenuti e debbano filtrare quelli che violano il diritto d’autore; inoltre saranno responsabili per i contenuti immessi dagli utenti. In pratica si tratta di un filtro preventivo sugli upload, ossia una soluzione tecnica irrealizzabile (come si filtra un modello per stampante 3D sotto copyright?), oltre che uno strumento di censura formidabile (se ne volete un assaggio, guardate come si comporta il ContentID di Youtube). Per non parlare dell’assurdità di procurarsi una licenza preventiva per ogni possibile contenuto coperto da copyright: non solo musica e film, ma libri, foto, video, software, disegni, testi. Chi potrà negoziare una licenza a tappeto del genere? Solo chi ha tanti soldi.
    > L’articolo 17 prevede alcune esenzioni per l’esercizio del diritto di critica, recensione, parodia e collage, per cui i memi dovrebbero essere salvi. Sono esentati anche i siti come Wikipedia (le enciclopedie online non a scopo di lucro), le piattaforme di sviluppo di software open source, i servizi cloud, i negozi online e i servizi di comunicazione.
In sintesi, la direttiva crea un pantano legale che solo chi ha stuoli di avvocati potrà permettersi di gestire e comporta il rischio serio di zittire le voci dei piccoli o dei singoli.

Per esempio, si chiede la BBC, cosa succederà a chi condivide le proprie sessioni di videogioco su Youtube o Twitch? Il video di una sessione è una nuova opera, i cui diritti spettano al giocatore, ma include opere di proprietà dell’azienda creatrice del gioco. Opere al plurale, perché un videogioco contiene grafica, musica, dialoghi e software, ciascuno vincolato da un diritto d’autore separato. Verrà filtrato automaticamente? Un video di una festa di compleanno che contiene una canzone in sottofondo verrà bloccato?

E cosa cambierà in questo blog, per esempio? Per ora nulla: io vivo e lavoro in Svizzera, per cui quello che scrivo non è toccato dalla direttiva, salvo che la Svizzera decida di adottare norme analoghe. Lo stesso vale anche per tutti i contenuti prodotti fuori dall’UE. Il risultato, insomma, è che chi sta nell’UE verrà penalizzato e chi ne sta fuori (Google o Facebook, per esempio) continuerà come prima e anzi starà meglio di prima, perché nessun europeo se la sentirà di costituire un’azienda concorrente.

Ma soprattutto mi sembra che i creatori di questa direttiva, e i politici che l’hanno approvata, non abbiano tenuto conto di una cosa fondamentale: non è che siccome adesso c'è la direttiva, allora i siti dei pirati audiovisivi che distribuiscono film, telefilm, musica e libri violando il diritto d’autore smetteranno improvvisamente di farlo.

Come andrà a finire non lo sa nessuno. Staremo a vedere. Ma se padri di Internet come Tim Berners-Lee e tanti altri sono contrari, forse dovremmo ascoltarli. Anche perché ci hanno detto più volte che quando la Rete trova un ostacolo, trova anche la maniera di aggirarlo.

Ma se volete una sintesi perfetta di cosa non va in questa direttiva, leggete cosa ha tweetato Luca Sofri in proposito:
Al di là di tutte le ragioni e i torti, nessun giornale è capace di spiegare come mai, se Google o FB sfruttano i contenuti “senza dare nulla in cambio”, nessuno di quei giornali faccia la cosa più semplice: non indicizzarsi su Google, star via da FB. La risposta è facile.
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Re: copyright criticità

Messaggioda Robyn il 28/03/2019, 13:00

La libertà di espressione al netto delle bugie è sacra,se il problema sono le fake news possono esistere delle strade alternative per contrastarle senza mettere in forse la libertà d'espressione.Ad ex uno dei metodi per contrastare le fake news è il confronto saper smontare tutto pezzo dopo pezzo ciò che l'altra parte afferma,non è la censura che risolve il problema.Anche pubblicare un video musicale fà parte della libertà di espressione perche comunica uno stato d'animo.Più che una norma di chiusura come il copyright servirebbe una norma di apertura come il copyleft che non richiede licenza,ma che permette di acquistare quei contenuti con la link tax per poterli pubblicare se non si acquistano non si possono pubblicare e la stessa cosa vale per gli utenti che possono pubblicare un contenuto acquistato con la link tax che però non è stato acquistato per ex da facebook.Il copyleft naturalmente deve riprodurre fedelmente i contenuti perche se sono alterati diventa sì una fake news e in questo caso se sono alterati non passano il filtro con la scrittura che il contenuto non è pubblicabile perche coperto da copyleft.La carta stampata si è indicizzata su facebook perche facebook raccoglie il grande pubblico.Facebook adesso ha il monopolio servirebbero altre facebook come ad ex instagram.Altro aspetto che si trascura è la privacy.Senza il consenso dell'interessato non si potrebbero pubblicare foto,video e immagini dell'interessato da parte di terzi ne và della vita privata che non si vuole sia pubblica,il nickname ne è un'esempio.Adesso facebook ha finalmente "bannato" le pagine dei suprematisti bianchi
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