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Flat tax?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Flat tax?

Messaggioda Robyn il 19/03/2019, 22:51

La flat tax aumenta le disuguaglianze sociali perche attraverso essa si scarica il peso della tassazione sui lavoratori.Allo stesso tempo danneggia gli uguali nastri di partenza perche si può tagliare sul welfare cioè sulle prestazioni sociali per finanziarla.La tassa progressiva è uno dei cardini del liberalismo,perche attraverso essa si evitano le concentrazioni di ricchezza,il liberalismo è una pratica per limitare il potere.La flat tax essendo una tassa piatta favorisce le concentrazioni di ricchezza a danno della libertà di mercato perche favorisce i monopoli.Altresi le concentrazioni di ricchezza possono favorire la corruzione.Penso sia finito il tempo di parlare agli elettori di paperon dei paperoni perche alla fine capiscono poco degli effetti della flat tax.L'unica possibilità realizzabile è la diminuzione delle cinque aliquote in ambito della progressività
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Re: Flat tax?

Messaggioda franz il 20/03/2019, 8:07

D'accordo sui principi elencati, tuttavia di "flat" questa tax ha ormai ben poco per cui criticarla come tale ha poco senso.

Vediamo cosa combinano:


Irpef, cosa cambia in busta paga | Bonus 80 euro: ipotesi abolizione

Irpef, cosa cambia in busta paga con il nuovo sistema. E gli 80 euro non sono più intoccabili

La proposta leghista è tutta a vantaggio delle famiglie con reddito medio-alto in cui lavora un solo componente, mentre non cambierà molto per chi guadagna meno di 20mila euro. Sarà possibile comunque continuare ad optare per il vecchio sistema. E si torna a parlare di cancellazione del bonus Renzi. Garavaglia: "E' un problema per i conti dello Stato"
Irpef, cosa cambia in busta paga | Bonus 80 euro: ipotesi abolizione

Tiene ancora banco il tema della riforma dell’Irpef. Stiamo parlando di quella che la Lega e i media continuano per comodità a chiamare flat tax, anche se di flat non ha praticamente più nulla. La proposta leghista ridisegna le aliquote introducendo una tassazione del 15% solo per chi guadagna meno di 50mila euro. Tutti gli altri continuerebbero a pagare secondo le aliquote attuali. C’è però un’altra grossa novità: l’imposta non sarà a base individuale, ma familiare e dovrebbe prevedere un sistema di deduzioni di 3mila euro per ciascun componente del nucleo familiare da calcolare sulla base del reddito complessivo.

Nuova Irpef, via le detrazioni. Ma il nuovo regime sarà opzionale
Prima di vedere in che modo il nuovo sistema impatterà sulle nostre buste paga, vale la pena però soffermarsi su alcuni aspetti ancora poco chiari della proposta leghista. Uno di questi riguarda le detrazioni fiscali. Saranno cancellate? E se un lavoratore dovesse non avere alcun beneficio dalle nuove aliquote potrà essere assoggettato al vecchio sistema (e approfittare delle relative detrazioni)?

Dubbi a cui ha risposto oggi il sottosegretario leghista, Armando Siri, in un'intervista ad "Avvenire". "Le novità sono due: la prima – ha detto Siri - è che viene introdotto il codice fiscale univoco per tutta la famiglia e si tassa il reddito complessivo del nucleo. La seconda è che il regime sarà opzionale, ovvero chi lo riterrà più conveniente vi aderirà e chi invece per diverse ragioni vorrà mantenere il vecchio sistema potrà farlo. Può essere che un contribuente abbia in corso un recupero importante di detrazioni per spese di ristrutturazione e, facendo i conti potrebbe non avere convenienza nell'immediato ad aderire a un sistema che prevede solo deduzioni fisse per contribuente e carichi familiari".

Il nuovo sistema di deduzioni
Siri ha anche spiegato che le deduzioni saranno "inversamente proporzionali al reddito e direttamente proporzionali al numero dei componenti della famiglia. Più il reddito è basso e più sono i componenti della famiglia, più alte sono le deduzioni e più bassa è dunque l'imposta".

Con il nuovo sistema verrebbero cancellate tutte le detrazioni e i bonus, sostituite proprio dalle deduzioni, ma chi ne ha convenienza potrebbe comunque decidere di optare per il vecchio sistema.

Nuova Irpef, addio 80 euro per finanziare la riforma?
Ma la rivoluzione che ha in mente la Lega potrebbe andare a toccare anche il bonus di 80 euro voluto da Renzi. In un'intervista a 'La Verità', il sottosegretario all'Economia Massimo Garavaglia ha affermato che "dare 80 euro in più in forma di bonus è stato un problema per i conti dello Stato. Si sono creati effetti paradossali". E dunque? "Se quella cifra diventasse una detassazione otterremo due risultati in un colpo: abbassare la pressione fiscale e la spesa dello Stato". Ciò che non si capisce ancora è se il bonus di 80 euro verrà abolito per finanziare il costo complessivo della riforma o se invece verrà trasformato in uno sconto fiscale solo per alcune fasce di reddito. E se così fosse, a chi spetterebbe? Per ora non si possono fare che ipotesi.

Cosa cambia in busta paga
Da quel poco che sappiamo però la nuova Irpef non converebbe proprio a tutti. Gli economisti Massimo Baldini e Leonzio Rizzo su LaVoce.info fanno infatti notare che a guadagnarci di più sarebbero coloro che percepiscono un reddito inferiore ai 50mila euro, dal momento che dal 38% dell’aliquota attuale passerebbero al 15%. Ma un effetto di cui si è poco parlato è che la nuova Irpef su base familiare, chiamamola così, a parità di reddito avvantaggerebbe le famiglie in cui lavora un solo componente.

Facciamo un esempio: il componente di una famiglia monoreddito che dichiara 40mila euro, con le aliquote attuali paga 10.287 euro di Irpef. Con il nuovo sistema grazie al sistema di deduzioni e alla tassazione più bassa ne dovrebbe al fisco appena 5100. Ma una coppia con lo stesso reddito familiare in cui entrambi i componenti percepiscono 20mila euro al mese, con il nuovo sistema pagherebbe addirittura il doppio.

Nuova Irpef: a guadagnarci non saranno i più poveri
In questi casi però il contribuente potrà decidere di rimanere nel vecchio regime. Poco invece cambierebbe per i redditi più bassi. Con la nuova riforma dell’Irpef, tagliano corto i due economisti, ci guadagnerebbero "solo le monoreddito con reddito medio-alto: se c’è un solo reddito di 20mila euro non cambia nulla. In sintesi, per il 20 per cento più ricco e per il 20 per cento più povero delle famiglie cambierebbe poco o nulla". E in caso di cancellazione del bonus di 80 euro la beffa per chi ha redditi medio-bassi sarebbe assicurata. Come ricorda oggi Il Giornale, se fino a 26mila euro l'aliquota media effettiva è in realtà del 13,5% lo si deve proprio "all'effetto dei 10 miliardi del bonus Renzi che agiscono proprio fino a quella soglia".

(Tabella in basso, screenshot da LaVoce.info)

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https://www.today.it/economia/irpef-bus ... zione.html
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Re: Flat tax?

Messaggioda franz il 20/03/2019, 8:12

IN EVIDENZA
Però la flat tax di Salvini piatta non è
19.03.19
Massimo Baldini e Leonzio Rizzo

Il governo torna a parlare di flat tax. Allo studio è una misura per le famiglie, che favorirebbe quelle monoreddito. Il gettito perso sarebbe di circa 17 miliardi. Ma il problema più grave è che scoraggia il lavoro, soprattutto quello delle donne.


La fase 2 della flat tax

Negli ultimi giorni è rispuntata la flat tax, un argomento che ha dominato la campagna elettorale per il voto del 4 marzo 2018, ma che poi era passato in secondo piano, superato da quota 100 e reddito di cittadinanza.

Il contratto di governo prevede una quasi flat tax a due aliquote: 15 per cento per redditi fino a 80 mila euro, 20 per cento oltre. La base imponibile sarebbe il reddito familiare, non quello individuale come per l’Irpef attuale. La progressività verrebbe realizzata non solo dalle due aliquote, ma anche da una deduzione che nel contratto di governo in modo non chiaro viene indicata come “3 mila euro sulla base del reddito familiare”.

Pare che tutti siano d’accordo sul fatto che il passaggio dall’attuale Irpef a questa “quasi” flat tax costerebbe moltissimo: almeno 50 miliardi di euro all’anno, forse 60 secondo recenti simulazioni del ministero dell’Economia che non è dato leggere. Su lavoce.info abbiamo già simulato gli effetti dell’imposta. Oltre a costare moltissimo, distribuirebbe in modo molto diseguale il risparmio: per la classe media ce n’è sicuramente uno, ma non è particolarmente elevato, attorno ai mille-duemila euro all’anno, mentre una famiglia collocata nel 10 per cento più ricco risparmierebbe in media 10mila euro all’anno. Al 10 per cento più ricco andrebbe la metà della perdita totale di gettito.

Le dichiarazioni degli esponenti del governo di questi giorni sono però molto chiare: nel 2020 non vogliono introdurre una flat tax così costosa, che resterebbe l’obiettivo da raggiungere alla fine della legislatura. Si tratta invece di una “fase 2” della flat tax al 15 per cento, introdotta per il 2019 per i soli autonomi e imprese individuali con fatturato inferiore a 65mila euro. La fase 2 riguarda le famiglie. A quanto si apprende dalla stampa, pare che il governo voglia per il 2020 un’Irpef così strutturata: se il reddito totale della famiglia è inferiore a 50mila euro, su esso (diminuito di una deduzione non ben precisata) si applica l’aliquota del 15 per cento. Se il reddito totale supera 50 mila euro, nulla cambia e si applica ancora l’Irpef attuale con le sue cinque aliquote ai redditi di ciascun componente.

Quindi nel 2020 avremmo uno stranissimo ibrido, una specie di nuovo animale fantastico: un’imposta a base familiare e con aliquota unica 15 per cento e una sola deduzione se il reddito familiare non supera 50 mila euro, e la solita Irpef su base individuale progressiva con cinque scaglioni e le attuali deduzioni e detrazioni se il reddito totale della famiglia è maggiore di 50 mila euro.

Applicando la strana imposta ai dati Silc, con tutte le cautele necessarie per la scarsità di informazioni, si ottiene in effetti una perdita di gettito attorno ai 17 miliardi, vicina a quanto dichiara il governo. Certo, non siamo a 50-60 miliardi, ma già una perdita di gettito di 17 miliardi è un bel problema, perché il deficit pubblico è in aumento a causa della recessione e per il 2020 si deve trovare copertura alternativa a 23 miliardi di clausole di salvaguardia sull’Iva.

Anche in questo caso, tuttavia, il problema non è solo quanto gettito si perde, ma anche il modo – da un lato casuale, dall’altro iniquo – con cui viene distribuito il risparmio di imposta.

Chi guadagna di più dal provvedimento? Sicuramente le famiglie con un solo reddito di poco inferiore a 50 mila euro, che oggi è sottoposto all’aliquota marginale del 38 per cento, molto superiore al 15 per cento. A parità di reddito familiare, poi, il guadagno d’imposta è molto più forte per le famiglie monoreddito che per quelle in cui entrambi i partner lavorano (tabella 1). Una coppia bireddito in cui entrambi i membri percepiscono 20 mila euro pagherebbe di più, ma in questi casi assumiamo sia possibile rimanere nel vecchio regime, mentre una famiglia con un solo reddito di 40 mila euro e un partner che non lavora avrebbe un guadagno di circa 5 mila euro. Guadagnano inoltre solo le monoreddito con reddito medio-alto: se c’è un solo reddito di 20mila euro non cambia nulla. In sintesi, per il 20 per cento più ricco e per il 20 per cento più povero delle famiglie cambierebbe poco o nulla, mentre il 60 per cento centrale guadagnerebbe tra i 1.000 e i 1.300 euro all’anno. Si perderebbero però tutte le attuali detrazioni.

Tabella 1 – Irpef 2019 e 2020 per diversi tipi di famiglie

Immagine

Nota: nella flat tax si ipotizza una deduzione di 3 mila euro per ogni familiare; per l’Irpef attuale consideriamo le detrazioni per tipo di reddito e familiari a carico e il bonus Renzi; assumiamo che una clausola di salvaguardia impedisca di perdere nel passaggio alla flat tax.

Così si scoraggia il lavoro

Ma non ci sono solo il rischio di compromettere in modo irrimediabile il saldo di bilancio e la difficoltà a capire perché il risparmio dovrebbe essere forte per le famiglie in cui lavora una sola persona, mentre è piccolo per i nuclei con più di un percettore. C’è un altro grande problema, che riguarda la distorsione degli incentivi alla produzione di reddito: se si passa all’imposta ibrida, con base familiare sui bassi redditi e individuale su quelli alti, si introduce un enorme disincentivo a superare la soglia dei 50 mila euro di reddito familiare.

Consideriamo per esempio un nucleo di due persone (vedi tabella 2). Il primo membro ha reddito da lavoro dipendente di 40 mila euro, il secondo non lavora. Per questa famiglia l’Irpef oggi è pari a 10.287 euro (escludendo le addizionali locali). Se il partner decide di accettare un’offerta di lavoro per 15 mila euro all’anno, su questo reddito aggiuntivo paga solo 926 euro di Irpef (considerando anche il bonus). L’altro coniuge perde la detrazione per coniuge a carico di 690 euro. Quindi, con l’Irpef di oggi, nel passaggio da 40 mila a 55 mila di reddito familiare l’imposta totale aumenta di 1.616 euro. Per la famiglia, il reddito è aumentato di 15mila euro, quindi l’aliquota marginale è pari a 1616/15000=10,8 per cento.

Con il sistema previsto dal governo, nel 2020 succederebbe questo: se solo uno dei due coniugi lavora e guadagna 40 mila euro, la famiglia paga con la flat tax 5.100 euro (assumendo una deduzione di 3 mila euro per componente), ma se il partner disoccupato comincia a lavorare e guadagna 15 mila euro, il reddito familiare diventa 55 mila euro e tutti passano a tassazione individuale. Il primo coniuge paga 11.903 euro, il secondo 926, per un totale di 11.903. Il reddito familiare è aumentato di 15 mila euro e l’imposta totale di 6.803, per un’aliquota marginale del 45 per cento. Insomma, se il partner oggi disoccupato è indeciso se cominciare a lavorare o no, con l’Irpef di oggi sa che sui 15 mila euro guadagnati se ne pagherebbero solo 926 in Irpef, mentre con l’imposta mista familiare-individuale nel 2020 l’Irpef della famiglia aumenterebbe di 6.803 euro. L’incidenza media dell’Irpef, se il secondo membro comincia a lavorare, con l’Irpef di oggi scenderebbe da 26 a 22 per cento, con l’imposta mista del 2020 aumenterebbe dal 13 al 22 per cento.

Tabella 2

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Possiamo leggere questi dati anche in un altro modo: cosa succede alla famiglia bireddito se il membro che oggi guadagna 15mila euro smette di lavorare? Con le regole attuali la famiglia perderebbe 13.384 euro, con l’Irpef 2020 ne perderebbe solo 8.197. Il secondo reddito da lavoro in famiglia diventerebbe meno importante.

Si ripropone lo stesso problema della fase 1. La flat tax per gli autonomi li incentiva a non dichiarare un fatturato superiore ai 65mila euro, altrimenti passano dal 15 per cento all’Irpef progressiva. La flat tax della fase 2 spinge le famiglie a non superare i 50mila euro di reddito, altrimenti passano dal 15 per cento all’Irpef progressiva. Un incentivo a restare piccoli o a non dichiarare aumenti di reddito, per le donne a restare a casa.

https://www.lavoce.info/archives/58146/ ... -lavorare/
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Re: Flat tax?

Messaggioda pianogrande il 20/03/2019, 11:26

E allora, per non foraggiare schiere di commercialisti, CAF e simili, un bel "pre compilato" in doppia versione e il contribuente sceglie quello che preferisce.

Anche il ricorso alle consulenze fa parte della tassazione e allora cerchiamo di non aumentarlo.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Flat tax?

Messaggioda Robyn il 20/03/2019, 13:19

Ah ho capito è il progetto della famiglia patriarcale secondo me questa destra è malata.La tassazione dei redditi ci ricorda la costituzione può avvenire solo sù base individuale e non sù base familiare.Lo stesso progetto Fillon ci dice che la destra è malata.I figli di genitori separati stanno meglio con un solo genitore cioè la madre che con due che litigano sempre è nel maggior interesse del minore non dei genitori,anche perche il minore in genere rifiuta di stare con il padre violento.La destra è malata quando ci dice che è contro i matrimoni misti dando l'impressione di essere affliliata al kux kux clan
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Re: Flat tax?

Messaggioda franz il 20/03/2019, 17:34

Robyn ha scritto:La tassazione dei redditi ci ricorda la costituzione può avvenire solo sù base individuale e non sù base familiare.

Non sono certo un esperto di alto livello ma credo di conoscere (dovere di ogni cittadino) abbastanza bene la Costituzione.
Non trovo nulla che imponga una tassazione esclusivamente individuale.
In passato, il cumulo dei redditi fu dichiarato incostituzionale solo in quanto penalizzante rispetto alla tassazione individuale. Se si trovasse un sistema di imposizione della famiglia che gravi meno sulla somma dei singoli redditi, nessuna Corte, per me, si opporrebbe.

Se il fisco tassa il singolo o la famiglia

Italia, Spagna e Gran Bretagna, dove il sistema della tassazione sui redditi è ritagliato su misura dei singoli, che siano sposati o meno, con o senza figli. Dall'altro Francia, Germania e Olanda, dove la tassazione delle persone fisiche viene calcolata a livello di nucleo fiscale familiare. È questa la grande differenza che non bisogna sottovalutare quando si tenta la difficile impresa di comparare fasce di reddito e aliquote dei principali Paesi europei.

In Francia lo chiamano “quotient familial” (quoziente familiare) ed è stato introdotto negli anni '50 per risollevare le nascite dopo lo shock della seconda guerra mondiale. Con questo sistema il fisco d'Oltralpe riconosce che una coppia (sposata o convivente) con figli a carico deve affrontare oneri maggiori rispetto a un nucleo senza prole e concede a questa famiglia, come compensazione, una forma di vantaggio fiscale. Il metodo di calcolo è complesso ma per semplificare si può dire che si cumulano i redditi dei due coniugi e si divide per il numero di componenti con alcuni correttivi. Più la famiglia è grande, minore sarà la pressione fiscale. Questo sistema non viene però applicato per la tassazione locale.

In Germania viene utilizzato il sistema che gli addetti ai lavori chiamano “income splitting”. Gli imponibili conseguenti ai redditi percepiti dai due coniugi vengono prima sommati. L'importo così determinato viene poi diviso in due parti uguali a ciascuna delle quali vengono applicate scaglioni e aliquote corrispondenti. Un sistema analogo è in vigore anche in Olanda.

In Italia quando fu introdotta l'Irpef, l'imposta sulle persone fisiche, i redditi della moglie erano imputati al marito, che era soggetto passivo di imposta sia per i redditi propri, sia per quelli della moglie.

I redditi dei due coniugi erano così cumulati, e si aveva, a causa della progressività dell'imposta, una tassazione dei redditi dei coniugi più elevata rispetto alla tassazione individuale. In questo caso il sistema del cumulo penalizzava la famiglia e fu perciò dichiarato incostituzionale dalla Consulta nel 1976. (C. Bu.)

https://www.ilsole24ore.com/art/norme-e ... id=ADD8lvI

Nota di franz: Anche la Svizzera impone il nucleo familiare, ma con aliquote praticamente dimezzate rispetto al single
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Re: Flat tax?

Messaggioda Robyn il 20/03/2019, 19:53

Mi pare che in passato partendo da posizioni differenti eravamo giunti alla stessa conclusione.Il quoziente familiare se la Francia lo realizza con un sistema di detrazioni e deduzioni complesse in Italia si può giungere alla stessa identica cosa mantenendo la tassazione individuale attraverso il welfare che sono assegni familiari,bonus bebè,carta acquisti,asili nido,edilizia pubblica e questo senza compromettere la possibilità della donna di essere parte attiva nel mercato del lavoro.La denatalità sarebbe solo in parte risolta dal welfare perche sarebbe necessario contrastare la precarietà che genera insicurezza ed è necessario il rmg
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Re: Flat tax?

Messaggioda franz il 21/03/2019, 8:35

Si possono fare entrambe le cose.
a) una tassazione più bassa per i nuclei familiari
b) servizi di welfare per le famiglie (casa, asili nido, sostegno economico)

Intanto prendiamo atto che l'Italia non fa nessuna delle due cose. La tassazione è elevata, gli asili nido non ci sono e quelli che ci sono hanno rette elevate, di politica per la casa non se ne parla, a parte i politici che vivono nelle case popolari.
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Re: Flat tax?

Messaggioda Robyn il 21/03/2019, 9:13

Questo avviene perche la sinistra riformista che pur esiste nel nostro paese non ha mai avuto la possibilità di esprimere e dispiegare le sue energie.Esistono due articoli art 53 dedicato alla tassazione che è individuale e l'altro l'art 29 secondo cui la Repubblica promuove tutte quelle misure atte ad agevolare la formazione della famiglia è necessaria la combinazione di questi due articoli e il quoziente familiare non c'è
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Re: Flat tax?

Messaggioda franz il 21/03/2019, 17:00

Robyn ha scritto:Questo avviene perche la sinistra riformista che pur esiste nel nostro paese non ha mai avuto la possibilità di esprimere e dispiegare le sue energie.Esistono due articoli art 53 dedicato alla tassazione che è individuale e l'altro l'art 29 secondo cui la Repubblica promuove tutte quelle misure atte ad agevolare la formazione della famiglia è necessaria la combinazione di questi due articoli e il quoziente familiare non c'è

L'art 53 non parla della tassazione individuale
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.

Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Quel tutti è riferito anche alle collettività, per esempio alle aziende, che sono fatte da più soci.
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