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Brexit, cos’è il “Blitz spirit”: come si preparano al peggio

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Brexit, cos’è il “Blitz spirit”: come si preparano al peggio

Messaggioda franz il 10/03/2019, 21:34

Brexit, cos’è il “Blitz spirit” e come i britannici si preparano al peggio

critto da Econopoly il 09 Marzo 2019

DRAGHI E GNOMI
L’autrice del post, Costanza de Toma, si occupa di cooperazione allo sviluppo, relazioni internazionali e Unione Europea. Milanese di nascita, ha vissuto gli ultimi 27 anni all’estero, tra il Regno Unito e il Belgio. Negli ultimi due anni ha coordinato e condotto la lobby verso l’Unione europea della campagna per la tutela dei diritti dei cittadini dell’Ue che vivono nel Regno Unito. Questo l’ha portata a seguire da vicino i negoziati sulla Brexit. Costanza ha deciso di tornare in Italia, a Torino, con la famiglia nell’agosto del 2018 dove continua a occuparsi di Brexit e relazioni internazionali e collabora con NuoveRadici.World –

Ricordo quando da bambina negli anni ottanta la mia più grande paura era una possibile terza guerra mondiale. A scuola avevamo visto il film animato “When the wind blows” che raccontava la storia di una coppia di inglesi sopravvissuti allo scoppio di una bomba nucleare. Come tutti i bambini, ero ottimista e pensavo bastasse prepararsi per poter sopravvivere: avere un rifugio, avere abbastanza provviste ed un piano infallibile. A distanza di oltre trent’anni mi fa sorridere, ma guardo quanto sta succedendo oggi in Gran Bretagna con un senso di déjà vu e di apprensione.

A poco più di venti giorni da Brexit tutti dalla famiglia Reale, alle aziende, ai supermercati fino ai miei amici a Londra si stanno preparando ad un possibile scenario apocalittico in caso di un no deal. Secondo i dati del IHS Markit/CIPS UK Manufacturing Purchasing Managers’ Index del 1 marzo 2019, lo ‘stockpiling’ – ovvero la corsa alle scorte – delle aziende britanniche ha raggiunto il più alto livello dagli anni novanta. Sono così avanzati ed efficaci i preparativi delle aziende per accumulare materiali grezzi, componenti, e aumentare la produzione aziendale, che hanno causato addirittura un’impennata nella crescita economica britannica. Ma con le esportazioni al ribasso ed il tasso di disoccupazione in lieve aumento, è chiaro che questo non basterà a tirare l’economia britannica in caso di un no deal Brexit.

E come si stanno preparando gli inglesi a quest’eventualità? Sono organizzati e pronti al peggio, come prevedibile. Così sono sorti veri e propri forum online per i ‘preppers’, ovvero chi oramai da mesi accumula provviste. C’è chi, per il modico costo di 295 sterline, per togliersi il pensiero ha investito in una Brexit Box che gli fornirà tutto il necessario per sopravvivere 60 giorni dopo il Brexit-day. Altri si sono iscritti ad un corso di sopravvivenza di due giorni per imparare come affrontare potenziali vandali, terroristi ed a sopravvivere nei boschi stile Rambo. Alcune mie amiche invece si sono affidate alla potente rete di ‘Mumsnet’ che ha pubblicato liste dei generi di prima necessità per tutta la famiglia.

In un Paese dove oltre il 30% dei beni alimentari, il 55% del vino e il 47% del gas naturale proviene dell’Ue (e dalla Norvegia nel caso del gas), c’è poco da ridere. Sta di fatto che la maggior parte dei miei amici nel Regno Unito si sta organizzando accumulando generi essenziali che vanno dalla carta igienica (si, è uno dei generi che si prevede possa scarseggiare), alla pasta, riso, olio, farine, caffè, zucchero, conserve, lattine di pelati, legumi, frutta sciroppata, cereali, omogenizzati, latte in polvere e pannolini per i bimbi e così via. Altri fanno scorte di vini francesi, italiani e di prosecco per non rinunciare al piacere di un aperitivo post-Brexit.

Al di là dei generi alimentari, c’è chi si preoccupa per la carenza di medicinali dopo la Brexit non fidandosi dei preparativi dell’NHS (il sistema sanitario nazionale). Un’amica olandese, per esempio, è stata avvisata dal suo farmacista già in dicembre che ci sarebbero state difficoltà nell’approvvigionamento dei medicinali che prende regolarmente dopo essere stata operata di tumore al seno due anni fa. Il problema è che i medici fanno ricette ai pazienti solo per lo stretto necessario perciò non è possibile fare scorte di medicine anzitempo.

Ma c’è un lato più oscuro a questa eccentrica corsa alle scorte del popolo britannico che in Italia forse non viene percepito. È il famigerato ‘Blitz spirit’ britannico che conosco bene e che non va assolutamente sottovalutato. Uno stoico sforzo collettivo per ‘stringere i denti e la cinghia’ come durante i bombardamenti della ‘Battle of Britain’ nella seconda guerra mondiale. È un esaltato, ed esaltante, istinto di sopravvivenza, fonte di orgoglio nazionale.

Fin qui tutto bene. Quello che forse non si capisce dall’esterno è fino a che punto questo meccanismo possa spingere l’opinione pubblica, specialmente nelle zone più povere del Paese, e le frange politiche più polarizzate – sia a destra che a sinistra – a spingere per uscire senza accordo. È un cocktail letale di romanticismo vintage e la voglia (l’arroganza?) di dimostrare al mondo intero che la Gran Bretagna può farcela da sola. Arrivati a questo punto, devo ammettere, che non mi stupirebbe oltremodo che la Gran Bretagna si immolasse sull’altare del no deal Brexit. Spero davvero di sbagliarmi ma vedremo cosa succederà martedì prossimo alla Camera de Comuni dove si voterà di nuovo sull’accordo della signora May.

Twitter @cos_detoma

https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2 ... recipizio/
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Re: Brexit, cos’è il “Blitz spirit”: come si preparano al pe

Messaggioda pianogrande il 10/03/2019, 21:50

Una cosa che si chiede qualche italiano in UK è cosa succederà della pensione per chi ha anche contributi italiani o rientrerà in Italia con un bagaglio di contributi British.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Brexit, cos’è il “Blitz spirit”: come si preparano al pe

Messaggioda franz il 11/03/2019, 8:16

pianogrande ha scritto:Una cosa che si chiede qualche italiano in UK è cosa succederà della pensione per chi ha anche contributi italiani o rientrerà in Italia con un bagaglio di contributi British.

I miei 2c.
Ho esperienza in tema, visto che ho lavorato 12 anni in Italia e 30 in Svizzera.
Attualmente uno riceve, separatamente, due o più pensioni da ogni singolo sistema pensionistico.
Vi è un certo coordinamento per i requisiti. Per esempio l'Italia chiede minimo 20 anni di contributi per
avere diritto ma accetta i rendiconti degli stati esteri per il computo del periodo di lavoro totale.
Malgrado i 12 anni in Italia io quindi avrò diritto (quando non si sa) alla pensione italiana, avendo in
tutto lavorato più di 20 anni. A parte questo, ogni stato fa i suoi calcoli ed eroga la sua pensione.
Questo, mi è stato riferito, indipendentemente dall'appartenenza o meno alla UE.
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Re: Brexit, cos’è il “Blitz spirit”: come si preparano al pe

Messaggioda pianogrande il 11/03/2019, 14:39

Grazie Franz.

Nel frattempo mi sono anche documentato visto che avevo partecipato a una chiacchierata tra amici in cui questo era l'argomento che riguardava dei familiari.

Quello che dici tu combacia con quello che ho trovato.

Spero (per tanti italiani in UK in quella situazione) che la Brexit non porti disastri (anche) da questo punto di vista.

Insomma, in tantissimi (e mica solo inglesi) cominciano (cominciamo) a toccare con mano le conseguenze di questo sciagurato bluff politico in cui un paese sta facendo il passo più lungo della gamba e lo sta facendo fare anche a gente del tutto incolpevole.
Fotti il sistema. Studia.
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