Di Pietro attacca Napolitano

A Roma una manifestazione "In difesa della legalità e per la Costituzione"
Il leader Idv: "Si comporta poco da arbitro". La replica: "Parole pretestuose"
Scontro tra Di Pietro e il Colle
"Non è arbitro". La replica: "Offensivo"
Fini: "Giusto criticare, ma senza oltrepassare i limiti"
ROMA - Parole grosse contro il presidente della Repubblica alla manifestazione a Roma contro la riforma della giustizia targata centrodestra e in difesa del procuratore di Salerno Apicella. Un migliaio di persone ha risposto all'appello dell'Associazione nazionale vittime di mafia, dell'Italia dei Valori e dalla piazza sono partiti fischi contro il presidente della Repubblica quando è stato rimosso uno striscione sul quale era scritto "Napolitano dorme, l'Italia insorge".
Parole che hanno subito provocato la reazione del presidente della repubblica e di quello della Camera Gianfranco Fini.
Dal palco, Antonio Di Pietro ha stigmatizzato la rimozione dello striscione e si è rivolto direttamente al capo dello Stato: "Lei dovrebbe essere l'arbitro, a volte il suo giudizio ci appare poco da arbitro e poco da terzi. Noi la rispettiamo - ha aggiunto il leader dell'Idv - ma lo possiamo dire o no, rispettosamente, che non siamo d'accordo che si lasci passare il Lodo Alfano, che non siamo d'accordo nel vedere i terroristi che fanno i sapientoni mentre le vittime vengono dimenticate?".
"Il silenzio è mafioso, e per questo non voglio rimanere in silenzio", ha detto ancora Di Pietro, che poi si è di nuovo rivolto a Napolitano: "Dica che i mercanti devono andare fuori dal tempio, dal Parlamento e noi lo approveremo".
Al centro della protesta la sospensione, decisa dal Csm, del procuratore capo di Salerno Luigi Apicella, un provvedimento che, secondo un volantino diffuso dai promotori, sarebbe segnale di "grave ingerenza del potere politico nei confronti dell'autonomia della magistratura".
Tra i protagonisti della giornata, che si alternano sul palco allestito di fronte al palazzo dell'ambasciata francese, Salvatore Borsellino, Beppe Grillo, Marco Travaglio e Antonio Di Pietro.
Gli avvenimenti di piazza Farnese e gli attacchi di Di Pietro al Presidente della Repubblica hanno avuto una eco immediata nell'aula di Montecitorio. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, tra l'altro ha detto: "La Camera dei deputati ritiene, e non potrebbe essere altrimenti, che il Presidente della Repubblica sia garante dei diritti e dei doveri dei cittadini e rispettoso e solerte difensore delle prerogative del Parlamento. L'aula ha ribadito il fatto che è lecito, com'è più che naturale in una democrazia, il diritto sacrosanto alla critica politica, ma che mai quel diritto può travalicare il rispetto a chi rappresenta tutta la nazione, al di là del fatto che sia stato espressione di un voto unanime omeno del Parlamento che lo ha eletto".
La Presidenza della Repubblica è totalmente estranea alla vicenda dello striscione nella manifestazione svoltasi oggi in Piazza Farnese a Roma a cui fa riferimento l'onerevole Di Pietro. Del tutto pretestuose sono comunque da considerare le offensive espressioni usate per contestare presunti "silenzi" del Capo dello Stato, le cui prese di posizione avvengono nella scrupolosa osservanza delle prerogative che la Costituzione gli attribuisce.
(28 gennaio 2009)
www.repubblica.it
Il leader Idv: "Si comporta poco da arbitro". La replica: "Parole pretestuose"
Scontro tra Di Pietro e il Colle
"Non è arbitro". La replica: "Offensivo"
Fini: "Giusto criticare, ma senza oltrepassare i limiti"
ROMA - Parole grosse contro il presidente della Repubblica alla manifestazione a Roma contro la riforma della giustizia targata centrodestra e in difesa del procuratore di Salerno Apicella. Un migliaio di persone ha risposto all'appello dell'Associazione nazionale vittime di mafia, dell'Italia dei Valori e dalla piazza sono partiti fischi contro il presidente della Repubblica quando è stato rimosso uno striscione sul quale era scritto "Napolitano dorme, l'Italia insorge".
Parole che hanno subito provocato la reazione del presidente della repubblica e di quello della Camera Gianfranco Fini.
Dal palco, Antonio Di Pietro ha stigmatizzato la rimozione dello striscione e si è rivolto direttamente al capo dello Stato: "Lei dovrebbe essere l'arbitro, a volte il suo giudizio ci appare poco da arbitro e poco da terzi. Noi la rispettiamo - ha aggiunto il leader dell'Idv - ma lo possiamo dire o no, rispettosamente, che non siamo d'accordo che si lasci passare il Lodo Alfano, che non siamo d'accordo nel vedere i terroristi che fanno i sapientoni mentre le vittime vengono dimenticate?".
"Il silenzio è mafioso, e per questo non voglio rimanere in silenzio", ha detto ancora Di Pietro, che poi si è di nuovo rivolto a Napolitano: "Dica che i mercanti devono andare fuori dal tempio, dal Parlamento e noi lo approveremo".
Al centro della protesta la sospensione, decisa dal Csm, del procuratore capo di Salerno Luigi Apicella, un provvedimento che, secondo un volantino diffuso dai promotori, sarebbe segnale di "grave ingerenza del potere politico nei confronti dell'autonomia della magistratura".
Tra i protagonisti della giornata, che si alternano sul palco allestito di fronte al palazzo dell'ambasciata francese, Salvatore Borsellino, Beppe Grillo, Marco Travaglio e Antonio Di Pietro.
Gli avvenimenti di piazza Farnese e gli attacchi di Di Pietro al Presidente della Repubblica hanno avuto una eco immediata nell'aula di Montecitorio. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, tra l'altro ha detto: "La Camera dei deputati ritiene, e non potrebbe essere altrimenti, che il Presidente della Repubblica sia garante dei diritti e dei doveri dei cittadini e rispettoso e solerte difensore delle prerogative del Parlamento. L'aula ha ribadito il fatto che è lecito, com'è più che naturale in una democrazia, il diritto sacrosanto alla critica politica, ma che mai quel diritto può travalicare il rispetto a chi rappresenta tutta la nazione, al di là del fatto che sia stato espressione di un voto unanime omeno del Parlamento che lo ha eletto".
La Presidenza della Repubblica è totalmente estranea alla vicenda dello striscione nella manifestazione svoltasi oggi in Piazza Farnese a Roma a cui fa riferimento l'onerevole Di Pietro. Del tutto pretestuose sono comunque da considerare le offensive espressioni usate per contestare presunti "silenzi" del Capo dello Stato, le cui prese di posizione avvengono nella scrupolosa osservanza delle prerogative che la Costituzione gli attribuisce.
(28 gennaio 2009)
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