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No alla Brexit

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: No alla Brexit

Messaggioda mariok il 27/06/2016, 9:08

Intanto in Spagna la cosiddetta sinistra ha fatto un altro flop con Podemos.

Un altro mito di cui tra poco non sentiremo più parlare!

Chi deve salvare la Spagna dall'ingovernabilità è ancora una volta il Pp di Rajoi, con un accordo forzato con il Psoe.

Tanto per non cambiare...con la piena soddisfazione di tutti quelli si battono in Italia per il No al referendum e contro l'Italicum.
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Re: No alla Brexit

Messaggioda pianogrande il 27/06/2016, 9:29

Si battono contro la governabilità.
Si battono per la dittatura della minoranza; per contare qualcosa col loro due virgola diciassette per cento.

Lo stiamo vedendo proprio in Spagna il disastro del sistema proporzionale.

A questo punto ci voleva un bel ballottaggio tra i primi due e si sapeva subito chi governava.

Una volta garantito questo si può anche non avere quote di sbarramento (o quote minime solo per evitare partiti a conduzione familiare) e garantire comunque una rappresentatività in parlamento anche alle percentuali più basse.

Ma di legge elettorale parliamo da un'altra parte.

Su questo thread possiamo almeno dire che, sul fronte spagnolo, l'Europa non dovrebbe correre altri rischi.
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Re: No alla Brexit

Messaggioda flaviomob il 27/06/2016, 10:45

Il proporzionale c'è anche in Germania e in Svizzera (lì da secoli). In GB c'è il maggioritario e non mi sembra che se la passino benissimo.

In Spagna la sinistra è articolata in due fazioni: socialisti e Podemos. Di voti in totale ne hanno presi parecchi, ma i socialisti hanno rifiutato di governare con i popolari nell'ultimo semestre, immagino che Podemos non voglia governare in coalizione: e si è tornati alle elezioni. Sistemare tutto con i premi di maggioranza non risolve le tensioni, le occulta, permette governi di minoranza, oltre ad essere stato già dichiarato fuori dalla Costituzione italiana (ancora vigente).


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Re: No alla Brexit

Messaggioda pianogrande il 27/06/2016, 12:09

Gli stiamo girando intorno per non ammettere quello che è elementare e cioè che il fatto di fare elezioni da cui non esca un governo stabile non è una forza ma una debolezza della democrazia.

In Gran Bretagna non c'è il maggioritario a livello parlamentare ma il maggioritario del collegio uninominale (ogni collegio esprime un seggio) e quindi, a livello parlamentare, c'è un proporzionale puro deformato dal fatto che i voti delle minoranze si perdono per la strada perché, per una minoranza, vincere un collegio è praticamente impossible.
Basti dire che Farage di cui Cameron aveva paura tanto da promettere il referendum ha un solo seggio.
Il maggioritario che c'è in GB non è quello del ballottaggio finale o del premio di lista o di coalizione ma una eliminazione delle minoranze che si porta comunque dietro il rischio di ingovernabilità.

L'Italicum prevede premio di maggioranza o ballottaggio finale; tutta un'altra cosa e la governabilità è garantita e questo rafforza la democrazia nei confronti di chi auspica la dittatura perché così non ci sono questi problemi.
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Re: No alla Brexit

Messaggioda Robyn il 27/06/2016, 19:55

Il referendum sulla brexit non può avere corso perche è solo indicativo e gli effetti disastrosi si vedono gia adesso con la fuga di capitali la caduta della sterlina la perdita di posti lavoro e la frantumazione della stessa Gran Bretagna con la Scozia e l'Irlanda del Nord è già sufficente questo è sarebbe da irresponsabili minimizzare l'uscita della Gran Bretagna oppure fare speculazione sul mancato rispetto della volontà popolare perche il referendum è solo indicativo e gli effetti disastrosi si vedono già adesso e chi in qualsiasi modo si renderebbe complice dello sfascio e delle strumentalizzazioni sarebbe un eversivo e un'avventuriero.In merito alla volontà popolare c'è stato in voga in questi ultimi anni un concetto distorto.Il popolo non è un sovrano assoluto e secondo la nostra costituzione esercita la sua sovranità stando dentro il perimetro della costituzione,cioè nei limiti della costituzione.Sulla brexit non si scherza
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Re: No alla Brexit

Messaggioda pianogrande il 27/06/2016, 21:50

Si vabe' Robyn ma adesso che facciamo?
Andiamo a pregarli di rimanere?
Trattiamo e gli facciamo la corte per i prossimi vent'anni?

Sia che vogliano uscire e sia che non vogliano, lo devono comunicare e subito e questo per il rispetto che devono avere di noi.

Se questo rispetto non ce l'hanno ne dobbiamo prendere atto perché se "con la Brexit non si scherza" mi scoccia un po' che con noi invece sì.
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Re: No alla Brexit

Messaggioda flaviomob il 27/06/2016, 23:25

Il premio di maggioranza è stato uno dei motivi di censura della Corte costituzionale.

Ma le fesserie inserite nella riforma sono anche altre: eterni conflitti di competenze col senato, sproporzione numerica tra deputati e senatori che si ripercuotono anche sulle future riforme istituzionali, mancata elezione dei senatori.

E siamo in attesa proprio del pronunciamento della Corte costituzionale previsto, guardampo', proprio per ottobre p.v.


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Re: No alla Brexit

Messaggioda Robyn il 27/06/2016, 23:37

La Gran Bretagna deve rimanere nell'eurozona con la sterlina la sua banca centrale il suo parlamento e senza limitazioni alla libertà di circolazione delle persone e del libero scambio commerciale,ma non può ostacolare il processo del federalismo europeo che i paesi dell'europa continentale vogliono fare,anzi la Gran Bretagna deve aiutarlo in tal senso,perche non sarebbe più soggetta alle direttive europee a cui sono soggetti tutti i paesi appartenenti all'eurozona.In merito alla Scozia all'Irlanda del Nord e al Wales,questi anziche pensare alla separazione dall'Inghilterra,devono pensare al federalismo in Gran Bretagna.I parlamentari eletti in Scozia,Wales e Irlanda del Nord a westminster in caso di decisione azzardata di dare attuazione al referendum lo devono bloccare,devono essere consapevoli delle consegiuenze.In merito alle migrazioni intereuropee non servono limitazioni di nessun tipo ne di circolazione ne del welfare perche il problema si risolve creando condizioni favorevoli ai lavoratori che migrano dai loro paesi di appartenenza attraverso un welfare più avanzato,più meritocrazia,più lavoro
Ultima modifica di Robyn il 27/06/2016, 23:46, modificato 5 volte in totale.
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Re: No alla Brexit

Messaggioda flaviomob il 27/06/2016, 23:39

Tratteranno a lungo e finiranno per fare accordi bilaterali come con Norvegia e Svizzera, altrimenti si ritrovano senza Scozia e Nord Irlanda.


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Re: No alla Brexit

Messaggioda mariok il 28/06/2016, 10:02

IL RETROSCENA
La strategia di Merkel: nessuna accelerazione e Commissione ai margini
L’obiettivo è che Londra alla fine resti partner Ue. Merkel ha detto che non si può fare altro: spetta a Londra avviare il processo.
di Danilo Taino

Attenzione alle false impressioni. Il Regno Unito se ne va: una buona occasione per qualche vertice in più — si può pensare. No, questa volta è diverso. L’incontro di ieri a Berlino tra Angela Merkel, François Hollande, Matteo Renzi e il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk può essere sembrato la parata di sempre. Dietro la facciata, però, c’è l’accelerazione della storia. Un comunicato e una conferenza stampa finali che non potevano che dare l’impressione della massima unità, vista la crisi in atto: in realtà, divisioni non da poco, con il governo tedesco che ha deciso di prendere un ruolo di leadership che potrebbe cambiare davvero l’Unione europea.
La cancelliera non ha avuto difficoltà nel fare passare la sua idea sul tema prioritario del momento, cioè quando aprire le procedure per l’uscita di Londra dalla Ue. Si aspetterà il nuovo primo ministro britannico: ieri, anche dopo avere avuto contatti con Berlino, David Cameron ha deciso di anticipare le sue dimissioni da ottobre a settembre. A quel punto, chi gli succederà potrà chiedere formalmente alla Ue di avviare le procedure dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona sull’uscita dall’Unione. Merkel ha detto che non si può fare altro: spetta a Londra avviare il processo. Anche Hollande ha di fatto accettato questa agenda, nonostante a Parigi e a Bruxelles gran parte dei politici vorrebbero che la procedura d’uscita partisse subito, per dare il segnale che chi se ne va non deve aspettarsi sconti. «Prendiamo atto — ha detto il presidente francese — che c’è una tabella di marcia che riguarda anche le elezioni nel partito conservatore» britannico che dovrà decidere il nuovo premier. Bisogna fare presto, hanno detto i tre leader: ma le regole sono chiare, spetta a chi vuole uscire dalla Ue fare il primo passo. Non ci saranno nemmeno colloqui informali, si è precisato ieri.
Per Merkel la questione è rilevante. Da una parte vuole lasciare il tempo a Londra di digerire la Brexit per potere mantenere con il Regno Unito un rapporto da partner negli organismi internazionali, prima di tutto Nato e Onu. Dall’altra vuole segnalare che la Ue non è incattivita quando un elettorato le vota contro. Soprattutto, però, vuole tenere in mano l’iniziativa, cioè intende evitare che la gestione della Brexit sia lasciata alla Commissione europea: secondo lei è arrivato il momento di chiarire che in questo passaggio di crisi la leadership spetta ai governi. E probabilmente anche dopo la crisi. In Germania, gli attacchi di questi giorni al presidente della Commissione Jean-Claude Juncker per la sua incompetenza nel gestire la campagna sulla Brexit sono sempre più forti: oggi scende in campo la Frankfurter Allegemeine Zeitung, quotidiano vicino a Merkel, per chiederne le dimissioni in quanto «non ha capito nulla».
Lo scontro sulla tempistica delle pratiche del divorzio britannico, in altri termini, è il segno di due posizioni che si stanno delineando nel Continente. Da un lato chi vorrebbe procedere subito e dare mandato alla Commissione Ue di gestire le trattative; dall’altro Berlino che vuole la discussione tenuta sotto l’ombrello degli Stati, cioè del Consiglio europeo (anche per questo al vertice di Berlino c’era Tusk ma non Juncker). Ieri, Merkel ha detto esplicitamente che «le linee guida» su come procedere saranno date dal Consiglio europeo di oggi e domani. Non è cosa da poco. È che Berlino — o almeno Merkel — ritiene che la Commissione non abbia più una funzione propulsiva ma debba essere un esecutore delle decisioni degli Stati, una loro agenzia, in qualche modo.
E qui, sull’idea di cosa sarà la Ue del futuro, c’è lo scontro sulla contrapposizione tra «bisogna integrarsi di più», quindi ruolo centrale della Commissione, e «non si può proporre più Europa» ai cittadini che non la vogliono, quindi più potere agli Stati. Infatti, di questo ieri a Berlino non si è parlato. Unità su sicurezza interna ed esterna, compresa la Difesa; su economia forte e coesione sociale; su «programmi ambiziosi per i giovani». Tutto da lanciare a settembre. Ma niente su passi istituzionali verso più o meno integrazione nella Ue. Sarà la grande questione e lo scontro dei prossimi mesi. Merkel fa sapere che l’Europa è degli Stati, non di Bruxelles.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
27 giugno 2016 (modifica il 28 giugno 2016 | 00:39)
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