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Italia - UE

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Italia - UE

Messaggioda mariok il 19/02/2016, 9:40

franz ha scritto:Le forze iper-regolamentatrici su tutto improvvisamente diventano contrarie a regole, soglie, limiti.
Le forze piu' liberiste, solitamente favorevoli ad un contesto con meno regole possibili, spingono per porre freni al debito di stati e banche tramite regole sovranazionali.


Strano vero? Ma a ben rifletterci, non lo è poi tanto.

Le forze "più liberiste" si pongono il problema delle regole guarda caso per i titoli di stato. Dei derivati e dei vari titoli spazzatura non sembrano preoccuparsi più di tanto. Eppure le perdite su questi ultimi, dal 2008 al 2012, sono costati ai contribuenti 800 miliardi di euro a fronte di appena 50 miliardi di perdite sui titoli di stato della Grecia.
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Re: Italia - UE

Messaggioda trilogy il 19/02/2016, 11:10

mariok ha scritto:
Le forze "più liberiste" si pongono il problema delle regole guarda caso per i titoli di stato. Dei derivati e dei vari titoli spazzatura non sembrano preoccuparsi più di tanto. Eppure le perdite su questi ultimi, dal 2008 al 2012, sono costati ai contribuenti 800 miliardi di euro a fronte di appena 50 miliardi di perdite sui titoli di stato della Grecia.


C'è poi un problema particolare. I titoli di stato sono quotati sul mercato. Guardi a che prezzi vengono scambiati, moltiplichi il prezzo per il numero di titoli che una banca ha in portafoglio, e sai se ci sono perdite in bilancio (è solo una semplificazione)
Con i derivati no. Sono contratti tra privati, non quotati, e ti devi fidare del modello di gestione rischi della banca che calcola "quanto valgono" in quel momento. C'è un bel film recente: "la grande scommessa", dove si vede come questo meccanismo può essere utilizzato per manipolare i prezzi di mercato delle obbligazioni o la solidità di una banca.
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Re: Italia - UE

Messaggioda mariok il 19/02/2016, 12:32

Il mondo rappresentato da Monti ed i suoi fallimenti ormai li conosciamo.

Di Renzi e della sua spavalderia sappiamo ancora poco, ma almeno non è un deja vu.

Il rottamatore e il professore
Monti e Renzi: due idee di Italia
Il premier e l’ex presidente del Consiglio hanno opposte visioni sui rapporti con la Ue
di Aldo Cazzullo

Ci sono antipatie che si rivelano anche grandi semplificazioni. Mario Monti e Matteo Renzi si sono subito stati reciprocamente sulle scatole. E mercoledì sera il conflitto è deflagrato, senza neppure l’aplomb tra premier in carica e premier emerito, oltretutto fondatore di un partito che sostiene il governo. Uno è flemmatico, l’altro sbrigativo. Uno è freddo, l’altro fumantino. Uno è di Varese, quasi svizzero, l’altro fiorentino del contado. Uno parla in sussurri, all’altro capita di alzare il tono. Uno ha fatto una bandiera del suo loden anglosassone, l’altro del suo giubbotto di pelle alla Arthur Fonzarelli. Uno parla inglese con accento di Oxford, l’altro di Rignano. Uno ha Enzo Moavero Milanesi, l’altro ha Luca Lotti. Uno sosteneva che gli italiani dovessero cambiare, l’altro dice di voler «cambiare l’Italia, non gli italiani, che mi piacciono così come sono». Uno è un professore, anzi un «professorone» come dice Renzi, a lungo rettore della più prestigiosa università privata d’Italia; l’altro è stato uno studente brillante ma impaziente, di quelli che vogliono saperne più dell’insegnante: a 17 anni sul giornalino del liceo Dante chiedeva le dimissioni del segretario Dc Forlani; mancò il 110 (si laureò con 109) perché discutendo la tesi aveva litigato con il relatore.

Il mondo di Mario Monti è quello delle élite transnazionali: i grandi atenei, le istituzioni europee, i think-tank, i club in cui i finanzieri incontrano gli economisti; insomma, «i convegni dove si dibatte, si mangiano le tartine al salmone, e non se ne azzecca una da vent’anni» come disse Renzi inaugurando il rubinettificio Bonomi a Gussago nel giorno in cui Monti come d’abitudine presiedeva una tavola rotonda a Cernobbio (dove l’anno dopo però è andato anche Renzi, atterrando in elicottero). Il Rottamatore è in fondo anch’egli — quasi come Grillo — figlio della rivolta non solo italiana contro le élite, l’establishment, le euro-burocrazie, la classe dirigente tradizionale, di cui il professore è espressione. E se il ruolo l’ha indotto o costretto a moderare linguaggio e stile, gli attacchi come quello che Monti gli ha portato a Palazzo Madama, in una serata già nera per lo stop alla legge sulle unioni civili, sono per Renzi quasi un balsamo.

Se Monti — per quanto affilato, talvolta duro — tende alla mediazione, per Renzi il nemico è un’esigenza strategica e caratteriale. Meglio se il nemico ha il volto non popolarissimo delle grandi banche, dei burocrati, degli «esperti»: «Gli esperti hanno fatto il Titanic, i dilettanti hanno fatto l’Arca che salvò l’umanità dal diluvio» è un’altra delle sue frasi preferite. Un istinto cui Monti oppone un ragionamento: i veri «poteri forti» non sono le istituzioni, ma le multinazionali della New Economy, che piacciono tanto a Renzi e a quelli come lui ma distruggono più lavoro di quanto ne creino, accumulano e vendono dati sui consumatori, pagano malvolentieri le tasse; per questo considera il gioiello del suo curriculum la battaglia vinta contro Microsoft da commissario europeo alla concorrenza.
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Ma il vero terreno di scontro tra i due è l’Europa. Monti per Renzi è l’archetipo del presidente del Consiglio che va a Bruxelles e a Berlino «con il cappello in mano», curando l’accento british, badando al proprio percorso personale non meno che all’interesse nazionale, e quasi scusandosi di essere italiano: come a dire, «fossi per me farei tutto quello che mi dite e che va fatto, peccato avere dietro un Paese come l’Italia…». Renzi invece si sente il primo presidente del Consiglio che va in Europa non a prendere ordini, ma con il retropensiero di poterne dare. Dentro di sé va facendo in sostanza questo ragionamento: la Merkel è entrata nella sua parabola discendente, non la vogliono più neppure quelli del suo partito; Hollande sta in piedi per miracolo, forse non arriva neanche al ballottaggio delle presidenziali; Cameron vuole quasi uscire; la Polonia si è messa fuori gioco da sola; la Spagna non riesce a fare un governo; insomma, «l’Italia può essere leader in Europa». E nella testa di Renzi l’Italia in questo momento è lui. Un’idea che Monti ha intuito, e che intende rivoltare contro il premier accusandolo di «fare il male dell’Europa».

Tutto lascia credere che la partita tra i due mondi sia appena cominciata. Il Mario Monti che a sorpresa dà battaglia in Senato è il simbolo di un establishment italiano ed europeo che si è stancato di Renzi, o che l’ha visto fin dall’inizio come un «barbaro», un estraneo, un alieno, mentre dovrebbe riconoscergli se non altro di aver portato nel sistema una carica di energia; così come il premier dovrebbe riconoscere che Monti non è l’agente di un complotto, ma esprime il timore diffuso che l’Italia possa ricadere nell’isolamento e nel vizio della spesa facile. Renzi ha una sola carta da giocare: non tanto il partito, diviso su tutto; quanto il consenso. Il referendum di ottobre, che cercherà di impostare proprio sul binomio riforme-conservazione, popolo-élite, rottamazione-antico regime, sarà lo spartiacque per capire quale tra i due mondi governerà la difficile uscita dell’Italia dalla grande crisi.
18 febbraio 2016 (modifica il 18 febbraio 2016 | 22:06)
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Re: Italia - UE

Messaggioda trilogy il 19/02/2016, 13:36

Interessante..la mozione Gualtieri votata a maggioranza dalla commissione Affari economici al Parlamento Europeo affronta chiaramente il problema "derivati", e delle modalità di calcolo del loro prezzo di cui parlavo sopra:

«allo scopo di ottenere una riduzione complessiva del rischio, dovrebbero anche essere intraprese alcune misure per ridurre, nei portafogli la presenza di asset di livello due e di livello tre (quelli tendenzialmente più illiquidi e rischiosi perché non ci sono strumenti di mercato per determinarne facilmente il prezzo, asset presenti in proporzione molto elevata nei bilanci delle banche nord europee) e bisognerebbe anche assicurare una piena convergenza dei sistemi basati sui rating interni per la misurazione del rischio di credito».

Mentre la questione "titoli di stato" in portafoglio alle banche è stata riebolarata in politichese programmatico:

«richiama le istituzioni europee a valutare con attenzione le possibili modifiche di medio termine all'attuale struttura regolatoria, senza ridurre il funding disponibile per gli stati membri, senza determinare involontarie distorsioni di mercato e senza influenzare la stabilità finanziaria, e invita a considerare le eventuali modifiche come parte di uno sforzo coordinato a livello globale».

http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/20 ... d=AC4stzXC
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Re: Italia - UE

Messaggioda ranvit il 21/02/2016, 11:11

Fin'ora di trappole erano state supinamente accettate dalle " quinte colonne" della burocrazia di Bruxelles (vedi Napolitano D'Alema Monti Letta...) :twisted:


http://www.corriere.it/economia/16_febbraio_21/gli-italiani-lunga-trattativa-4045ecac-d81c-11e5-afdf-d68b3faa1595.shtml


[i]Gli italiani e la lunga trattativa


Quando Gualtieri stoppò ogni cenno al Fiscal compact

Il tentativo fallito dei sostenitori dell’austerity di introdurre nel testo che scongiura la Brexit alcune righe per inserire nel Trattato di Lisbona le regole sulla stabilità e la governance dell’Unione economica e monetaria
di Francesca Basso, inviata a Bruxelles

Quando il premier Matteo Renzi incontra, due giorni fa, la cancelliera Angela Merkel in uno dei bilaterali del vertice dei capi di Stato e di governo non rinuncia alla battuta: «A me va bene il Fiscal compact (sinonimo di austerità, ndr) nel trattato di Lisbona, però scriviamo non solo inserimento ma anche revisione». Il tutto finisce in un sorriso reciproco. Nella notte la diplomazia italiana aveva disinnescato la trappola.

............CONTINUA........[/i]
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Re: Italia - UE

Messaggioda franz il 21/02/2016, 17:10

Renzi [...] Dentro di sé va facendo in sostanza questo ragionamento: la Merkel è entrata nella sua parabola discendente, non la vogliono più neppure quelli del suo partito; Hollande sta in piedi per miracolo, forse non arriva neanche al ballottaggio delle presidenziali; Cameron vuole quasi uscire; la Polonia si è messa fuori gioco da sola; la Spagna non riesce a fare un governo; insomma, «l’Italia può essere leader in Europa».

Un ragionamento interessante ma che fa capire, non fosse chiaro, che qui sembrano tutti azzoppati (anche renzi) o lo si vuol far credere e quindi di sembra una gara di zoppi a chi riesce a dissimulare meglio l'handicap.
Ma forse la soluzione migliore sarebbe di mettere insieme le gambe di 28 zoppi e non di stabilire tra i 28 chi è il meno zoppo.
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Re: Italia - UE

Messaggioda ranvit il 21/02/2016, 18:57

Solo un parolaio che se ne frega della Ue e "chiagne e fotte" solo per avere piu' flessibilità?
Cerchiamo di avere meno pregiudizi! :oops:

http://www.huffingtonpost.it/2016/02/21 ... _ref=italy

Nel documento sull'Ue di Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan le cinque proposte dell'Italia a Bruxelles
L'Huffington Post | Di Giuseppe Colombo


“Noi non andiamo a Bruxelles a chiedere flessibilità o altro a colpi di spot: l’Italia ora ha una sua strategia ben definita e questo sarà il senso del documento”. E’ una fonte di Governo a spiegare all’Huffington Post la filosofia che ispira il documento sull’Unione europea a cui hanno lavorato fino a ieri il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Un “piano strategico” che si traduce in otto pagine, dove la considerazione preliminare, viene spiegato, è che “l’Europa è un’opportunità, ma lo deve essere concretamente e soprattutto per tutti”.

Ecco perché ora è il momento di elencare, punto per punto, qual è la direzione che Bruxelles deve intraprendere. “Non facciamo prevalere ragioni più o meno di comodo o dal sapore nazionalista, ma una visione complessiva e strategica”, spiega la stessa fonte. Il cambio di passo punta su cinque punti, dall’occupazione all’immigrazione, ma sono tre le battaglie italiane in Europa che appaiono in prima linea: la garanzia europea sui depositi bancari, il completamento dell’Unione economica e monetaria e una riflessione critica sul fiscal compact.

C’è una convinzione che accompagna questo documento ed è la stessa che ha messo in evidenza Renzi nel suo intervento davanti alle Camere prima del Consiglio europeo e oggi all’assemblea del Pd: l’Italia deve svolgere un ruolo determinante per dare un indirizzo diverso all’Europa, cambiando completamente prospettiva rispetto ai tecnici del governo Monti. “Non possiamo andare in Europa con il quaderno in mano aperto e poi tornare in Italia e dire sì, va bene, ritrovandoci poi da soli e con il rischio di essere penalizzati da meccanismi come il fiscal compact e il bail-in, scelti da altri, che non funzionano come si era auspicato”, sottolinea un’altra fonte dell’esecutivo.

Il documento sull’Unione europea messo a punto dal governo italiano conterrà alcune considerazioni preliminari e poi si snoderà su cinque direttrici: fiscal compact, lavoro, Unione economica e monetaria, banche e migranti. Il fil rouge è quello della proposta, in linea con le affermazioni del premier davanti al suo partito: “L’Italia in Europa sta presentando proposte, non batte i piedi come fanno i bambini quando fanno le bizze”. Tra le proposte, secondo quanto si apprende, figurerà la necessità di arrivare fino in fondo alla garanzia europea sui depositi bancari. Un tema che non piace alla Germania, ma che per Renzi e Padoan è fondamentale portare a casa attraverso un meccanismo chiaro e cioè spiegandolo bene ai cittadini e con il via libera dei Parlamenti nazionali. Quello che si vuole evitare è di ripetere gli errori commessi dai tecnici con il fiscal compact, altro tema al centro del documento, e cioè di calare dall’alto norme e misure che quando non ingranano rischiano di avere un effetto boomerang devastante sulla fiducia dei cittadini nei confronti del Governo e della stessa Europa.

C’è una convinzione che accompagna questo documento ed è la stessa che ha messo in evidenza Renzi nel suo intervento davanti alle Camere prima del Consiglio europeo e oggi all’assemblea del Pd: l’Italia deve svolgere un ruolo determinante per dare un indirizzo diverso all’Europa, cambiando completamente prospettiva rispetto ai tecnici del governo Monti. “Non possiamo andare in Europa con il quaderno in mano aperto e poi tornare in Italia e dire sì, va bene, ritrovandoci poi da soli e con il rischio di essere penalizzati da meccanismi come il fiscal compact e il bail-in, scelti da altri, che non funzionano come si era auspicato”, sottolinea un’altra fonte dell’esecutivo.

Il documento sull’Unione europea messo a punto dal governo italiano conterrà alcune considerazioni preliminari e poi si snoderà su cinque direttrici: fiscal compact, lavoro, Unione economica e monetaria, banche e migranti. Il fil rouge è quello della proposta, in linea con le affermazioni del premier davanti al suo partito: “L’Italia in Europa sta presentando proposte, non batte i piedi come fanno i bambini quando fanno le bizze”. Tra le proposte, secondo quanto si apprende, figurerà la necessità di arrivare fino in fondo alla garanzia europea sui depositi bancari. Un tema che non piace alla Germania, ma che per Renzi e Padoan è fondamentale portare a casa attraverso un meccanismo chiaro e cioè spiegandolo bene ai cittadini e con il via libera dei Parlamenti nazionali. Quello che si vuole evitare è di ripetere gli errori commessi dai tecnici con il fiscal compact, altro tema al centro del documento, e cioè di calare dall’alto norme e misure che quando non ingranano rischiano di avere un effetto boomerang devastante sulla fiducia dei cittadini nei confronti del Governo e della stessa Europa.
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Re: Italia - UE

Messaggioda mariok il 21/02/2016, 19:45

Come ho detto, va letto questo ormai attesissimo documento, per dare un giudizio.

Un'osservazione va tuttavia fatta. Ed è relativa al "fiscal compact", che prevederebbe tra l'altro una riduzione del debito pubblico per 50 miliardi all'anno. Una cosa che non sta né in cielo né in terra.

Va dato atto a Renzi che è l'unico che si sta facendo carico della impossibilità di applicarlo, mentre tutti quelli che lo hanno sottoscritto e approvato, da Berlusconi, a Monti, Bersani e Fassina, fanno finta di niente.
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Re: Italia - UE

Messaggioda franz il 21/02/2016, 21:47

mariok ha scritto:Come ho detto, va letto questo ormai attesissimo documento, per dare un giudizio.

Un'osservazione va tuttavia fatta. Ed è relativa al "fiscal compact", che prevederebbe tra l'altro una riduzione del debito pubblico per 50 miliardi all'anno. Una cosa che non sta né in cielo né in terra.

Va dato atto a Renzi che è l'unico che si sta facendo carico della impossibilità di applicarlo, mentre tutti quelli che lo hanno sottoscritto e approvato, da Berlusconi, a Monti, Bersani e Fassina, fanno finta di niente.

Esatto, se ne parla al futuro. Quando ci sarà, leggeremo.
Per ora non ci sono nemmeno le slide in Power Point.
Quanto alla riduzione del debito, secondo me dopende da come viene attuata:
a) 50 miliardi di nuove tasse?
b) 50 miliardi di risparmi su sprechi e spesa imporoduttiva?

Nel caso a) l'italia defunge; nel caso b) secondo me puo' farcela.
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Re: Italia - UE

Messaggioda pianogrande il 21/02/2016, 22:27

E questo sarebbe quel qualcosa di concreto che tutti aspettiamo.
La riduzione del debito razionalizzando e ripulendo la spesa da un po' di corruzione.
Il documento sarà sicuramente interessante ma ci dovremmo riservare di vedere i risultati perché di dichiarazioni di intenti credo non ce ne siano mancate.

Ranvit.
Gli faccio un pubblico applauso a Renzi se riesce a ridurre il debito di 50 Mld all'anno.
Vado pure a dargli una mano; e gratis.
Fotti il sistema. Studia.
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