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Santoro ad "Anno zero"

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda pagheca il 22/04/2009, 19:40

mauri ha scritto:quindi è leggittimo per berlusconi dire che non ha mai detto quanto detto
siamo nel caos e non si può credere più a nessuno



No. Basta evitare di cercare il pelo nell'uovo e parlare per grandi linee e solo di casi pratici. Bisogna convincersi che non ci si puo' fare un giudizio su qualsiasi cosa, trovare le cause di ogni fenomeno e che non si puo' sperare di "dimostrare" tutto.

Ci sono regole generali che si applicano ai sistemi radiotelevisivi di tutte le democrazie del mondo, senza per questo andare a contare i minuti in cui parla un leader di partito e quelli in cui parla un altro. O si applicano quelle o non esistono stratagemmi per risolvere il problema.

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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda pagheca il 22/04/2009, 21:47

non so quanti di voi possono accedere alle news della BBC (credo che siano visibili sul digitale in Italia, ma non so se l'edizione internazionale e' la medesima). Se potete (e se comprendete un po' di inglese), andate a http://www.bbc.co.uk/iplayer/playlive/bbc_news24/. Vi invito a guardare il notiziario che sta andando in onda.

E' stato preparato il budget e, con la solita normalita' ci sono servizi tutti CONTRO il governo, compresi interventi ed e-mail di vari ascoltatori che scrivono le peggio cose su Brown, Darling (Ministro delle finanze) e il New Labour.

Di una cosa del genere si sarebbe parlato per una settimana, se avvenisse in Italia, incluso il solito teatrino di accuse alla tv di essere "contro" il governo. Qui e' considerato "servizio pubblico" e giustamente nessuno protesta.

saluti
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda cardif il 23/04/2009, 10:18

Il tema è e sarà sempre caldo, soprattutto per l'anomalia italiana di buona parte della tv in mano ad un privato, e certamente non si esaurirà né in questo luogo né con un'opinione condivisa.
Ma mi interessa una valutazione su queste considerazioni. Innanzitutto capire che s'intende e si richiede al "servizio pubblico".
Servizio è anche quello sanitario, quello dei trasporti, quello dell'istruzione. Se ho bisogno di uno di questi servizi mi rivolgo a quello che ritengo migliore, indipendentemente dal fatto che sia pubbico o privato.
Così faccio anche se voglio servirmi della tv: quando la guardo mi soffermo sulla migliore trasmissione in campo al momento, non solo per intrattenimento ma anche per informazione.
Scelgo per mia convenienza in base al rapporto qualità/prezzo. Quello che chiedo è, appunto, un buon servizio in funzione di quanto pago, cosa che penso facciano tutti.
La questione, allora, è consentire pluralità di offerta in un mercato competitivo, che può garantire il suo miglioramento.
La differenza, dunque, tra servizio pubblico e servizio privato penso che stia:
nella sanità pubblica per l'intervento dello stato, in quanto in Italia è garantita l'assistenza anche gratuita;
nei trasporti pubblici, che poi oggi lo sono relativamente, nel garantire i collegamenti anche su percorsi o orari meno utilizzati e quindi meno remunerativi per il gestore;
nella scuola pubblica per l'aspetto economico, perché lo stato ha l'obbligo costituzionale di promuovere lo sviluppo della cultura (e c'è poi l'aspetto delle assunzioni, che nel pubblico devono avvenire per concorso).
Ed arriviamo alla tv. Qui credo che vada fatta una differenza tra intrattenimento ed informazione. Per l'intrattenimento, credo che si possa lasciare alla libera scelta da parte dell'utente, senza obblighi particolari per il servizio pubblico. Per l'informazione, invece, ci devono essere dei vincoli. Credo che la ragione di fondo della limitazione alla proprietà delle televisioni in tutti gli stati democratrici stia nell'impedire che un privato possa condizionare le scelte del popolo attraverso una falsa informazione.
E qui, allora, credo che ci debba essere (e pretendo) il massimo di libertà ed ampiezza di offerta informativa, sia pubblica che privata, ed il minimo di presenza di un singolo privato. E' questo che, credo, la società debba pretendere, e per essa i partiti. E qui casca l'asino, perché il proprietario del partito maggioritario è anche proprietario di buona parte delle tv. E sono arrivato, dopo tutte queste chiacchiere (la potevo fare più breve), al solito tema irrisolto del conflitto di interessi, che ormai credo che si risolverà solo quando il detentore di queste proprietà salirà nell'alto del regno dei cieli e siederà alla destra del Padre.
Meno male che nel frattempo ci sono altre fonti di informazione (giornali, internet e anche solo chiacchiere al bar).
In conclusione, attualmente, mi pare che quello che viene sempre posto come differenza, anche tra i politici di primo piano, sia il pagamento del canone, che farebbe la differenza tra la RAI ed le altre TV.
Ma è su questo punto che mi piacerebbe avere altri pareri (l'ho già posto prima): è vero che alla RAI paghiamo il canone per metà circa delle sue entrate, mentre l'altra metà le viene dalla pubblicità; e che a Mediaset entra la stessa somma solo dalla pubblicità: ma la pubblicità la paghiamo comunque noi, come ricarico sui prezzi dei prodotti; la differenza è che l'equivalente del canone lo paghiamo a Mediaset un tanto al giorno.
Perché se questa considerazione è valida, allora non ha più senso parlare di differenza tra pubblico e privato nel servizio radiotelevisivo.
Si annulli questa differenza formale (per esempio eliminando il canone ed il tetto pubblicitario che ha la RAI) e si finisca di pretendere maggiori obbighi dalla RAI.
Scusate lo sproloquio, ma mi serve per capire meglio.
ciao, cardif
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda pagheca il 23/04/2009, 10:31

cardif ha scritto:Ma mi interessa una valutazione su queste considerazioni. Innanzitutto capire che s'intende e si richiede al "servizio pubblico".

...

Perché se questa considerazione è valida, allora non ha più senso parlare di differenza tra pubblico e privato nel servizio radiotelevisivo.
Si annulli questa differenza formale (per esempio eliminando il canone ed il tetto pubblicitario che ha la RAI) e si finisca di pretendere maggiori obbighi dalla RAI.
Scusate lo sproloquio, ma mi serve per capire meglio.
ciao, cardif


Scusami, caro Cardif, ma questo e' proprio il tipo di discorso con il quale utilizzando argomenti vari si puo' giungere a qualsiasi conclusione.

Io, invece di "sproloquiare" (uso questo verbo solo perche' lo usi te) di differenze teoriche tra servizio pubblico e privato (cosa che tra l'altro richiederebbe ben altre competenze di diritto di quelle di cui disponiamo, altrimenti si rischia di riscoprire il manico dell'ombrello) mi limito a osservare che in quasi tutte le democrazie mondiali esistono canali radiotelevisivi di proprieta' pubblica. In questi stessi paesi la radiotv fa a volte schifo, a volte no, a volte magari fa schifo ma l'informazione e' piu' che decente. Sulla base di questo si dimostra che e' indifferente, per avere una buona qualita' del servizio pubblico, pagare o no il canone. Anche perche' in quei paesi dove non si paga il canone di solito la televsione pubblica e' pagata direttamente con le tasse, e quindi la differenza e' irrilevante.

Io sono quindi, sulla base dell'osservazione che tutte le democrazie hanno i loro canali di proprieta' pubblica, costernato a sentire che c'e' chi vuole privatizzare la RAI (o parte di essa). Semplicemente il problema non si dovrebbe nemmeno porre. E trovo anche giusto che paghi la RAI chi la tv ce l'ha, ma neanche troppo. Non avrei granche' da dire se la tv fosse pagata direttamente con le tasse, visto che e' un servizio che almeno in teoria puo' aiutare anche fasce meno abbienti a informarsi. Ma insomma, ripeto, non sono un esperto e non so giudicare.

Sono d'accordo invece con te che il problema reale e' il conflitto d'interessi. Anzi, e' il problema che sta all'origine di buona parte delle distorsioni del sistema Italia, la trave che, finche' non rimossa, impedira' di uscire da questo ignobile casino. Questo lo dimostrano non ragionamenti teorici ma il fatto che in nessun paese democratico questo sia avvenuto a memoria d'uomo. Purtroppo e' un problema ormai quasi irrisolvibile a meno che dopo l'elezione di un partito di centrosinistra al governo, non vi sia un colpo di mano e di colpo la situazione sia sanata ad ogni costo. Ma e' improbabile che avvenga, a meno che di colpo la situazione diventi tale che la gente si renda conto della situazione in cui si trova il Paese.

un saluto
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda pinopic1 il 23/04/2009, 10:31

pagheca ha scritto:non so quanti di voi possono accedere alle news della BBC (credo che siano visibili sul digitale in Italia, ma non so se l'edizione internazionale e' la medesima). Se potete (e se comprendete un po' di inglese), andate a http://www.bbc.co.uk/iplayer/playlive/bbc_news24/. Vi invito a guardare il notiziario che sta andando in onda.

E' stato preparato il budget e, con la solita normalita' ci sono servizi tutti CONTRO il governo, compresi interventi ed e-mail di vari ascoltatori che scrivono le peggio cose su Brown, Darling (Ministro delle finanze) e il New Labour.

Di una cosa del genere si sarebbe parlato per una settimana, se avvenisse in Italia, incluso il solito teatrino di accuse alla tv di essere "contro" il governo. Qui e' considerato "servizio pubblico" e giustamente nessuno protesta.

saluti
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Guardo spesso su Sky il canale BBC come altri canali europei. Il problema in Italia sta nel fatto che si è radicata la convinzione che sia una anomalia criticare chi è al governo, ovvero chi ha il potere, mentre sembra abbastanza normale criticare l'opposizione.
Sarebbe, anzi è, perfino assurdo pretendere l'equilibrio, la par condicio. Chi già ha il potere dovrebbe democraticamente rassegnarsi ad affrontare un surplus di critiche. Chi ha il potere ha già un giro di vantaggio. Nel caso italico attuale ha due giri di vantaggio avendo, chi governa, altro potere oltre a quello politico. E' il surplus (doveroso) di critiche a chi governa che realizza l'equilibrio tra potere e opposizione.

Ma non lamentiamoci troppo. Per fortuna, la situazione non è così grave sempre: lo è soltanto quando governa il CD. Quando governa il CS il principio su esposto viene riconosciuto da tutti; tanto che solitamente anche esponenti del governo di CS stesso, come sappiamo, partecipano alla critica al loro governo.
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda cardif il 23/04/2009, 10:53

pagheca ha scritto:
cardif ha scritto:... invece di "sproloquiare" ... di differenze teoriche tra servizio pubblico e privato ... mi limito a osservare che in quasi tutte le democrazie mondiali esistono canali radiotelevisivi di proprieta' pubblica.... pagata direttamente con le tasse, e quindi la differenza e' irrilevante.
..... costernato a sentire che c'e' chi vuole privatizzare la RAI .... pagheca


Caro pagheca, ho fatto lo sproloquio e ciononostante non sono stato chiaro.
A me non è chiaro che cosa intendono gli altri quando parlano di "servizio pubblico", a cominciare dai grandi politici (pure Fini disse, quando stava all'opposizione, che non si doveva pagare il canone, non ricordo per quale trasmissione mandata dalla RAI). A me pare che l'unica differenza che loro fanno è il fatto che ci sia il canone: non ne sento indicare altre. Se ho capito bene, e quindi se per loro questo è il problema, lo si elimini per eliminare il problema. Anche se credo che l'equivalente del canone lo paghiamo lo stesso a Mediaset come ricarico sui prezzi dei prodotti, e che quindi il problema non ci sia. Ma certamente deve rimanere pubblica, possibilmente autonomamente gestita senza il notevole peso dei partiti o, in mancanza, che siano tutti rappresentati senza censure.
ciao, cardif
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda pagheca il 23/04/2009, 11:11

no, penso che ti fossi spiegato bene. Sono io che forse (nella fretta) non sono stato chiaro.

La differenza tra ricarico sui prodotti, canone, e finanziamento diretto statale e' che nel primo caso si paga la tv non in funzione del suo effettivo uso, ma dei prodotti acquistati. Nel secondo paga chi usa (senza alcuna differenziazione tra redditi diversi). Nel secondo caso chi e' piu' ricco e paga piu' tasse paga anche piu' tv.

Tutti e 3 i sistemi sono in uso nel mondo e secondo (per me) questo e' sufficiente per dire che "probabilmente" non c'e' nessuna crociata da fare in merito e che nessuno puo' dire che e' uno scandalo che si paghi il canone. Il punto non e' questo. Il punto e' il conflitto di interessi. Quello si che e' anomalo.

Anche chi vuole privatizzare un canale RAI (magari per compensare la privatizzazione di un canale mediaset) secondo me fa un errore grave che non ha alcuna giustificazione. All'interno del suo budget, visto lo sviluppo del digitale terrestre, la RAI dovrebbe essere libera di fare le sue scelte autonomamente.

Proprio oggi la BBC ha pubblicato il suo budget (100 M£), che contiene una riduzione del 25%. Nessuno si scandalizza per questo perche' Murdoch non e' il capo del governo qui. http://www.guardian.co.uk/media/2009/ap ... ing-budget.

ciao
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda franz il 23/04/2009, 11:12

pinopic1 ha scritto:Guardo spesso su Sky il canale BBC come altri canali europei. Il problema in Italia sta nel fatto che si è radicata la convinzione che sia una anomalia criticare chi è al governo, ovvero chi ha il potere, mentre sembra abbastanza normale criticare l'opposizione.
Sarebbe, anzi è, perfino assurdo pretendere l'equilibrio, la par condicio. Chi già ha il potere dovrebbe democraticamente rassegnarsi ad affrontare un surplus di critiche. Chi ha il potere ha già un giro di vantaggio. Nel caso italico attuale ha due giri di vantaggio avendo, chi governa, altro potere oltre a quello politico. E' il surplus (doveroso) di critiche a chi governa che realizza l'equilibrio tra potere e opposizione.

Credo che il problema non sia il fatto in se' di criticare ma la qualità di questa critica.
Le critiche piu' faziose e personalistiche (spesso false, basate sulla presentazione distorta di fatti) vengono di solito dal centro destra. Loro sono grandi esperti della mistificazione e della demagogia populista. Ma non sono i soli.

Questa faziosità puo' essere costruita in vari modi:
a) interviste sbilanciate: big da una parte (esperti in dsinformazione) e persone impreparare ed inadatte dall'altra.
b) lunghi sermoni, con la scusa di lunghe premesse alle domande.
c) domande "morbide" al politico amico, quasi imboccate (Vespa qui è un maestro)
d) domande scomode fatte solo al politico avversario.
e) scorretta gestione delle interruzioni nel dialogo.
La stessa tempistica della trasmissione, con la scusa dei ritmi televisivi e dei tagli pubblicitari, puo' troncare il momentio di difficoltà del politico amico o il momento di successo del politico avversario.
Ovvio che tutto questo è fatto dal conduttore (che è ovviamente un giornalista, visto che chirurghi ed idraulici hanno altre competenze). Ed è ovvio che non tuttii conduttori sono bravi uguali.

Piuttosto vorrei chiedere a pagheca qualche delicidazione sul tema del bilancio UK in se.
Non per il suo contenuto ma per le critiche ricevute.
Se ho capito bene (e sottolineop il se) è stato presentato ieri.
http://www.repubblica.it/2006/05/galler ... ing/1.html

Il contenuto era segreto fino a prima e quindi mi chiedo come sia possibile che a poche ore dalla presentazione, condiderando che una lettura non sommaria di un simile documento necessita di qualche giorno, già piovano critiche a senso unico. Non è che sia solo un grande rito collettivo, in cui si dimostra che non sono solo gli italiani ad essere tutti allenatori e presidenti del consiglio e che forse gli inglesi ci battono? E che giustamente la BBC partecipa a questo rituale annuale, facendo sfogare il pubblico (è anche un buon sistema per fare audience) un po' come da noi al classico processo del lunedi', in stile Biscardi?

Franz
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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda pagheca il 23/04/2009, 11:17

franz ha scritto:Il contenuto era segreto fino a prima e quindi mi chiedo come sia possibile che a poche ore dalla presentazione, condiderando che una lettura non sommaria di un simile documento necessita di qualche giorno, già piovano critiche a senso unico. Non è che sia solo un grande rito collettivo, in cui si dimostra che non sono solo gli italiani ad essere tutti allenatori e presidenti del consiglio e che forse gli inglesi ci battono? E che giustamente la BBC partecipa a questo rituale annuale, facendo sfogare il pubblico (è anche un buon sistema per fare audience) un po' come da noi al classico processo del lunedi', in stile Biscardi?

Franz


no. Di solito la discussione in parlamento si basa su dei resoconti che vengono proprio redatti per aiutarne la comprensione. Se hai visto il notiziario che segnalavo (non c'e' bisogno di capire tutto, basta leggere le note e i titoli e vedere quanti critici si susseguono per farsi un'idea, penso) la critica e' veramente feroce. Brown accetta con l'aria di chi vuole unicamente isprirare fiducia e conta sul fatto che non ci sono altre ricette credibili.

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Re: Santoro ad "Anno zero"

Messaggioda pagheca il 23/04/2009, 11:31

tra l'altro c'e' una differenza ulteriore da sottolineare.
I pareri dei politici vengono di solito presi da registrazione dei loro discorsi in parlamento.
I pareri dei tecnici vengono invece presi in sedi appropriate.

Guarda anche solo i primi 30 secondi del servizio corrente. Vedrai che sulla valigetta mostrata da Darling (Ministro delle finanze) di fronte al numero 10, il servizio ha disegnato un segnale di "pericolo di morte". Basta questo a rivelare il tenore delle critiche. (Vedi attachment)

Ditemi che cosa sarebbe successo se una cosa del genere la facesse un servizio RAI...

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