Myosotis ha scritto:D'altra parte, che sui reati "non-odiosi" - come il falso in bilancio e la corruzione, l'evasione e l'elusione fiscale, lo sfruttamento di lavoro nero, gli omicidi bianchi, i crimini ambientali di varia natura così, tanto per citarne alcuni tra quelli prettamente "padronali"- non solo sia caduta una cortina di colpevole silenzio istituzionale (Di Pietro a parte), quando non un bipartisan e squallido sdilinguamento di reciproci attestati di solidarietà; e un fare quasi la gara al mondo intero per chi è il più garantista. Ma,intanto, si è andato vieppiù radicando in buona parte dell'opinione pubblica un senso d'ineluttabilità (è nella natura del sistema essere corrotto) e perfino una qual certa complicità (il potere corrompe e l'occasione fa l'uomo ladro; scemo chi non ne approfitta etc, etc).
Condivido ampiamente e mi pare anzi che il clamore sui "reati odiosi" serva a nascondere sotto una cortina fumogena i reati contro il patrimonio, che in un sistema capitalista maturo sono altrettanto gravi dei reati contro le persone.
Il nostro paese ha tuttavia, scusate se ogni tanto ribadisco, una scarsa cultura liberale ed è quindi normale che l'opinione pubblica, la destra e la sinitra, enfatizzino o si concentri sui reati contro la persona e trascuri quelli contro il patrimonio (privato o pubblico che sia). Tra l'altro mentre per i reati contro la persona ci sentiamo esposti ed indifesi, per l'assenza di un vero stato di diritto, per quelli contro il patrimonio prevale la cultura del "fatti furbo" (del "se lo fanno gli altri, fallo anche tu") che pero' a mio avviso non è affatto una novità ma è radicata da secoli nel nostro DNA culturale. Questa cultura è responsabile della accondiscendenza, perchè sappiamo che l'uomo è corruttibile, che lo stato di diritto è debole e quindi anche il sistema è corruttibile, e quindi un modo di reagire di molti è approfittarne e sperare di farla franca. Poi per cercare di nascondere il tutto sotto una cortina fumogena si fa baccano attorno ai casi "odiosi".
Ciao,
Franz