Però... intanto un'affermazione di Ricolfi parte da una premessa esatta per giungere ad una conclusione sbagliata.
L'affermazione è questa:
sulle riforme di Renzi sta succedendo una cosa nuova, e piuttosto interessante: la riconciliazione fra nemici di sempre. Ci sono persone che la pensano in modo diametralmente opposto, che non sono mai andate d’accordo su nulla, che hanno visioni del mondo inconciliabili, ma che, d’improvviso, come per miracolo, si trovano dalla stessa parte della barricata
Ciò non ha nulla a che vedere con la riforma della scuola ma in generale è ciò che avviene quando un governo si caratterizza come "democristiano": trova per ovvi motivi un'opposizione di sinistra (che in Italia, pur ridotta al lumicino, inizia a catalizzare la parte scissionista del PD) e un'opposizione di destra. E' così dalla nascita della repubblica.
Contesto anche il "terzo punto" di Ricolfi: la scuola dell'obbligo proprio in quanto tale non può bocciare all'infinito chi è impreparato, si tende quindi a dare la "terza media" più o meno a tutti. La scuola superiore, al contrario, non è obbligatoria: per cui chi proprio non sa scrivere in italiano o far di conto va fortemente stimolato. Del resto se i percorsi superiori quinquennali devono portare a un livello tale da poter affrontare un corso di laurea, la qualità va garantita.
Bisogna dire però che non si può addossare alla scuola la colpa di un crollo culturale che, obiettivamente, riguardo ai giovani si verifica quotidianamente e che ha costituito un salto all'indietro negli ultimi venti - trent'anni. Non è che gli insegnanti trent'anni fa guadagnassero di più o lavorassero più ore.
Gli insegnanti di sostegno seguono un percorso inadeguato, demotivante e incoerente. Un insegnante che segue un percorso di studi per tenere lezioni frontali ad una classe adeguata e si ritrova a dover lavorare in rapporto 1:1 con una persona fragile cognitivamente e talvolta anche sul piano emotivo - relazionale, magari con l'unico obiettivo di raggiungere i "punti" necessari a qualche graduatoria, sarà molto probabilmente frustrato e difficilmente raggiungerà gli obiettivi prefissati in mancanza di una formazione adeguata a gestire complessi aspetti relazionali, comunicativi, emotivi che mettono in gioco profondamente l'equilibrio di chi insegna così come di chi vive la scuola a partire dal proprio handicap piuttosto che da obiettivi prettamente cognitivi. Meglio utilizzare dei canali formativi ad hoc per chi affronta questo difficile ma anche meraviglioso, se vogliamo, compito.