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Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Messaggioda pianogrande il 21/03/2014, 17:46

flaviomob ha scritto:Ma quale voto veneto? Ma chi lo ha detto che hanno votato dal Veneto?

E in ogni caso anche chi parla di federalismo o di secessione dopo aver votato per quarant'anni la corrotta "balena bianca", i socialisti allegri alla "De Michelis"... poi magari vota Berlusconi in massa... oppure Bossi e il Trota con diamanti e lingotti... a che titolo parla? Da cosa vuole scindersi, da se stesso? (A parte che il PIL del Lazio è più elevato di quello del Veneto).
Questa è l'irresponsabilità. Questo è il vittimismo di dare sempre la colpa agli altri: al Sud perché i Savoia ai tempi hanno depredato, al Nord perché le tasse vanno al Meridione, quando invece la corruzione in casa propria ad essere il problema. I rifiuti tossici ci sono anche nei terreni del lago di Garda e sotto le autostrade del Regno Lombardo-Veneto.
Vittimismo, grande paradosso del "furbismo" italiano, grande alibi e terreno di coltura per demagoghi di ogni colore e risma.


Federalismo?
Secessione?

Nomina nuda tenemus diceva quel tale Bernardo parlando di Roma antica.

Quella gente parla di federalismo e secessione solo per far colpo sui gonzi.
Quello che veramente vogliono è che nessuno li controlli.
Vogliono essere i "padroni a casa loro".
Vagli a spiegare che non c'è un nord senza sud né un centro senza periferia.
Veramente, questo andrebbe spiegato ai gonzi che li votano.

Ho sempre davanti l'autonoma Sicilia.
Perfetto esempio di autonomia per farsi gli affari propri a spese dei cittadini (magari dei cittadini del resto dello stato).
Gli altri autonomi (Valle d'Aosta etc. esclusa la Sardegna che non è conciata come la Sicilia ma non è un paradiso) almeno, in mezzo ai loro privilegi, i cittadini li fanno stare bene.

Al federalismo della libera corruzione e della libera evasione fiscale non ci ho mai creduto.

La libertà senza responsabilità l'ha già predicata Berlusconi e ne abbiamo abbastanza per secoli.
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Re: Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Messaggioda pianogrande il 21/03/2014, 19:29

franz ha scritto:e che se ne vada.
dove va?


Moretti fa il confronto tra quello che guadagna il suo omologo tedesco e quello che guadagna lui (il tedesco 3 volte tanto).
Da furbino di mezza tacca, si guarda bene dal fare il secondo confronto (che gli darebbe pieno diritto a fare anche il primo) e cioè come funzionano le ferrovie tedesche e quelle italiane.

Perché non prova ad andare a lavorare in Germania?

Io lo so.

Perché, da quelle parti, gli stivaloni che usavano ai tempi di Hitler per fare il passo dell'oca se li sono tenuti in caldo e li usano contro il deretano di quelli che lavorano come Moretti.
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Re: Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Messaggioda mauri il 21/03/2014, 20:13

pianogrande ha scritto:Da furbino di mezza tacca, si guarda bene dal fare il secondo confronto (che gli darebbe pieno diritto a fare anche il primo) e cioè come funzionano le ferrovie tedesche e quelle italiane.


stesso discorso per questi, bisognerebbe sapere quanto producono e quale valore aggiunto danno all'azienza, passivo o attivo?
allora potrebbe giustificarsi lo stipendio alto, quello delle poste prende 2 milioni, e le poste fanno pietà
ciao mauri

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... navigation
Quanto guadagnano gli altri supermanager di Stato
Quello di Mauro Moretti, l'Ad di Fs che si è detto pronto a lasciare l'incarico se la spending review di Renzi taglierà il suo compenso , non è il solo stipendio a rischio di "alleggerimento". Grazie ai nuovi obblighi di pubblicazione dei dati relativi gli emolumenti dai consiglieri di amministrazione delle società partecipate dallo Stato (fanno eccezione società quotate e loro controllate) fissate dal Dlgs 33/2013, la "guida ragionata" di quanto vengono pagati i supermanager pubblici la fornisce direttamente il ministero dell'Economia sul suo sito istituzionale. Vediamo qualche cifra (riferita all'anno 2012, le ultime disponibili) sul totale erogato dalle principali società pubbliche ai proprio vertici.
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Re: Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Messaggioda Iafran il 22/03/2014, 9:35

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03 ... ei/919763/
Contributi pagati dal Comune. Idem come Renzi, ma è indagata solo lei di Marco Lillo

. . . . . . .
E gli altri nostri rappresentanti? Non saranno stati informati su quest'altro modo di lucrare sui cittadini?
Vogliamo, allora, pensare che i rotondi, i mastella, i razzi, gli scilipoti, i de luca etc. etc. debbano andare a lezioni di furbizia da una tedesca e da un vispo "sindaco ragazzino"?

Bisognerebbe indagare su tutti i rappresentanti dei cittadini eletti a livello nazionale, regionale, provinciale, comunale, di quartiere ... se si vuole fare una spending review adeguata ad una classe politica che, all'estero fa ridere (anche i polli), e in Italia, per risanare il deficit che procura alle finanze dello Stato, succhia il sangue ai cittadini.
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Re: Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Messaggioda Iafran il 01/04/2014, 12:01

Già ... di nuovo in voga il mito della velocità, la politica futurista ... che bella novità!

. . . . . .
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04 ... so/933844/

Rodotà: “Renzi ha paura del confronto, ma non riuscirà a rottamare il dissenso” di Silvia Truzzi

Dice il presidente del Consiglio con le mani in tasca di aver “giurato sulla Costituzione, non sui professoroni”. E dunque abbiamo interpellato Stefano Rodotà, uno dei professoroni firmatari dell’appello di Libertà e giustizia, eloquentemente intitolato “Verso una svolta autoritaria”.

Professor Rodotà, si sente un po’ professorone?
Sono un vecchio signore che qualche libro l’ha letto e un po’ conosce la storia . Questi modi hanno un retrogusto amaro. “Quando sento la parola cultura metto mano alla pistola”: ecco, non siamo a questo, ma il rispetto per le persone e per le idee male non fa. C’è, dietro l’atteggiamento sprezzante di Renzi, una profonda insicurezza. Altrimenti il confronto non gli farebbe paura. Potrebbe parlare con dei buoni consiglieri e poi argomentare: il confronto andrebbe a beneficio di tutti. Direttamente s’interviene su un terzo della Costituzione, indirettamente su tutto il sistema delle garanzie. Per i cittadini esprimere la propria opinione è un diritto, per chi si occupa di questi temi intervenire è un dovere.

La discussione non può ridursi al “prendere o lasciare”.
Matteo Renzi usa toni ultimativi, non gli piace la critica perché si disturba il manovratore. Non è la prima volta: quando c’era stata una presa di posizione, molto moderata, sulla legge elettorale aveva parlato di “un manipolo di studiosi” con un tono di sostanziale disprezzo. Però non gli riesce di rottamare la cultura critica: è un pezzo della democrazia. Le reazioni che ci sono state a questo appello dimostrano che la nostra non è una posizione minoritaria: è una rottamazione difficile.

“Ho giurato sulla Carta, non su Zagrebelsky e Rodotà”: significa “non mi curo di loro” oppure “non sono i depositari della verità costituzionale”?
Che Renzi pensi che noi non siamo i depositari della verità è assolutamente legittimo. Però non può nemmeno dire: “Ho giurato sulla Costituzione e dunque sono io il depositario della verità”. La storia è piena di spergiuri. Se ritiene che il terreno proprio sia la Carta, allora discuta.

Ci vuol tempo a fare discussioni. E ora è in voga il mito della velocità, la politica futurista.
I tempi della democrazia sono anche quelli della discussione. Proprio perché la democrazia è in grande sofferenza, si dovrebbero costruire ponti verso i cittadini. Non si è sentita una parola, in questo senso. Ho avuto la fortuna di essere amico di Lelio Basso, cui si deve anche l’articolo 49 della Costituzione sui partiti politici: Basso ha sempre detto “dobbiamo discutere”. E su quel tema una discussione ci fu, eccome. Non a caso c’è, in quell’articolo, la mano di un grande giurista, che non aveva paura né del confronto né di avere con sé il meglio della cultura giuridica. Questo c’è dietro un’impresa costituzionale, non la fretta, non i consiglieri interessati o i saggi improvvisati.

“Non ci sto a fare le riforme a metà. O si fanno le riforme, o me ne vado”.
Il premier dimostra di non avere orizzonti ampi. Alza i toni, urla e dice “me ne vado”. Ma chi si alza e se ne va, svela insicurezza.

Un aut aut minaccioso.
Mettiamo insieme la debolezza di Renzi e la scelta di Berlusconi come suo alleato, con cui pensa di potere fare questo tratto di strada. Il Pd può accettare a capo chino questa strada? Nessuno si pone il problema. Dicono: “Sta piovendo, cosa ci possiamo fare?” Almeno potrebbero comprare un ombrello!

Ci mette la faccia, ripete spesso.
Può voler dire “mi assumo la responsabilità”. Ma non può significare “da questo momento in poi detto le regole, i tempi, i modi e poiché la faccia ce la metto io mi dovete seguire”. La democrazia non funziona così. E poi anche noi, i firmatari del famigerato appello, ci abbiamo messo la faccia. Nel dialogo, siamo in condizioni di assoluta parità. Se vuole affermare una posizione di supremazia, sbaglia.

Non è il primo politico che usa toni da uomo della provvidenza.
Sono sempre molto diffidente, quando si afferma “dopo di me il diluvio”. In questi anni la politica italiana, ancor prima di Renzi, è stata condotta all’insegna dell’emergenza. Non si va alle elezioni, c’è bisogno del governo Monti e via dicendo: i progetti che c’erano dietro questa logica sono falliti.

Una circostanza è stata quasi ignorata: si vogliono fare le riforme durante un mandato in cui il Parlamento è fortemente delegittimato dalla sentenza della Consulta sul Porcellum. La non elettività del Senato, poi, diminuisce il potere dei cittadini di esprimersi: un “restringimento” democratico di cui si parla molto poco.
Per questo era indispensabile la nostra presa di posizione. Il discorso sulla delegittimazione politica del Parlamento non nasce come argomento contro Renzi. Alcune persone – Gustavo Zagrebelsky, Lorenza Carlassare e mi permetta: anche il sottoscritto – vanno ripetendo questo concetto da tempo. Il cuore della sentenza è la mancanza di rappresentatività del Parlamento. Ora bisognerebbe dire: ci sono mille ragioni, emergenza, fretta, i segnali da dare al mondo intero, per cui il Paese ha bisogno di riforme. Non è solo necessario coinvolgere un’ampia maggioranza, ma anche consentire a quel Parlamento scarsamente rappresentativo di essere coinvolto il più possibile. E aprire alla discussione pubblica: non dico che questo compensa il deficit di legittimazione, ma almeno tutti coloro che non sono rappresentati possono avere diritto di parola. Mi pare evidente che ci sia l’intenzione di far approvare le modifiche costituzionali con la maggioranza dei due terzi, in modo da impedire un possibile referendum: è un pessimo segnale. Il fatto che un Parlamento con questo grave deficit voglia mettere mano così pesantemente alla Carta, è un azzardo costituzionale: non può essere ignorato.

Si pensa di abolire il Senato come se si dovesse cambiare il senso unico di una strada di Firenze. Una pericolosa semplificazione: mancanza di strumenti o di cultura istituzionale?
C’è stata una regressione culturale profonda. È questo tipo di semplificazioni che introduce elementi autoritari. Si cancella il Senato, si compone la Camera con un sistema iper-maggioritario, il sistema delle garanzie salta: il risultato sarebbe un’alterazione in senso autoritario della logica della Repubblica parlamentare che sta in Costituzione. E dovremmo stare zitti?
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Re: Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Messaggioda pianogrande il 01/04/2014, 14:40

Ancora la balla del parlamento delegittimato dalla corte.
La corte costituzionale non ha delegittimato una cippa; anzi, ci ha tenuto a dichiarare che il parlamento è legittimo.
Se anche Rodotà si appoggia a questa bufala, peggio per lui.
Dopodiché, io delegittimerei un pelino anche la corte visto che a dichiarare non costituzionale le legge ha impiegato 0,08 secoli.
Che si discute sui costi della politica e sui guai del bicameralismo sono decenni.
Lunga vita a Rodotà!
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Re: Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Messaggioda Iafran il 01/04/2014, 20:35

pianogrande ha scritto:Lunga vita a Rodotà!

Con gli auguri dei loro beneamati elettori "l'ex cavaliere" e l'apprendista "cavaliere" fiorentino potrebbero diventare "Highlanders" italici! Una bella fregatura per tutti gli italiani: non morirebbero tanto facilmente!

. . . . . .
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04 ... zi/934660/

Riforme, il ‘lasciatemi lavorare’ di Matteo Renzi di Marco Travaglio

Dice Matteo Renzi ad Aldo Cazzullo del Corriere: “Io ho giurato sulla Costituzione, non su Rodotà o su Zagrebelsky”. Dirà il lettore del Corriere: perché, che c’entrano Rodotà e Zagrebelsky? IlCorriere infatti, come tutti i giornaloni, si è dimenticato di informare i cittadini che da una settimana Rodotà, Zagrebelsky e altri intellettuali hanno firmato un appello di ‘Libertà e Giustizia’ contro la “svolta autoritaria” delle riforme costituzionali targate Renzusconi. Stampa e tv ne hanno parlato solo ieri, e solo perché Grillo e Casaleggio (molto opportunamente) hanno aderito all’appello.
In ogni caso Renzi, che è pure laureato in Legge, dovrebbe sapere che la Costituzione su cui ha giurato non prevede la dittatura del premier: cioè il modello mostruoso che esce dal combinato disposto dell’Italicum, della controriforma del Senato e del premierato forte chiesto a gran voce dal suo partner ricostituente privilegiato (Forza Italia). All’autorevole parere dei “professoroni o presunti tali”, Renzi oppone “il Paese” che “ha voglia di cambiare”, dunque è con lui. Quindi, per favore, lasciamolo lavorare.
Grasso dissente dalla riforma del Senato? “Si ricordi che è stato eletto dal Pd”, rammenta la Serracchiani con un messaggio mafiosetto che presuppone un inesistente vincolo di mandato (o il Pd lo contesta solo se lo invoca Grillo?). Grasso tradisce la sua “terzietà”, rincara Renzi, confondendo terzietà con ignavia: come se il presidente del Senato non avesse il diritto di commentare la riforma del Senato. E aggiunge: “Se Pera o Schifani avessero fatto così, avremmo i girotondi della sinistra contro il ruolo non più imparziale del presidente del Senato”. Ora, i girotondi nacquero per difendere la Costituzione dagli assalti berlusconiani: dunque è più probabile che oggi sarebbero in piazza se B. facesse da solo quel che fa Renzi con lui.
Ma, visto che c’è di mezzo il Pd, anche i giornali di sinistra tacciono e acconsentono. E gli elettori restano ignari di tutto. Quanto poi al “Paese”: Renzi dimentica che nessuno l’ha mai eletto (se non a presidente di provincia e a sindaco) e il suo governo si regge su un Parlamento delegittimato dalla sentenza della Consulta e su una maggioranza finta, drogata dal premio incostituzionale delPorcellum. Altrimenti non avrebbe la fiducia né alla Camera né al Senato. Eppure pretende di arrivare a fine legislatura e financo di cambiare la Costituzione: ma con quale mandato popolare, visto che nel 2013 nessun partito della maggioranza aveva nel programma elettorale queste “riforme”?
Su un punto il premier ha ragione: la gente vuole cambiare. Ma cosa? E per fare cosa? Davvero Renzi incontra per strada milioni di persone ansiose di trasformare il Senato nell’ennesimo ente inutile, undopolavoro per consiglieri regionali e sindaci (perlopiù inquisiti)? Davvero la “gente” gli chiede a gran voce di sostituire il Porcellum con l’Italicum, che consentirà ai partiti di continuare a nominarsi i parlamentari come prima? Se la “gente” sapesse cosa c’è nelle “riforme”, le passerebbe la voglia di cambiare.
Prendiamo l’Italicum, approvato a Montecitorio e già rinnegato dai partiti che l’hanno votato (peraltro solo per la Camera). Pare scritto da uno squilibrato. A parte le liste bloccate, le variopinte soglie di accesso (4,5, 8 e 12%), e i candidati presentabili in 8 collegi, c’è il delirio del premio di maggioranza: chi vince al primo turno col 37% dei voti prende 340 deputati; chi vince al ballottaggio col 51% o più, ne prende solo 327 e governa con uno scarto di 6 voti. Cioè non governa. Ma levàtegli il vino.
Prendiamo il nuovo “Senato delle autonomie”. Sarà composto da 148 membri non elettivi e non pagati: i presidenti di regione, i sindaci dei capoluoghi di regione, due consiglieri regionali e due sindaci per regione (senza distinzioni fra Val d’Aosta e Lombardia, Molise ed Emilia Romagna, regioni ordinarie e a statuto speciale), più 21 personaggi nominati dal Quirinale.
Con quali poteri? Niente più fiducia ai governi né seconda lettura sulle leggi: il Senato però voterà ancora sulle leggi costituzionali, sul capo dello Stato, sui membri del Csm e della Consulta (ma con quale legittimità democratica, visto che non sarà eletto?), ed esprimerà un parere non vincolante su ogni legge ordinaria votata dalla Camera. Ma come faranno i governatori, i sindaci e i consiglieri a fare il proprio lavoro nelle regioni e nelle città e contemporaneamente a esaminare a Roma ogni legge della Camera? Renzi racconta che la riforma farà risparmiare tempo e denaro. Mah. Sul tempo: le peggiori porcate, come il lodo Alfano, sono passate in meno di un mese. E chi l’ha detto che all’Italia servono più leggi? Ne abbiamo almeno 350 mila, spesso pessime o in contraddizione fra loro. Andrebbero ridotte e accorpate, non aumentate.
Quanto al denaro, lo strombazzato risparmio di 1 miliardo all’anno in realtà non arriva a 100 milioni: la struttura resterà in piedi, spariranno solo i 315 stipendi (ma bisognerà rimborsare le trasferte dei nuovi membri). Perché non dimezzare il numero e le indennità dei parlamentari, conservando due Camere elettive con compiti diversi (tipo Usa) e con 315 deputati e 117 senatori pagati la metà, risparmiando più di 1 miliardo (vero)? Da qualunque parte la si prenda, anche questa “riforma” non ha senso, se non quello di raccontare che “le cose cambiano”. Cavalcando il discredito delle istituzioni, Renzi ne approfitta per distruggerle definitivamente. Forse era meglio giurare su Zagrebelsky e Rodotà, anziché su Berlusconi e Verdini.
PS. Napolitano fa sapere di essere “da tempo contrario al bicameralismo paritario”. E quando, di grazia? Quando presiedeva la Camera? Quando fu nominato da Ciampi senatore a vita? Quando fu eletto e rieletto al Colle da Camera e Senato? O quando nominò 5 senatori a vita? Ci dica, ci dica.
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Re: Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Messaggioda gi.bo. il 01/04/2014, 20:41

pianogrande ha scritto:Ancora la balla del parlamento delegittimato dalla corte.
La corte costituzionale non ha delegittimato una cippa; anzi, ci ha tenuto a dichiarare che il parlamento è legittimo.
Se anche Rodotà si appoggia a questa bufala, peggio per lui.
Dopodiché, io delegittimerei un pelino anche la corte visto che a dichiarare non costituzionale le legge ha impiegato 0,08 secoli.
Che si discute sui costi della politica e sui guai del bicameralismo sono decenni.
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Se non si capisce il senso e la preoccupazione di questo grande Uomo ( Rodota)' certamente e' legittimo.
Ma e' pure legittimo preoccuparsi di coloro che criticano questo suo modo(renzi e co.) di interpretare questa situazione politica.
Questa e' la piu' grande preoccupazione da cui la sinistra deve stare attenta!!

Il Renzi e il suo "savoir faire" politico non e' altro che la conseguenza di questo modo di interpretare la politica che ormai spadroneggiain questo mondo politico o cmq di poca maturità politica.
C'est la vie mon ami. C'est la vie.

Il mondo va purtroppo cosi ma certamente io a questo andazzo non done una mano ne un dito.
Mi tiro fuori e casomai un giorno, se ci ritroveremo a ridiscuterne, sempre che nel frattempo, o per pigrizia o per "rimorso", qualcuno non si sia piu' fatto vivo ne riparleremo.

Avanti, allora, savoia.
[/color]
Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all'uomo, non servirà all'uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l'uomo(Giordano Bruno)
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Re: Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Messaggioda pianogrande il 01/04/2014, 22:00

Se Renzi si ferma (o se lo fermano) siamo col c... per terra.
Anche questo non mi sembra difficile da capire.
Tutte le preoccupazioni sono condivisibili ma poi bisogna scegliere, bisogna agire.
A questo punto, meglio rischiare di farsi male che stare fermi.
Almeno, qualche ragnatela la togliamo.
Almeno alla casta degli intoccabili (al contrario) qualche pizzicorino lì dove finisce la giacca gli viene.
A questo proposito, mi sembra opportuno anche il tono dissacratorio usato da Renzi.
Lo definirei .... fluidificante.
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Re: Sveglia, sinistra, apri gli occhi!

Messaggioda Iafran il 04/04/2014, 10:50

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04 ... na/937397/

Berlusconi e il brutto vizio della meritocrazia della parlantina di Roberto Marchesi

La scorsa settimana i tifosi di Forza Italia hanno voluto ricordare il ventennale della “discesa in campo” del loro fondatore e leader Berlusconi, …
Voglio subito essere chiaro dicendo che Berlusconi mi è persino simpatico, come lo è a molti che lo votano, e lo considero un imprenditore geniale come pochi al mondo, ma questo non ha praticamente niente a che fare con le capacità necessarie a guidare una grande democrazia che, nonostante tutto, quando lui è “sceso in campo” aveva ancora una economia in crescita (nonostante il debito) e una posizione di grande prestigio tra i maggiori paesi industrializzati del mondo.
… non ci vuol molto a capire che un imprenditore che ha solo saputo sfruttare molto bene il suo intuito e la sua “perspicacia” non era adatto a guidare una grande democrazia. Infatti, nonostante si sia costruito subito, grazie alle sue amplissime disponibilità economiche e al suo vasto potere sui media nazionali, un “partito” su misura per le sue esigenze, ha sempre avuto grossi problemi nella gestione democratica del potere, insofferente a tutti i rituali e ai doveri istituzionali propri di ogni democrazia. Ogni volta che gli rinfacciavano di non aver raggiunto qualcuno dei suoi obbiettivi si scusava sempre accusando gli altri, alleati ed oppositori, che non lo “lasciavano lavorare”.
Dovrebbe essere chiaro a chiunque abbia almeno un concetto elementare di cosa è una democrazia che queste semplici dichiarazioni bastavano già a definirlo inadatto a governare. Nemmeno i monarchi, al giorno d’oggi, possono permettersi di governare un paese pretendendo che gli altri lo “lascino lavorare”, figurarsi se ciò è possibile in una democrazia parlamentare! Ma lui non lo ha capito nemmeno dopo le sue prime sconfitte elettorali, anzi, proprio le sconfitte lo hanno convinto che necessitava ancor più di potere pressoché assoluto. E ha agito di conseguenza, creando un partito di nominati e circondandosi solo di persone di assoluta fiducia. Proprio come fa un boss nella propria azienda.
Ma un’azienda è democratica? Solo quelle pubbliche lo sono in qualche misura, quelle private non lo sono e non lo possono essere. Ma a lui non è mai interessato. La gente lo votava lo stesso. E quando uno viene eletto col voto è democrazia, no? No! Se uno che viene eletto non rispetta tutte le regole della democrazia, anche quelle non scritte, non è democrazia, è un surrogato di democrazia.
Quel che è più grave però è che i suoi avversari politici, invece di mettere sotto la lente questi difetti per farli diventare macroscopici e far capire al popolo la differenza, hanno pensato di prendere la scorciatoia della giustizia o, come sta facendo Renzi adesso, la scorciatoia del “pragmatismo” democratico. Da lì nascono tutti gli obbrobri pseudocratici che hanno portato prima al “bipolarismo” poi alla “porcellum”, e alle “leggi ad personam”, alle alleanze impossibili (solo lui poteva allearsi e tenere insieme un partito “nazionalista” con uno “secessionista”). E tutte le altre invenzioni partitocratiche per aumentare il potere dei partiti e togliersi il fastidio di ricercare il consenso sulle cose serie.
Il costo lo stiamo pagando noi con le miriadi di leggi “partitocratiche” che, sulla falsariga di FI, poi PdL, poi ancora FI, ha contagiato nella gestione piramidale del partito anche quelli che venivano da tradizioni ben diverse. I costi della politica sono esplosi perché questo tipo di sistema non funziona poggiando sulle competenze, la solidarietà e l’altruismo dei politici, ma al contrario sull’ambizione, l’arrivismo e “l’opportunismo”. Finendo col portare (nei casi migliori) al vertice dei partiti non i politici più bravi in senso tecnico, ma solo quelli più bravi a “bucare lo schermo” televisivo e più abili a sostenere gli infuocati battibecchi dei talk-show.
Vogliamo allora parlare di riforme? Cominciamo da questa: piantiamola con la meritocrazia della parlantina e del culto della personalità e diamo invece al popolo la possibilità (e le modalità!) per portare in Parlamento e al governo gente seria, capace e rispettosa delle vere regole della democrazia.
Questa riforma è molto più urgente che quella dell’abolizione del Senato (tra l’altro per nulla necessaria). Per non parlare poi dell’orrendo Italicum, da buttare subito nella spazzatura se non si vuole peggiorare la situazione già comatosa della nostra povera democrazia.
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