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E' in gioco un'intera generazione

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: E' in gioco un'intera generazione

Messaggioda matthelm il 20/01/2011, 13:51

??????????
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Re: E' in gioco un'intera generazione

Messaggioda Manuela il 21/01/2011, 9:46

Ormai la discussione ha toccato tanti temi che ritrovarsi è un po' difficile. Vorrei solo rispondere a Gabriele, che mi obietta:

"Il punto però è che il sistema Paese Italia non è quello della Germania e non si può svolgere l'esercizio logico di isolare un contesto, trasferirlo ipoteticamente in un altro individuando quindi un cambiamento, e dire che le cose andrebbero meglio se cambiate."

E' verissimo, Gabriele. Il problema è proprio il "sistema Italia", che non funziona, da nessun punto di vista lo si rigiri.
Ma il "sistema Italia" è lo sfondo su cui si svolgono tutte le discussioni, e di qualsiasi tema di parli si torna lì; ma questo non può impedirci di approfondire temi specifici, indicando di volta in volta questo o quell'aspetto del sistema che non funziona.
Inoltre il nostro scopo non è proprio quello di cambiarlo, questo sistema? E allora non mi basta sapere (e certamente sono, siamo tutti, perfettamente coscienti) che la storia, la politica, la religione fanno di ogni paese un unicum; ma questo non può impedirci di sottoporre a critica feroce il nostro sistema, per quello che non va, e di cercare di realizzare, anche qui, condizioni più simili a quelle di paesi più avanzati. Del resto, non è quello che ha cercato di fare (con difficoltà estreme e partendo da una situazIone data ben difficile, proprio perché fondamento del "sistema USa") Obama con la riforma sanitaria?

Io credo che il "sistema Italia" vada profondamente cambiato, per mille ragioni... "Allora la mia domanda è: siamo sicuri che il modo di procedere di Marchionne sia quello giusto?" No, non siamo sicuri. Ma, nello specifico, è sicuro che, senza cambiare, l'automobile italiana resterebbe fuori dal mercato mondiale, diventerebbe realtà marginale e, in non molto tempo, finirebbe per sparire. Allora penso che sarebbe meglio, per i sincadati, stare ben attaccati al tavolo delle trattative, avendo ben presente l'obiettvo finale e che il sistema Italia, almeno in questo campo, va cambiato, perché solo così si dfendono nel concreto e non con le parole, i lavoratori.

"Siamo sicuri che l'Italia voglia e possa diventare come, ad esempio, la Germania?". Oddio, no che non siamo sicuri (non sono sicura). Ma mi basterebbe che assomigliasse un po' di più alla Germania e un po' meno alla Libia... non so voi :)
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Re: E' in gioco un'intera generazione

Messaggioda pierodm il 21/01/2011, 12:34

Del resto, non è quello che ha cercato di fare (con difficoltà estreme e partendo da una situazIone data ben difficile, proprio perché fondamento del "sistema USa") Obama con la riforma sanitaria?

Proprio questo è il punto.
Obama ha cercato di riformare il "suo" sistema in direzione di una concezione che nel suo stesso paese è stata (è) avversata come estremista, socialista, di sinistra, e via cantando.
Qui noi abbiamo invece chi vuole "modernizzare" l'Italia facendo il percorso contrario: privatizzare la sanità, la scuola, l'acqua ..., e chi si oppone o chi avanza critiche e perplessità viene qualificato anche nell'ambito del centro-sinistra allo stesso modo in cui viene qualificato Obama dalla destra più becera della Palin.

Poi - Manuela mi dispiace doverlo dire - la tua tesi variamente ripetuta sulla necessità di "darsi comunque una mossa" non è accettabile. Non in questi termini.
Qui non siamo - in Italia, intendo - un gruppo di amici che si ritrovano per andare a mangiare una pizza, e perdono tempo per decidere qual è il locale migliore, per cui uno alla fine dice "basta rega', se sta a fa' tardi, annamo da Giggetto".
Credo che se proprio qbbiaqmo bisogno di ispirarci alla Germania o alle "nazioni più evolute" dovremmo prendere ad esempio il modo con cui prendono le decisioni. Non credo che il criterio sia quello di "diamoci una mossa".
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Re: E' in gioco un'intera generazione

Messaggioda annalu il 21/01/2011, 13:02

Iafran ha scritto:
ranvit ha scritto:Uscire dal Parlamento?

Ma che bella idea! Un secolo fa ci ha dato il ventennio fascista!


Ma non siamo noi (anche con te) a rimproverare tutta la classe politica di opposizione di essere troppo morbida con quella dei "masnadieri" o di essere del tutto assente nei momenti importanti?
Ci aspettiamo sempre che facesse qualcosa!
Finora cosa ha guadagnato il "politically correct"? Tante belle "risate" ("risate", è un eufemismo) da parte del "capo", che mostra sempre di più la sua "mascella"!

Mi spiace, Iafran, ma qui ha davvero ragione Ranvit: abbandonare il Parlamento significherebbe abbandonare la democrazia, e già una volta abbiamo visto a cosa questo può portare!
Certo, qui tutti rimproveriamo alle opposizioni di essere troppo morbide, ma nel senso che non sanno fare proposte concrete, e mostrano divisioni, ambiguità e tentennamenti. Cosa ben diversa dal "rimproverare" di combattere con metodi democratici.
La democrazia, mi pare, è proprio ciò che chiediamo alle opposizioni di difendere dall'assalto dei "masnadieri", e certo non si difende la democrazia, distruggendone noi i fondamenti principali, in primis il Parlamento.
Certo, mantenere la democrazia è un obiettivo minimale, per chi vorrebbe che il paese faccia progressi, ma meglio poco che niente: solo in un paese democratico che si può realizzare anche una società più giusta.

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Re: E' in gioco un'intera generazione

Messaggioda annalu il 21/01/2011, 13:09

pierodm ha scritto:Qui non siamo - in Italia, intendo - un gruppo di amici che si ritrovano per andare a mangiare una pizza, e perdono tempo per decidere qual è il locale migliore, per cui uno alla fine dice "basta rega', se sta a fa' tardi, annamo da Giggetto".
Credo che se proprio abbiamo bisogno di ispirarci alla Germania o alle "nazioni più evolute" dovremmo prendere ad esempio il modo con cui prendono le decisioni. Non credo che il criterio sia quello di "diamoci una mossa".

Certo. Ma nemmeno "stiamo assolutamente immobili": in attesa di che?
Mi sembra che i discorsi di Lodes e di Manuela siano di grande buon senso: mica dicono che Marchionne ha certamente ragione e la Fiom torto, dicono solo che la Fiom ha sbagliato ad escludersi dalle trattative, cosa del resto che ha detto anche la Camusso. L'unica clausola da combattere, a mio parere, era quella dell'esclusione dalla fabbrica della rappresentanza delle minoranze e della Fiom, e questo probabilmente era un risultato che si poteva ottenere, con un atteggiamento meno di rottura.
Ma certo, in un periodo storico in cui i "deboli" si sentono abbandonati da tutti, è facile scadere negli eccessi. Mettiamo anche questo in conto alla mancanza di chiarezza e di linea politica del Pd e della sua dirigenza.

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Re: E' in gioco un'intera generazione

Messaggioda pierodm il 21/01/2011, 14:30

Annalu, sul punto specifico dell'affare Fiat non contesto un granché a Manuela o a Lodes, ma contesto le ragioni che emergono a sostegno o parallelamente a questa questione.

Il mio punto di vista potrebbe benissimo essere sbagliato - so bene di correre un rischio - ma trovo che il fatto stesso di considerare l'affare Fiat al centro di una prospettiva di riforme o di modernità sia fuori luogo: a me sembra che sia puramente illusorio collegare la cosa con un rilancio dell'auto italiana, o con gl'investimenti esteri di cui parla Ichino.
Non arrivo a definirle fesserie, ma è lecito considerarle retorica da economisti.

Io ci vedo soltanto l'ennesimo tentativo - comune a tutto il capitalismo globalizzato - di scaricare sulle condizioni dei lavoratori il peso della crisi, e non sotto il profilo esclusivamente economico: la crisi è anche l'occasione per una revanche lungamente attesa verso la sindacalizzazione e la democratizzazione dei rapporti di lavoro.

Nelle proposte di Marchionne, ovviamente - come ho anche detto - non c'è la dichiarazione esplicita di tutto questo, e i diversi punti presi in se stessi sono discutibili ma non scandalosi: sono le ragioni e le implicazioni che l'accompagnano ad avere un significato assai sospetto, e per certi versi inaccettabile.

Ovviamente, dietro a questa nostra - nostra di centro-sinistra, intendo - diversità di opinioni c'è un problema irrisolto, sia da parte della sinistra, sia da parte della cultura cattolico-moderata: la posizione verso il capitalismo.
Non intendo approfondire l'argomento, anche perché non mancherà occasione di riparlarne. Dico soltanto che una posizione più equilibrata, critica e "laica" verso il capitalismo si ritrova negli ultimi decenni proprio da parte dei liberali, perché probabilmente meno interessati ad una patetica "legittimazione" come ha dimostrato di esserlo la sinistra, che non ha saputo riempire il baratro vuoto lasciato dalla dismissione del marxismo.
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Re: E' in gioco un'intera generazione

Messaggioda matthelm il 21/01/2011, 14:45

Manuela ha scritto:Io credo che il "sistema Italia" vada profondamente cambiato, per mille ragioni... "Allora la mia domanda è: siamo sicuri che il modo di procedere di Marchionne sia quello giusto?" No, non siamo sicuri. Ma, nello specifico, è sicuro che, senza cambiare, l'automobile italiana resterebbe fuori dal mercato mondiale, diventerebbe realtà marginale e, in non molto tempo, finirebbe per sparire. Allora penso che sarebbe meglio, per i sincadati, stare ben attaccati al tavolo delle trattative, avendo ben presente l'obiettvo finale e che il sistema Italia, almeno in questo campo, va cambiato, perché solo così si dfendono nel concreto e non con le parole, i lavoratori.



Sono d’accordo Manuela. Il sistema Italia va profondamente cambiato ma bisogna pur iniziare da qualche parte. Il muro di gomma di varie corporazioni, di certi sindacati, di certi imprenditori, di politici e chi più ne ha più ne metta…. diranno sempre: tocca agli altri, abbiamo già dato … e via sciorinando
Se ora Marchionne, certi sindacati con i loro operai, giuslavoristi, economisti, politici hanno il coraggio di affrontare le nuove sfide, allora non vanno osteggiati o addirittura criminalizzati e, per quel che vale, hanno il mio sostegno che non vuol dire appiattimento.

Certo, prima andrebbe “rivoluzionata” la politica che è o dovrebbe essere, il grimaldello per scardinare le incrostazioni. Compito difficile anche perché solo in Italia c’è un “residuo blocco” di conservatorismo di sinistra (siamo sempre lì e lo ripeterò sempre) che non ha riscontri in nessuna parte dei paesi europei e che teme di perdere “potere” utile solo alla sua autoconservazione. . E questo lo ammantano come “protezione” dei lavoratori…


Passate queste ideologie sclerotizzate anche per le forze riformiste sarà una nuova primavera che finalmente metterà in soffitta un ormai passato con le sue luci e molte ombre.
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Re: E' in gioco un'intera generazione

Messaggioda pierodm il 21/01/2011, 16:03

La sinistra e Marchionne
di Massimo Franchi - l'Unità

Ci mancava solo Pigi Battista a spiegarci che il "no" della Fiom al secondo ricatto di Marchionne (Mirafiori dopo Pomigliano) era la dimostrazione del conservatorismo della sinistra. Ci mancavano solo Fassino e D'Alema (e mezzo Pd) a dire che l'accordo di Mirafiori va sottoscritto per "non perdere gli investimeni e misurarsi con la sfida di Marchionne".
Schiumo di rabbia a sentire queste cose. Ma come si fa a sostenere che un accordo che mette in soffitta il contratto nazionale di lavoro (dopo la Fiat qualsiasi azienda potrà chiedere ai sindacati di derogare) sia un passo in avanti? Il contratto nazionale è una conquista dei lavoratori italiani, del movimento operaio. Privarsene non è riformismo: è un salto indietro e basta. Perché sono sempre gli operai, i più deboli a dover rinunciare a qualcosa di fronte alla crisi? Non mi risulta che Marchionne si sia decurtato lo stipendio.
Un partito di sinistra come penso sia il Pd non può buttare a mare le conquiste del movimento operaio. Essere riformisti, progressisti, significa migliorare le condizioni di lavoro, allargare i diritti. Siamo in stato di crisi? Benissimo: si rinunci ad una parte di stipendio. Ma non a diritti come la rappresentanza e un contratto nazionale minimo uguale in tutto il paese. All'estero non esiste? Chiediamo che ci imitino loro. Non il contrario.
E non mi si venga a dire che la Fiom (il Bartali di oggi) non firma mai niente: ha firmato migliaia di accordi. Lo avrebbe fatto anche a Pomigliano e a Mirafiori se solo si fosse cercato un minimo di dialogo.

P.s. Il titolo di pagina 2 del Corriere del 30 dicembre è vergognoso: "Pomigliano: 4.600 assunzioni. E partono gli aumenti". Quelle 4.600 persone sono attualmente in cassa integrazione con la Fiat. Saranno prima licenziate. Poi, forse non tutte (quelli iscritti alla Fiom sono a forte rischio), riassunte a condizioni peggiori e lavorando di più. Per questo avranno uno stipendio leggerissimamente più alto. Altro che "assunzioni" e "aumenti".
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Re: E' in gioco un'intera generazione

Messaggioda matthelm il 21/01/2011, 16:07

Grazie per questo contributo... completa ed arricchisce la mia riflessione.
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Re: E' in gioco un'intera generazione

Messaggioda gabriele il 21/01/2011, 17:43

matthelm ha scritto:Sono d’accordo Manuela. Il sistema Italia va profondamente cambiato ma bisogna pur iniziare da qualche parte. Il muro di gomma di varie corporazioni, di certi sindacati, di certi imprenditori, di politici e chi più ne ha più ne metta…. diranno sempre: tocca agli altri, abbiamo già dato … e via sciorinando
Se ora Marchionne, certi sindacati con i loro operai, giuslavoristi, economisti, politici hanno il coraggio di affrontare le nuove sfide, allora non vanno osteggiati o addirittura criminalizzati e, per quel che vale, hanno il mio sostegno che non vuol dire appiattimento.

Certo, prima andrebbe “rivoluzionata” la politica che è o dovrebbe essere, il grimaldello per scardinare le incrostazioni. Compito difficile anche perché solo in Italia c’è un “residuo blocco” di conservatorismo di sinistra (siamo sempre lì e lo ripeterò sempre) che non ha riscontri in nessuna parte dei paesi europei e che teme di perdere “potere” utile solo alla sua autoconservazione. . E questo lo ammantano come “protezione” dei lavoratori…


Passate queste ideologie sclerotizzate anche per le forze riformiste sarà una nuova primavera che finalmente metterà in soffitta un ormai passato con le sue luci e molte ombre.


Ok, ma quanto si afferma è troppo poco.

Se si deve cambiare, si deve iniziare da qualche parte. Successivamente però, in tempi brevissimi, occorre continuare anche col resto.

A cominciare da un sistema imprenditoriale legato al pubblico perché commistionato allo stesso.

Occorre quindi eliminare le aziende private a capitale misto pubblico-privato e rivedere in maniera radicale la questione delle concessioni, soprattutto quelle legate ai trasporti.

Introdurre un limite di età per il parlamentari e un limite di numero di mandati, onde evitare le "baronie" politiche a favore di uno o l'altro gruppo di potere imprenditoriale.

E non mi si dica che questo non lo si può fare in tempi brevi.

Liberare risorse inutilizzate e dirottarle verso un vero stato sociale, che tuteli i disoccupati e dia garanzie alle famiglie invece che a chi illegalmente si fa attribuire false indennità per invalidità o altre amenità simili.

Se si vuole giocare un ruolo di rinnovamento dell'Italia basato sull'aumento del reddito a scapito di una omogenea diminuzione di taluni diritti, cosa condivisibile, occorre che la trasformazione sia totale; progressiva, certo, ma totale. Con tempi celeri e non bibblici.

Se non si fa così, si rischia che il metodo Marchionne cambi solo l'aspetto dei diritti dei lavoratori e per contro agli stessi ritorni troppo poco. Ciò sarebbe inaccettabile.

Questo è il mio punto di vista

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