pinopic1 ha scritto:La caduta della barriere tra banche commerciali e d'affari fu conseguenza della politica di Clinton ma ho il sospetto sia avvenuto sotto la pressione delle banche su Clinton. Altrimenti non vedo quale vantaggio politico abbia portato a Clinton e soprattutto non trovo notizie d'archivio che parlano di crisi depressive dei banchieri in conseguenza di questa trovata del Presidente.
I subprime sono stati un modo per piazzare la liquidità esistente; esigenza della finanza; la politica ha fornito il quadro normativo.
Nel primo caso ritengo che tu abbia ragione, la pressione era di certe banche ma la decisione (che a posteriori viene giudicata come inizio del disastro) è stata politica. Qui pero' non bisogna confondere banche, capitalismo, liberismo e finanza come se fosse un'unica grande Spectre. Capisco che per chi ha idee politiche di un certo tipo "tutti i gatti siano bigi" di notte e che si faccia confusione tra cooncetti diversi. Ma non è cosi', come non vanno confusi i banchieri con i bancari.
Per quanto riguarda i subpprime invece ritengo che tu non abbia ragione. La spinta, tutta politica, per fare in modo che l'accesso alla abitazione primaria in proprietà fosse estesa anche ai ceti piu' poveri è appunto, tutta politica, non di mercato. Una decisione giusta, sul piano politico ma condotta male se sul piano economico, con obblighi statali che hanno mandato il tilt il sistema bancario americano.
E quella spinta è stata fatta con forti pressioni verso il sistema bancario e soprattutto tramite le due principali banche "semi-pubbliche" americane, quelle si graziate dal governo (e co mancherebbe altro, visti gli obblighi imposti).
Nessun bancario (e nessun capitalista) sano di mente presterebbe ad un povero il 97%, contro un 3% di capitale proprio.
Solo con fortissime imposizioni politiche le banche usa hanno accettato il rischio, nascondendolo poi in prodotti strutturati (oggi noti come titoli tossici) che hanno di fatto bloccato tutto il sistema bancario, avvelenandolo.
Il fatto è che queste pressioni, come abbiamo visto in un senso e nell'altro, sono dovute al fatto che il sistema non è libero ma ci sono vincoli ed obblighi. Alcuni sono giusti, altri no. Stabilire quali sono gli uni e gli altri con classico "senno di poi" è fin troppo facile. Se vincoli ed obblighi fossero frutto di un equlibrio, sarebbe meglio. se sono frutto di uno scontro e del tentativo ognuno di imporre il proprio dominio all'altro è molto peggio. Questa la mia posizione, nota da tempo a chi ha la pazienza di leggermi e la capacità di capirmi.
Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
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