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Di Pietro attacca Napolitano

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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda franz il 31/01/2009, 13:32

Paolo65 ha scritto:Se non vogliamo pedere più tempo almeno noi, basta che non aggiungiamo più altro su questa storia. Io per primo ovviamente e questo farò.

Indipendentemente da cosa si decida noi di discutere, lo stato di diritto va avanti lo stesso, con gli atti a disposizione delle parti in causa. In questo caso, leggo, una denuncia.

... al momento di dare l'invio, leggo che Ranvit ha già inserito il testo che volevo mandarvi.
hei, il sistema funziona e non mi sono perso :-)

Mi pare che il castello acusatorio si basi su riferimenti al silenzio mafioso, che Di Pietro ha precisato non intendeva essere riferito al Presidente. Tuttavia leggendo il testo, l'accostamento è evidente e solo un incapace sul piano dialettico farebbe un simile accostamento se voleva dire tutt'altro. E' come se parlando di politici noti, elencandoli per nome, poi si iniziasse a parlarare di stupri e di puttane e ci si scusasse dicendo che ci si riferiva ad altro. Ma non è Berlusconi che usa questo sistema (sparata e smentita)?
Ora ci si mette anche Di Pietro?
Non puo' preprarsi meglio i discorsi?

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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda ranvit il 31/01/2009, 13:48

E' che Di Pietro voleva dire proprio quello....del resto già altre volte aveva "accusato" Napolitano di non essere arbitro a sufficienza (dal suo punto di vista).

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda pierodm il 31/01/2009, 16:48

Stefano: ...ma noi appunto non siamo in un paese normale e forse è proprio per questo che ce lo debba venire a dire un non-politico,che alla fine risulta più politico di tutti gli altri che invece hanno perso il contatto con la realtà e sopravvivono nel loro limbo illudendosi che le regole della buona politica funzionino ancora.

Hai messo il dito nella piaga.
Sono più di dieci anni che succede questo: tanti discorsi, tante idee che dovrebbero appartenere alla politica, sono manifestate da attori, comici, giornalisti, magistrati - a livello di comunicazione nazionale, perché nel piccolo succede che sono alcuni di noi cittadini comuni a incaricarsi della faccenda.
Io non sono - come ben si è reso evidente dalle nostre ultime discussioni - non sono un "maggioritario", ossia uno che crede nella "verità della maggioranza", o almeno calcolata sulla base dell'audience.
Quindi dovrebbero essere proprio quelli che sono sulle posizioni opposte alle mie a fare un ragionamento come questo, che il successo di questi "soggetti impropri" impone all'attenzione: se attori e altri personaggi "impropri", che parlano al grande pubblico insistono da anni a sostituire la sinistra, e hanno il notevole seguito che hanno, significherà pure qualcosa.

Quello che significa di negativo per la politica politicante è abbastanza ovvio, e ne abbiamo parlato tante volte.
In via teorica potrebbe significare anche qualcosa di positivo, ma in pratica io di buono non ci vedo niente.
Per il resto, significa evidentemente che certe idee, certi livelli di opposizione incontrano un favore notevole, certamente superiore a quello che piace dire - e forse pensare - ai dirigenti del PD.

Di negativo, invece, c'è che ormai si va facendo strada una certa stanchezza nel vedere trattati da soggetti "impropri" temi che meriterebbero un serio discorso politico.
Io, per esempio, non ne posso più della "satira" interpretata dalla bravissima Sabina Guzzanti, o da Crozza, o da Neri Marcorè, da Vergassola e da altri. Fino a qualche anno fa ancora mi divertiva, adesso non la sopporto più, perché è troppo evidente che non è un segno di reattività culturale, ma che al contrario è un segno di impotenza, sia culturale sia politica.

Per quanto riguarda Di Pietro, tutto questo discorso vale a metà: Di Pietro non è propriamente un politico di lungo corso, e non ha un assetto da politico, quindi è anche lui parzialmente "improprio". Tuttavia è oggettivamente un politico, perché fa politica, partecipa alle elezioni, siede in parlamento, etc.
Oltre tutto, mi sembra francamente esagerato insistere nella sua vocazione a rimanere sempre, "dentro", un magistrato, anzi un pubblico ministero: il parlamento è pieno zeppo di avvocati, imprenditori, e altro genere di professionisti che fanno politica, e probabilmente ciascuno di loro rimane "dentro" (e spesso anche "fuori") un avvocato, un imprenditore o che altro, senza che nessuno alzi un ciglio.
Io credo che nel suo caso, come in altri, sarebbe assai meglio guardare alla luna, anziché al dito che la indica.
Una delle caratteristiche che meno mi piacevano nel vecchio PCI era l'abitudine di attaccare le persone che cominciavano a fare discorsi che non collimavano con la famosa "linea" ufficiale del partito: attaccare poco e di sfuggita le idee, ma molto e accanitamente le persone, definite spesso "provocatori", qualche volta "traditori", oltre che sempre indicati come causa di "pericolose spaccature".
Possibile mai che di quella vecchia e indubbiamente gloriosa sinistra si buttino via le tante cose buone, mentre si conservano puntigliosamente i quattro stracci peggiori?
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda pinopic1 il 31/01/2009, 18:00

pierodm ha scritto:Una delle caratteristiche che meno mi piacevano nel vecchio PCI era l'abitudine di attaccare le persone che cominciavano a fare discorsi che non collimavano con la famosa "linea" ufficiale del partito: attaccare poco e di sfuggita le idee, ma molto e accanitamente le persone, definite spesso "provocatori", qualche volta "traditori", oltre che sempre indicati come causa di "pericolose spaccature".
Possibile mai che di quella vecchia e indubbiamente gloriosa sinistra si buttino via le tante cose buone, mentre si conservano puntigliosamente i quattro stracci peggiori?


Però non mi sembra la stessa situazione, anzi mi sembra la situazione opposta. Nel caso del PCI era la direzione del partito che preferiva attribuire alla singola persona o al piccolo gruppo la paternità di una visione politica diversa da quella prevista linea ufficiale per sminuirne l'importanza. Nel caso di Di Pietro e di altri personaggi della seconda repubblica sono loro che personalizzano la politica, cercando il consenso sulla propria persona, piuttosto che sulle idee e i programmi. Dando anche al loro partito un assetto proprietario e il loro stesso nome. Di Pietro Italia dei Valori, UDEUR Mastella, Lista Dini, Patto Segni (anche lista Pannella e lista Bonino che però non sono partiti ma liste presentate da un partito dove il nome del politico sostituisce la sigla); per non parlare delle liste regionali e comunali a sostegno di aspiranti sindaci e governatori. E questi partiti del segretario sono speso monotematici; così quello di Di Pietro si caratterizza per l'interesse verso i reati dei politici, l'UDEUR come ufficio di collocamento ecc.
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda pierodm il 01/02/2009, 1:33

Pino
In verità io ricordavo il vecchio PCI nel senso che, oggi, il suo posto nella criminalizzazione delle idee eccentriche alla "linea" è stato preso dal PD.

Quello che tu dici è vero, sulla personalizzazione crescente della politica, ma è un discorso che non c'entra molto con il problema di cui discutevamo.
Che a proporre, infatti, una linea eccentrica sia un partito "anonimo" o un "partito-persona" cambia ben poco, riguardo al fatto che non si entra nel merito dell'eccenticità e che si equivochi pesantemente - o si falsifichi - quello che è stato detto.
Perché in sostanza il punto è proprio questo, sia a livello di grande comunicazione, sia - come ho già sottolineato - nell'ambito del nostro forum: andrebbe benissimo respingere le affermazioni di Di Pietro, confutandole e indicando dove e come sono scorrette. Invece, di tutto si parla intorno a questo famoso "discorso eversivo", meno che del contenuto del discorso stesso, che viene considerato in blocco e condannato con giudizi sommari che non si riesce a capire su che cosa siano basati.

Gli aspetti gravi di questo modo di procedere, per quanto riguarda i vertici del PD, sono due.

Il primo. Il fatto che questa sollevazione fa seguito ad altre dello stesso tenore, sebbene meno virulente, contro le critiche che vengono mosse alla linea tenuta dal PD, e contro tutto ciò che viene giudicato fastidioso per la solitaria leadership che il PD è riuscito a raggiungere "a sinistra".
E' allo stesso tempo un segno di debolezza e di arroganza: due cose che spesso vanno insieme, costituendo un mix assai pericoloso.

Il secondo. I toni usati, la manipolazione delle parole altrui, la pronta criminalizzazione del dissenso, sono in sé un valore estremamente negativo, che promette molto male per il futuro - e che risalta assai spiacevolmente laddove verso la destra si tende ad usare un criterio e un tono molto più morbidi e "diplomatici". Come a dire: siamo spietati con gli alleati che ci danno fastidio, e dialoganti con gli avversari.

Anche Di Pietro è assai crudo con il PD, ma mostra di essere coerente: è ancora più crudo con Berlusconi e soci.

Aggiungo un terzo aspetto che mi sembra grave: il fatto di lasciare nelle mani di Di Pietro discorsi che andrebbero fatti da tutta l'opposizione, concordemente e meglio di come li fa Di Pietro.
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda pinopic1 il 01/02/2009, 11:28

Ma non è che la linea ufficiale del PD sulla giustizia sia molto diversa da quella di Di Pietro. Quindi non c'è nessuna necessità di criminalizzare le idee. Piuttosto il PD non riesce a comunicarle le sue idee a quanto pare neanche ai più fedeli sostenitori.
Ma soprattutto non conduce una adeguata battaglia per farle prevalere; almeno questa è l'impressione che ho.
Il rischio della personalizzazione operata da Di Pietro, il porsi come unico difensore dell'autonomia della magistratura e della efficacia del lavoro investigativo, è che agli avversari basta delegittimare Di Pietro con qualsiasi altro argomento per delegittimare quella battaglia politica.
E qui sbaglia il PD ad unirsi al coro della critica a Di Pietro che ha soltanto lo scopo di delegittimarlo. Il PD deve solo pensare ad essere molto più deciso di quanto non sia stato fino ad ora nel contrastare i punti inaccettabili della riforma che il CD sta portando avanti. E avere la capacità politica e comunicativa di togliere la scena a DI Pietro, in concorrenza leale.
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda pierodm il 01/02/2009, 15:40

Pino
Se vogliamo dirla come la dici tu, per me va bene.

Tuttavia, la "criminalizzazione" delle idee, se è forse una definizione esagerata in questo caso, mi sembra che aleggi se non altro come tentazione in altri casi di dissenso - sia che si tratti di dissenso sulla tattica, sia sul linguaggio, sia sui contenuti.
Nota bene che in questo contesto il termine "criminalizzazione" ha ovviamente un significato politico, più che giudiziario.
Vale a dire indicare i dissenzienti e gli "irregolari" come portatori della famosa e nefasta "infezione intellettuale" che porta alla famigerata "spaccatura" - ossia un clima politico nel quale si antepone la "ragion di partito" ad ogni critica, ad ogni aperta discussione che abbia qualche peso significativo e determinante.
Naturalmente nel vecchio PCI i fenomeni erano più drammatici e laceranti, mentre adesso ogni cosa scivola con facilità nel pettegolezzo o nella contrapposizione leaderistica, per tante ragioni, tra le quali quella personalizzazione di cui hai parlato.
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda Paolo65 il 14/02/2009, 10:32

DAL CORRIERE:
ROMA La procura di Roma ha chiesto l'archiviazione per Antonio Di Pietro, che era stato iscritto sul registro degli indagati per 'offesa all'onore o al prestigio del presidente della Repubblica' in relazione all'intervento pronunciato durante la manifestazione a piazza Farnese. «Una lettura attenta del complessivo intervento dell'onorevole Di Pietro - si legge nella richiesta di archiviazione -, peraltro, consente di escludere che i riferimenti al 'silenzio mafioso' abbiano avuto quale destinatario non lo stesso oratore ma proprio il presidente della Repubblica».
COMMENTO:
Il buon senso a prevalso e l'accaduto deve essere classificata per quello che è stata: un gaffe.
Resta però l'abuso della polizia per aver tolto quei cartelli su Napolitano,che non erano offensivi in alcun modo.
Come possiamo constatare, se ricordiamo alcuni commenti nel PD, la strumentalizzazione dell'accadimento non stanno solo nel DNA della DX e di Berlusconi.

Paolo
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda franz il 14/02/2009, 11:06

Paolo65 ha scritto:Una lettura attenta del complessivo intervento dell'onorevole Di Pietro - si legge nella richiesta di archiviazione -, peraltro, consente di escludere che i riferimenti al 'silenzio mafioso' abbiano avuto quale destinatario non lo stesso oratore ma proprio il presidente della Repubblica».
COMMENTO:
Il buon senso a prevalso e l'accaduto deve essere classificata per quello che è stata: un gaffe.

Già, una attenta lettura, a freddo, a tavolino, riesce ad escludere che il riferimento fosse quello ma aver messo due temi cosi' vicini in un discorso unico e nello stesso periodo crea confusione e molti in piazza possono invece non aver distinto le cose. Per me sul piano dialattico un vero leader politico nazionale non puo' fare certi accostamenti ambigui, che risultano chiari solo dopo "attenta analisi del complessivo". In piazza l'ascoltatore non puo' fare "attenta analisi del complessivo" perché percepisce solo un flusso di parole pronunciate in diretta. Vero cio' che dici sulle strumentalizzazioni ma anche vero che non è solo Berlusconi che fa certi accostamenti improvvidi e che poi "non ha mai detto" perché intendeva altro. Ma intanto il messaggio è stato mandato e rimane. Non è anche questo un metodo un po' mafioso?

Ciao,
Franz
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Re: Di Pietro attacca Napolitano

Messaggioda matthelm il 14/02/2009, 11:52

Franz, sottoscrivo in toto il tuo commento: ineccepibile.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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