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Nelle moschee si preghi in italiano.

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Nelle moschee si preghi in italiano.

Messaggioda guidoparietti il 20/01/2009, 17:45

ranvit ha scritto:Rispondevo alle critiche alla mia "menate varie"....ma a quanto pare l'amore per la polemica supera la razionalità.

Dire che i diritti umani e la democrazia, e le istituzioni concrete che ne conseguono, sono "menate varie" e contemporaneamente dire che si vuole difendere il modo di vita basato su tali elementi dall'eventuale distruzione ad opera di chi non li condivide, questo è irrazionale. Nel senso molto basilare che le due asserzioni si contraddicono tra loro, perché da un lato affermano un valore (noi liberi e democratici contro loro teocratici e totalitari) e dall'altro dicono che quel valore (democrazia e libertà) non c'è (sono menate).
Se poi non volevi dire che sono menate ma qualcos'altro, allora è tautologico che non dovevi dire ciò, ma qualcos'altro... Dire una cosa e poi lamentarsi dell'irrazionalità altrui perché ti si risponde su ciò che hai detto è uno strano procedimento discorsivo a mio parere.
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Re: Nelle moschee si preghi in italiano.

Messaggioda pianogrande il 21/01/2009, 2:20

Insomma, la prima grande invenzione del ventunesimo secolo è la democrazia ad assetto variabile.
In ultima analisi, certe concessioni bisogna meritarsele.
Bellissimi i diritti umani, basta che mi lasciate torturare i "terroristi".
Ottimo lo stato sovrano ma ad esclusione degli "stati canaglia".
Bella la libera espressione a patto che non si "dileggi" il capo del governo.
Sacro il rispetto delle minoranze etniche ma solo quelle di casa nostra.
Negli anni 60-70 tutti avevano libertà di parola tranne "i fascisti".
Io ero di sinistra (e non poco) ma sapeste quante volte mi sono preso del fascista (anche del nazista).
Bastava dar torto a qualche caporione.
Ecco, è la discrezionalità che deve sparire se vogliamo un paese libero e democratico.
Basta una eccezione (una) e si aprono falle gigantesche.
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Re: Nelle moschee si preghi in italiano.

Messaggioda ranvit il 21/01/2009, 11:31

La democrazia è sempre stata ad assetto variabile.
Ma questo non toglie che un po' alla volta si avanti....sulla strada di una sempre maggiore democrazia.

E' quando si vogliono precorrere i tempi che si scivola e semmai si torna indietro.
Per una democrazia compiuta ci vuole tempo. Soprattutto bisogna che partecipino tutti i popoli della terra.

La mia espressione "menate varie" si riferiva infatti non alla democrazia o ai diritti umani etc in quanto tali (dicevo anche che se l'Onu e la democrazia etc non ci fossero, bisognerebbe inventarli) ma all'uso che se ne fa tirandole continuamente in ballo (ovviamente quando conviene) per condannare/giustificare questo o quello.
L'importante è riempirsi la bocca di belle parole, mentre il problema resta li' irrisolto; perchè chi lo deve risolvere non trova alcun modo concreto di farlo se non utilizza la democrazia "ad assetto variabile".

Vittorio
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Re: Nelle moschee si preghi in italiano.

Messaggioda guidoparietti il 21/01/2009, 11:36

ranvit ha scritto:dicevo anche che se l'Onu e la democrazia etc non ci fossero, bisognerebbe inventarli

Sì, dicevi che bisognerebbe inventarli MA con la consapevolezza che sono solo specchietti per le allodole privi di un significato reale. Parole tue:
è la faccia ipocrita necessaria a far "fessi e contenti" un po' di gente in giro per il mondo.

Il che è appunto l'autocontraddizione di cui dicevo. Vuoi godere e difendere democrazia e diritti, ma li vuoi considerare un'ipocrita maschera ad uso degli ingenui. Le due cose non stanno insieme.
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Re: Nelle moschee si preghi in italiano.

Messaggioda ranvit il 21/01/2009, 14:48

Mi si consenta un Ot : non è importante cosa si pensa degli altri (personalizzazione - vedi ultimo richiamo del moderatore), ma cosa si pensa in proprio delle vicende umane del mondo. Si corre il rischio infatti di banalizzare, qualche volta per l'incapacità di comprendere la complessità del mondo.... che semmai altri hanno...qualche altra volta per puro gusto della polemica fine a se stessa.

Grazie, Vittorio
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Re: Nelle moschee si preghi in italiano.

Messaggioda guidoparietti il 21/01/2009, 17:15

ranvit ha scritto:Mi si consenta un Ot : non è importante cosa si pensa degli altri (personalizzazione - vedi ultimo richiamo del moderatore), ma cosa si pensa in proprio delle vicende umane del mondo. Si corre il rischio infatti di banalizzare, qualche volta per l'incapacità di comprendere la complessità del mondo.... che semmai altri hanno...qualche altra volta per puro gusto della polemica fine a se stessa.

Il fatto che per dichiarare valevoli certi principi si debba evitare di affermare, contemporaneamente, che sono solo ipocrisie, fa esattamente parte di quella "complessità del mondo" che in tanti non colgono.
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Re: Nelle moschee si preghi in italiano.

Messaggioda pianogrande il 21/01/2009, 17:34

Da quanto sta sostenendo ranvitt (pur non volendo personalizzare) ad arrivare a dire che è giusto che la legge non sia uguale per tutti ci corre poco.
Anzi, non ci corre niente.
Allora, il governo migliore saebbe basato sulla non certezza delle regole, sulla non certezza del diritto.
Solo così si terrebbero a bada i "cattivi" che, altrimenti, prospererebbero al riparo di troppe garanzie.
Questo ragionamento, in realtà popolarmente molto diffuso, ha almeno un difetto.
Chi decide la lista dei buoni e dei cattivi?

Mi viene in mente un parallelo.
Discutere in parlamento fa perdere un sacco di tempo e così si ritarda l'attuazione di provvedimenti giusti ed urgenti.
Chi decide quando un provvedimento è giusto ed urgente?

Questo modo di governare richiede sicuramente uomini (ma forse ne basterebbe uno) retti, onesti e dalla mente illuminata.

Chi o che cosa potrebbe illuminare così tanto una mente?
Solo Dio.

Forse, allora , una soluzione l'abbiamo trovata.
Non ci resta che essere governati direttamente da Dio.
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Re: Nelle moschee si preghi in italiano.

Messaggioda ranvit il 22/01/2009, 10:48

Dal corriere.it :

Giallo in Algeria, la peste uccide i qaedisti
Quaranta le vittime, forse stavano conducendo un test per preparare un attacco biologico all’Europa.


WASHINGTON - La morte nera nelle mani dei terroristi algerini? Per l’intelligence americana non lo si può escludere. In una base di Al Qaeda della terra del Maghreb (Algeria) avrebbero condotto un test con il virus della peste conclusosi in modo drammatico: quaranta militanti avrebbero perso la vita. La notizia è comparsa prima sul tabloid britannico Sun, ma è stata poi rilanciata dal Washington Times che ha citato fonti della sicurezza americana.

Gli 007 hanno rivelato che gli estremisti algerini avrebbero chiuso un campo nella regione di Tizi Ouzou, nell’est dell’Algeria, dopo un «incidente». Le potenti antenne della Nsa—l’agenzia che sorveglia le comunicazioni — avrebbero intercettato un colloquio tra i qaedisti nordafricani e i loro referenti nell’area tribale pachistana. Al centro dei contatti la necessità di «isolare» l’area del campo per impedire ulteriori contaminazioni. L’intelligence statunitense non ha però confermato la storia dell’epidemia con decine di terroristi falciati dalla peste. Resta poi da chiarire come i militanti algerini siano riusciti ad entrare in possesso del virus.

Le rivelazioni sono state accolte con prudenza e preoccupazione dagli esperti. La cautela è dovuta alle informazioni piuttosto scarse e difficili da verificare. Il timore è legato alla consapevolezza che, non da oggi, i militanti sono alla ricerca di armi non convenzionali. Quando avevano basi sicure in Afghanistan, i seguaci di Osama si erano affidati a un inquietante personaggio, Midhat Al Mursi, alias Abu Khabbab, che eseguiva esperimenti nel villaggio di Darunta. Ricerche abbastanza rozze, con pochi mezzi a disposizione, segnate da misteriose esplosioni nel cuore della notte e resti di animali morti. Gli americani, dopo la cacciata dei talebani, hanno sequestrato dei video che mostrano i test con l’uso di sostanze tossiche: un cagnolino rinchiuso in una teca trasparente veniva asfissiato. Alcuni terroristi catturati hanno poi rivelato di aver seguito dei «corsi» condotti da Abu Khabbab per avvelenare gli impianti dell’aria condizionata in grandi complessi. Ma, sul piano pratico, le lezioni non sono state seguite da attacchi veri. E l’allarme è rimasto attivo solo per gli scenari dipinti dall’intelligence e da episodi minori.

Nel 2003, in Gran Bretagna è stata smantellata una cellula algerina che voleva usare la ricina per uccidere alcune personalità. Successive analisi hanno tuttavia sollevato dubbi sulla reale consistenza della minaccia. Un altro episodio ha riguardato i presunti sforzi della rete di Al Zarkawi in Iraq di produrre sostanze letali. Fonti americane hanno segnalato le mosse di alcuni ricercatori pachistani sospettati di essere in contatto con ambienti talebani e disposti ad aiutare gli estremisti nello sviluppo di strumenti «speciali ».

Se molti analisti ritengono che il prossimo 11 settembre sarà inevitabilmente un attacco non convenzionale, altri osservano che per i terroristi è estremamente difficile dotarsi di armi di distruzione di massa.

Guido Olimpio
22 gennaio 2009
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Re: Nelle moschee si preghi in italiano.

Messaggioda ranvit il 22/01/2009, 10:50

Molto bene!
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Dal corriere.it :

la proposta DEL MINISTRO maroni
Stop a cortei davanti ai luoghi di culto
«Una direttiva affinchè fatti come quelli avvenuti davanti al Duomo di Milano non abbiano a ripetersi»

Alcuni manifestanti che avevano partecipato il 3 gennaio scorso a Milano al corteo contro i bombardamenti israeliani a Gaza , inginocchiati in piazza Duomo, rivolti verso la Mecca per pregare. (Vincenzo Gerace/Ansa)
ROMA - I luoghi di culto, ma anche i supermercati e i centri commerciali saranno interdetti ai percorsi dei cortei, così come già avviene per le sedi istituzionali, quelle di partito e le rappresentanze diplomatiche. E gli organizzatori potrebbero dover pagare una cauzione come garanzia per eventuali danni.

NUOVE REGOLE - Il ministro dell'Interno Roberto Maroni propone nuove regole per lo svolgimento delle manifestazioni, annunciando che sta lavorando ad una direttiva da inviare a prefetti e questori, contenente le nuove disposizioni. Il perchè della necessità di rivedere tutta la normativa per l'ordine pubblico in occasione di appuntamenti che richiamano in piazza migliaia di persone, il ministro lo aveva spiegato già una settimana fa al Senato nel corso di un'audizione in commissione Affari Costituzionali, riferendosi alla preghiera di centinaia di musulmani in piazza Duomo a Milano durante il corteo pro-Gaza. «Le manifestazioni come quelle di questi giorni a favore della Palestina - spiegò il ministro - pongono questioni nuove rispetto a quelle cui eravamo abituati: noi eravamo abituati ad evitare che si andasse sotto certe sedi, come quelle dei partiti. Ora c'è da valutare l'opportunità che i cortei passino vicino ad edifici di culto». Con ciò, aggiunse, «non si vuole dare una risposta repressiva, ma bisogna dare piena attuazione sia al diritto di manifestare sia al diritto di chi non manifesta di vivere la propria città».

MAI PIU' COME SUL SAGRATO DEL DUOMO - Parole ribadite nel corso del question time alla Camera, rispondendo ad un'interrogazione del vice sindaco di Milano Riccardo De Corato che chiedeva appunto quali fossero le iniziative del ministero per evitare in futuro simili situazioni. «Ho preparato una direttiva - ha detto Maroni - affinchè fatti come quelli avvenuti davanti al Duomo di Milano non abbiano a ripetersi». L'ipotesi su cui si sta lavorando è quella di dare ai prefetti indicazioni chiare, affinchè vengano sottratte alcune aree alle manifestazioni: i luoghi di culto, innanzitutto, ma anche centri commerciali e supermercati, monumenti e siti di interesse pubblico. E d'altronde a Roma sindaco, prefetto e sindacati stanno già lavorando al progetto per liberare il centro dai cortei e ridurre così i collassi della città. Non si tratterà comunque di regole ferree; le valutazioni verranno fatte caso per caso e, nel concedere l'autorizzazione al percorso indicato dai manifestanti, si terrà conto anche di precedenti specifici. Ma la direttiva dovrebbe contenere ulteriori disposizioni, come ad esempio forme di garanzie per eventuali danni. La proposta sul tavolo è quella di chiedere una cauzione agli organizzatori delle manifestazioni, che non verrebbe restituita in caso di danni commessi durante i cortei. Una misura che mira a far sì che siano gli stessi organizzatori ad isolare le frange estreme e violente che spesso si nascondono tra i manifestanti.


21 gennaio 2009
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Re: Nelle moschee si preghi in italiano.

Messaggioda pianogrande il 22/01/2009, 11:02

Ci siamo.
Ecco la valanga di eccezioni.
De Corato ed Alemanno non vogliono che si dimostri a casa loro.
La lega, poi, ha ormai preso la strada delle concessioni a pagamento.
Tra un po', potranno dimostrare solo quelli che se la passano bene.
Ma quelli, se gli manca il pane, se le possono comprare davvero le brioches.
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