Scuola. I dati del Miur. Ma di che parlano ministri e giornali?Giuseppe Sandro Mela.
2015-05-26.
Il Miur, Ministero della Istruzione, della Università e della Ricerca ha reso pubblico il proprio database, aggiornato a tutto il 2012.
2015-05-25__Miur__001

Di questi tempi nei quali si sta facendo un gran parlare dei problemi della scuola, sembrerebbe che nessuno si degni di ragionare un pochino sui numeri, prime di parlare e di prendere iniziative. Ma i numeri restano, e restano come macigni. A voler essere onesti, si direbbe che ministri, giornalisti e sindacalisti siano non solo colpevolmente disinformati, ma in perfetta malafede.
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(1) I dati sono aggiornato a tutto il 9 ottobre 2012. Nell’epoca dell’informatica un simile database potrebbe essere aggiornato anche giorno per giorno. Questo è uno dei tanti segni di una trasandatezza mentale durante la gestione ordinaria del ministero, nonché di scarsa trasparenza.
(2) Il file «alunni_classi» contiene i dati relativi a tutti gli Istituti scolastici, specificatamente il numero di alunni e delle classi.
Numero totale degli alunni: 6,713.438#
Numero totale delle classi: 324,155#
Numero medio alunni per classe: 20.7#
(3). Il file «personale_scuola» contiene i dati relativi al corpo docente ed agli Ata. Ecco i totali.
docenti_maschi_totale 160,610
docenti_femmine_totale 1,103,113
docenti_maschi_sostegno 18,150
docenti_femmine_sostegno 145,746
ata_m 66,928
ata_f 141,605
Totale 1,636,152
Il totale del personale docente ammonta a 1,427,619 unità.
Il rapporto alunni/addetti è 4.1 (6,713.438 / 1,636,152).
Il rapporto alunni/docenti è 4.7 (6,713.438 / 1,427,619).
Il numero dei docenti di sostegno è 163,896, e costituisce il 12.96% del corpo docente.
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Considerazioni.
(1). Il rapporto alunni/addetti di 4.1 ed alunni/docenti di 4.7 pone l’Italia al vertice mondiale per tale parametro.
(2). Il numero dei docenti è circa quattro volte superiore a quello necessario nei restanti paese ad alta scolarizzazione.
(3). Che il 12.96% del personale docente sia di sostegno indicherebbe che un’analoga percentuale di alunni sia disabile, fatto difficilmente sostenibile. Gli insegnanti si sostegno sono assunti per chiamata…
(4). Per i risultati didattici che ottiene in media il nostro corpo docente, sarebbe lui a dover pagare per entrare in aula, non lo stato a remunerarli.
(5). Si parla spesso di pari opportunità, quasi invariabilmente a sostenere la necessità di fare assumere più femmine. Bene: il nostro corpo docente nella scuola è composto da femmine al 90%. Qui si pone allora il problema della discriminazione dei maschi. Non solo. Ma se le femmine fossero poi così migliori dei maschi, la nostra scuola dovrebbe fare faville, cosa che i fatti smentiscono.
Come si constata,
un mondo della scuola
di ipocriti corrotti.
→ Sole 24 Ore. 2015-05-23. Cgia Mestre: in Italia la spesa pensionistica è 4 volte superiore a quella scolastica.
Secondo la Cgia di Mestre l’Italia ha la spesa pensionistica più elevata d’Europa (il 16,8% del Pil, pari a poco meno di 270 miliardi di euro all’anno), mentre è al penultimo posto negli investimenti per l’istruzione (il 4,1% del Pil, che equivale a 65,5 miliardi di euro all’anno). In questo settore solo la Spagna presenta uno score peggiore del nostro (4% del Pil). La nostra spesa pensionistica, spiega la Cgia, è 4 volte superiore a quella scolastica.
Il confronto con gli altri paesi europei
Nessun altro Paese dell’area dell’euro presenta uno «squilibrio» così evidente. In Ue, ad esempio, le pensioni costano mediamente “solo” 2,6 volte l’istruzione, in Francia 2,7 volte, mentre in Germania 2,5. «I dati riferiti all’Italia – commenta il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – sono in parte condizionati dal trend demografico. Tuttavia, non possiamo disconoscere che le politiche di spesa realizzate negli ultimi quarant’anni abbiano privilegiato, in termini macroeconomici, il passato, ovverosia gli anziani, anziché il futuro, cioè i giovani».
Spesa pensioni: aumento record 2003-2013
In Italia tra il 2003 e il 2013 la spesa pensionistica sul Pil è aumentata di 2,6 punti percentuali, attestandosi a quota 16,8%: è il record europeo, con oltre 4 punti percentuali in più della media registrata nell’area dell’euro. In termini assoluti il costo per le nostre casse pubbliche nel 2013 è stato di 269,89 miliardi di euro. In Italia ci sono circa 16 milioni e mezzo di pensionati, contro i 18,4 milioni presenti in Francia e i 23,5 residenti in Germania. Tuttavia, rapportando il numero di pensionati al numero di occupati, il nostro Paese presenta l’incidenza più elevata di tutta l’Europa: 74,3%. A fronte di una media continentale del 63,8%, in Francia il dato si attesta al 72,4% e in Germania al 61,6%.
Diminuisce la spesa per l’istruzione
Per quanto riguarda l’Istruzione sempre tra il 2003 e il 2013, la spesa per la scuola è scesa dello 0,5%. Solo l’Estonia ha “tagliato” di più (0,6% del Pil). In valore assoluto investiamo 65,5 miliardi di euro all’anno che corrispondono al 4,1% del Pil.
http://www.senzanubi.it/home/scuola-i-d ... -giornali/
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
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