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Caos anche senza Porcellum
di Fabio Chiusi
Se avessimo votato con i sistemi stranieri (spagnolo o tedesco) comunque nessuno avrebbe la maggioranza. Un giochino accademico? No, un problema serio se si dovesse tornare alle urne con un'altra legge elettorale
(05 marzo 2013)
Se anche il 24 e il 25 febbraio avessimo votato con una legge elettorale diversa dal 'Porcellum', la maggioranza assoluta in entrambi i rami del Parlamento sarebbe rimasta un miraggio, per il centrosinistra. E questo anche nell'ipotesi di un'iniezione di seggi dalla coalizione montiana. Anzi, senza lo spropositato premio di maggioranza fornito dalla contestatissima (e da tutti ripudiata) legge Calderoli la situazione di stallo verificatasi al Senato si sarebbe presentata anche alla Camera dei deputati. E' il risultato di una simulazione elaborata da YouTrend.it per l'Espresso, che ha preso in considerazione i risultati dell'ultima tornata alle urne e ha considerato quale composizione delle Camere si sarebbe ottenuta usando il sistema tedesco, spagnolo, greco e con la precedente legge elettorale, il cosiddetto 'Mattarellum'. Certo, la simulazione impone dei caveat nell'interpretazione dei dati ottenuti.
Il primo è che «l'Italia è una delle poche (se non l'unica) democrazia occidentale dove i partiti si presentano in coalizioni pre-elettorali, e dove i meccanismi del sistema elettorale (sbarramenti, premi di maggioranza) agiscono, oltre che sui partiti, anche sulle coalizioni», spiega Salvatore Borghese, caporedattore centrale del webmagazine di trend sociali e autore dell'elaborazione. Per questo, prosegue, «simulando i sistemi tedesco, spagnolo e greco, ho adottato due ipotesi: nella prima i partiti si presentano da soli, nella seconda i voti dei partiti alleati contano come se fossero dati ad un solo partito». Certo, nel secondo scenario il risultato è «più seggi», ma bisogna tenere a mente che «è sempre un azzardo sommare automaticamente i voti dei partiti coalizzati, se si deve ipotizzare una lista unica». E' il vecchio adagio dell'algebra politica, per cui due più due a volte fa tre, altre cinque, raramente quattro. Ma la sostanza non cambia, perché la tanto agognata maggioranza non c'è.
SISTEMA TEDESCO
Si prenda il sistema tedesco, in cui metà dei seggi sono assegnati in collegi uninominali a turno unico e gli altri tramite una ripartizione proporzionale con uno sbarramento del 5 percento (o a chi vince almeno tre collegi uninominali). Alla Camera, considerando i singoli partiti, il MoVimento 5 Stelle avrebbe ottenuto un seggio in più del Pd, 196 a 195, e in sostanza quasi il doppio rispetto a quelli realmente ottenuti (109). Più seggi andrebbero anche al Pdl (166, invece di 97), ma il punto è che il centrosinistra non riuscirebbe a ottenere la maggioranza assoluta, nemmeno sommando i 67 deputati montiani. Considerando le coalizioni il dato di fondo non cambia: il centrosinistra avrebbe un pugno di parlamentari in più rispetto al centrodestra (solamente sei), e il MoVimento 5 Stelle sarebbe comunque più decisivo per i responsi dell'aula rispetto alla situazione attuale. Lontanissima la maggioranza assoluta anche al Senato, considerando i singoli partiti con il Pd a 98 senatori e Sel ferma a 2, quota 158 resta irraggiungibile. Di poco meglio sarebbe andata se il centrosinistra si fosse presentato come coalizione, raggiungendo 108 seggi da sommare eventualmente ai 33 di Monti. Insomma, niente da fare.
SISTEMA SPAGNOLO
Altro sistema proporzionale, ma con uno sbarramento 'implicito' e variabile che ha l'effetto di agevolare i più forti e consentire maggioranze monopartitiche, è quello spagnolo. Dove in assenza di dati sul Senato (impossibile simularlo, data l'equivalenza di circoscrizioni e province, mentre in Italia il computo è su base regionale), resta il dato di una Camera senza sostanziali vincitori. Il Pd avrebbe 203 deputati, Sel 6, l'Svp 4. Con il M5S a 197 e Pdl a 171 (più eventualmente i 17 leghisti), lo scenario sarebbe l'ingovernabilità, anche a voler fare le somme e ad aggiuncerci i 28 ottenuti da Monti.
SISTEMA GRECO
Ma la più grossa sorpresa a Montecitorio si sarebbe presentata nel caso dell'utilizzo di una legge elettorale identica a quella greca, che assegna il premio di maggioranza al primo partito. Cioè al MoVimento di Beppe Grillo, che così avrebbe ottenuto ben 254 deputati, esattamente cento in più rispetto a quelli che si sarebbero assicurati i democratici di Bersani. Certo, nemmeno i 'grillini' avrebbero la maggioranza assoluta: per ottenerla, il MoVimento avrebbe dovuto spingersi fin quasi al 40 per cento dei consensi. Questo nel caso di partiti presentatisi da soli