Loredana, a me sembra che le tue affermazioni e quelle di Robyn non siano in contrasto, per il fatto puro e semplice che è sbagliato parlare delle "donne" in modo eccessivamente generale, come se fossero tutte uguali, specialmente nel loro comportamento.
Il mio, personale, rispetto per le donne, infatti, prevede che la loro personalità, la loro psicologia, le necessità, lo status sociale, i limiti e le virtù sono complessi, spesso contraddittori, com'è nella normale condizione umana.
In particolare, poi, molto di ciò che attribuiamo alla sfera femmnile è in realtà un problema sociale, soprattutto per ciò che riguarda il rapporto con il lavoro, con il matrimonio e in senso lato con il genere maschile.
La necessità di "farsi una posizione", per un uomo, è solo in misura marginale un problema che riguarda le donne - o eventuali loro sindromi - ma è un'afflizione di portata assai più vasta: in questo senso, il matrimonio e la famiglia e "la posizione" sono uno dei fattori più pesanti in termini di "controllo sociale", ossia di condizionamento che tenede ad impedire ribellioni e libertà di giudizio - per arrivare al famigerato "tengo famiglia" che in Italia conosciamo bene.
Un "controllo sociale" di cui parla in modo amarissimo ed esemplare Pasolini, che descrive nella sua Ballata delle madri il loro ruolo di vittime allo stesso tempo colpevoli di essere la cinghia di trasmissione del "ricatto economico" che costruisce una trappola invisibile intorno alle vite dei loro figli.
Ma torniamo un momento al problema - solo in parte scherzoso - che ci ha prospettato Robyn: perché solo sposate e fidanzate?
Be', non so quanti anni abbia Robyn, ma credo che non sia giovanissimo.
A vent'anni o poco più è molto più facile frequentare, avere o ricevere attenzioni da parte di coetanee, ossia donne che per età non sono ancora sposate, o che sono fidanzate relativamente più "solubili".
Dai trent'anni in poi la situazione tende a cambiare in modo avvertibile, e andando verso i quaranta o più aumenta il numero delle "papabili" che hanno vicissitudini matrimoniali, complicazioni di vita e contraddizioni esistenziali.
Rimane, ovviamente, aperto il problema se sia più "normale" la situazione giovanile o quella della maturità: ma è probabilmente un falso problema, essendo normali entrambe, ammesso poi che sia lecito dividere le vita in una successione così netta di periodi.
Va be'.