da pierodm il 19/01/2011, 19:50
Manuela, quanto alle banalità, io non le riscontro tanto nel'intervento specifico di qualcuno, quanto invece nel taglio complessivo di certi argomenti.
Per esempio, la Germania.
Per come viene proposto il tema, equivale ai famosi "brevi cenni sull'universo", sia che lo faccia il supermanager, sia che lo facciamo noi qui.
Certo che il mio era, sul punto, un accenno banale: che altro si può dire sull'universo, in una riga? Che è infinito? Che è pieno di stelle?
Solo in birreria, a fine serata, si possono evocare la Germania o l'America per esclamare "bisogna diventare come loro!", o per sciorinare i punti salienti di un nuovo sistema fiscale, o per qualche rivelazione sul complotto planetario dei Cavalieri Templari.
Ovviamente la politica, e nella fattispecie, il governo, ha avuto un ruolo ben diverso in Germania da quello "non" giocato dal governo italiano, interessato più al bunga bunga che alla FIAT. E' evidente che "la struttura dell'economia tedesca è diversa da quella italiana", come dice Piero (che accusa spesso gli altri di dire banalità; io non lo faccio, ma converrà che questa frase ci assomiglia molto). E' evidente che le responsabilità sono diffuse e sono tanto più grandi quanto più potere si esercita. Ma questo non ci autorizza a limitarci ad un'analisi sociologica sui mali dell'Italia, né a considerarci innocenti solo perché altri sono più colpevoli di noi.
Be', già un'analisi sociologica decente sarebbe un bel risultato.
Quando si ammette l'evidenza di un fenomeno bisognerebbe pure che se ne tragga qualche conseguenza.
Oltre all'analisi sociologica, anche quella della "struttura dell'economia tedesca" non è roba da poco: anni fa la mia compagna ebbe l'incarico di tradurre dal tedesco, per conto di Edizioni Lavoro della CISL, un corposo libro sull'organizzazione del lavoro nell'industria automobilistica tedesca in rapporto al toyotismo, ed era solo una goccia nel mare di studi e analisi sull'argomento.
Invece nella comunicazione attualmente in voga si saltella allegramente da un sistema solare all'altro, come se si fosse tutti economisti candidati al Nobel o leader carismatici sul punto di presentare una mozione all'assembela plenaria dell'ONU.
Anche qui, nel nostro piccolo, si è sparso il contagio del "piccolo statista": la struttura dell'economia è complessa, le responsabilità sono diffuse, il potere tentacolare, i fenomeni planetari, ma noi non ci facciamo intimidire e un paio di progettini per agguantare la Germania non se li nega nessuno.
Io - che pure, misteriosamente, sono spesso accusato di intellettualismo, di atteggiamenti professorali e roba del genere - non mi sogno nemmeno lontanamente di possedere la facoltà di riformare il mondo e di saperla tanto lunga, al contrario di chi invece emette giudizi lapidari sul passato e sul presente, e ha la pretesa di trovare soluzioni pret a porter a problemi che "farebbero tremare i polsi a Kant".
Non ci autorizza a restare inchiodati al passato ...
...Sarà pure l'apologo di Menenio Agrippa, ma in gran parte del mondo funziona
Lascio a te il compito di mettere d'accordo queste due affermazioni.
Ci schiodiamo dal passato per tuffarci nel trapassato: è questa la modernità?
Vedi però il genio germanico: ci hanno fregato Menenio Agrippa e l'hanno messo a frutto. E noi credevamo ingenuamente che fosse vera la spiegazione che, dei buoni risultati dell'autowerke, ne diede una rivista inglese: con la Golf GTI le migliori auto sportive italiane le fa la Volkswagen
Nello stesso modo credo che molto spesso lavoratori e imprenditori possano - debbano - condividere un obiettivo comune, quello di produrre meglio e di più.
Strano aziendalismo, strano liberismo, strano capitalismo. Evidentemente aveva ragione Pascal, quando diceva che "ci sono luoghi dove Parigi dev'essere chiamata Parigi, altri in cui dev'essere chiamata la capitale del regno".
Ci sono momenti in cui il labaro è quello della competition, del libero gioco del mercato, degli spiriti animali che ruggiscono dentro il petto dei "capitani coraggiosi", e ci sono i cinque minuti di miti consigli, di buoni sentimenti, di appello alla solidarietà di popolo, di nazione, di comune civitas. Schizofrenìa? "Magari...", come disse Veronica a proposito del marito e di Noemi che poteva essere sua figlia illegittima.
Forse è esagerato il motto per cui "il nazionalismo è l'ultima risorsa dei delinquenti", ma quando un finanziere, un banchiere o un capitalista si presenta con la letterina di Natale, inneggiando al "bene comune", meglio controllare il portafoglio - vale ovunque, perfino nei paesi a cultura calvinista, che noi non siamo.
Credi Piero, che conosco bene l'illuminismo italiano e in particolare quello napoletano. Non dimentichiamoci però che è stato sconfitto, e che i lumi sono stati spenti sul nascere, fino a spegnerne finanche la memoria.
Che tu conosca l'illuminismo ne ero convinto anche senza precisazioni a riguardo.
Ma - nell'ambito del nostro discorso, o dei discosri che capita di sentire - sarebbe bene precisare che non l'ha spento la FIOM, e nemmeno "la sinistra", a proposito di culture vecchie da rottamare che invece zompettano ancora pimpanti con la pretesa di essere l'up to date del mondo.