Franz e trilogy ma che bella ironia.
Cosa avete bevuto oggi... la cicuta.
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franz ha scritto:Un non credente non è che faccia i salti di gioia ma forse affronta il fatto, ineluttabile, con maggiore serenità.
matthelm ha scritto:Annalu, quando ho parlato di etica cattolica? Questa dovrebbe essere etica civile. Dice Claudio Magris:
"L'inciviltà di una società sta proprio nella perdita di distinzioni e se fino a un certo punto si deve tener conto delle trasformazioni dei costumi, d'altra parte si deve anche capire qual è il confine tra adeguamento e necessità di non adeguarsi. Io che credo nel dialogo e nella messa in discussione di quasi tutti i valori, credo anche però in valori non negoziabili per cui non entro in dialogo"
annalu ha scritto:matthelm ha scritto:Annalu, quando ho parlato di etica cattolica? Questa dovrebbe essere etica civile. Dice Claudio Magris:
"L'inciviltà di una società sta proprio nella perdita di distinzioni e se fino a un certo punto si deve tener conto delle trasformazioni dei costumi, d'altra parte si deve anche capire qual è il confine tra adeguamento e necessità di non adeguarsi. Io che credo nel dialogo e nella messa in discussione di quasi tutti i valori, credo anche però in valori non negoziabili per cui non entro in dialogo"
Scusa Mtt, ma non ho capito.
Mi piacerebbe una spiegazione più esauriente di quello che intendi per "etica civile", e se questa etica civile comprende o meno le mie visioni etiche.
E' mia impressione che le mie scelte riguardanti il "fine vita" possano essere in contrasto con l'etica cattolica, ma mi sembrano perfettamente in accordo don quanto concepito come "etica civile" dalla maggioranza dei non credenti, ed anche di molti credenti "adulti".
annalu
matthelm ha scritto:franz ha scritto:Un non credente non è che faccia i salti di gioia ma forse affronta il fatto, ineluttabile, con maggiore serenità.
Mi era sfuggito...Franz, franz non dire sciocchezze, se non credi di che cosa parli?
gabriele ha scritto: In uno stato di diritto il ruolo dello Stato non è quello di definire dogmi ma di perseverare il benessere della popolazione in un quadro di diritti fondamentali dell'uomo.
E' quindi giusto che lo Stato permetta ad un essere umano di porre fine volontariamente alla sua vita?
Esistono casistiche differenti oppure ogni modo di terminare la vita di una persona è uguale?
La vita è un concetto superiore a qualsiasi possibilità di scelta degli individui, ovvero al libero arbitrio, e quindi anche alla scelta stessa della morte?
Chi promuove la vita a tutti i costi, ha diritto a impedirlo agli altri? Cioè di togliere il libero arbitrio agli altri?
Gabrive
annalu ha scritto:matthelm ha scritto:Annalu, quando ho parlato di etica cattolica? Questa dovrebbe essere etica civile. Dice Claudio Magris:
"L'inciviltà di una società sta proprio nella perdita di distinzioni e se fino a un certo punto si deve tener conto delle trasformazioni dei costumi, d'altra parte si deve anche capire qual è il confine tra adeguamento e necessità di non adeguarsi. Io che credo nel dialogo e nella messa in discussione di quasi tutti i valori, credo anche però in valori non negoziabili per cui non entro in dialogo"
Scusa Mtt, ma non ho capito.
Mi piacerebbe una spiegazione più esauriente di quello che intendi per "etica civile", e se questa etica civile comprende o meno le mie visioni etiche.
E' mia impressione che le mie scelte riguardanti il "fine vita" possano essere in contrasto con l'etica cattolica, ma mi sembrano perfettamente in accordo don quanto concepito come "etica civile" dalla maggioranza dei non credenti, ed anche di molti credenti "adulti".
annalu
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