Franz
Innanzi tutto le "sciocchezze": avevi detto la tua nel famoso merito, e che bisogno c'era di aggiungere la considerazione sul fatto che io sarei fuorviato dal desiderio (sciocco e infantile) di non avere concorrenti?
Tu ovviamente non hai detto che sono sciocco e infantile - come dissi in altra occasione, sei più abile e furbo di Ranvit - ma non ce n'è bisogno: le parole, te lo ripeto, hanno un senso.
Poiché non solo io non mi ritengo sciocco e infantile, ma anche mi sembra chiaro che la faccenda della concorrenza non c'entra una mazza, e poiché oltre tutto ho sostenuto esplicitamente che tra idealismo e pragmatismo non c'è contrapposizione e dunque nemmeno concorrenza, la tua affermazione è una solenne sciocchezza.
E bada bene: tu hai sottinteso che io sia sciocco e infantile nel complesso, io mi sono limitato a giudicare come sciocchezza una tua singola affermazione.
Per il resto, sottoscivo in pieno Annalu: io mi sono spiegato, Annalu si è spiegata, Loredana anche, Stefano pure, e anche tu sei stato chiaro. Quindi nessuno deve fare ammenda per scarsa chiarezza. Infatti non è questo il punto dolente.
Tu - i tuoi ragionamenti - soffrono spesso di una tendenza alla tautologia, ossia le tue premesse implicano già le conseguenze, a prescindere dal processo logico che in apparenza dovrebbe far discendere le seconde dalle prime.
In altri termini, ti scegli un significato da dare ad una parola, per poi analizzarla e, oplà, "scoprire" che a rigore di logica quella parola significa proprio quella cosa là che avevi scelto.
Per esempio, dopo aver letto i tuoi post, con i tuoi esempi e la replica agli esempi altrui, viene da chiedersi che cosa è per te "l'etica": praticamente, l'etica non c'entra mai, in niente, e soprattutto in niente di sensato, di utile, di pratico.
Stessa cosa per le "idee", dalle quali "idealismo": tu sembri partire dal presupposto che si agisca per mille ragioni, nessuna delle quali è definibile come "idea".
Cosa simile per "pragmatismo", o meglio, per la sua identificazione come "ricerca del meglio", messa in evidenza e contestata anche da Annalu: tu hai deciso così, e non ti passa nemmeno per l'anticamera del cervello di ragionare su una (evidente) parzialità di questa tua tesi, e nemmeno rispondi quando ti viene fatta notare.
Inoltre, non capisco perché tu hai deciso che il pragmatismo dev'essero solo quello del politico: forse perché trovi scomodo, ossia non collimante con il tuo disegno complessivo, il fatto che comportamenti inequivocabilmente pragmatici siano quelli della gente comune, dei cittadini che scelgono di venire a patti con la mafia?
Infine, non hai bene inteso il mio accenno - Franz insiste.
Ovviamente non si riferiva al fatto che tu sostenessi il tuo discorso, ma al modo: Franz insiste a dire la stessa cosa, a non voler capire quello che dicono gli altri, etc. Insomma, Franz insiste nel suo atteggiamento e nella sua chiusura.
Poi, altrettanto ovviamente, sono del tutto convinto che tu creda in quello che dici - tra l'altro, se avessi dei dubbi, sarebbero fugati dal fatto che lo dici da anni.
Solo che, qualche volta, ho la sensazione che tu non dici quello che pensi (o potresti pensare, se dialogassi con maggiore elasticità), ma pensi quello che dici, in quanto hai cominciato a dirlo e non ti vuoi tirare indietro.
Nella fattispecie, mi sembra chiaro che hai una specie di adorazione mistica, fin quasi al feticismo, per il concetto di "pragmatismo" e che ti piace, ti convince moltissimo definirlo nel modo in cui lo definisci: ti viene bene farci girare intorno tutto, e il resto lo sistemi di conseguenza. Io, leggendoti con attenzione, ci vedo una sindrome appunto dialettica, più che intellettuale o ideologica.
Il risultato, però, è che la tua tesi sembra essere la manifestazione del più efferato ed estremistico "ideologismo dogmatico": non pretendo di convincerti di questo, mi basterebbe che tu spendessi due minuti per rifletterci, senza pensare che te lo dico per malanimo o per pura polemica.