da pierodm il 31/01/2009, 2:15
Quando ho chiesto, per cortesia e per chiarezza, di citare il passo incriminato, scandaloso ed eversivo del discorso di DP, non mi aspettavo che venisse riportato mezzo intervento: tanto valeva - ha ragione Guido - fare riferimento al discorso interamente postato da Gabriele e buonanotte.
Ragione per cui, rimango nella mia precedente condizione di non conoscenza circa il concetto espresso da Di Pietro che è classificabile come "eversivo" o scandaloso.
Paoloe qualche altro, da parte loro, il concetto lo indicano, sebbene non ne citino le parole testuali: è già qualcosa.
Sembra che sia la definizione di "mafioso" del silenzio, ovvero l'omertà, di Napolitano.
Una definizione, però, che nel discorso di DP non esiste: ecco perché, di fronte alla levata di scudi bastata su questo, chiedevo di copiare/incollare le parole precise. Potrebbe anche darsi che io non sia riuscito a vederle: benché distratto, in genere non mi succede, però non si sa mai, visto che come correttore di bozze sono sempre stato un disastro.
Vero è, invece, che l'allusione alla mafiosità si riferisce - in modo chiaro e impossibile da equivocare - al suo (suo di se stesso, Di Pietro) eventuale silenzio: " Lo possiamo dire o no? Rispettosamente, ma il rispetto è una cosa, il silenzio è un'altra: il silenzio uccide, il silenzio è mafioso, il silenzio è un comportamento mafioso. Ecco perché non vogliamo rimanere in silenzio. "
Quanto a Luca, capisco bene la sua sensazione che ci sia nell'aria un clima paradossale.
Ma il paradosso non risiede nel suo - o di altri - "liberalismo", cioè nel fatto che il liberalismo sia di destra, per il semplice fatto che il liberalismo non è di destra. Non lo è all'origine, e non lo è mai diventato nemmeno nel corso dei due secoli successivi, che pure sono stati complessi, contradditori e controversi, con l'avvento del socialismo.
E' più facile, anzi, che il liberalismo si intrecci politicamente e culturalmente proprio col socialismo, piuttosto che con i dogmi ideologici e la pratica del liberismo e del capitalismo - i quali infatti possono convivere e prosperare benissimo anche in regimi autoritari e illiberali.
Ma va be': era una precisazione, non era una critica.