da mariok il 22/02/2016, 9:35
IL RESTROSCENA
Unioni civili, Renzi e il piano B nato
con il premier gay del Lussemburgo
È stato il primo ministro Xavier Bittel, sposato con il suo compagno dallo scorso anno, a suggerire al leader dem di procedere «passo dopo passo» per raggiungere l’obiettivo
di Maria Teresa Meli
ROMA Matteo Renzi ha preparato il suo “piano B” sulle Unioni civili al ritorno dal viaggio in Argentina. A metà della scorsa settimana ne ha parlato con Angelino Alfano, per capire che cosa ne pensasse il ministro dell’Interno. E, soprattutto, per sapere se il gruppo Ncd al Senato poteva accettare di votare un maxi-emendamento del governo sul quale porre la fiducia che non contenesse la “stepchild adoption”.
La norma sulle adozioni verrà inserita in una nuova legge sulle adozioni (che dovrebbe riguardare anche le single e i single) da presentare alla Camera.
Alfano ha dato il suo personale «via libera»: «Per me va benissimo, anche se magari non riuscirò a tenere tutti i miei». E a quel punto il premier si è preparato allo spariglio: «Ci sono due alternative. O un lungo iter al Senato, con 400 voti segreti e la possibilità di fare notte, o, peggio ancora, di andare a sbattere. Oppure il maxi emendamento, che politicamente conviene anche ad Alfano e Verdini, e che quindi ha una maggioranza. In questo modo portiamo a casa le Unioni civili nel giro di due giorni al Senato. Ed entro un mese sono approvate dalla Camera. Per me è meglio questa seconda strada, ma farò decidere ai senatori del Pd».
La propensione di Renzi per questa ipotesi si spiega con l’atteggiamento dei Cinquestelle dei quali ormai il premier non si fida proprio più: «Hanno giocato sulla pelle delle persone e il vero ispiratore di questa manovra è Di Maio. Se teniamo la stepchild rischiamo di fare saltare tutta la legge perché loro faranno altri giochetti. Quegli squallidi politicanti mi hanno già fregato una volta».
Il presidente del Consiglio non sembra preoccuparsi più di tanto delle obiezioni sollevate dalla minoranza interna: «Stanno agendo strumentalmente - dice ai fedelissimi - perché sanno benissimo che se si facesse come dicono loro non si andrebbe da nessuna parte. Potrebbero criticarmi se io non avessi provato a far l’accordo con i grillini, ma io ci ho provato e si è visto come è andata a finire. I Cinquestelle sono totalmente inaffidabili. E io non voglio fermarmi prima dell’obiettivo, voglio arrivare fino in fondo. Non possiamo permetterci di rinviare la legge alle calende greche. Per noi è una priorità. È una questione di civiltà».
Ma se Renzi ritiene che la strada migliore sia quella di un accordo di ferro con Alfano e Verdini c’è anche un altro motivo. Con un nome e cognome: Xavier Bittel, primo ministro lussemburghese, gay dichiarato, che lo scorso hanno si è sposato con il suo compagno. È stato lui a suggerire al premier di procedere «passo dopo passo» per raggiungere l’obiettivo.
Nel suo giro di consultazioni, ovviamente, il presidente del Consiglio ha interpellato anche gli omosessuali del suo partito. Il sottosegretario Ivan Scalfarotto, che si è espresso così: «È un po’ come scegliere tra la padella e la brace. E ovviamente io scelgo la padella, perché i grillini sono dei traditori e dei disertori». L’ex deputata Paola Concia: «Penso che occorra mettere in sicurezza la legge anche senza stepchild adoption, perché comunque è uno storico passo avanti. Ma bisogna tenere tutto il resto così com’è». E Aurelio Mancuso, numero uno di Equality, si era già espresso pubblicamente: «Andiamo avanti e portiamo a casa il risultato». Dunque, Renzi si è mosso a tutto campo, spiegando ai suoi interlocutori che il rischio vero era quello di far saltare, nelle votazioni segrete, punti importanti della legge, come la reversibilità della pensione o la possibilità di usare il cognome del partner.
A sera, il presidente del Consiglio confida: «Se riusciamo in questa operazione possiamo dire che è andata bene, anche se poteva andare meglio, ma dobbiamo essere realistici».
21 febbraio 2016 (modifica il 22 febbraio 2016 | 06:56)
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville