Ennesimo niet di Casini alle proposte geniali di ex segretari DS un poco bolliti...
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Casini a Veltroni: "No, balliamo da soli"
Urso (Fli): "Moratti? si può votare"
"Apprezzo la proposta ma il Terzo polo è un'iniziativa politica nuova che non si concilia con la difesa del bipolarismo portata avanti dal Pd". All'interno del Partito Democratico tiepida accoglienza all'iniziativa dell'ex segretario, lanciata in un'intervista a Repubblica. E scoppia una nuova polemica nel partito di Fini
ROMA - "Ho apprezzato lo spirito della proposta di Walter Veltroni per un'alleanza, ma dico no grazie: noi balliamo da soli". Pier Ferdinando Casini si intrattiene con i giornalisti a Montecitorio alla vigilia delle vacanze pasquali e spiega "che il Terzo polo è un'iniziativa politica nuova, che non si concilia con la difesa del bipolarismo che Veltroni porta avanti".
Siamo di fronte, secondo il leader dell'Udc, " a un bipolarismo selvaggio, in cui Berlusconi è il migliore alleato del popolo Viola, perchè ha bisogno di quella piazza per tenere alto il livello di tensione nel paese e per tirare fuori ogni giorno nuove proposte che minano l'equilibrio dei poteri tipico dei sistemi democratici". Il "bipolarismo", insomma, "è fallito, e non si può chiedere al Terzo polo di rinunciare a un'opzione vincente".
Lo stop dato da Casini a Veltroni, quindi, rischia di far fallire prima di nascere la proposta, avanzata in un'intervista a Repubblica, dall'esponente del Pd. Anche all'interno del Partito Democratico, comunque, l'iniziativa di Veltroni suscita tiepide reazioni, così come è avvenuto per il "governo di decantazione" 3 proposto dallo stesso esponente del Pd e da Giuseppe Pisanu, appoggiata in qualche modo anche da Gianfranco Fini 4. Se qualcuno si dice fortemente convinto della proposta, molti altri, anche all'interno della corrente dell'ex segretario del Pd si dicono scarsamente entusiasti.
"Ha riletto i giornali arretrati". Corre sul filo dell'ironia e a tratti del sarcasmo il coro dei commenti suscitati nel Pd dalle parole di Walter Veltroni, che chiede al suo partito e all'Udc di costruire in campagna elettorale "uno schieramento di forze largo e sicuramente vincente". La maggioranza del partito incassa quello che considera un "allineamento" di Veltroni sulle posizioni del segretario. La minoranza di rito franceschiniano non risparmia battute sul 'figlio prodigo'. L'ala cattolica che condivide con Veltroni Modem mastica amaro.
"Come era naturale tutto il partito si compatta intorno al segretario" registra Francesco Boccia. Per il quale questo compattamento ha due ragioni: la prima è che alla vigilia delle elezioni amministrative il partito si mostra unito, la seconda è che "le ragioni di Bersani hanno un valore in sè". Cioè "nessuno più teme che si ricreino i progressisti del '94, Bersani l'ha chiarito sia a parole che nei fatti" e dunque "non ci sono alternative" a una coalizione ampia che comprenda moderati e riformisti. "Per una volta stiamo meglio del centrodestra - sottolinea Matteo Orfini - mentre noi ci ricompattiamo, il ministro Galan spara a palle incatenate contro Tremonti: siamo sulla buona strada". "Al di là dell'analisi numerica - spiega ancora Orfini - siamo lieti di essere d'accordo con Veltroni, le sue parole sono ragionevoli e condivisibili".
"Veltroni deve essersi riletto l'intervista di Franceschini del 22 agosto" ironizzano invece dalle parti del capogruppo Pd alla Camera. "Senza contare - afferma un'esponente di Areadem che la sua posizione di oggi è la stessa per cui Veltroni ruppe con Area democratica e diede vita a Movimento democratico. Ha mandato in soffitta la vocazione maggioritaria?".
Ma chi mastica amaro sono gli alleati di Modem, i popolari vicini a Beppe Fioroni. Ufficialmente la linea è interpretata da Gero Grassi: "abbiamo fatto comizi insieme fino all'altro ieri, rispetto la sua posizione". Ma a taccuini chiusi qualcuno mugugna. Intanto per non aver condiviso la sua nuova analisi: "se si fa parte di un movimento, la linea politica la si discute insieme". E poi nel merito: "è inutile corteggiare Casini, scioglierà la sua riserva solo alla fine. Questa è una partita che si deciderà alla fine. E appaltando l'ala moderata a Casini, si uccide la vocazione maggioritaria del Pd".
E intanto scoppia un altro problema all'interno del Fli di Gianfranco Fini. A scatenarlo è il deputato Adolfo Urso: "Votare la Moratti al secondo turno a Milano? Sì, non ci vedrei niente di scandaloso. Montanelli diceva che a volte bisogna turarsi il naso. In termini politici mi sembra più naturale per noi - ha spiegato - il sostegno al centro destra salvo casi eccezionali". Urso ha criticato la conferenza stampa del suo compagno di partito, Antonio Pennacchi per sostenere la sua lista a Latina 5: "Un esperimento atipico, che non condivido". Urso ha anche rivelato di aver ricevuto un'offerta da Berlusconi per un ministero, quello delle politiche comunitarie: "Io auspico che quel posto sia riempito il più presto possibile, ma non da me. Il premier mi ha chiamato per propormelo e io l'ho detto anche lui".
E sul voto alle amministrative milanesi subito è arrivata la replica di Italo Bocchino, vicepresidente del Fli: "A Milano come altrove, la posizione di Fli sarà decisa dagli organi di partito insieme agli alleati della coalizione del Terzo polo. Tutti i contributi al dibattito sono utili, ma alla fine dovranno decidere i milanesi". "Noi auspichiamo di superare il primo turno con Manfredi Palmeri - dice Bocchino - grazie alla spinta di cambiamento dei milanesi. Nel caso in cui fossimo costretti a scegliere tra Moratti e Pisapia, gli elettori andrebbero lasciati liberi rispetto a due conservatorismi che non appartengono alla logica per cui è nata Fli".
(21 aprile 2011)
http://www.repubblica.it/politica/2011/ ... -15225050/