Bonanni sull'apertura di Marchionne
"Partecipazione agli utili è d'obbligo"
Il leader della Cisl dopo l'intervista a Repubblica: "Non si riapre la trattativa. I lavoratori hanno detto la loro". Urso (Fli): "La sfida per la nuova Fiat è una sfida del Paese". Il Financial Times: "Se passava il 'no' a rischio ambiziosi piani dell'ad e l'intera economia italiana"
L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne
ROMA - Dal giudizio "estremamente positivo" del coordinatore nazionale di Futuro e Libertà Adolfo Urso alla sottolineatura del leader della Cisl Raffaele Bonanni secondo cui "la partecipazione agli utili è d'obbligo". L'intervista di Sergio Marchionne a Repubblica 1 tiene vivo il confronto politico e sindacale sul futuro di Fiat e delle relazioni industriali. Dopo la vittoria del sì al referendum di Mirafiori, l'ad del Lingotto ha delineato il percorso che intende intraprendere: l'accordo non si tocca, anzi sarà esteso, e se le cose andranno bene gli operai avranno un ritorno economico.
Cisl: "Riaprire la trattativa? Lavoratori hanno detto la loro". Il leader della Cisl Raffaele Bonanni non ritiene che ci siano i presupposti per riaprire una trattativa, dato che i lavoratori hanno espresso il loro parere. "Questo non è un gioco di società. La Fiom aveva la possibilità di firmare - ha sottolineato Bonanni - Ma non firma nessun accordo, non riconosce gli altri sindacati, non riconosce l'esito del referendum, non riconosce nemmeno la propria confederazione che li invita a firme tecniche e quant'altro. Sono loro che dicono no a tutto". Non si può immaginare Mirafiori senza la Fiom, ha aggiunto, "ma neppure una Mirafiori solo con la Fiom". E poi, sulle parole di Marchionne sulla partecipazione degli operai agli utili: "Sono soddisfatto che Marchionne lo dica per la prima volta con forte chiarezza. La partecipazione è d'obbligo, non si può avanzare con l'antagonismo".
Uilm: "Ora si scriva contratto per Mirafiori". Per il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, dopo il referendum, ora è necessario che Fiat e sindacati scrivano il nuovo contratto per i lavoratori della newco che arriverà a Mirafiori così come già fatto per la newco di Pomigliano. "Ora scriveremo il contratto per i lavoratori di Mirafiori - ha detto Palombella - il 13 e il 14 gennaio resteranno date indimenticabili che segneranno un cambiamento radicale di democrazia sindacale e di rapporti tra le diverse organizzazioni sindacali", ha detto Palombella criticando ancora una volta la posizione della Fiom. "Il nostro compito ora - ha concluso - sarà quello di scrivere, come abbiamo fatto per Pomigliano, il contratto per i lavoratori di Mirafiori, con le migliorie che riguarderanno i nuovi regimi degli scatti di anzianità e i nuovi inquadramenti professionali".
La politica faccia la sua parte. "La sfida per la nuova Fiat è una sfida del Paese, ora può diventare un modello di partecipazione e di sviluppo", ha commentato Urso che vede nell'atteggiamento di Marchionne un segno positivo per "delineare un percorso di pieno e sostanziale coinvolgimento dei lavoratori al destino dell'impresa, anche attraverso la presa". "Apprezziamo - ha aggiunto - che l'ad della Fiat non si sia limitato solo a confermare gli investimenti programmati, ma abbia saputo andare oltre, al fine di recuperare il dissenso espresso nel referendum. È questa la strada giusta che può ricomporre le divisioni tra i lavoratori e ridare competitività strutturale all'azienda, coinvolgendo tutti nella sfida della produttività e quindi della competitività. La politica faccia adesso la sua parte realizzando un contesto legislativo che favorisca la partecipazione agli utili".
Financial Times: "Con il 'no', il costo sarebbe stato altissimo". "La Fiat, e non solo la Fiat, ha avuto una ristretta via di fuga. Immaginate cosa sarebbe accaduto se i lavoratori del principale stabilimento di Mirafiori avessero bocciato venerdì la nuova offerta di contratto. Anche se la sconfitta fosse stata così di misura come è stata la vittoria (54% di sì), il costo sarebbe stato devastante", scrive il Financial Times in un editoriale intitolato "La grande vittoria di Fiat". Innanzitutto, secondo il quotidiano della City, "gli ambiziosi piani di Sergio Marchionne, sarebbero stati messi in dubbio". Con il rischio di far deragliare anche il progetto di prendere il pieno controllo di Chrysler. Inoltre, "l'intera economia italiana avrebbe sofferto", visto che "una sconfitta del management alla Fiat, il maggiore gruppo industriale del Paese, avrebbe dissuaso gli altri datori di lavoro" dall'idea di fare cambiamenti. E mentre i politici dell'Eurozona e gli obbligazionisti dovrebbero essere particolarmente alleviati dal risultato, gli unici a rimpiangere il voto possono essere i rivali di Fiat. "Ma - conclude l'Ft - considerando la posta in gioco, anche il loro disappunto sarà misto a sollievo".
L'ad Fiat negli Usa. Tornerà per il Cda. L'amministratore delegato della Fiat, intanto, è di nuovo negli Stati Uniti e rientrerà a Torino per il consiglio d'amministrazione che il 27 gennaio dovrà esaminare i conti 2010. Tornato da Detroit per seguire da vicino l'esito del referendum a Mirafiori, Marchionne è ripartito nella giornata di ieri per gli Stati Uniti.
Dopo referendum lavoratori di Mirafiori in fabbrica. Dopo il referendum che ha dato il via libera al piano di Sergio Marchionne, sono tornati in fabbrica questa mattina i lavoratori di Mirafiori. Ieri lo stabilimento era rimasto chiuso per cassa integrazione. La produzione sarà regolare per tre giorni, mentre venerdì sarà in funzione la sola linea della Mito.Davanti alla porta 2 di Mirafiori, ma anche agli altri cancelli delle carrozzerie, la Fiom ha distribuito volantini dal titolo "A fianco dei lavoratori che hanno avuto il coraggio di votare no, a fianco dei lavoratori che hanno dovuto votare sì".
http://www.repubblica.it/economia/2011/ ... ef=HREC1-2