franz ha scritto:Red ha scritto:Non capisco perché non si possano criticare i paladni del diritto di critica, come se il diritto di critica da loro tanto invocato si debba per forza stoppare dove inizia la loro critica.
Condivido il tuo intervento ma credo che il punto sia una altro.
Quello che noto è una escalation nelle critiche tra giornali (critiche che poi soggettivamente vengono vissute come "attacchi") e questa è una cosa inusuale su cui ragionare.
Non so se qualcuno di noi ricorda casi in cui il corriere critica la repubblica o la stampa crititica il sole24ore.
Ci possono essere interessanti dibattiti a distanza tra illustri articolisti sulle rispettive colonne, botta e risposta nel merito.
Mai fuoco incrociato tra giornali e critche alle rispettive testate ed al loro posizionamento politico.
Anche questo è indicatore sia di una competizione sia di un imbarbarimento "berlusconiano".
Ciao,
Franz
Sì, però ho come l'impressione che loro tendano ad accomunare la "gente" da una parte e tutta l'informazione dall'altra, per poi dividerre le due componenti: la gente (tutta) è con noi; la stampa (tutta asservita) è con loro.
Non è così! Devono rendersi conto che loro, e chi va in piazza con loro, non rappresentano la totalità delle posizioni della gente comune, mentre è vero che il fuoco incrociato dell'informazione ha guardato più il dito che la luna...perché è sulla luna che dovevano guardare...
Ad ogni modo, condivido molto questa lettera di Paolo Barnard, riportata da vari quotidiani all'epoca del V_Day di Grillo. Ve la ripropongo, scusandomi con chi ha già avuto modo di leggerla:
Cari amici,
sono Paolo Barnard, giornalista ex inviato di Report e scrittore (Perché ci Odiano ecc.),
impegnato da molti anni nei temi che ci stanno a cuore. Queste righe sono un appello molto più che
accorato, sono piuttosto un grido per ostacolare la rovinosa deriva nella quale la Società Civile
Organizzata italiana* è franata, e di cui il terribile V-day di Beppe Grillo è solo l’espressione più
visibile.
Sta accadendo che noi, la Società Civile Organizzata di questo Paese, ci stiamo facendo
annullare dai metodi e dalle strutture di rapporto di alcune personalità divenute nostri leader, e
dal fumo negli occhi che costoro sono riusciti a soffiarci. Siamo ridotti oggi a poca cosa, ci stiamo
auto consegnando all’irrilevanza, nonostante l’apparenza sulla superficie sembri dimostrare
l’esatto contrario. Eravamo invece l’unica speranza rimasta a fronteggiare il trionfo internazionale
del Sistema massmediatico e neoliberista, davvero l’ultima spiaggia. L’annullamento di quella
speranza è per me una tragedia enorme, ma è indicibilmente più tragico che questa rovina si stia
consumando per mano dei nostri stessi leader alternativi e con il nostro pieno ed euforico consenso.
Questo, mentre il Sistema se ne sta tranquillo a guardare in piacevole stupore (il Sistema, amici,
quello vero, quello che non sta a Palazzo Chigi).
È accaduto che noi, gli antagonisti, abbiamo riprodotto al nostro interno le medesime strutture
del Sistema che volevamo contrastare.
* per Società Civile Organizzata si intendono sia i pochi attivisti che i tanti simpatizzanti raccoltisi attorno ai
Movimenti e ai gruppi di protesta italiani.
L’annullamento verticale
Anche fra noi dilaga oggi la struttura chiamata Cultura della Visibilità, che è la cultura dei
Personaggi, cioè dei Vip, e che nel nostro caso è rigorosamente alternativa, certo, ma sempre
identica all’equivalente struttura del Sistema massmediatico. E cioè la nefasta separazione fra pochi
onnipresenti famosi, e tanti seguaci. Ne siamo pervasi totalmente.
I nostri Personaggi e gli eventi che essi gestiscono (i Grillo, Travaglio, Guzzanti, Strada,
Zanotelli, Ciotti, Moretti ecc., con le loro marce, manifestazioni, spettacoli di piazza, film ecc.)
producono singolarmente cose (talvolta) egregie, ma collettivamente fomentano quella struttura
compiendo un danno devastante, e che pochi ancora comprendono nella sua ampiezza e
implicazioni. Quale danno? Essi di fatto svuotano l’Io dei loro seguaci impedendogli di divenire
singole entità autonome e potenti, rendendoli (rendendoci) un esercito di anime incapaci, dunque
minando la Società Civile Organizzata e la speranza che essa rappresenta. Ecco come:
1) I Personaggi, ponendosi come tali, inevitabilmente ci trasmettono la sensazione di sapere
sempre più di noi, di poter fare più di noi, di contare più di noi, di aver sempre più carisma di noi,
più coraggio, più visibilità. E più sapere, capacità, importanza, carisma, coraggio e visibilità noi gli
attribuiamo meno ne attribuiamo a noi stessi. Il paragone inevitabile fra la nostra (generalmente
fragile) autostima e l’immagine di ‘grandezza’ dei Personaggi, fra il nostro limitato potere e
quello invece di chi è famoso, è ciò che finisce per annullarci. Tantissimi di noi infatti pensano
“ma da solo cosa posso mai fare? cosa conto? chi mi ascolta?”, e in sol colpo ci auto annulliamo.
Smettiamo così di pensare e di agire autonomamente e corriamo ad affidarci ai suddetti Personaggi,
che prontamente ci forniscono un pensare e un agire preconfezionati, che noi fotocopiamo in
un’adesione adorante e acritica. E questa è, insieme, una rovina per noi e la salvezza del Sistema,
per le ragioni che esporrò a breve.
Riguardatevi la folla del V-day di Bologna e ragionate solamente su tutte quelle mani alzate e
sulle ovazioni. Cosa trasmettevano se non una colossale attribuzione di potere a coloro che
cavalcavano quel palco?
Abbiamo così ricreato una verticalità e nuove Caste. È tutto lì, la cosa peggiore è proprio
questa. La loro imponenza, cultura, e visibilità rimpiccioliscono noi, che deleghiamo loro
praticamente tutto.
E infatti in assenza dei personaggi, delle loro analisi e delle loro iniziative, la maggioranza di
noi diviene inerte, anzi, scompare. Ecco perché le migliaia di noi che si riversano nelle piazze ogni
anno sembrano regolarmente sparire nel nulla all’indomani. Ecco perché questa Società Civile non
cambierà alcunché.
Beppe Grillo, come tutti i trascinatori, fa crescere (o piuttosto fanatizza?) alcuni suoi attivi
seguaci ma contemporaneamente svuota centinaia di migliaia, ed ecco il fumo che egli ci getta negli
occhi quando ci convince invece che tanto sta accadendo.
E non fatevi ingannare dal fatto che i nostri Personaggi denunciano cose spesso sacrosante, o
che alcune loro iniziative sono anche benefiche. Questo vi oscura una visione più obiettiva, poiché
siete assetati di qualcosa che finalmente spezzi il Sistema e vi gettate con entusiasmo sulla prima
offerta disponibile che ‘suoni’ come giusta. Ma il giusto che costoro invocano e operano è ben
poca cosa di fronte al danno che nell’insieme (e più o meno consapevolmente) essi causano
attraverso l’annullamento di così tanti. Esattamente come nel caso, a voi noto, dell’ingannevole
giustezza e natura benefica dei cosiddetti aiuti al Terzo Mondo: ineccepibili e sacrosanti
all’apparenza, ma nella realtà essi sono la vera causa della rovina e della morte di milioni di derelitti
nel mondo.
2) Tutti i sopraccitati Personaggi, dai comici ai preti ai giornalisti, hanno dato l’avvio in Italia
a una forsennata industria della denuncia e dell’indignazione, ovvero la febbre della denuncia dei
misfatti politici a mezzo stampa o editoria, con tanto di pubblici inquisitori che ne sfornano a ritmo
incessante, nella incomprensibile convinzione che aggiungere la cinquecentesima denuncia alla
quattrocentonovantanove in un martellamento ossessivo serva a cambiare l’Italia. Eppure, che la
politica italiana fosse laida, ladra e corrotta, milioni di italiani lo sapevano benissimo già prima che
molti di questi industriali dell’indignazione nascessero, e assai poco è cambiato. Allora, a che serve
procedere compulsivamente ad aggiungere denuncia e denuncia e indignazione a indignazione? In
realtà questo modo di agire serve a giustificare (oltre agli incassi degli autori) l’auto assoluzione di
masse enormi di italiani, noi italiani come sempre entusiasti di incolpare qualcun altro, e mai noi
stessi e la nostra becera inerzia, per ciò che accade. E badate bene che è proprio questa auto
assoluzione scodellataci dai nostri Personaggi che ci annulla ulteriormente, poiché ci impedisce di
imbatterci nell’unica verità in grado di farci agire, e cioè che alla fine della strada la responsabilità
ultima per tutto quello che accade di sporco e corrotto in questo Paese è nostra. Direbbe Truman:
The buck stops here.
La vera Casta in Italia sono i milioni di bravi cittadini che evadono più di 270 miliardi di euro
all’anno, quelli che fanno politica una volta ogni cinque anni, quelli che ogni cinque anni
consegnano masse di potere a pochi rappresentanti e poi si occupano solo dei fatti propri (come
affidare a un bambino le chiavi del magazzino della Nutella e non controllarlo più, e poi lamentarsi
che il bimbo ha finito col papparsela tutta). Ma anche quelli che, e parlo ora delle adoranti folle del
V-day, si sentono 'belle anime' in lotta per Un Mondo Migliore perché si riversano nelle piazze ad
applaudire l'istrione egomaniacale di turno, ma che chissà perché non compaiono mai nei luoghi del
grigio vivere quotidiano a fare il lavoro noioso, paziente, un po' opaco dell'impegno civico, del
controllo sui poteri, della partecipazione continua, del reclamo incessante di standard morali e
democratici, e della creazione di consenso fra la vera Casta.
E invece a braccetto con l’industria della denuncia e dell’indignazione ci auto assolviamo e ci
ri-annulliamo.
Si doveva fare altro.
La struttura orizzontale*. Solo Fonti, non Star.
Dovevamo invece essere aiutati a crescere per divenire ciascuno singolarmente il
Personaggio di se stesso, il Leader di se stesso, il Travaglio-Grillo-Ciotti-Zanotelli ecc. di se
stesso. Dovevamo imparare a ‘scrivere’, ciascuno di noi a suo modo, il ‘libro’ della propria
denuncia dei fatti e della propria analisi accurata dei fatti, dovevamo imparare a fare ogni giorno il
nostro personale Tg, ad essere i presidenti del consiglio di noi stessi, i politici di noi stessi, unici
e soli referenti di noi stessi, a credere solo nella propria verità, senza mai, mai e mai aderire
acriticamente alla verità di alcuno, chiunque esso/a sia, qualunque sia la sua fama, provenienza,
carisma o potere. Ciascuno di noi sul proprio palco, sotto i propri riflettori, in prima serata, non
importa quanto colti, quanto intelligenti, quanto connessi, poiché l’unico motore del nostro
agire doveva essere la fede nell’insostituibile importanza di ciascuno di noi.
Non dovevamo permettere la nascita di Star alternative perennemente citate, adorate, ospitate
in tv, inseguite nelle piazze fin al delirio da stadio, e detentori del ‘cosa si deve fare’, se non
addirittura dell’organizzazione nostro futuro. Semmai esse dovevano invece fungere da semplici
individui che si mettevano a nostra disposizione unicamente come fonti. Semplici fonti, da
consultare con sana distanza, da usare come si usa Google, ovvero pagine fra le tante di una
enciclopedia che può esserci utile ma il cui ruolo doveva rimanere più modesto. A scintillare non
dovevano essere i Grillo e i Travaglio, doveva essere ogni singola persona comune, per sé, in sé.
Tutto ciò, in un rapporto sempre e solo orizzontale.
Solo il percorso sopraccitato avrebbe garantito la nascita di un insieme di cittadini capaci di
agire sempre, indipendentemente da qualsiasi cosa, capaci di combattere anche da soli, anche in
assenza dei trascinatori, per sé e con sé, dunque potenti, affidabili e durevoli, sani in una dialettica
sociale sana. Gente in grado di analisi attente e indipendenti di ogni evento, alla ricerca della giusta
soluzione, e che mai si farebbe trascinare dall’errore fatale dell’adesione acritica all’analisi di
qualcun altro.
Questo avrebbe fatto tremare i palazzi, questo li avrebbe spazzati via, questo e solo
questo avrebbe cambiato la nostra Italia.
* ho preso in prestito il termine ‘orizzontale’ da uno scritto di Gherardo Colombo, che ringrazio. nda
Il gregge e il precipizio
Fra i nostri Vip alternativi si agitano alcuni personaggi meschinamente in malafede, ed è
davanti agli occhi di tutti. Altri sono meno equivoci, ma tristemente incapaci di vedere una verità
che vale la pena ripetere: non possono incitare le persone ad agire mentre, per i motivi sopraccitati,
li svuotano della capacità di agire. Il V-day e i suoi Vip hanno offerto uno spettacolo indecente
quando incitavano la cittadinanza a fare politica dopo averla per anni annullata fino
all’intontimento. Ed eccolo l’intontimento risultante: sentiamo e accettiamo da costoro cose che
solo pochi anni fa ci avrebbero fatto trasecolare e indignare, come
- le proposte di omologazione culturale degli immigrati che neppure Le Pen ha mai fatto;
- l’esaltazione del criminale di guerra Tony Blair come leader illuminato (sic) e della Fallaci
come “unica vera giornalista italiana”;
- la schedatura del DNA;
- l’assoluzione delle condotte disumane e dei crimini internazionali d’Israele perché
“sappiamo di cosa sono capaci gli arabi”;
- l’inammissibile retorica sull’esistenza di un presunto ‘regime’ in Italia, che offende la
memoria dei milioni che sono morti sotto le vere torture nelle vere carceri dei veri regimi, e che
espone la frode di certi nostri attuali ‘oppositori del regime’ perennemente in prima serata Tv, o nei
salotti letterari, o nelle piazze o sui maggiori quotidiani nazionali, quando non mi risulta che Steve
Biko o Santiago Consalvi o ancor prima Gramsci o i fratelli Rosselli si siano mai opposti in quel
modo ai rispettivi regimi;
- e poi guazzabugli sgangherati di concetti come democrazia e partecipazione, con, solo per
citare un esempio recentissimo, sconsolanti assurdità come questa (profferta da una fra i nostri idoli
in prima serata): “L’Italia non è una democrazia, lo dimostra il fatto che dopo ogni inchiesta di
Report non accade mai nulla!”. E’ desolante che questa opinion leader alternativa confonda una
trasmissione Tv col risultato di un referendum. È a questo livello di competenza che affidiamo le
nostre convinzioni? E non si tratta di bazzecole; immaginate solo come avrebbe ironizzato quella
stessa opinion leader se Calderoli avesse detto “L’Italia non è una democrazia, lo dimostra il fatto
che dopo ogni denuncia della Padania non accade mai nulla!”.
- cadute di stile terribili, come l’augurio di morte al politico urlato dal palco e accolto
dall’applauso scrosciante (sic) del pubblico dei ‘giusti e nuovi cittadini’;
- tirate isteriche all’insegna del miglior imperialismo culturale in pieno stile Bush/Huntington
spacciate per difesa dei diritti umani e della legalità in Afghanistan;
- intolleranza ed esclusione delle opinioni dissidenti espresse dall’interno da parte dei grandi
paladini anti imperialisti come Lettera 22 o Peacereporter o il Manifesto, o Diario, o Liberazione o
Radio Popolare, esattamente come accadrebbe su Libero, il Foglio, Matrix o a Porta a Porta;
- il noto programma d’inchiesta “coraggioso” che sopravvive e prospera 4 anni in prima serata
Tv sotto il governo Berlusconi, mentre il noto ‘oppositore del regime’ pontifica che “chi non ha il
guinzaglio in televisione in questo momento non lavora e chi ci lavora in un modo o nell’altro un
suo guinzaglio ce l’ha….”, salvo poi rifiutarsi con spregio e arroganza di spiegare questa
contraddizione;
- il giornalista moralizzatore che salta dalla RAI a Mediaset alla RAI al parlamento europeo a
suon di denaro pubblico e con mandato popolare, per poi dire grazie tante e piantarci in asso per
riprendersi il suo giocattolo preferito alla faccia del nostro mandato e dei nostri soldi;
- il quotidiano ‘diverso’ e i suoi fans che abbracciano l’eroe Calipari perché ha salvato una di
loro, ma che alla domanda “cosa avreste detto di questo ‘sbirro’ se fosse morto salvando
Quattrocchi o Agliana?” si rifiutano sia di rispondere che di aprire una riflessione tremendamente
importante;
- i preti attivisti che chiedono ai potenti del mondo il ripudio, senza se né ma,
dell’imperialismo, del capitale selvaggio, dei mercati di armi, delle mafie, in quanto irriformabili e
osceni, ma che non accennano ad alcun ripudio senza se né ma del loro Vaticano, non meno
irriformabile e osceno;
- gli insulti a raffica come strumento dialettico del nuovo Guru, in totale sintonia con le
dialettiche ‘celoduriste’;
- il pressappochismo delle denunce, le sparate nel mucchio, l’urlo come garante di affidabilità
di un’affermazione, che ha rimpiazzato del tutto l’analisi critica con cui dovremmo sezionare
ciascuna affermazione prima di promuoverla a verità. E tanto, tristemente, altro.
E noi in deliquio per questa roba, la chiamiamo rivoluzione, democrazia, giustizia.
Ma proprio più nessuno si sta rendendo conto che il V-day è stato lo scioccante apogeo di
questa disastrosa deriva? O che Beppe Grillo è andato fuori di testa, detto come va detto, che si
sente e si pone come l’Unto del Signore che salverà l’Italia (vi ricorda qualcuno?). Quell’uomo
dilaga e straripa e mescola e pasticcia e spara e si contraddice e impera e fa e disfa, e persino delira
di un futuro a sua immagine per tutti, e ce lo sta imponendo a urli e insulti.
Noi persone civicamente impegnate siamo finiti a berci tutto questo senza neppure più
vederlo. E il pericolo è che un affidamento così sciagurato a figure così ipertrofiche con tali metodi
e con quella struttura di relazione verticale ci sta portando tutti insieme nel baratro, al loro
seguito.
I sonni tranquilli del Potere.
Vi prego di riflettere. Credete veramente che il Potere sia così sciocco e impreparato da poter
essere, non dico sconfitto, ma anche solo disturbato da questo sgangherato esercito alla deriva? Ma
credete veramente che coloro che in soli 35 anni hanno saputo ribaltare due secoli e mezzo di
Storia, coloro che hanno reso di nuovo plausibile l’inimmaginabile nella quotidiana vita di 800
milioni di cittadini occidentali, coloro che muovono 1,5 trilioni di dollari di capitale al giorno,
coloro che tengono ben salde nelle loro mani tutte le leve della nostra Esistenza Commerciale
stiano perdendo anche un singolo secondo di sonno per noi e per i nostri Guru? Ma avete un’idea di
come lavorano questi? Dovete capire, proprio visualizzare, il potere di chi è riuscito in un attimo
della Storia a compattare migliaia di destre economiche eterogenee sotto un’unica egida e sotto un
pugno di semplicissime ma ferree regole, per poi travolgere il pianeta ribaltandolo da cima a fondo.
Il Potere è ed è stato coeso, annullando ogni individualismo fra i potenti, è ed è stato disciplinato
all’inverosimile, ossessivamente preciso in ogni analisi, immensamente competente, sempre
silenzioso, al lavoro 24 ore su 24 senza mai un respiro di pausa, comunicatore raffinato, con a
disposizione i cervelli più abili del pianeta e mezzi colossali. Aprite gli occhi. Secondo voi questa
immensa macchina infernale può preoccuparsi dell’incedere di un nugolo di personaggi o istrioni
più o meno credibili con al seguito una minoranza di adepti/fans/seguaci persi nell’ingenua buona
fede quando non già del tutto disattivati dei loro stessi leader?
E allora capite la mia disperazione nel vedere che forze già così fragili e sparute come le
nostre vengono eviscerate e si fanno eviscerare dall’interno? Vi prego, fermatevi, fermiamoci tutti.
L’unica speranza.
Dobbiamo fermarci, fermare tutta la nostra macchina di oppositori civici, Movimenti inclusi, e
guardarci dentro. Forse non siamo tanto migliori o differenti dal Sistema che vorremmo contrastare,
dalle persone che tanto detestiamo. Forse abbiamo replicato il loro sciagurato modello di rapporti, e
per alcuni dei nostri leader alternativi vale la considerazione di Brecht che “Il nemico talvolta
marcia alla vostra testa”.
Io ho suggerito una strada, che è quella descritta precedentemente, e cioè il percorso di
crescita individuale in consapevolezza e in autostima di ciascuna persona in assenza di Guru e di
Vip, e in assoluta orizzontalità critica. Ma con un’aggiunta: è ora di piantarla con questa febbre
autoassolutoria nutrita dall’industria della denuncia per nutrire le sue Star e che paralizza noi. Lo
sappiamo già alla nausea cosa non va, basta. È ora di farsi carico, e prima di tutto
- FARSI CARICO DEI PROPRI TALENTI, NON IMPORTA SE MOLTI O POCHI, CON PARI
DIGNITA' RISPETTO A CHIUNQUE ALTRO
- FARSI CARICO DELLE PROPRIE RESPONSABILITA', SENZA SCARICARE LE COLPE SOLO
SUI POTENTI
- E POI ACCETTARE CIASCUNO DI NOI DI PAGARE OGNI PREZZO LUNGO LA STRADA PER
UN MONDO MIGLIORE
- E INFINE CREARE CONSENSO FRA LA GENTE SUI VALORI COMUNI E SU QUEI PREZZI
DA PAGARE
- DIVENIRE IN ALTRE PAROLE CITTADINI ADULTI CHE, SENZA GURU E SENZA VIP,
SAPPIANO PARTECIPARE IN ORIZZONTALE
Grazie per avermi letto.
Paolo Barnard
dpbarnard@libero.it