da lucameni il 23/12/2008, 15:14
"Pare che si voglia addebitare alla stampa le mancanze del PD e questo mi pare un modo per non vedere il problema."
Questo proprio non l'ho detto, altrimenti non avrei criticato i volponi che dicono "con i Travaglio non vinceremo mai".
(ma che c'entra?)
Non mi si capisce o non mi si vuole capire e me ne dispiace (fino ad un certo punto, s'intende).
Dico solo che la stampa dovrebbe fare innanzitutto il suo mestiere di informare, e che gradirei ci fossero editoriali che, pur nelle diverse impostazioni e idee, si basassero sui fatti e non su amenità e fantasie.
Sul Corriere evidentemente abbiamo percezioni diverse.
Ovvio che ancora vi scrivono professionisti come Stella -ad esempio - che fanno il loro mestiere senza guardare in faccia nessuno, ma la linea politica si misura dallo spazio complessivo dedicato alle notizie (e in Italia sopratutto dalle non-notizie e dalle omissioni) e agli editoriali.
E fra Ostellino, Panebianco, Battista, Galli della Loggia (editorialisti) il tormentone è da tempo uno solo, senza che questi signori azzardino mai qualche critica vera nei confronti del governo.
E dire che ce ne sarebbero di cose da dire, fossero anche solo le stesse imputate esclusivamente a quella sinistra considerata "non riformista" perchè non abbastanza conciliante col governo in carica.
Il giornalismo, la sua funzione, che concepisco io è quello alla Montanelli; che non fa sconti anche a chi si è sostenuto come linea politica: "e da oggi stiamo all'opposizione" (così il giornalista dopo l'insediamento di un governo teoricamente "amico" come quello del primo Prodi).
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)