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Il nocchiere

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Il nocchiere

Messaggioda ranvit il 03/11/2014, 16:22

La massoneria non ha piu' logge segrete....P2 P3 P99 etc sono solo bande di delinquenti!
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Il nocchiere

Messaggioda Salemi il 03/11/2014, 21:13

Quando il tempo è galantuomo. Ma nel frattempo il paese va in malora.
Il tutore fiorentino (FI) di Matteo Renzi da tanti anni. L'ideatore del Patto del Nazareno. Ma che bella compagnia, ia , ia, o.
=

P3, Verdini a giudizio, l’uomo delle riforme accusato di corruzione

Al senatore di Forza Italia si contesta il reato di corruzione. A processo anche Nicola Cosentino imputato di diffamazione e violenza privata. Il processo è fissato per il 5 febbraio prossimo davanti alla IX sezione penale
di F. Q. | 3 novembre 2014

Il senatore Denis Verdini è stato rinviato a giudizio nell’inchiesta P3, un’associazione segreta che puntava a condizionare alcuni organi dello Stato, insieme all’ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino. Lo ha deciso il gup di Roma. Stralciata la posizione dell’ex parlamentare Marcello Dell’Ultri.

A Verdini, l’uomo delle riforme, si contesta il reato di corruzione, a Cosentino diffamazione e violenza privata. Il processo è fissato per il 5 febbraio prossimo davanti alla IX sezione penale. Le accuse a Cosentino si riferiscono alla pubblicazione di ipotizzate notizie false sull’attuale presidente della Campania, Stefano Caldoro. Le notizie erano stato diffuse su un blog per screditare il presidente della Campania in vista delle regionali del 2010. All’ex sottosegretario è contestato anche l’aver “compiuto atti diretti a costringere” Caldoro a rinunciare alla candidatura.

Per settimane nel 2010 le prime pagine furono occupate dalle gesta di una ipotizzata associazione segreta che voleva “condizionare il funzionamento degli organi costituzionali e di rilevanza costituzionale”. Le accuse andavano dall’influenza sulla Corte costituzionale per la decisione sul Lodo Alfano che interessava Berlusconi, all’avvicinamento della Cassazione per l’annullamento dell’arresto di Nicola Cosentino. Dall’aggancio della Corte di appello di Milano per evitare l’annullamento delle elezioni vincenti di Roberto Formigoni in Lombardia fino al contrasto del candidato del Pdl, avversario di Cosentino e Ernesto Sica, nella corsa per la presidenza della Campania: Stefano Caldoro. Dall’ottenimento di finanziamenti ai politici in cambio di sponsorizzazioni ai progetti delle centrali eoliche in Sardegna all’intervento sul Csm per la nomina dei capi degli uffici giudiziari più importanti, le accuse contestate. Il procedimento ha avuto una serie di rallentamenti e stop&go anche a causa della lentezza con cui il Parlamento ha autorizzato l’uso delle intercettazioni degli imputati.

Il 18 novembre 2013 a giudizio erano finiti Flavio Carboni, l’uomo d’affari condannato per il crack del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, e imputato ma assolto per l’omicidio del banchiere, l’ex governatore della Sardegna,Ugo Cappellacci (per il solo reato di abuso d’ufficio), l’allora giudice tributario Pasquale Lombardi. E poi l’imprenditore Arcangelo Martino e l’ex primo presidente della Corte di Cassazione, Vincenzo Carbone. Tutti rinviati a giudizio dal gup di Roma insieme ad altre tredici persone, con l’accusa di aver fatto parte della cosiddetta P3 che secondo l’indagine svolta dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e dal pubblico ministero Rodolfo Sabelli puntava a “condizionare il funzionamento degli organi costituzionali o di rilevanza costituzionale, nonché apparati della pubblica amministrazione dello Stato e degli enti locali”.

I reati contestati andavano dalla violazione della legge Anselmi sulle società segrete, all’associazione per delinquere finalizzata a realizzare una serie di delitti, dalla corruzione all’abuso d’ufficio e illecito finanziamento dei partiti, fino alla diffamazione. A giudizio erano finiti anche Massimo Parisi, Pierluigi Picerno, Pinello Cossu, Ignazio Fabris, Marcello Garau, Alessandro Fornari, Fabio Porcellini, Giuseppe Tomassetti, Antonella Pau, Maria Laura Scanu Concas, Stefano Porcu e Ernesto Sica. Le posizioni di Verdini, Cosentino e Dell’Utri erano state stralciate in attesa del via libera sull’utilizzo di intercettazioni telefoniche.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11 ... e/1188033/
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Re: Il nocchiere

Messaggioda flaviomob il 03/11/2014, 21:49

Renzi e Verdini.

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.


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Re: Il nocchiere

Messaggioda Salemi il 03/11/2014, 21:57

Serra ha potuto tranquillamente pontificare di ridurre il diritto di sciopero. Che si vuole di più? Sgarri nei confronti della Massoneria deviata non se ne ha sentore. Il suo amico e protettore ultradecennale della P3, Denis Verdini, non sembra avere motivi di doglianze nei confronti di Matteuccio, che ha sempre attuato tutti i suggerimenti dell’ex macellaio piduista fiorentino. Il Patto del Nazareno suggerito da Denis, funziona regolarmente, e Matteuccio non ha mai praticato scherzi da prete.
Mafie SpA no. Confindustria no. Vaticano no. Sistema bancario no. Sistema finanziario no, Massoneria deviata no. Ma allora chi sono i poteri forti che si stanno vendicando con Matteuccio?



Spesso certe accuse possono sembrare costruite ad arte. L'uso indiscriminato della macchina del fango. Sbagliare si può anche sbagliare, oppure riportare una notizia che risulterà in seguito una bufala. Definire Verdini uomo della P3 poteva anche sembrare azzardato. E' certamente una notizia pesante definire Verdini della P3, ma in questo caso la notizia è persistente da qualche anno sulla stampa quotidiana nazionale. Però ritengo che né a Verdini, né a Berlusconi, né a Genny 'a carogna, anche se decisamente deprecabili, gli si debbano attribuire, fatti, parole e pensieri non corrispondenti al loro vissuto. Berlusconi, ad esempio, ne ha fatte di cotte e di crude in quantità industriale. E' un roccontaballe di prima categoria, ma sarebbe comunque inopportuno attribuirgli cose, fatti, parole, che non gli appartengono.
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Re: Il nocchiere

Messaggioda Salemi il 04/11/2014, 12:25

Luigi Pandolfi
Giornalista e politologo

Alla Leopolda nasce la "nuova" destra italiana
Pubblicato: 29/10/2014 10:19 CET Aggiornato: 29/10/2014 10:19 CET

Cosa rappresenta oggi Renzi? Cos'è il "suo" partito democratico? Come si può qualificare l'azione del suo governo? Dopo la grande manifestazione della Cgil a Roma e la Leopolda di Firenze, forse, a queste domande è più agevole dare una risposta.

Incominciamo dalle prime due, con una premessa: questo ragazzotto vivace e molto ambizioso è un figlio prediletto della lunga e pervicace crisi della politica che ci sovrasta dalla fine degli anni ottanta e del modello berlusconiano che, intelligentemente, l'ha interpretata e cavalcata per oltre un ventennio. Non c'è dubbio: il Cavaliere politicamente è finito, ma la sua eredità incombe, impastandosi agli effetti tossici, sul versante politico e sociale, della crisi economica ancora in atto. Di che modello si tratta? Tre, a mio avviso, i suoi principali elementi costitutivi, che, mutatis mutandi, rinnovano con Renzi la loro presenza nel sistema politico italiano:

1)La politica è la comunicazione. Berlusconi è stato il pioniere della televisione commerciale nel nostro paese ed il primo politico al mondo che abbia concepito il suo partito alla stregua di una merce qualsiasi da piazzare sul mercato. In questo caso parliamo ovviamente di mercato elettorale. Di più: Forza Italia, che già nel nome richiamava il genio della trovata pubblicitaria, nacque prima in televisione, in quanto spot, e poi nel paese reale, nelle città, nei territori. Col tempo anche Forza Italia ha dovuto concedere qualcosa alle regole, ed anche alle liturgie, della politica tradizionale, dandosi un minimo di organizzazione a livello sia centrale che periferico. E tuttavia non si può non riconoscere che sia stata più la politica "tradizionale" ad essersi "Forza-italianizzata" in questi anni che non il contrario (il crollo degli iscritti al Pd suffraga ampiamente questa tesi).

2) Il partito è il suo leader. Anche questo fenomeno, che negli ultimi anni è cresciuto enormemente nel nostro paese, è in qualche modo riconducibile alla semina berlusconiana, da cui si è sviluppata una visione dei partiti e della politica in cui a contare sono principalmente il carisma del capo ed il suo "saper apparire" televisivo. Ha fatto scuola, insomma, una certa visione della politica, che dalle parti del partito berlusconiano è stata ad un certo punto anche codificata, con esplicita allusione alla nota categoria weberiana del potere carismatico.

3) Ciò che conta è la volontà del popolo. La "volontà popolare", in questa ottica, diventa l'unica fonte di legittimazione del potere carismatico, anche a scapito delle regole formali della democrazia e del confronto con i corpi intermedi della società. Il ragionamento è questo: chi ha ricevuto un mandato dal popolo per governare, solo a quest'ultimo deve dar conto del proprio operato.

È il poker del populismo postmoderno, della democrazia televisiva (e del web), nuova frontiera dell'integrazione passiva delle masse nella vita pubblica della nazione. Telecomando, tastiera e smartphone al posto dei luoghi fisici della discussione, del confronto, della socializzazione delle idee. E il voto (comprese le primarie) per consegnare una delega in bianco all'uomo della provvidenza.

Matteo Renzi: il presenzialismo generoso nei salotti televisivi nazionalpopolari, il primato delle slide sulla formalità dei provvedimenti adottati, l'immagine dell'uomo solo al comando, la retorica del "noi siamo legittimati dal 40,8% degli elettori" e quella del cambiamento ostacolato da lobby, burocrazia e non meglio decifrabili poteri forti, l'insofferenza verso i sindacati, gli intellettuali e in generale verso il dissenso, costituiscono o no gli ingredienti di una versione 2.0 del berlusconismo che abbiamo conosciuto negli anni passati? Senza dubbio, di più c'è solo Twitter. Perfino la crociata contro la sinistra (Sic!) del partito appare come una prosecuzione della retorica berlusconiana contro i "comunisti", nemici immaginari, ovviamente, che esistevano soltanto nella propaganda, esattamente come i "nemici del popolo" esistevano soltanto nella propaganda dei partiti staliniani.

Il resto è figlio della crisi economico-finanziaria scoppiata sette anni fa, che le élite capitalistiche hanno assurto a metodo di governo, sostenendo ovunque la causa del trasversalismo e delle larghe intese, appoggiando - anche finanziariamente - figure mediocri e ubbidienti a capo dei governi nazionali.

All'ultima Leopolda il Pd neoberlusconiano è stato definitivamente sdoganato. Di fatto è stato rottamato ogni residuale senso del pudore di fronte all'evoluzione di un partito vie più coincidente con il suo leader e il suo ipertrofico esibizionismo mediatico. È nato un nuovo partito, di destra per la sua visione dell'economia e della società, populista ed ispirato dai poteri forti, funzionale al governo autoritario della crisi. Giudizio troppo forte? Non avrei altri aggettivi per definire una forza politica in cui c'è spazio per le posizioni del finanziere Serra sul diritto di sciopero!

Veniamo infine ai contenuti dell'azione di governo. La parola chiave del Renzi-pensiero è "cambiamento". Un termine che, insieme a quello di "progresso", ha da sempre sostanziato il linguaggio della sinistra. Con una differenza di fondo, però: il "cambiamento" perorato dal premier, sotto dettatura di Confindustria e della Troika, è un "cambiamento regressivo", che, in nome dell'ideologia neoliberista oggi dominante, mira a destrutturare, ad alleggerire, ciò che rimane del modello sociale "europeo" nel nostro paese, in continuità con le dure politiche di austerità già adottate dai governi precedenti, a partire dal grigio e rude governo Monti.

Ciò che distingue questa fase da quelle precedenti è solo l'abile, efficace, declinazione populistico - demagogica delle scelte che si compiono, con rovesciamento ingannevole del segno e delle finalità dei provvedimenti che di volta in volta si assumono. Si sta dentro il recinto dell'austerità decretandone il fallimento; si tagliano diritti annunciandone la loro estensione; si crea nuova precarietà dichiarandone tra gli strombazzi la fine.

La legge di stabilità appena varata, che per essere compresa va letta in maniera coordinata con la delega sul lavoro (Jobs Act), è il manifesto di questo nuovo corso del Pd: vecchie ricette liberiste (meno tasse alle imprese = crescita) e attacco ai diritti dei più deboli serviti come se si trattasse di una soluzione (di sinistra) alle crescenti ed insopportabili disuguaglianze della nostra società. Insomma, l'atto di fondazione della nuova destra italiana, che alla vecchia stazione di Firenze ha trovato la sua trionfale ed incontrastata consacrazione.

http://www.huffingtonpost.it/luigi-pand ... 62484.html
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Re: Il nocchiere

Messaggioda Salemi il 04/11/2014, 14:39

Verrà un giorno in cui qualche storico dovrà mettere mano al secondo ventennio italiano. Dovrà quindi spiegare perché è stato fatto fuori l’Ulivo e il suo promotore. Romano Prodi. Ma noi non ci saremo più. Altri, quindi, verranno a sapere che cosa è successo nel 1998. Bertinotti è stato solo la causa dell’incidente della caduta del primo governo Prodi. Si poteva dal vita ad un secondo governo Prodi con l’appoggio esterno di Rifondazione. Ma le cose non andarono così. Cossiga, l’acerrimo nemico del professore già nella Dc, era ritornato temporaneamente in politica appoggiandosi all’Udeur di Mastella. E guarda caso, nel volgere di pochi giorni, un partito di Cd è passato con il Cs. Mai successo prima. Cossiga manovrerà affinché il nuovo governo a guida dell’amico D’Alema potrà vivere con l’appoggio dell’Udeur. Mastella è un uomo per tutte le stagioni e quindi, con un congruo risarcimento poteva perdere tranquillamente la faccia. Nei dieci anni successivi Mastella rappresenterà il giusto baluardo per l’affermazione dell’Ulivo, fino alla caduta del secondo governo Prodi. Poi se ne ritornerà tranquillamente nello schieramento da dove era partito. Oltre a Berlusconi, chi ha manovrato nell’ombra al punto che Cossiga entrasse in prima persona per fare fuori Prodi? Chi nei poteri forti ha sostenuto la missione del Gattosardo??? Il centrosinistra doveva morire in culla. Soprattutto perché quel centrosinistra poteva creare grossi problemi ai piani superiori, oltre a Silvio Berlusconi. Adesso si sta manovrando per completare l’ultimo atto. Quello strano mondo continua ad operare.

=

04 nov Caro Renzi, “ciascuno mostra quello che è dagli amici che ha”
Hanno rinviato a giudizio Verdini, perfetto: qualche anno fa sarebbe stata una notizia quasi scontata che non avrebbe spostato di un centimetro la discussione politica alzando le solite voci dei colpevolisti (”Forza Italia tutti ladri”) e dei complottisti (”la magistratura politicizzata”) e invece oggi la notizia vera è che hanno rinviato a giudizio per reato contro lo Stato il mediatore tra il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il pluricondannato Silvio Berlusconi, Denis Verdini il gran giurì del “Patto del Nazareno” per le riforme. Qualche giorno fa si scriveva da queste parti delle boiate di Pina Picierno e anche quella non sarebbe stata una grande notizia se non fosse che la Picierno era la candidata in pectore per le elezioni regionali in Campania e uno dei volti di punta del renzismo televisivo. Oggi si discute delle bugie riferite al Parlamento da Angelino Alfano sulle cariche agli operai di Terni e anche questo in fondo ci sarebbe da aspettarselo (c’era Alfano tra i difensori della tesi Ruby nipote di Mubarak, del resto) ma il dato politico è che Renzi tace sul “suo” Ministro sbugiardato dai fatti.

Non è gufismo : puntualizzare sulla responsabilità politica del premier (benché per lui risulti così fastidioso) è un dovere per onestà intellettuale e non ci viene difficile osservare che i compagni di strada di questo governo sempre meno credibile siano un’offesa alla meritocrazia. E questo è un problema tuo, caro Renzi, perché come scriveva Baltasar Gracián y Morales “Ciascuno mostra quello che è dagli amici che ha”.
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Re: Il nocchiere

Messaggioda flaviomob il 04/11/2014, 15:02

Prodi era molto più "pericoloso" di Renzi. Lui la questione morale l'affrontava seriamente e il debito lo riduceva davvero.


Renzi invece dice le solite bugie. Finanzia addirittura il PONTE SULLO STRETTO con UN MILIARDO di (NOSTRI) euro nel Def!

E favorisce il PRECARIATO.

http://giovanniprincipe.blogspot.it/201 ... avoro.html


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Re: Il nocchiere

Messaggioda ranvit il 04/11/2014, 18:54

Non ricordo una grande lotta alla corruzione in quegli anni e il debito fu diminuito aumentando le tasse ai lavoratori dipendenti! ;)

Il precariato non l'ha inventato Renzi ma un Governo di centrisnistra (sostenuto dalla sinistra radicale) alla fine degli anni novanta. Ma il problema non è questo! Il problema è che in Italia non c'è lavoro. E il lavoro non c'è perchè si fa di tutto per scoraggiare e "punire" gli imprenditori e cioè proprio quelli che dovrebbero creare lavoro. Il lavoro non si crea per decreto esemmai ci fosse un Governo diella sinistra radicale che penalizzasse ulteriormente gli imprenditori....sarebbe l'atto finale! ;)
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Re: Il nocchiere

Messaggioda Salemi il 04/11/2014, 23:11

“Molti nemici, molto onore”
Ci risiamo. Torna la politica del nonno.

“Devo dire al mio caro amico Matteo Renzi che io non sono il capo di una banda di burocrati, forse lui lo è. Io sono il presidente della Commissione Ue, istituzione che merita rispetto, non meno legittimata dei governi”. Così Jean Claude Juncker, appena insediato alla presidenza del nuovo esecutivo europeo, ha risposto a una domanda del capogruppo del Ppe al Parlamento europeo Manfred Weber che gli chiedeva un commento alle parole del premier Matteo Renzi. Il quale, a margine dell’ultimo Consiglio europeo, ha attaccato “tecnocrazia e burocrazia di Bruxelles”.

La Ue ci può distruggere in qualsiasi momento qualora lo volesse. Di argomenti ne ha a disposizione un’infinità.

Forestali, i dirigenti superano gli agenti
Il sindacato autonomo Sapaf: troppi sprechi, sì all’integrazione con la polizia ma salviamo le indagini
FRANCESCO GRIGNETTI
La Stampa – 29-10-2014
http://www.lastampa.it/2014/10/29/itali ... agina.html

Tenendo poi conto che in Calabria e Sicilia ci sono più forestali che alberi.
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Re: Il nocchiere

Messaggioda flaviomob il 05/11/2014, 2:10

Al contrario, Prodi tagliò il cuneo fiscale, ma abbassando il debito pubblico.
E il suo secondo governo cadde per la gravissima corruzione di De Gregorio da parte di Berlusconi.

Corruzione? Nel 1998 l'Italia era al 39° posto nel mondo per trasparenza (indice da Transparency.com). Con Berlusconi (2004) scende al 42°.
Nel 2007 (di nuovo Prodi) 41°. Nel 2013 è crollata al 69° posto!!!


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