Ma se può consolare questo sembra essere una brutta abitudine di chi contrasta Renzi."Questi sono matti"!!! L'Unità attacca Renzi e Richetti ne chiede le dimissioni.
http://bologna.repubblica.it/cronaca/20 ... ef=HRER1-1Richetti chiede le dimissioni
del direttore dell'Unità
Il renziano lo annuncia su facebook dopo il titolo in prima pagina "No di Renzi al governo Bersani". Per il fedelissimo, al quotidiano di Claudio Sardo "serve un direttore". Ma nel partito scoppia la polemica
Matteo Richetti chiede le dimissioni di Claudio Sardo, direttore de L'Unità. E lo fa con un lungo post su facebook, in cui dice di aver cambiato idea sul giornalista: "Ho avuto modo di conoscere Claudio Sardo e senza difficoltà devo riconoscere che l'ho trovato persona di grande slancio culturale e di pensiero. Uno di quei giornalisti che non antepongono la notizia alla storia. E mi sembrava anche l'uomo giusto per sancire definitivamente la differenza tra propaganda e informazione", esordisce il deputato modenese, fedelissimo di Matteo Renzi.
"Dopo il titolo di oggi de L'Unità devo ricredermi- cambia poi passo-. 'No di Renzi al governo Bersani' è esattamente il contrario della verità. E cioè del fatto che Matteo Renzi ha sostenuto e sostiene lealmente la decisione che Bersani sia la nostra indicazione a premier. Ha solo precisato che occorre fare in fretta. Voler dare di Renzi l'idea della persona inaffidabile e che sotto sotto non pensa quel che dice, ci rigetta nella propaganda. Di parte, nemmeno di partito". E allora, incalza Richetti, "i caso sono tre. Tutti gravi. Se il titolo è 'scappato', Sardo farebbe bene a lasciare, non serve un direttore distratto. Se il titolo è voluto, Sardo farebbe bene a lasciare, non serve un direttore in malafede. Se il titolo
è imposto o suggerito da altri, più contigui alle esigenze di partito (e di parte), Sardo farebbe bene a lasciare, all'Unità serve un direttore", conclude.
Un'affermazione che fa salire la temperatura tra i democratici, soprattutto dopo che Renzi oggi ha ribadito la sua posizione rispetto al leader Pd ("L'accordo con il Pdl? Lo cerca Bersani")
Ribatte il portavoce di Bersani, Stefano Di Traglia: "Chiedere dimissioni di un direttore perché non si concorda con un titolo - scrive Di Traglia - è un atto grave. Sì a critiche, no a censure". E ancora Di Traglia: "Tutti i giornali italiani hanno capito la stessa cosa scritta da l'Unità. Elezioni o governissimo cosa vuol dire?", scrive il portavoce di Bersani alludendo al fatto che le due alternative poste da Renzi escludono implicitamente la terza via, quella bersaniana del governo di cambiamento.
Sulla stessa linea di Di Traglia Chiara Geloni, direttrice di Youdem tv. "Solidarietà a Claudio Sardo. Chiedere le dimissioni di un direttore per un titolo sgradito è molto grave. Fermatevi, per carità", ha chiesto. Quanto al merito, ha aggiunto, "è un titolo perfettamente legittimo. un'interpretazione politica, se si vuole. Opinabile, come tutte".
Giunge immediata la replica immediata del neo deputato Pd. "Stefano - afferma Richetti - si è passato il segno. E non c'è bisogno di dettagliare. Penso ci siamo capiti". E su twitter chiarisce: "Non bisogna uscire dal Pd. Bisogna uscire da questo circo autoreferenziale che ha bisogno di notizie anche a costo di inventarle".
"Ricomincia la vergognosa propaganda dell'Unità e di Youdem contro Matteo Renzi", ha attaccato anche Roberto Reggi. "I media di un partito dovrebbero riportare le posizioni dei militanti e dei dirigenti e non tifare per qualcuno", ha rincarato Angelo Rughetti. ''E' questo lo stile de l'Unità? Già durante la campagna per le primarie aveva dato del 'fascistoide' a Matteo Renzi: oggi, con una palese falsità, sceglie un titolo assolutamente lontano dalla realtà e offensivo, anche nei confronti dei nostri elettori. A questo punto mi sembra naturale chiedere le dimissioni del direttore del giornale del mio partito'', è il messaggio del deputato renziano Ernesto Carbone a sostegno dell'iniziativa di Richetti.
(05 aprile 2013)© Riproduzione riservata
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.