(Ranvit)il centrosinistra (e la sinistra) sono responsabili o no della mancata capacità di farsi accettare, e quindi ottenerne il consenso, dagli italiani o abbiamo un popolo di merda e non ci resta che emigrare nell'isola che non c'è???
E' vero, ti confermo che ho ceduto alla tentazione, nei momenti più bui, di pensare anche che siamo un popolo di merda. Poi ho riletto Pertini, che in molti suoi discorsi, tra l'altro, ha sempre difeso le popolazioni delle regioni meridionali controllate dalle mafie e mi sono ricreduto - e vergognato -, dato che Sandro ha rischiato la vita più volte per battersi nella resistenza ed opporsi alla barbarie fascista anche quando aveva la possibiltà di vivere da esiliato in Francia (fuggì attraverso la Corsica), cercando in ogni modo (e riuscendovi) di rientrare in Italia dopo aver addirittura messo in piedi una stazione radio in Francia da cui denunciare le malefatte del regime. In un periodo ancora più buio di quello attuale, senza dubbio, lui non ha perso lo spirito e la motivazione.
Altre volte mi sento orgoglioso e privilegiato ad essere italiano: pensiamo a Dante e Leonardo, al nostro Rinascimento, alle centinaia di compositori di valore inestimabile che hanno fondato e scritto la storia della musica. Italiana è l'invenzione del pianoforte e il perfezionamento del violino.
La vittoria del 2001 di Berlusconi fu analizzata approfonditamente ed emerse come, dividendo in cinque fasce di reddito l'elettorato, l'alleanza di centrodestra fosse votata dalle due fasce più abbienti e dalla fascia più povera. E' evidente che per chi ha un reddito alto o medio-alto un chiaro elemento di interesse porta a votare forze moderate o conservatrici, che difendano il capitale e prestino meno attenzione alla spesa sociale, allo stato, al pubblico (anche se ciò non giustifica il voto a qualsiasi personaggio, l'elettore si assume comunque la responsabilità di selezionare il personale politico della propria parte). Per chi ha il reddito più basso, invece, devono intervenire meccanismi diversi per ottenere il consenso elettorale. Evidenziare questa contraddizione non significa pensare che chi è povero e vota Silvio sia stupido o idiota (e se anche qualcuno lo fosse, ciò ne attenuerebbe le responsabilità), ma domandarsi quali motivazioni ci possano essere dietro, quale influenza possa avere un certo tipo di cultura "popolare", la pressione mediatica, la crisi di certi modelli sociali di tutela e rappresentanza (per esempio, i sindacati), l'omologazione, il desiderio di un riscatto veloce (e magari infantile e velleitario nella sua ottenibilità reale).
Tu scrivi che è dovuto all'ostilità verso la sinistra. Ciò non necessariamente dipende dalla qualità di essa (Matteotti era forse peggiore di Mussolini, o Berlinguer di Andreotti?).In Svezia per settant'anni ha vinto il partito socialdemocratico, ma questo dato nulla ci dice sulla qualità dei partiti moderati o conservatori antagonisti ad esso. Sicilia e Lombardia negli ultimi vent'anni sono state roccaforti berlusconiane, mentre Toscana ed Emilia Romagna conservano la loro connotazione di segno opposto dal dopoguerra. Questo nulla ci dice sulla qualità dei democristiani bolognesi o dei comunisti palermitani, eppure ben sappiamo quanto fece il PCI siciliano nella lotta contro la mafia e quant'era corrotta la DC nella stessa regione.
Se si crede che siamo in emergenza democratica, ebbene si può anche decidere di metter da parte le divisioni e far convergere i voti di tutti, dal centro alla sinistra, su di un unico partito che potrebbe essere il PD, 'desistendo' gli altri dal presentarsi. Ma ciò dovrebbe essere frutto di lungimiranza, trasparenza e correttezza, non di un ricatto (come fece Veltroni spezzando l'alleanza, ma tenendosi buono poi Di Pietro) o di giochini di potere (le ambiguità del centro, la demagogia di alcune proposte di parte della sinistra).