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Arlacchi lascia l'Idv: sbagliato zittire Schifani

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Arlacchi lascia l'Idv: sbagliato zittire Schifani

Messaggioda Loredana Poncini il 09/09/2010, 17:52

Per il momento,ranvit, i cittadini vanno sempre di meno a votare... :roll: :!: :?:
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Re: Arlacchi lascia l'Idv: sbagliato zittire Schifani

Messaggioda franz il 09/09/2010, 18:00

Loredana Poncini ha scritto:Per il momento,ranvit, i cittadini vanno sempre di meno a votare... :roll: :!: :?:

Hai letto cosa scrive michele serra? viewtopic.php?p=27276#p27276
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Re: Arlacchi lascia l'Idv: sbagliato zittire Schifani

Messaggioda ranvit il 09/09/2010, 18:13

Loredana Poncini ha scritto:Per il momento,ranvit, i cittadini vanno sempre di meno a votare... :roll: :!: :?:



Questo è un falso problema.....negli altri Paesi le percentuali sono stabilmente piu' basse. Eppure in questi Paesi la democrazia è più viva che da noi.

E, comunque, decidono quelli che votano!

Vittorio
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Re: Arlacchi lascia l'Idv: sbagliato zittire Schifani

Messaggioda Loredana Poncini il 09/09/2010, 18:27

L'ho letto, IL DIRITTO DI PAROLA.
Temo però che quando mi permetto di cliccare qui qualche commento io, alcuni polimizzino subito su quanto propongo... e per partito preso !
(Quale Partito, poi, non l'ho ancora ben capito! :shock: )
Nel mio piccolissimo, ho cercato solo di ricordare che c'è anche IL DIRITTO DI DISSENTIRE ! ! !
Ringrazio quindi i forumulivisti che non mi hanno cacciata dietro la lavagna !
E dato che stavamo parlando di schifani (e non di Bonanni), mi dispiace l'assimilazione dell'uno con l'altro.
Infine, cercherò di non darvi più fastidio: mi e vi liberalizzo, andando in vacanza spero per un bel po' ! :D
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Re: Arlacchi lascia l'Idv: sbagliato zittire Schifani

Messaggioda Loredana Poncini il 09/09/2010, 18:32

Che l'astensionismo sia un falso problema, ranvit, ti ricordo che sarà "falso" per te, ma non mi risulta tale per Bersani, ad esempio...
Passo e chiudo .
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Re: Arlacchi lascia l'Idv: sbagliato zittire Schifani

Messaggioda franz il 09/09/2010, 19:09

Loredana Poncini ha scritto:L'ho letto, IL DIRITTO DI PAROLA.
Temo però che quando mi permetto di cliccare qui qualche commento io, alcuni polimizzino subito su quanto propongo... e per partito preso !
(Quale Partito, poi, non l'ho ancora ben capito! :shock: )
Nel mio piccolissimo, ho cercato solo di ricordare che c'è anche IL DIRITTO DI DISSENTIRE ! ! !

Puoi reclamere tutti i diritti che vuoi. Ne hai diritto e non certo perché lo dico io.
Ma anche io ho il diritto di dissentire sul fatto che tutti i diritti di questo mondo (un buon elenco è nella dichiarazione universale dei diritti dell'uomo) non c'èntrano nulla con le contestazioni alla festa del PD.
Vedi, se non sono d'accordo con quello che tu tici io dissento e te lo dico ma non vengo a casa tua con megafono e striscioni quando mangi o stai discutendo con chi ti pare. Lasciando perdere i fumogeni ed i petardi, che sono un caso ancora piu' fascista, michele serra dice assai bene che se si dissente legittimamente da qualcuno, ci sono quei "primo, secondo, terzo, quarto che lui enumera. Il primo è quello che pu si appella al buin senso ed alla civiltà (anche buona edcazione):

Primo: la festa del Pd è organizzata dal Pd, che come è ovvio invita chi ritiene più opportuno. Se uno non gradisce il cast degli oratori, va da un'altra parte. Non solo per buona educazione (che comunque non farebbe schifo) ma per rispetto delle scelte e dell'autonomia altrui: e questa non è forma, è sostanza. Oppure i centri sociali, quando organizzano le cose loro, chiedono l'approvazione del Pd o di chicchessia?


Ciao,
Franz
PS: anche io non ho ancora preso nessun partito
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Re: Arlacchi lascia l'Idv: sbagliato zittire Schifani

Messaggioda ranvit il 09/09/2010, 19:11

Loredana Poncini ha scritto:Che l'astensionismo sia un falso problema, ranvit, ti ricordo che sarà "falso" per te, ma non mi risulta tale per Bersani, ad esempio...
Passo e chiudo .



Bersani come tanti altri nascondono dietro l'assenteismo del voto la propria incapacità politica ad ottenere consensi.

Ribadisco che in giro per il mondo l'assenteismo, molto piu' forte che da noi, non impedisce la vita di democrazie forti e robuste.

Vittorio

Ps Riposati...
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Re: Arlacchi lascia l'Idv: sbagliato zittire Schifani

Messaggioda pierodm il 09/09/2010, 19:18

Insisto: troppo rumore, troppo scandalismo per episodi che non sono poi così drammatici al punto da scomodare raffronti ed indignazioni francamente esagerate.
Raffronti anche con altri paesi, che vengono evocati come una specie di idilliaco luna-park, che giammai vedrebbe contestazioni, fischi e gente esagitata: falsissimo, come risulta da cronache che abbiamo appreso nel corso degli anni, a cominciare dalla Gran Bretagna, per continuare praticamente con tutti gli altri paesi europei e gli stessi USA.

Ho l'impressione che l'abitudine al consociativismo pentapartitico - maturata negli anni '80, che permane nei cromosomi della coalizione del centro-sinistra che ne ha raccolto l'eredità - falsi il raziocinio anche di coloro che pure ne condannano la memoria, alimentando così un'idea della democrazia piuttosto astratta e idealizzata, mondata da scontri e da contestazioni, nella quale tutti siedono compostamente ad ascoltare l'oratore di turno, gustando silenziosamente gelati o the con i biscottini.

Intendiamoci, sono d'accordo che la gazzarra sia poco bella, e personalmente l'ho sempre evitata: ma è nelle cose, e mi fa meraviglia che se ne facciano scandalo soprattutto coloro che si rifanno sistematicamente al "realismo" contro quella che definiscono più o meno come "sindrome utopica".
E che se ne facciano scandalo coloro che non fanno una piega di fronte allo sfascio culturale, alla volgarità e all'arroganza della gran parte del "popolo del PDL", dei sostenitori del berlusconismo, dei lettori e aficionados del Giornale di Feltri, con le sue campagne di ricatto e di diffamazione, le sue "spedizioni punitive": tutta questa massa di gente guai a obiettarla nelle sue "idee" e nei suoi pessimi gusti, perché si fa la figura degli snob e degli "intellettuali".

In ogni caso, ognuno è giustamente libero di criticare le gazzarre, se lo urtano.
L'importante è (sarebbe) non esagerare, facendo una gazzarra uguale, senza misurare le parole su episodi che alla fine hanno visto protagonisti piccoli gruppetti di persone.
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Re: Michele Serra: Diritto di parola

Messaggioda trilogy il 09/09/2010, 20:23

franz ha scritto:Michele Serra: Diritto di parola
Secondo. Un dibattito pubblico nel quale tutti siano d'accordo non è solo una contraddizione in termini (i dibattiti riescono utili, e interessanti, solo se tra posizioni difformi). È anche un insulto all'intelligenza, un rituale conformista, rassicurante solo per chi ha la necessità piccolo borghese di sentirsi sempre d'accordo con chi è sempre d'accordo con lui. È da deboli avere paura delle idee altrui, da forti saperle affrontare a viso aperto. Tra sentirsi comunità (interessati alle stesse questioni) e sentirsi tribù (interessati alle stesse certezze) c'è una bella differenza: e non certo a vantaggio della tribù


Serra lo leggo sempre, è intelligente e brillante, però in questo caso gli sfugge che "l'uomo più popolare del paese", quello che ha vinto le ultime elezioni, lo vediamo e lo ascoltiamo in tutte le salse, in tutte le occasioni, sempre e assolutamente da solo, al massimo affiancato da qualche giornalista compiacente, sempre e comunque d'accordo con lui. Sarà un rituale conformista come dice Serra, ma politicamente in Italia funziona. Cinicamente parlando...potremmo prendere esempio :D

ciao
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Re: Michele Serra: Diritto di parola

Messaggioda franz il 09/09/2010, 22:29

trilogy ha scritto:Serra lo leggo sempre, è intelligente e brillante, però in questo caso gli sfugge che "l'uomo più popolare del paese", quello che ha vinto le ultime elezioni, lo vediamo e lo ascoltiamo in tutte le salse, in tutte le occasioni, sempre e assolutamente da solo, al massimo affiancato da qualche giornalista compiacente, sempre e comunque d'accordo con lui. Sarà un rituale conformista come dice Serra, ma politicamente in Italia funziona. Cinicamente parlando...potremmo prendere esempio :D

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Oppure lui (SB) manda appositamente qualcuno a disturbare le discussioni del PD. Tanto qualcuno che "basta caricarlo a molla" e parte da solo lo si trova sempre. Antonio Polito faceva osservare per esempio che i contestatori potrebbero contestare Bonanni e Schifani in svariate occasioni ogni mese. Costoro sono infatti invitati in decine di località, dove tengono brevi discorsi o partecipano ad assemblee pubbliche. Invece i contestatori vengono proprio alle feste del PD. Segno che Bonanni e Schifani sono solo le scuse e l'obiettivo è mettere in difficltà il maggior partito di opposizione.

Il riformista, in prima pagina, è ancora più chiaro.


Sbrigatevi a uscire dal guado
Ordine e politica. Il partito della «cacciata» ha cacciato dalla Festa del Pd Raffaele Bonanni. Dandogli del venduto alla Fiat, o qualcosa di simile. «Bonanni non parla più», hanno festeggiato i teppisti dopo aver conquistato il palco e lanciato qualche fumogeno.
Il partito della «cacciata» ha cacciato dalla Festa del Pd Raffaele Bonanni. Dandogli del venduto alla Fiat, o qualcosa di simile. «Bonanni non parla più», hanno festeggiato i teppisti dopo aver conquistato il palco e lanciato qualche fumogeno.

L'avevamo scritto qualche giorno fa, quando la contestazione toccò a Schifani: la cosa si sta mettendo male, si è tornati a usare la prepotenza fisica per conquistare piazze e piazzette.
Oggi sicuramente qualcuno dirà che non c'è niente di male, che è la democrazia bellezza, che anche a Dublino e a Londra contestano Blair. Non fidatevi: in Gran Bretagna non c'è mai stata l'Autonomia operaia, la P38 o le Brigate rosse. In Gran Bretagna i ministri del lavoro e i capi dei sindacati non girano ancora con la scorta. In Gran Bretagna non hanno mai assassinato un giurista perché scriveva libri bianchi sul mercato del lavoro. Dunque, non scherziamo col fuoco.

E infatti, Bersani non aveva ieri sera alcuna voglia di scherzare. Ha telefonato a Bonanni e ha dato degli «squadristi» agli aggressori, pare aderenti ai centri sociali torinesi. Ma il punto che questo uso improprio della Festa di Torino mette a nudo non è solo di ordine pubblico (faceva tenerezza ieri Letta che protestava per la scarsa vigilanza delle forze dell'ordine, visto che alle feste dell'Unità ci ha sempre orgogliosamente pensato il servizio d'ordine del partito a tenere l'ordine).

Siamo infatti alla vigilia di scelte importanti per la sinistra, se si va al voto in primavera il Pd dovrà decidere una volta e per tutte di chi vuole essere alleato. C'è chi lo spinge a restarsene accucciato a sinistra, abbarbicato a Di Pietro e Vendola, ad assistere dagli spalti a un'inedita gara elettorale a tre, in cui stavolta sarebbe il terzo polo (Casini più Fini più Rutelli più Lombardo), il vero sfidante di Berlusconi. Uno schema che è un'accettazione della sconfitta già in partenza, quasi autoinflitta. C'è invece chi spinge il Partito democratico a farsi federatore di un'alleanza molto vasta, che riesca a tenere Casini anche a costo di non tenere Di Pietro. Questa seconda strategia, cui ha alluso Bersani con la proposta dell'alleanza costituente, consentirebbe al Pd di partecipare da protagonista alla gara elettorale con qualche speranza di vincerla. Ma richiede grande coraggio politico, un'idea forte sull'Italia di oggi, la determinazione a uscire, insieme con il berlusconismo, anche dalla Seconda Repubblica.

In realtà il Pd è in mezzo al guado. Sa che deve nuotare ma non ne ha ancora nè la voglia nè il coraggio. Ed è in momenti come questi che l'estremismo si è sempre scatenato contro il partitone, nel tentativo di condizionarlo, di ricattarlo, di spaventarlo; e, in definitiva, di tenerlo inchiodato alla vecchia sponda. Non è esagerato dire che questi sono tempi da «compromesso storico».

Non bisogna dunque sottovalutare, neanche politicamente, il sintomo di questo uso ricorrente della piazza del Pd da parte dell'estremismo. Prima i viola, e poi i rossi, stanno dicendo al Pd di non credere di poter fare di testa sua. Il Pd ne potrà uscire solo ripredendo l'iniziativa politica: restando fermi in mezzo al guado, si è solo esposti al fuoco nemico, da entrambe le sponde.
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