cardif ha scritto:Annalu, scusa ma non credo che ne avrai.
Ho scritto che parla senza nessuna competenza e conoscenza per quest'errore macroscopico che hai evidenziato, che evidentemente non riesce a capire, viste le sue repliche.
Mi fa piacere che non sia solo io ad evitare che su questo sito rimangano senza smentita affermazioni sbagliate.
E poi vorrei pure smascherare il "personaggio".
Che me ne importa se lui sbaglia, ma un esterno che legge potrebbe pensare che qua c'è un livello basso di conoscenze.
Vale la pena fargli notare che non sa gestire i suoi guadagni, fatti prima, se deve ricorrere ai prestiti per pagare le tasse?
Ammesso che non abbia inventato tutto per riproporre la solita lagna delle tasse alte, posso dire che certamente fa almeno questi due errori (si aspettano smentite):
- somma tutte le tasse ed imposte, compresa l'IVA che (forse) incassa ma che è una partita di giro, non rientra nel suo reddito (su questa paga l'1% se fa versamenti trimestrali: ma lo sa?);
- calcola la percentuale sul netto (cioè: incassa 100, paga 39 di tasse; ne restano 61; calcola 39/61 x100 = 63%).
Stasera a Ballarò la Todini ha detto che la tassazione per le imprese arriva anche oltre l'80%.
E sì, perché conteggia tutti gli oneri, compresi quelli per la mano d'opera, ma che stanno nel bilancio d'azienda. Per annullare i guadagni si comprano le società con bilanci in rosso, figuriamoci!
Ma le tasse effettive sono quelle che vengono prelevate dal guadagno personale.
Senza riportare i calcoli, preferirei avere un reddito di 100.000 euro e pagarne 35.000 di tasse anzicché un reddito di 50.000 e pagarne 15.000. Non mi lamenterei per niente.
cardif
L'amico Cardiff ama essere soventemente smentito, ed io mi preoccupo di accontentarlo perchè tengo molto al dibattito con questo partecipante.
Alcune risposte alle tue inesatte riflessioni, puoi leggerle sui post che mi sono onorato di scrivere all'amica Annalu'.
Però vorrei corrergerti e ribattere anche su altre questioni, sempre che tu me lo consenta e gradisca.
Come ti ho scritto in uno dei precedenti post, capisco che certi argomenti e meccanismi siano difficoltosi da comprendere per te che probabilmente sei fuori dal giro di lavoro delle attività imprenditoriali. Lo deduco dalle tue argomentazioni, non perchè ti conosco. Ma non fartene una colpa, la materia delle imposte che gravano su tutti e sopratutto sulle imprese artigiane medio piccole è davvero complicatissima.
Infatti tu cerchi di semplificare affermando con disinvoltura che "non sa gestire i suoi guadagni, fatti prima, e quindi deve ricorrere ai prestiti per pagare le tasse..." . Chi è dentro il mondo del lavoro sa bene che ci sono talmente tanti imprevisti e difficoltà che il finanziamento da parte delle banche talvolta è irrinunciabile. In questi periodi poi, caro Cardiff si cerca di stringere i denti, di non mandare a casa gli operai anche se c'è scarsità di lavoro perchè lavorando gomito a gomito, come ti ho spiegato più volte (ma probabilmente eri un pò distratto) i dipendenti conoscono i problemi dei loro datori di lavoro (sai quelli che qualcuno chiamava i "padroni maledetti bastardi") che a loro volta ocnoscono i problemi dei loro dipendenti. Fino a qundo possiamo farlo, cerchiamo di far lavorare i nostri operai che magari hanno mutui, prestiti da onorare, moglie senza lavoro, problemi vari. Cerchiamo diottimizzare le spese, ridurre gli straordinari (anche se ora le imposte costano un pochino meno) ma cerchiamo cmq di tirare avanti anche a costo di indebitarsi un pò, perchè generalmente l'imprenditore artigiano ha quella speranza che il domani sia migliore e possa riprendere la normalità del lavoro.
Ti capisco, è difficile da comprendere ed infatti hai confuso alcune cose importanti. Infatti hai affermato che sulle imposte da pagare io avevo calcolato anche l'iva, che invece non va considerata perchè noi impresari la fatturiamo e la ripaghiamo il mese il 16 del mese successivo prima ancora di averla incassata. Lo sapevi caro Cardiff che l'imposta sul valore aggiunto che generalmente è del 20%, noi l'anticipiamo allo stato? Praticamente facciamo da banca allo stato. Non riesci a capire eh? Ripeto ti comprendo, è un meccanismo infernale.
Hai detto erronaemente che si calcola i costi della manodopera. E' errato anche questo, perchè quei costi vanno scalati dagli incassi. fatto le somme (vendite, acquisti, spese varie ) si fa il saldo e da li si considera l'imponibile, dopodiche' da questo viene considerata l'imposizione fiscale.
Ripeto, è difficoltoso. Se un domani avrai un attività imprenditoriale potrai comprenderlo.
Un altra riflessione un pò comica (scusa eh) .."per annullare i guadagni si comprano le società con bilanci in rosso..."
probabilmente ti stai confondendo con la grossa industria e le finanziarie. Gli imprenditori artigiani non hanno le risorse per comprare aziende in rosso, altrimenti non sono più artigiani.
Su una cosa sono daccordo con te, quando affermi ".......preferirei avere un reddito di 100.000 euro e pagarne 35.000 di tasse anzicché un reddito di 50.000 e pagarne 15.000. Non mi lamenterei per niente...."
Come si fa a darti torto. Anzi visto che siamo al festival dell'ovvietà, sai che ti dico: io prefeire avere un reddito di 1 milione, anzi facciamo 10 milioni va e non se ne parla più. Credo che il 35% che rimane mi consentirebbe di vivere benino.
Caro amico Cardiff, purtroppo la realtà è triste per le imprese artigiane dell apiccola e media impresa. Come pure quella del personale dipendente, che conosco bene perchè avendo gli operai so bene le loro difficoltà. Ma le riflessioni che avevo fatto non erano per mettere in contrapposizione artigiani e dipendenti, ma per evidenziare delle difficoltà che oggettivamente ci sono.
Spero di aver dato un contributo positivo e risposte adeguate alle tue angosciose domande. Non è il caso di creare "guerre" fra operai e artigiani. Siamo tutti sulla stessa barca e se affonda non se ne avvantaggia nessuno.
Quando avrai bisogno di qualche altro chiarimento, se posso dartelo e se rientra fra le mie competenze, volentieri ti risponderò, perchè trovo piacevole discutere con te.
Massima cordialità e buon proseguimento di giornata caro amico.