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l'eredità di renzi

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: l'eredità di renzi

Messaggioda mauri il 01/02/2017, 18:54

di sicuro un accordo lo troveranno e ne uscirà una buona coalizione ulivo rigenerato, certo che tenere a freno cavallo pazzo ce ne vuole dopo tutti i massi che hanno sconvolto lo stagno, comunque è positivo questo fermento
ciao mauri

http://www.huffingtonpost.it/2017/02/01 ... _ref=italy
Pier Luigi Bersani in assetto di combattimento: "Se Renzi tira dritto, è finito il Pd e rinasce un nuovo Ulivo, plurale e democratico"
Pier Luigi Bersani è in assetto da combattimento: “Ma guarda tu se devo leggere sui giornali quel che faccio la mattina. Le do la prima notizia. Non incontro Renzi, io parlo in pubblico. E mi piacerebbe farlo nel Pd, dove è preoccupante il restringimento degli spazi democratici”. Seduto nel suo studio alla Camera, una pila di giornali sul tavolo, l’ex segretario va dritto al punto: “Se Renzi forza, rifiutando il Congresso e una qualunque altra forma di confronto e di contendibilità della linea politica e della leadership per andare al voto, è finito il Pd. E non nasce la cosa 3 di D'Alema, di Bersani o di altri, ma un soggetto ulivista, largo plurale, democratico”.
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Re: l'eredità di renzi

Messaggioda ranvit il 01/02/2017, 19:21

Ulivo? Buffoni proprio quelli che hanno affossato il vero Ulivo :twisted:

Tutti i perdenti riuniti :lol: :lol:
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: l'eredità di renzi

Messaggioda Robyn il 01/02/2017, 19:47

mauri poi renzi è andato a togliere anche l'intermediazione sindacale nel gmo che và ripristinata.Questa intermediazione non ostacola nulla perche prevede che possa esserci l'intesa rsu azienda.In Gran Bretagna è uguale il gmo è trattato come un'esubero
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Re: l'eredità di renzi

Messaggioda pianogrande il 02/02/2017, 0:06

"Largo, plurale e democratico" dove tutte le nullità potranno coprirsi a vicenda e dibattere (con calma).

Il concetto di democrazia come regno delle chiacchiere ha fatto tanto male alla democrazia e continuerà a farne ancora per decenni.
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Re: l'eredità di renzi

Messaggioda Robyn il 02/02/2017, 0:22

I partiti in democrazia sono sempre plurali e bisogna sempre cercare lo spirito giusto per unire soprattutto nei cambiamenti,i monoblocchi non esistono,la democrazia è bella perche è varia.Inoltre è vero bisogna dibattere con calma e il bicameralismo differenziato serve a questo la camera legifera e il senato può essere considerato come camera di raffreddamento che pur non ostacolando le decisioni della camera può cambiare alcune cose ed impedire per quanto possibile la dittatura della maggioranza.Si distribuisce il potere non solo con il federalismo ma anche con due camere differenti nelle funzioni
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Re: l'eredità di renzi

Messaggioda mariok il 04/02/2017, 13:58

RISPONDE ALDO CAZZULLO
Dopo Renzi non torna l’Ulivo, arrivano Grillo e Salvini
di Aldo Cazzullo

Caro Aldo, ma quando si andrà a votare? Il G7 di Taormina, le banche, la crisi, la legge elettorale… Forse ora è troppo presto. Ma gli elettori chi li tiene?
Alberto Castellano

Caro Alberto, il G7 è palesemente una scusa. È un vertice di prammatica, un circolo invecchiato che non rappresenta da tempo il mondo globale. Già Washington lo considerava superato; si figuri ora con Trump, che vuole rapporti bilaterali, da Stato a Stato. Ogni tanto il rito viene officiato in Italia. Lei ricorda qualche decisione epocale presa a Genova nel 2001? No, l’allora G8 passò alla storia per gli scontri di piazza. E quello del 2009 fu segnato dalle polemiche per l’uso delle macerie e delle casette dell’Aquila (oggi rivalutate dopo i ritardi di Amatrice) come quinta teatrale. Quanto alla crisi, se aspettiamo la ripresa, voteremo tra non si sa quanti anni. L’unica vera questione è che una legge proporzionale, come quella — pessima — che si profila, non darebbe alcun vincitore. Ecco il punto.
Al referendum una parte del sistema si è unito agli antisistema per far fuori Renzi. Ma dopo Renzi, ora «psicologicamente destabilizzato» come dice Staino, non torna D’Alema e non arriva Calenda; arrivano i populisti anti euro, Grillo e Salvini. O almeno hanno una grande chance. Tra i leader storici del Pd, alcuni hanno detto chi un Sì di facciata, senza impegnarsi (ammesso che gli sia stato chiesto); altri si sono battuti come leoni per il No, talora dopo aver pronunciato in Parlamento più Sì della monaca di Monza. Ora tenteranno di liberarsi dell’usurpatore per sempre; ma a parlare di «nuovo Ulivo» si rischia di non essere compresi dai giovani e di apparire patetici agli altri. Con chi potrebbe fare il «nuovo Ulivo» il Pd? Qualcuno pensa seriamente che Pisapia o Alfano, alleati con i democratici, valgano più del 2-3%?
Altro che larghe intese: se si votasse domani, è probabile che Grillo, Salvini e Meloni avrebbero più seggi di Pd e Forza Italia. Ma non è affatto detto che il governo Gentiloni sia in grado di recuperare consensi. Tanto più che alle amministrative la sinistra rischia di essere battuta dappertutto, dalla Sicilia all’unica città italiana in cui ha sempre vinto da quando esiste l’elezione diretta del sindaco: Genova.
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Re: l'eredità di renzi

Messaggioda pianogrande il 04/02/2017, 14:26

Non prendetela per facile retorica o per gratuita offesa (le mie intenzioni sono di presa di coscienza) ma Renzi ci lascia sopratutto in eredità il livello culturale degli italiani che non è migliorato gran che sotto il suo governo anzi è stato ulteriormente massacrato da una propaganda sporca e disonesta.

Da questo livello culturale (dell'attacco a testa bassa a qualsiasi cosa respiri e del no al no al no) cosa volete che venga fuori?
Un governo degli illuminati?

Altro che Salvini e Meloni!

Ci meritiamo la Mussolini alla presidenza della repubblica.
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Re: l'eredità di renzi

Messaggioda mariok il 06/02/2017, 18:01

Io penso che la peggiore eredità che ci lascia Renzi sia lo stesso Renzi in versione attuale.

Mi sembra un pugile rintronato.

Ecco le cose più interessanti di cui si è occupato in questi giorni:

- della Raggi e del garantismo su FB https://www.facebook.com/matteorenziuff ... ED&fref=nf

- del 6% del surplus commerciale della Germania https://blog.matteorenzi.it/la-soglia-g ... .mmobs7k6m

-del rilancio di Pompei (merito soprattutto di Franceschini) https://blog.matteorenzi.it/a-pompei-li ... .dtnjtw1cg

- del solito pistolotto sul fisco amico https://blog.matteorenzi.it/rottamare-d ... .3w00fwhzy

Continuo a pensare che farebbe meglio, innanzitutto per lui, a passare la mano.

P.S. Renato Mannheimar, in caso di scissione, lo da al 15%. Non ci credo, come a gran parte dei sondaggisti. Ma è il segno del cambio del vento.
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Re: l'eredità di renzi

Messaggioda Robyn il 06/02/2017, 18:08

secondo me renzi dovrebbe mangiare poco e fare molto sport perche mangiare troppo fà male alla psicologia
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Re: l'eredità di renzi

Messaggioda mariok il 08/02/2017, 15:42

Nel '98 demmo la colpa a Bertinotti.

Nel 2008 a Mastella.

Questa volta a chi la diamo?

Chi sa come va a finire: credo male.

Una cosa è certa: se il successore di Renzi è Orlando, finisce che voto anch'io per Grillo :oops:

ALLA CARICA DEL PD
La sfida a Renzi dei big del partito: decidi con noi o candidiamo Orlando

Franceschini, Martina, Cuperlo e il ministro della Giustizia fanno fronte comune
Riunioni dei capicorrente in una Montecitorio deserta: la maggioranza si può ribaltare
di Maria Teresa Meli

Mancano pochi giorni alla direzione del Pd e la tensione nel Partito democratico è a dir poco alle stelle. Per la prima volta la maggioranza interna che finora ha sostenuto Matteo Renzi si defila e mette all’angolo il segretario. L’avvertimento lanciato dal tandem Dario Franceschini e Andrea Orlando è questo: non è affatto detto che, anche nel caso in cui si vada ad elezioni anticipate, il candidato premier del Pd sia Matteo Renzi.
Il messaggio
Il messaggio è partito ieri sera, al termine di una serie di riunioni: in una Montecitorio deserta, dopo le votazioni di rito, si sono materializzati improvvisamente i capicorrente del Partito democratico, dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, al Guardasigilli Andrea Orlando, al titolare dell’Agricoltura Maurizio Martina, a Gianni Cuperlo. Obiettivo comune: frenare Renzi, il quale ha fatto sapere di essere intenzionato a dire sì al premio di maggioranza alla coalizione solo in cambio di elezioni a giugno.

I nomi
Il caveat lanciato al segretario è molto chiaro: se Renzi non abbozza e non concorda la linea con i big del partito, la maggioranza interna si può ribaltare facilmente e nel Pd può nascere un’alternativa alla sua segreteria. Alternativa che ha già un nome e cognome: Andrea Orlando. E non importa se un recente sondaggio della Swg commissionato da Renzi rivela che il ministro della Giustizia in uno scontro con il segretario alle primarie si attesterebbe solo al 18 per cento, mentre il leader guadagnerebbe l’82 per cento dei consensi. Il tentativo di golpe interno al Pd è nato al termine di una giornata tesa, che si è snodata tra riunioni riservate e conciliaboli segreti, con i parlamentari del Pd in rivolta contro Renzi per l’annullamento, da parte del capogruppo Ettore Rosato, dell’assemblea dei deputati prevista per oggi.
Il premio
Nel contempo da parte di Renzi arrivavano segnali che certo non si possono definire concilianti. Sulla legge elettorale «si ricomincia da zero», altro che premio di coalizione: «Si va in Aula con il Mattarellum e vediamo chi ha i voti», ha detto Renzi a un fedelissimo. E se non si vota a giugno «allora anticipiamo il congresso e ci misuriamo sulle cose da fare».
Le trattative
Se le elezioni davvero si allontanano (del resto, lo stesso Luca Lotti spiegava ieri ai renziani che le possibilità di voto anticipato a oggi sono «due su dieci»), Renzi non ha nessuna intenzione di lasciare che le trattative segrete afavore del «premio di coalizione» tra pezzi di Pd, Franceschini e Orlando in testa, in sintonia con gli ambasciatori di Berlusconi, come Gianni Letta e Paolo Romani, vadano avanti a sua insaputa. Se si decide di votare a febbraio 2018 — e secondo il segretario del Partito democratico sarebbe uno sbaglio perché «bisogna partire adesso in contropiede per andare alle elezioni a giugno» e spiazzare Beppe Grillo, che «sotto sotto non vuole le urne perché è convinto che a febbraio, col caos e la paralisi della politica prenderà più voti» — allora «si ridiscute tutto». L’avvertimento è all’interno del Pd, ma anche all’esterno. Cioè a quel Silvio Berlusconi che potrebbe rischiare di avere una legge elettorale per lui peggiore di quella che si sta profilando ora.
La direzione
Insomma, il segretario del Partito democratico non fa passi indietro. Anzi: «In direzione ci sarà da divertirsi», dice ai suoi. E lascia intendere che se non gli daranno il voto a giugno allora anticiperà il congresso. Potrebbe farlo addirittura proprio in quel mese. O al massimo a settembre-ottobre. Anche se la prima ipotesi sarebbe la migliore, perché così le assise si terrebbero prima del voto delle Amministrative. Orlando e Franceschini, però, non sembrano arretrare, anche se ufficialmente non ingaggiano ancora battaglia. Il loro avviso a Renzi intanto lo hanno inviato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
7 febbraio 2017 (modifica il 7 febbraio 2017 | 22:50)
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