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Il discorso del presidente

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Il discorso del presidente

Messaggioda ranvit il 06/01/2016, 20:04

Due anni? Per risolvere i problemi incancreniti da due secoli (come da articolo di Mellini da te postato)??? E chi è?? Mandrake?
Intanto l'Italia è uscita dalla crisi nera in cui era (il Pil è ripartito); ha iniziato a semplificare le cose; ha messo all'angolo lo strapotere dei sindacati (vera anomalia nefasta nel mondo occidentale); ha messo in pista l'Italicum che una volta in vigore consentirà al Paese di sottrarsi ai giochetti ricattatori di un partitino con il 3% dei voti; ha messo in pista la fine del bicameralismo perfetto; ha iniziato ad investire nella scuola dando un bel cazzotto alla corporazione dei "docenti"; sta per mollare un uppercut ai sindacati e scansafatiche della PA; etc etc

Minchia! Ma cos'altro doveva fare? Certo che ci sono mille e mille altre cose da fare, ma porca pupazza, chi altri ci sarebbe riuscito???
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Il discorso del presidente

Messaggioda gabriele il 06/01/2016, 21:17

ranvit ha scritto:
Minchia! Ma cos'altro doveva fare? Certo che ci sono mille e mille altre cose da fare, ma porca pupazza, chi altri ci sarebbe riuscito???


piuttosto, cos'ha fatto finora...?

Governo Renzi, altro che gufi, è la politica del suo esecutivo che rischia di affossarci
Economia
Dagli 80 euro, all'abolizione della tassa sulla casa, fino agli sgravi sulle assunzioni: miliardi buttati per riforme scadenti. E un nuovo dissesto bancario può far venire giù tutto
4 gennaio 2016

Il 2015 è stato l’anno che ha visto l’Italia tornare alla crescita, sia pure frazionale, dopo anni di depressione, grazie ad una serie di shock positivi esterni pressoché irripetibili, come il crollo del prezzo del greggio, la politica monetaria espansiva non convenzionale di Mario Draghi e una politica fiscale finalmente neutrale o lievemente espansiva a livello di Eurozona. Ma il 2015 proietta anche ombre lunghe sul futuro: alcune frutto delle debolezze dell’economia globale, altre più specifiche al sistema-paese Italia, alle sue tradizionali vulnerabilità e alla definitiva emersione di aree di crisi strutturale per molti anni occultate, come quella del carico di sofferenze bancarie accumulate in lunghi anni di crisi ma anche per pessime politiche di erogazione di credito da parte di banchieri spesso calati nel ruolo di faccendieri.

In politica fiscale Renzi ha deciso la svolta con la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, rivendicando flessibilità aggiuntiva ed andando a prendersi un aumento del deficit strutturale nello stesso momento in cui la congiuntura pareva dare segni di accelerazione. Il motivo di questa scelta non è chiarissimo. Le motivazioni ufficiali e “tecnocratiche”, fornite da Pier Carlo Padoan, sono quelle manieristicamente keynesiane del sostegno alla ripresa a fronte del proliferare di aree di incertezza sullo scacchiere economico mondiale, ma appaiono assai poco convincenti.

Molto più verosimile che Renzi, accortosi che riformare logora chi tenta di farlo, soprattutto in un paese come l’Italia, la cui opinione pubblica mantiene una preoccupante tendenza a credere alle fiabe che le vengono narrate dalla politica, abbia quindi deciso di rinviare l’azione di riqualificazione della spesa pubblica, rimettendo nel cassetto il libro della spending review e optando per un banale deficit spending, accompagnando questa assai vetusta e rischiosa ricetta di governo a una comunicazione di ottimismo forsennato e a tratti lisergico.

Sarà un caso ma Renzi è divenuto progressivamente più incline a fare deficit e ad assumere un atteggiamento di confronto dialettico anche aspro con l’Unione europea (tradizionale capro espiatorio della politica italiana) al moltiplicarsi dei sondaggi che indicavano il crescente rischio di sorpasso del Pd per opera del M5S, altra nota centrale di spaccio di sogni in un Paese stressato e che proprio non riesce ad imparare dai propri ruvidi risvegli. La Renzinomics veicola un messaggio tanto semplice quanto rozzo: siate sereni e spendete. Per Renzi, ogni aumento del tasso di risparmio è quindi da combattere in quanto spia di paura e dell’azione di sabotaggio di gufi disfattisti.

A conferma di questa visione, il premier si è spinto ad affermare che gli italiani avrebbero “nascosto i risparmi in banca”, manco si trattasse di un nuovo tipo di materasso. Parliamo dello stesso Renzi che lo scorso anno ha colpito i risparmiatori col 26 per cento di aliquota sulle “rendite finanziarie pure”, mentre manteneva invariata al 12,5 per cento la tassazione di titoli di Stato e risparmio postale, con evidente discriminazione a danno del settore privato dell’economia. Nella predicazione renziana il deficit ha cessato di essere un problema: conta la rassicurazione che “comunque siamo sotto il 3 per cento di Maastricht”: come se fosse l’unico parametro e come se non stessimo comunque producendo nuovo debito. Il problema non è l’eventuale aumento del deficit, che tuttavia dovrebbe avvenire in modo anticiclico, quindi opposto a quanto sta facendo Renzi oggi: il problema è che il deficit aggiuntivo deve avere un ampio impatto positivo sulla crescita, affinché il gioco valga la candela. Invece, abbiamo miliardi immolati a sussidi per contratti di lavoro che sarebbero stati comunque attivati, al netto delle stabilizzazioni di quelli a tempo determinato, ed abbiamo l’iniqua e inefficiente eliminazione della tassazione sulla prima casa presentata come rivoluzionario catalizzatore di fiducia (e quindi di consumi) a un paese di proprietari della casa di abitazione.

Questi sono solo due esempi di spesa pubblica di qualità scadente e dall’elevato costo opportunità, destinati ad ingessare il bilancio pubblico, che vanno ad aggiungersi ai dieci miliardi annui del bonus da 80 euro, sulle cui virtù taumaturgiche di stimolo ai consumi il dibattito è ancora in corso. Renzi pare essere riuscito ad “anestetizzare” i timori degli italiani per il deficit presentandosi come il “grande neutralizzatore” delle temute clausole di salvaguardia, che egli stesso l’anno scorso ha creato in quantità industriale. Sfortunatamente, tali clausole sono solo state spinte più in là, al prossimo anno, con un tratto di penna.

Allo stesso modo, il governo presenta come fatto compiuto e pietra miliare la flessione del rapporto debito-Pil prevista per il 2016 che in realtà è tutta da raggiungere, e che è subordinata al conseguimento di una crescita del Pil nominale che oggi appare tutt’altro che scontata. Ma la vera minaccia al futuro del Paese verrà dalla gestione di eventuali nuovi dissesti bancari e dalla mina innescata dei crediti in sofferenza. Il consolidamento del settore del credito cooperativo, deciso da Renzi, servirà anche e soprattutto a quello ma i miracoli non esistono ed il reale e realistico valore di recupero delle sofferenze, al di là di quanto scritto nei bilanci, appare la maggiore incognita per la stabilità finanziaria del Paese, soprattutto se lo scenario di crescita attesa dovesse svanire.

Da il Fatto Quotidiano di mercoledì 30 dicembre 2015

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/01 ... i/2340556/

---

a proposito degli 80 euro, c'è da evidenziare che sono uno stimolo alla non produttività. Chi è vicino alla soglia fatidica dei 24 mila euro lordi si vede bene dal produrre altro reddito con ore a straordinario.
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Re: Il discorso del presidente

Messaggioda ranvit il 07/01/2016, 9:44

Mi meraviglierei molto se Il Fatto parlasse bene di Renzi :lol:

Ripeto: chi altro sarebbe in grado, al momento, di fare meglio???

Un Pd "rinnovato"? Rinnovato come e da chi? Da quelli che hanno contribuito, in collaborazione con i sindacati, a pagare un barbiere della Camera dopo 20 anni di servizio, 143.000 euro/annui????????? E chi è? Michelangelo??? :oops:
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Re: Il discorso del presidente

Messaggioda gabriele il 07/01/2016, 10:48

ranvit ha scritto:Mi meraviglierei molto se Il Fatto parlasse bene di Renzi :lol:

Ripeto: chi altro sarebbe in grado, al momento, di fare meglio???

Un Pd "rinnovato"? Rinnovato come e da chi? Da quelli che hanno contribuito, in collaborazione con i sindacati, a pagare un barbiere della Camera dopo 20 anni di servizio, 143.000 euro/annui????????? E chi è? Michelangelo??? :oops:


mi immaginavo che avresti attaccato il giornale senza una minima menzione alla penna che ha scritto l'articolo. Un classico comportamento da chi vuol stare sulla difensiva.

Un rinnovamento non si costruisce in 5 minuti. Occorre prima di tutto che il partito prenda coscienza della trasformazione della società e dei mezzi di comunicazione.

Ora come ora, un partito che non capisce il ruolo della partecipazione attraverso ANCHE i social network, nella discussione e nella stesura dei piani politici e delle leggi, lo reputo alla vecchia maniera.

Utilizzare facebook, twitter e altri canali come vetrina per la propaganda, vuol dire non aver capito il potenziale. Oppure se ne ha paura. Perché tale potenziale, se sfruttato, toglie il controllo da un collettivo per il collettivo. Collettivo che si identifica nell'utenza, di qualsiasi forma e provenienza.

Partecipazione non vuol dire solo condivisione delle informazioni ma anche delle decisioni. Un partito che si avvicini alla democrazia partecipativa sarebbe un toccasana per tutto il Paese.
Con "la buona scuola" Renzi da dimostrato una volta di più la sua più totale estraneità a questa forma di governance. Come in molte altre cose ha tirato il sasso e nascosto la mano. Ha chiesto aiuto ai docenti, poi ha fatto di testa sua.

Tutto legittimo. Lontano però dal mio concetto di partecipazione.

Tu affermi continuamente che Renzi non è il Padreterno e non può risolvere tutti i problemi. Ma non spetta a Renzi risolvere tutti i problemi. A Renzi spetta il compito di mettere la società nella condizione di trovare soluzioni, unendo le varie intelligenze e sensibilità attraverso un'interfaccia unica, aperta, democratica, che potrebbe essere benissimo il PD. Per fare ciò il PD, e in primis Renzi, deve scrollarsi di dosso un vecchio modo di concepire la politica verticistica. Le soluzioni non vengono dall'alto ma dalla condivisione di idee e responsabilità.

ps
Ti ricordo che la morte dei sindacati è iniziata da molto tempo, ovvero dagli ultimi governi di Silvio, da quando Cofferati ha lasciato la CGIL. La morte definitiva dei sindacati, come forza di contributo sulla scena politica, si è registrata con la riforma Fornero e il loro silenzio totale.

Ora i sindacati sono degli ottimi enti di servizio per i cittadini, ma in questa forma servono a poco
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Re: Il discorso del presidente

Messaggioda mariok il 07/01/2016, 13:14

Che il Fatto sia un giornale di parte ed usi ogni argomento (più o meno valido) per attaccare Renzi è lampante.

Tuttavia ciò non significa che le cose in Italia vadano bene. Ciò che più preoccupa è il persistente divario rispetto ai partner europei, che ormai da 25 anni sta determinando il declino del paese.

Mi sembra ben argomentata l'analisi apparsa in questo articolo che non mi sembra di parte:
http://www.termometropolitico.it/120292 ... ropei.html

Accusare il governo indicandolo come responsabile di questa situazione è chiaramente strumentale, così come è ridicolo prendersela, come fa il Fatto, con le incitazioni alla fiducia di Renzi: fa parte del ruolo cercare di dare fiducia al paese, ripresa di fiducia che tra l'altro pare essere l'unico motore significativo della pur insufficiente ripresa.

Tuttavia, posto che le responsabilità vengono da lontano e che forse non sono solo quelle dei politici ma più complessivamente di un'intera classe dirigente, alla domanda se ci sono segnali di un'inversione di tendenza, la risposta, alla luce degli ultimi dati, è purtroppo NO.

Cioè anche questo governo sembra non star facendo ciò che serve al paese per uscire da questa lunga deriva. Forse sta facendo meno peggio (chiedo scusa per la sgrammaticatura) di altri, ma non abbastanza.

E qui veniamo alle note dolenti sulle alternative.

Gli unici a dare concrete indicazioni sono i commissari europei, proprio quelli che sono in questo momento i più impopolari e destinati a rimanere inascoltati.

Non è da oggi che le uniche indicazioni che ci vengono dall'Ue sono quelle relative allo spostamento della tassazione dal lavoro ai consumi, agli investimenti in istruzione (con effetti ovviamente nel lungo periodo, che potrebbero essere transitoriamente anticipati, udite! udite!, con l'immigrazione di personale qualificato!) ed all'aumento della spesa in ricerca e sviluppo, nel quadro di una rigoroso risanamento della spesa pubblica.

Non ci vuole molto per rendersi conto che, oltre Renzi, nessuno degli attuali soggetti politici, tra reddito di cittadinanza, ritorno alle pensioni ante-Fornero, lotta senza quartiere all'immigrazione, ha la pur minima intenzione di imboccare seriamente una tale strada.

A me sembra che sia questa la reale situazione e che tutto il resto sia solo propaganda a buon mercato.
« Dopo aver studiato moltissimo il Corano, la convinzione a cui sono pervenuto è che nel complesso vi siano state nel mondo poche religioni altrettanto letali per l'uomo di quella di Maometto» Alexis de Tocqueville
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Re: Il discorso del presidente

Messaggioda gabriele il 07/01/2016, 13:26

mariok ha scritto:Mi sembra ben argomentata l'analisi apparsa in questo articolo che non mi sembra di parte:
http://www.termometropolitico.it/120292 ... ropei.html


molto interessante. Grazie
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Re: Il discorso del presidente

Messaggioda trilogy il 07/01/2016, 14:50

gabriele ha scritto:
mariok ha scritto:Mi sembra ben argomentata l'analisi apparsa in questo articolo che non mi sembra di parte:
http://www.termometropolitico.it/120292 ... ropei.html


molto interessante. Grazie


Si interessante, da approfondire, forse stava meglio nella discussione: "il declino continua".

Comunque, ci sono aspetti importanti che non vengono presi in considerazione: l'invecchiamento della popolazione pesa sia sulla crescita che sulla produttività. L'allungamento dell'età lavorativa in una economia stagnante crea disoccupazione giovanile. Il drastico taglio delle pensioni future ancora si vede in minima parte a livello macroeconomico. Nei prossimi dieci venti anni si vedrà appieno e le conseguenze saranno strutturali . Avremo milioni di pensionati poveri, l'attuale meccanismo per cui la pensione del nonno mantiene i nipoti disoccupati si ribalterà, dovranno mantenere il nonno che muore di fame. Si creerà, per ragioni si sopravvivenza, una grande offerta di immobili da parte di anziani e questo porterà ad una drastica riduzione del valore degli immobili. Con l'impoverimento, in particolare dei lavoratori privati, e il taglio del welfare, le condizioni di salute dei lavoratori anziani saranno peggiori di quelle attuali e questo influirà ulteriormente sulla produttività. Queste masse impoverite saranno facile preda di partiti populisti anti stato. Per fortuna a compensare la situazione ci sarà la riduzione dell'aspettiva di vita. La gente morirà prima e questo migliorerà i conti pubblici e libererà posti di lavoro per i giovani. Alcuni segnali già si vedono con l'aumento della mortalità. E' possibile che nel 2014-2015 abbiamo già toccato il picco delle aspettative di vita in Italia. Ora è iniziato il calo, anche se le statistiche statali per il momento, continuano ad allungare il brodo per migliorare i conti dell'inps.
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Re: Il discorso del presidente

Messaggioda trilogy il 07/01/2016, 15:40

l'altro aspetto che queste statistiche ignorano, è che il "risanamento dei conti" del governo Monti ha deindustrializzato il paese e per ricostruire un apparato produttivo e farlo crescere ci vuole tempo.
Inoltre c'è un aspetto particolare dei nuovi imprenditori che gli economisti da scrivania ancora non hanno notato.
Molti di quelli che oggi avviano una nuova impresa, "start up" come va di moda chiamarle oggi, non hanno nessuna intenzione di fare gli imprenditori a lungo, far crescere l'azienda, creare occupazione ecc. ma si pongono l'obiettivo di sviluppare qualche cosa di innovativo e redditizio e poi vendere l'azienda ad una multinazionale o ad investitori internazionali. Questi poi quando acquistano il brevetto, il know-how vanno a produrre chissà dove.
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Re: Il discorso del presidente

Messaggioda ranvit il 07/01/2016, 16:18

Tu affermi continuamente che Renzi non è il Padreterno e non può risolvere tutti i problemi. Ma non spetta a Renzi risolvere tutti i problemi. A Renzi spetta il compito di mettere la società nella condizione di trovare soluzioni, unendo le varie intelligenze e sensibilità attraverso un'interfaccia unica, aperta, democratica, che potrebbe essere benissimo il PD. Per fare ciò il PD, e in primis Renzi, deve scrollarsi di dosso un vecchio modo di concepire la politica verticistica. Le soluzioni non vengono dall'alto ma dalla condivisione di idee e responsabilità.

ps
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Ora i sindacati sono degli ottimi enti di servizio per i cittadini, ma in questa forma servono a poco



1) Quando dico che Renzi sta facendo....intendo dire "il Governo presieduto da Renzi" e quindi la maggioranza che lo compone.
Mi sembra evidente che un Partito elabori uno "scenario" di gestione della cosa pubblica, ma altrettanto evidente che è il leader pro-tempore a concretizzarne la marcia di attuazione.
E' cosi' in tutti i Paesi del mondo e fin dalla notte dei tempi.
2) Condivisione di idee e responsabilità? Ci vuole tempo per riavere un personale politico non fatto di affaristi e cialtroni. Il Pd era un Partito "morto"....e lo è ancora...l'alternativa ad una nuova leadership non si vede neanche con il cannocchiale.
3) I sindacati devono essere un ente di servizio per i lavoratori: servizi vari e gestione dei contratti e delle vertenze.La politica non è compito loro.
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Re: Il discorso del presidente

Messaggioda ranvit il 07/01/2016, 16:22

Vedo troppo pessimismo....si commette lo stesso errore dei piani quinquennali sovietici! La politica non è pura e semplice economia! Il clima di maggior fiducia/maggiori consumi è fondamentale per la ripresa. L'Italia era precipitata....ci vuole tempo per riprendere velocità....purchè al Governo ci sia "un" Renzi 8-)
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