La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Italia: 'no alla legge sulla privatizzazione dell'acqua'

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Italia: 'no alla legge sulla privatizzazione dell'acqua'

Messaggioda pierodm il 03/12/2008, 8:27

Vedi un po' come s'intrecciano gli argomenti.
La questione dell'acqua è una di quelle che sembrano fatte su misura per una politica locale, diciamo almeno su base regionale e interregionale.
Quindi, se un problema esiste nella gestione dell'acqua, significa che le amministrazioni locali non funzionano poi così bene: peccano di omissione, come minimo, e la cosa non può meravigliare chi appena conosce il nido di vipere che è il mondo politico-amministrativo della grande provincia italiana.
Ma, come dicevo, in questo groviglio di serpenti i più velenosi sono i miopi e squallidi interessi privati, che cercano la protezione e la complicità con il pubblico, disposti tranquillamente a segare il ramo sul quale sono seduti pur di ottenere guadagni rapidi, ricchi ed immediati. Del futuro, anche come imprenditori, non frega niente a nessuno, nemmeno quello dell'azienda, verso la quale coltivano affezione soltanto i piccoli imprenditori e gli artigiani, e non certo i medi e grossi affaristi che acquisiscono partecipazioni e diritti di sfruttamento a suon di milioni (prestati da banche compiacenti, e mai rischiati di tasca propria, ovviamente).

Dico questo - paradossalmente in apparenza - per venire incontro alla tesi (però, diciamolo, un po' smaniosa) di Franz: la privatizzazione potrebbe essere presa in considerazione con una cauta fiducia. Potrebbe. Potrebbe se...
Il fatto è, purtroppo, che molto si parla della politica e della P.A. italiane, in senso negativo, mettendo in fila nequizie vere o presunte, malefatte accertate e potenziali, e ogni genere di giudizi indignati e sconsolati. Tutto vero, tutto legittimo.
Ma poco, pochissimo si parla dello stato vergognoso nel quale versa l'imprenditoria italiana, il nostro capitalismo un po' ladro e un po' straccione: miliardario nelle cifre, straccione nella mentalità e nella "cultura" dei suoi protagonisti.

Non manca soltanto la politica - quella di vertice - ma manca anche la pressione sociale, sia verso la politica, sia verso i grossi imprenditori e le grosse aziende. Stesso atteggiamento della gente, stessa origine sia dei pubblici amministratori sia degli affaristi "privati", stessa "cultura".
La gente, quella che è capace di piantare un casino se trova l'impronta di un dito sul bicchiere al ristorante, ma non fa una piega se legge che la Primaria Ditta Nazionale fabbricava formaggi con escrementi di topo e mozzarelle scadute da dieci anni.
Quella che si fa venire la bava alla bocca di fronte alle malefatte "romane" del vicesegretario del PD o dell'UDC, ma vota e si prende a pacchere sulle spalle con il sindaco o l'assessore del paesello che è notoriamente un filibustiere, che ha il figlio geometra al quale ha piazzato l'appalto per cementificare l'area del campo sportivo.
Quella che ha tirato le monetine a Craxi, e che adesso canta "meno male che l'amico di Craxi c'è".
E' da questo serbatoio di gente - impietosa con i deboli e leccaculo con i potenti - che vengono fuori sia i politici, sia gli affaristi, e spesso la scelta della carriera dipende dal caso o dalle parentele.

Negli anni recenti ho frequentato la Sanità pubblica, ed è un percorso istruttivo.
Si apprende, facilmente, visibilmente, quanto e come e cosa sarebbe migliorabile di questa sanità.
Nelle attese e nei corridoi talvolta affollati dei laboratori la gente sbuffa e s'incazza.
Ma tutti i medici appena avveduti raccomandano, a chi deve partorire un bambino o fare un'operazione chirurgica delicata (sono tutte delicate, in fondo): non andare in una clinica privata, vai nell'ospedale pubblico. Anche se non starai in una stanza con l'aria condizionata e il telefono sul comodino.
Se poi vai ad indagare sulle proprietà e le identità dei proprietari delle "cliniche", e su come funziona il business, capisci il perché è meglio affrontare l'ospedale, dove le infermiere sono un po' nervose perché devono fare la pipì.

Io capisco che questo quadro sia sconfortante per chi vuole disperatamente avere un punto sicuro sul quale appoggiare un progetto, o una tesi ragionevole sulle "privatizzazioni". Si tratta davvero di una perfida tenaglia, di una brace che rosseggia sotto la padella.
Ma, se non fosse così, non si spiegherebbe perché l'Italia è ridotta in questo stato.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Non c'è scampo

Messaggioda franz il 03/12/2008, 9:34

pierodm ha scritto:Vedi un po' come s'intrecciano gli argomenti.
La questione dell'acqua è una di quelle che sembrano fatte su misura per una politica locale, diciamo almeno su base regionale e interregionale.
Quindi, se un problema esiste nella gestione dell'acqua, significa che le amministrazioni locali non funzionano poi così bene: peccano di omissione, come minimo, e la cosa non può meravigliare chi appena conosce il nido di vipere che è il mondo politico-amministrativo della grande provincia italiana.
[...]
Dico questo - paradossalmente in apparenza - per venire incontro alla tesi (però, diciamolo, un po' smaniosa) di Franz: la privatizzazione potrebbe essere presa in considerazione con una cauta fiducia. Potrebbe. Potrebbe se...
Il fatto è, purtroppo, che molto si parla della politica e della P.A. italiane, in senso negativo, mettendo in fila nequizie vere o presunte, malefatte accertate e potenziali, e ogni genere di giudizi indignati e sconsolati. Tutto vero, tutto legittimo.
Ma poco, pochissimo si parla dello stato vergognoso nel quale versa l'imprenditoria italiana, il nostro capitalismo un po' ladro e un po' straccione: miliardario nelle cifre, straccione nella mentalità e nella "cultura" dei suoi protagonisti.

Va beh, Piero, ovvio che hai ragione ma allora che si fa? Se il pubblico è quello che conosciamo ed il privato pure, se è una gara a chi è peggio che facciamo? Chiudiamo baracca e burattini e ce ne andiamo tutti a bere acqua all'estero, come decine di milioni di italiani hanno già fatto in oltre un secolo di emigrazione?

Hai ragione a dire che il problema è delle amministrazioni locali e visto che tutti i nodi vengono al pettine va detto che esiste un'altra soluzione, che vado proponendo da tempo e non da solo, che è il federalismo (compreso quello fiscale).
Ma anche in questo caso ti ritrovo, egualmente non da solo, fiero e convinto oppositore, tanto che inizio a sospettare che siamo di fronte ad un macrospocipo e collettivo caso di masochismo nazionale (facciamoci del male sbagliando ed evitando le cure).

Che vuoi che ti dica, Piero, tu sei bravo, piu' di me ad indicare cosa non va nel Paese.
Solo che non basta indicare cosa non va e le probabili cause. Bisogna anche indicare soluzioni.
Le cause non sono dovute ad una malattia genetica italica oppure ad una sorta di maledizione di montezuma.
Le cause dei nostri mali sono legate al sistema di regole che abbiamo, alla normativa, applicata o ignorata che sia (perché ripeto il concetto già espresso dal Guicciardini secoli fa "Italia, terra di leggi draconiane, temperate dalla generale inosservanza") e quindi cambiando regole (facendole in modo un po' piu' intelligente) possiamo tentare di mettere il paese su altri e migliori binari. Il federalismo è una di queste opportunità. Non l'unica.

Solo che per avere norme migliori e piu' intelligenti avremmo bisogno di politici adeguati ma questo non è possibile perché anche il paese è quello che è ed esprime una classe politica che ne è specchio fedele nella inadeguatezza, nell'arraffaggine, nella gestione clientelare del potere. Le rare eccezioni confermano la regola e sono appunto cosi' rare da non poter fare massa critica.

Una volta tanto allora tocca a me fare il pessimista e concludo con una constatazione: non c'è scampo.
Teniamoci allora l'acqua che esce marrone dai rubinetti, il capitalismo straccione, la politica arraffona, i concorsi truccati, la scuola che non va, le code alla USL, 2 milioni e mezzo di reati all'anno, il pattume per le strade.
E teniamoci anche questo governo, che mi pare sia la migliore rappresentazione dello stato del paese.

Ho sbagliato qualche passaggio?

Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Italia: 'no alla legge sulla privatizzazione dell'acqua'

Messaggioda pinopic1 il 03/12/2008, 11:27

Dai rubinetti di casa mia l'acqua esce limpida e di sapore normale. Che l'abbiano già privatizzata?
Bergamo.
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
Avatar utente
pinopic1
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1253
Iscritto il: 24/05/2008, 15:00

Re: Italia: 'no alla legge sulla privatizzazione dell'acqua'

Messaggioda franz il 03/12/2008, 12:41

pinopic1 ha scritto:Dai rubinetti di casa mia l'acqua esce limpida e di sapore normale. Che l'abbiano già privatizzata?
Bergamo.

Parafrasando il classico "Come si diceva una volta", ..... vedi Napoli, e puoi muori.
Vedi anche tu la TV immagino e non ti sarai perso i vari servizi in questi decenni sull'acqua in puglia, sicilia, campania ......
Sa Se in Italia si usa tanta acqua minerale (uno sproposito) un motivo esiste. E l'acqua in bottiglia è già privata.
Ciao,
Franz

PS: lo so che a bergamo l'acqua, come in tutta la fascia pedemontana, è ottima. Ma la nostra è un'isola felice.
Dove le cose funzionano, nessuno credo privatizzerà.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Italia: 'no alla legge sulla privatizzazione dell'acqua'

Messaggioda pinopic1 il 03/12/2008, 15:25

In Sicilia la situazione la conosco bene. Non è che sia marrone; è discreta anche lì ma è spesso assente. Comunque è razionata. Nella Sicilia occidentale è razionatissima. Ad Agrigento poi non ne parliamo. Proprio nei pressi di Agrigento è stata trovata una falda molto ricca e la Regione l'ha subito concessa alla Nestlè. Che la venderà in bottiglia.
però....

La notizia dell’ampliamento della concessione alla Nestlè ha comunque reso frenetica e turbolenta l’attività del sindaco di Santo Stefano Quisquinna, distante quaranta chilometri dal capoluogo, il cui territorio custodisce il tesoro. Proteste, blocchi, interrogazioni parlamentari. Non era in discussione la scelta di affidare alla Nestlè, invece che ad Agrigento, l’acqua che c’è, quanto il timore che la multinazionale con le sue macchine scavi troppo e troppo in profondità e prosciughi presto le vene sorgive. Con un’interrogazione Angelo Lomaglio, deputato di Sinistra democratica, ha appena denunciato al ministro dell’Ambiente che è dimostrata “la pericolosità dei prelevamenti acquiferi perché costituirebbe un’ulteriore diminuzione della riserva, già notevolmente danneggiata, ed arrecherebbe non pochi problemi alla popolazione locale che non sarebbe più in grado di approvvigionarsi e sarebbe costretta ad acquistare l’acqua”.
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
Avatar utente
pinopic1
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1253
Iscritto il: 24/05/2008, 15:00

Re: Italia: 'no alla legge sulla privatizzazione dell'acqua'

Messaggioda mauri il 03/12/2008, 15:33

l'aqua in bottiglia fa schifo ed è appunto privata..., ripeto analizzata 1 volta ogni 5 anni, e conservata sotto il sole cociente la plastica rilascia ogni cosa che centra niente con l'acqua, eppoi possibile che in italy ci siano mille aque diverse? da dove le pescano

>Sa Se in Italia si usa tanta acqua minerale (uno sproposito) un motivo esiste.

quale?
ignoranza unita a pubblicità, i bimbi che devono bere sano, col gas, senza gas, col pincopallo o senza, con lo 0,0000001 di qualchecossa tutte ppalle

>E l'acqua in bottiglia è già privata.
>PS: lo so che a bergamo l'acqua, come in tutta la fascia pedemontana, è ottima. Ma la nostra è un'isola felice.

a livorno fa schifo sa di cloro ma se si lascia 1 giorno all'aria evapora e si beve
a crema sa di ferro
a milano è otima
a lodi ottima
e comunque dove è imbevibile basterebbe installare un depuratore che costa sì 2milaeu ma darebbe acqua a pochi eurocents l. evitando di spendere soldi per le "minerali", fare fatica con i pesi, smaltire i vuoti ed evitare di consumare energia per produrre vuoti

>Dove le cose funzionano, nessuno credo privatizzerà.

ti sbagli franz, formigoni lo ha già fatto nel 2006

http://www.circoloambiente.org/acqua/ap ... b_2006.pdf
http://provavivere.blogspot.com/2008/02 ... ivata.html

cincin, mauri
mauri
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1961
Iscritto il: 16/06/2008, 10:57

Re: Italia: 'no alla legge sulla privatizzazione dell'acqua'

Messaggioda guidoparietti il 03/12/2008, 16:08

franz ha scritto: Se in Italia si usa tanta acqua minerale (uno sproposito) un motivo esiste. E l'acqua in bottiglia è già privata.

Mah, a Roma l'acqua di rubinetto è buonissima da bere, e tuttavia si vedono lo stesso le persone uscire dal supermercato con 2 o 3 pacchi da 6 bottiglie di minerale... quindi mi sa che ha ragione chi dice che il motivo è più la pubblicità che altro.
Avatar utente
guidoparietti
Redattore
Redattore
 
Messaggi: 314
Iscritto il: 22/05/2008, 16:01

Re: Italia: 'no alla legge sulla privatizzazione dell'acqua'

Messaggioda pierodm il 03/12/2008, 17:06

Metto sul tavolo un caso specifico diverso da tutti quelli esposti fin qui - fermo restando che a Roma l'acqua è eccellente e abbondante.

Da alcuni anni vivo in campagna.
Una bella campagna, un fondovalle ai piedi dei primi monti Simbruini, che sono quelli dai quali nasce la maggior parte delle acque che gli acquedotti romani hanno cominciato a portare a Roma più di venti secoli fa.
A poca distanza da casa mia nasce l'Aniene, un fiume splendido e antico, dalle acque freddissime e limpide.
L'estate scorsa ho trascorso una delle mattinate più piacevoli dell'anno nei pressi della cascata di Trevi, in un bosco che circonda la riva del fiume, che lì scorre ancora come ampio torrente tumultuoso. Una meraviglia, silenzio, temperatura magicamente fresca nell'estate torrida. L'unico suono è quello del'acqua che scorre.
Però ...
A casa non ho l'acqua potabile. Dalla mia parte della strada - la Prenestina Nuova - non arriva l'acquedotto.
Per bere compro la Ferrarelle. Per gli altri usi ho un pozzo "romano", profondo non più di una dozzina di metri, dal quale la estraggo con una pompa elettrica.
Nel mio terreno l'acquedotto non "arriva", ma ci passa nell'altra direzione, tanto che un paio d'anni fa la conduttura s'è rotta e dal terreno è venuto fuori uno zampillo alto venti metri, che ha formato una specie di laghetto.
Per noi pochi abitanti di questa parte della strada non vale la pena impiantare una "stazione" che intercetti la conduttura che passa di qua, mentre far attraversare la strada all'acquedotto esistente risulta praticamente impossibile: l'ANAS non risponde nemmeno alla richiesta, sia che venga dall'azienda comunale, sia peggio ancora che provenga da un privato che sarebbe disposto a provvedere di tasca sua all'attrversamento.

Io francamente non so come collocare questo caso particolare nel contesto del nostro discorso: i privati sono assenti, l'amministrazione comunale ci fa una magra figura, quella statale la fa dieci volte peggiore, in compenso non ce la vedo la Nestlè a litigare con l'ANAS per portare l'acquedotto a una dozzina scarsa di case. Per la verità, non vedo nemmeno l'ANAS a fare la sorda quando a chiamare è la Nestlè, ma questo apre un altro capitolo - o forse no?.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: Italia: 'no alla legge sulla privatizzazione dell'acqua'

Messaggioda pierodm il 03/12/2008, 17:31

Franz.
Si capisce bene che, partendo dal caso dell'acqua, abbiamo messo in discussione l'intero sistema, sia politico, sia economico-finanziario.
Siamo arrivati ad una classica situazione di stallo, basata sullo sconforto: che fare?

Come ho già avuto modo di dire altre volte, non mi sento uno statista, e quindi non ho soluzioni pronte in tasca.
Cerco di ragionare passo passo.

Intanto bisogna individuare le cose da non fare, perché rischiano di rivelarsi sbagliate e irreversibili, o di aggravare la situazione.

In seconda battuta - messa al sicuro l'eventualità di fare danni - procederei con più tranquillità a cercare soluzioni pratiche e immediate per far fronte alle esigenze più urgenti.
Prendendo ad esempio i tanti casi assimilabili a quello sopra esposto, cambierei la normativa che mette nelle mani dell'ANAS e altri enti la possibilità di bloccare lavori di per sé semplici.

In terza battuta - in relazione a tutti i generi di privatizzazioni o di combinazione pubblico-privato - cercherei di mettere a punto parametri assai rigidi per i privati chiamati ad operare. E di impiantare un sistema vincolante di strutture di controllo, sia a monte sia a valle delle concessioni. Soprattutto a valle.

C'è poi la quarta battuta, che riguarda gli aspetti più politici, e con una prospettiva di lungo termine, che mirano a cambiare quanto possibile di quel panorama strutturale che ci ha portato allo sconforto.
Si tratta di un'opera durissima, perchè la natura e le abitudini del capitalismo, o la cultura prevalente di intere regioni (forse tutte), non si cambiano in poco tempo.
Anche qui, intanto eviterei di assecondare il malvezzo, se non altro per non ceare altre nefandezze là dove già abbondano.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: Italia: 'no alla legge sulla privatizzazione dell'acqua'

Messaggioda Paolo65 il 03/12/2008, 18:23

Per me molte delle opinioni hanno un sapore ideologico.

Per quanto sia bene particolare l'acqua resta una merce,come il pane e la pasta.

Ci sono dei costi per farla arrivare nelle case,ci sono servizi e bisogna ridurre sprechi per una questione ecologico-ambientale.

Può essere che il privato possa speculare su un bene come l'acqua,ma col pane o col gas succede lo stesso,per cui non vedo la sorpresa.

Uno Stato ed una politica degna di questo nome,non dovrebbe litigare su chi gestisce l'acqua,ma controllare che chiunque sia il gestore faccia bene il suo lavoro,revocando la licenza in base a dei criteri oggettivi.

La gestione pubblica finora,o almeno in alcune parti del paese,non è andata bene,ma nessuno è insorto.

Oggi che si pensa al privato ecco la levata di scudi!

Siamo sicuri che la discussione non sia influenzata da qualche retaggio politico culturale?

Paolo
Paolo65
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 693
Iscritto il: 15/07/2008, 14:23

PrecedenteProssimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 14 ospiti