La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Grillo, novello ridicolo duce

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Grillo, novello ridicolo duce

Messaggioda flaviomob il 21/04/2013, 21:22

Cofferati: il Pd ha tradito i suoi elettori

"Congresso subito. Solo così possiamo salvare il Pd". Per Cofferati, intervistato da Globalist, sono stati fatti errori gravissimi. [Fabio Luppino]

di Fabio Luppino

"Stiamo andando contro la volontà dei nostri elettori. Quello che è accaduto in queste ultime ore è un tradimento di quel mandato. Si poteva fare diversamente, non si è voluto fare. Solo un congresso subito potrà salvare il Pd". Sergio Cofferati, parlamentare europeo, è tra i 45 fondatori di questo che a oggi sembra un non partito. Ci tiene a salvarlo. Ha la forza e la statura politica per farlo. Riformista da sempre, ma quando c'è stato da fare battaglie radicali in nome dei principi e dei valori della sinistra, da segretario della Cgil, le ha fatte. "Dobbiamo dire con chiarezza dove siamo collocati. Non abbiamo mai chiesto di entrare nel Partito socialista europeo, perché?".

Cofferati, ieri mattina, nell'attesa della decisione di Napolitano abbiamo vissuto un pauroso vuoto di potere. I partiti che tanto si erano scagliati contro l'antipolitica, una volta in Parlamento si sono rivelati inservibili. Cosa ci ha portato a questo punto?

Le cose che sono capitate nelle ultime settimane hanno rafforzato l'antipolitica. L'incapacità dei partiti è stata enorme. La conclusione della giornata di ieri segna una caduta verticale dell'autorevolezza del Parlamento. Se si deve chiedere al Presidente supplicando una disponibilità a tornare in campo si esplicita la debolezza delle istituzioni. Questo è molto grave. Ci sono elementi di preoccupazione destinati a durare.

Opportunisti e traditori, lo dice anche Marini. Come mai Bersani non se n'è accorto? In cosa ha sbagliato il segretario Pd?

Ci sono responsabilità dei singoli e dei gruppi. Sono rimasto impressionato in negativo dalle conclusioni della direzione. Conclusioni unanimi prese in un arco di tempo brevissimo in cui si dava il mandato a Bersani di cercare una convergenza sul Presidente della Repubblica con il centrodestra. Quel voto si è trasformato in una clamorosa frattura sulle conseguenze del mandato, che però erano obbligate. Se non era Marini, sarebbe stato Mattarella, se non lui Amato. Il nome era conseguenza del mandato. Abbastanza penoso l'argomento di chi dice, in discussione non è la persona perché degnissima, ma la soluzione politica a cui quella persona allude. Non è la scelta di Marini che alludeva all'accordo con il Cavaliere, ma la decisione presa. Se un gruppo dirigente finisce dentro un perimetro di questa natura in cui le contraddizioni si sommano all'opportunismo, vuol dire che c'è una malattia profondissima. Questo problema sovrasta le responsabilità dei singoli. Unanimismo finto in direzione. Penso che sia stato un errore cercare un accordo con il Cavaliere, io non lo avrei mai fatto. Una volta che lo fai, lì vai. Lo hai deciso tu.

La candidatura di Prodi, dunque, un affronto inutile al Professore...

Assolutamente sì.

Cosa resta del Pd ora?

Ha solo una strada: fare subito il congresso e verificare lì se esistono i presupposti per un rilancio. Qualcuno sostiene che si deve fare più tardi. Sarebbe un errore grave, porterebbe alla dissolvenza del partito. Il tempo senza un gruppo dirigente senza una linea precisa porta all'allontanamento degli iscritti, degli elettori. Spero che non sia un obiettivo non dichiarato, ma da qualcuno auspicato.

Si parla di scissione da più parti...

L'ultima chance è il congresso. Va fatto con convinzione e determinazione. Sono stato tra i 45 fondatori. Condivido poco o nulla delle ultime scelte del partito. Non mi arrendo all'idea che il Pd non debba esistere. Senza un gruppo dirigente le prossime fasi dovranno essere gestite da qualcuno che l'assemblea, non la direzione, dovrà indicare. Un gestore temporaneo si giustifica se il congresso c'è e viene anticipato. Altrimenti saremmo di fronte allo stravolgimento delle norme statutarie. Questo non si può fare.

Qualcuno ha detto: no Rodotà non può fare il Presidente, troppo laico...

Il laicismo di Rodotà è un grande valore. E' uno dei tratti del tutto condivisibili della personalità politica di Rodotà. E' un riferimento alla Costituzione della quale Rodotà è un convinto difensore. La Costituzione è di tutti, non di alcuni. Ho trovato questo commento insensato.

Dopo il 25 febbario il Pd sembra aver dimenticato il segnale dato dagli elettori. Fassina, replicando a chi voleva Rodotà come ad un cedimento alla piazza, ha detto c'è una classe dirigente e una classe seguente. Una classe dirigente non si piega ai voleri di questo o quello. Che ne pensa?

Un dirigente viene eletto per realizzare degli obiettivi e applicare un orientamento che sono condivisi dai suoi elettori. Deve interpretare e tradurre in azioni i bisogni che gli sono stati consegnati. Se la tua base ti dice con il voto: voglio che tu abbia l'incarico a governare il Paese in alternativa al centrodestra e tu vai a governare insieme al centrodestra non sei un dirigente.

Che cosa sei?

Sei una persona che ha perso il senno. Non vuol dire avere un orientamento mutevole in virtù delle mail che ricevi o delle sensazioni che hai. Ma non si è dirigenti facendo l'opposto del mandato che hai ricevuto. Siccome lì arriveremo, c'è un problema. Napolitano, persona molto seria, a cui è stato chiesto di rimanere, aveva detto chiaramente di volere un governo di larghe intese. L'ha detto prima, figuriamoci ora. Nessuno può pensare che abbia accettato l'incarico per sciogliere le Camere e mandarci a votare.

E invece bisognerebbe tornare a votare?

Era utile votare Rodotà per riconoscere il suo profilo politico. Un uomo di sinistra, non è un uomo che nasce dalla cultura grillina, dunque aveva le caratteristiche per poter svolgere bene quella funzione. Una scelta autonoma non condizionata da un accordo politico con il centrodestra avrebbe consentito di fare un'altra legge elettorale e di tornare a votare. E non cadere in condizioni di totale assenza di potere negoziale nell'ipotesi di un governissimo, come capiterà nelle prossime ore. Lunedì mattina questo Napolitano proporrà alle Camere.

Il congresso quando si deve fare?

Prima possibile.

Rodotà non piaceva. Non le sembra che la vicenda del Quirinale abbia messo in discussione il profilo di sinistra del Partito Democratico? Ci sono troppe anime che non si capisce bene cosa vogliano fare del Pd...

Il Pd ha perso il suo profilo. Dire che cosa sia quel che rimane del Pd è impossibile.

Non resta come prospettiva quella di mettere insieme personalità di sinistra e fare un'altra cosa? Sel, Barca, chi ci vuole stare?

Al momento della fondazione pensavo che il Pd dovesse essere una forza riformista nel campo del socialismo europeo.

Sì, molti lo dicono, molti altri lo avversano...

Si doveva, come è stato fatto, aderire al gruppo dei socialisti europei. E poi, successivamente, qualche settimana dopo, entrare nel Partito socialista europeo. Siamo nel gruppo, ma non siamo mai entrati nel Partito socialista europeo. Dovrebbe essere la casa naturale del Pd.

Non tutti la pensano così, è evidente...

Ho capito, ma questo è un problema. E va sciolto. E' un elemento discriminante. Chi sei? Non è possibile che noi in Europa non si abbia una collocazione nei partiti sovranazionali.

E' possibile una riorganizzazione intorno a Vendola. Può aiutare il manifesto di Barca?

Decidiamolo al congresso. Il Pd deve avere un visibile e non equivoco profilo di sinistra. Riformista, moderata, ma di sinistra.

Non le pare che ci sia un gruppo di notabili che si oppone a tutti i cambiamenti veri? Dal Pds, quando lei era in campo per la leadership, ad oggi?

Il problema non riguarda solo le persone e la loro vocazione conservatrice. L'incapacità di scegliere si riproduce nelle generazioni più giovani. Che su alcuni temi sono silenti, anche sulla nostra collocazione internazionale.

Rosi Bindi ha detto che Letta non può guidare il governo e che è contraria alle larghe intese. Perché lo dice solo ora, secondo lei?

Difficile capirlo. Doveva farlo prima. In molti non volevano fare un governo con Berlusconi. Poi si sono avventurati a cercare un'intesa sul capo dello Stato che oggettivamente trascinava il tema del governo. Far finta che i due temi fossero separati era un infingimento.

Nel caso si facesse il congresso in tempi brevi è alto il pericolo di scissione?

Direi di no. Ma solo se sarà un congresso vero, con in campo tutte le opzioni che servano a definire la linea ma anche la collocazione di campo del partito. Senza zone d'ombra. E poi un congresso in cui la discussione sui valori e le identità sia anteposta alla discussione sui gruppi dirigenti.

Bersani è stato più vittima di altri o di se stesso?

Si è fidato di un gruppo dirigente che alla prova dei fatti si è dimostrato incapace di reggere le scelte che diceva di voler fare.

Nascerà un governo ipotecato da Berlusconi. Quanto peserà sul Pd? Si potranno affrontare le emergenze del Paese?

Un governo di larghe intese con la fiducia di Monti, del Pdl e del Pd rappresenterebbe una sconfitta durissima per il Pd e un risultato insperato per Berlusconi. Come sappiamo Berlusconi, lo si è visto anche con Monti, è tranquillamente in grado di sostenere un governo e di attaccarlo quotidianamente. La sua affidabilità è sperimentata, è prossima allo zero.

http://www.globalist.it/Detail_News_Dis ... 63&typeb=0


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Grillo, novello ridicolo duce

Messaggioda pianogrande il 22/04/2013, 2:38

Sarà un congresso che arriverà a conclusioni unanimi.
Il giorno dopo queste conclusioni verranno tradite.

Propongo un congresso al giorno.

Nei giorni pari si prendono le decisioni.
Nei giorni dispari ci si riunisce per chiedere come mai è stato fatto il contrario.

Impegnatissimo nei congressi il PD non potrà fare ulteriori danni ai suoi venticinque elettori (che coincideranno con i partecipanti ai congressi).

Nello stesso tempo, la sinistra dovrebbe riorganizzarsi, gettare il cuore oltre l'ostacolo e .......... fondare un partito di sinistra.

Sembra impossibile ma siamo riusciti in tante di quelle cose ritenute impossibili fino a qualche mese fa .....
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: Grillo, novello ridicolo duce

Messaggioda ranvit il 22/04/2013, 7:53

E' necessario allontanare D'Alema, Cofferati, Epifani, Fioroni, Veltroni, Bersani, Bindi, Marini etc etc o meglio ....sciogliere il Pd :D 8-)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Grillo, novello ridicolo duce

Messaggioda Iafran il 22/04/2013, 9:25

flaviomob ha scritto:Dopo il 25 febbario il Pd sembra aver dimenticato il segnale dato dagli elettori. Fassina, replicando a chi voleva Rodotà come ad un cedimento alla piazza, ha detto c'è una classe dirigente e una classe seguente. Una classe dirigente non si piega ai voleri di questo o quello. Che ne pensa?

Un dirigente viene eletto per realizzare degli obiettivi e applicare un orientamento che sono condivisi dai suoi elettori. Deve interpretare e tradurre in azioni i bisogni che gli sono stati consegnati. Se la tua base ti dice con il voto: voglio che tu abbia l'incarico a governare il Paese in alternativa al centrodestra e tu vai a governare insieme al centrodestra non sei un dirigente.

Che cosa sei?

Sei una persona che ha perso il senno.

Caspita! "Una classe dirigente non si piega ai voleri di questo o quello". Complimenti "Compagno Onorevole Responsabile Fassina" ... con questo concetto di democrazia gli elettori continueranno a volere rappresentanti diversi, molto diversi da coloro che si presentano sul palco per essere autorizzati a realizzare ambizioni personali! Il presidenzialismo lo vogliono molti cittadini ma non quelli che ti hanno votato. Bene, più chiaro di così non si può!"

Il senno non è stato perso. Penso che lo si adoperi per allontanare sempre di più la classe plebea da quella egemone.
Molti (del Cd) lo fanno intendere dal palco e, forse, manco lo applicano ... altri (i "sinistri"), non lo dicono, ma lo praticano e se la prendono se gli elettori, dopo fregature a ripetizione, fanno diversamente nelle urne.
La "ventata di ossigeno" (i cittadini 5S) non è servita a far riflettere ... come si immaginava,
Fassina e gli altri come lui vorrei proprio sapere dove saranno il 25 aprile ... certamente, non nelle piazze ove saranno gli "italiani che credono nei valori della Resistenza"!
La democrazia rappresentativa deve essere difesa da coloro che ne vorrebbero abusare, cioè da quasi tutti gli eletti che siedono in Parlamento!
Iafran
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 4269
Iscritto il: 02/03/2009, 12:46

Re: Grillo, novello ridicolo duce

Messaggioda Robyn il 22/04/2013, 11:27

cosa leggo
Stefano Rodotà non può essere presidente perche laico,siamo a questo punto
Quanti presidenti sono stati laici? eppure questo non è mai stato un problema per i cattolici,perche un presidente laico và a rappresentare anche i cattolici.Saremmo poi in contraddizione con la carta che non ammette discriminizioni di nessun genere all'art 3.Poi la collocazione europea nel Pse ancora un tabù.Allora Renzi aveva centrato in pieno con la sua lettera sul cattolicesimo.Di discriminazioni non possono esserci da nessuna parte,non esiste un veto sui cattolici che rappresenterà anche i laici,non esiste un veto sui laici che rappresenterà i cattolici
siamo a questo punto
Locke la democrazia è fatta di molte persone
Avatar utente
Robyn
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 11335
Iscritto il: 13/10/2008, 9:52

Re: Grillo, novello ridicolo duce

Messaggioda flaviomob il 24/04/2013, 9:37

Grillo e il mito del volo di Ulisse
di BARBARA SPINELLI

GLI ULTIMI movimenti di Grillo, dopo la rielezione di Napolitano, sono non solo prudenti ma inquieti: quasi contratti. Non ha afferrato l'occasione offerta dalla collera di migliaia di cittadini, che avevano sperato in Stefano Rodotà: dunque in una democrazia rifondata, che chiudesse il ventennio berlusconiano. Ha evitato euforiche piazze. Non è un comportarsi populista.

Perché il populista classico mente al popolo, per usarlo e manipolarlo. Viene in mente, osservandolo, quel che il filosofo Slavoj Zizek disse delle sinistre di Syriza, nel voto greco del giugno 2012: "Sono sognatori che svegliandosi si son trovati in un incubo". Col che intendeva: non sognano affatto, ma razionalmente guardano la realtà e la riconoscono tragica.

La realtà vista da Grillo è difficilmente confutabile: è la sconfitta, enorme, vissuta sabato dall'Italia del rinnovamento. E il trionfo, non meno vistoso, dei piani del demiurgo di Forza Italia: il Pd ridotto molto democraticamente in ginocchio; poi un governo di larghe intese; poi la vittoria elettorale del Pdl. E all'orizzonte, non lontano: Berlusconi capo dello Stato. Parlando alle Camere, lunedì, Napolitano ha definito perfettamente consona alla democrazia europea la coalizione "tra forze diverse". L'orrore che essa suscita, l'ha analizzato in termini psicologici: è una "regressione" faziosa. Un'immaturità smisuratamente tenace. Mai Berlusconi è stato così banalizzato. Mai è apparso lo statista che solo nevrotici
bambinizzati avversano.

Ma Grillo sa qualcosa di più. La morte della sinistra italiana, prima innescata dal rifiuto di 5 Stelle di accettare un comune governo, poi accelerata dal no del Pd a candidati di svolta, suggella l'apoteosi, più vasta, di chi da tempo vede l'Europa assediata da dissensi cittadini subito bollati come populisti, quindi euro-distruttori. La speranza che l'Unione cambi, anche su spinta italiana, certo non scompare: presto, nel giugno 2014, voteremo per un Parlamento europeo che finalmente designerà chi sta al timone, alla Commissione di Bruxelles. Ma in Italia è stasi. Il folle volo degli innovatori, come quello di Ulisse verso virtute e canoscenza, da noi s'infrange, e il mare dello status quo sopra di lui si chiude.

Le due cose vanno insieme: la rifondazione delle democrazie, ferite dalle terapie anti-crisi, e un bene pubblico comunitario che i cittadini europei possano far proprio, e influenzare. Chi si batte su ambedue i fronti è chiamato populista perché semplicemente s'è messo in ascolto dei popoli indignati, grandi assenti nelle oligarchie che fanno e disfano l'Unione.

È un'autentica offensiva antipopolare (non antipopulista) quella cui assistiamo da quando Papandreou, premier socialista greco, provò nell'ottobre 2011 a proporre un referendum sull'austerità che già minava Atene, e ora l'ha portata alla miseria. Fu ostracizzato, divenne un infrequentabile paria per le sinistre europee al completo. Solo ai Verdi, Papandreou destituito spiegherà il senso del referendum: non il rifiuto di pagare i debiti (i "compiti a casa") ma la domanda di un'Europa che compensi lo scacco degli Stati nazione con un proprio bilancio accresciuto e un comune solidale rilancio stile Roosevelt.

Dopo di allora l'offensiva si accentua, senza più pudore. A Cernobbio, l'8 settembre 2012, il Premier Monti chiede un vertice europeo straordinario, di "lotta ai populismi". Citiamo quel che disse, perché è emblematico e perché le autorità dell'Unione l'applaudirono entusiaste: "È paradossale e triste che in una fase in cui si sperava di completare l'integrazione anche dal punto di vista psicologico, dell'opinione pubblica e in ultima analisi (dal punto di vista) politico, si stia determinando un pericoloso fenomeno opposto, con molti populismi che mirano alla dis-integrazione in quasi tutti gli Stati membri".

Sembrava il comunicato di un prefetto anti-sommosse più che di un capo politico, e si sa che poliziotti e prefetti usano mettere nello stesso sacco ogni sorta di estremismo, per poi srotolare deserti che chiamano pace civile. Nel sacco ci sono Le Pen, i nazisti greci di Alba Dorata, i liberticidi ungheresi, e a Roma o Atene i veleni letali che sono M5S e Syriza. L'ideologia è quella con cui Pangloss indottrina l'inerme Candide, in Voltaire: stiamo andando verso il migliore dei mondi possibili, l'Europa meravigliosamente si integra, ed ecco - horribile visu! - una coorte di paradossali e tristi sovvertitori mirano proprio al contrario: alla dis-integrazione.

Due bugie s'infilano in un'unica collana. La prima marchia i populismi senz'alcuna distinzione, e poco serve che Grillo ricordi l'evidenza: avremmo anche noi Alba Dorata, se lui non facesse da argine. La seconda bugia concerne i movimenti detti euroscettici: come se i disintegratori fossero loro, non chi per primo ha disintegrato fingendo d'integrare. Le bugie non hanno affatto gambe corte, lo sappiamo. Le hanno lunghissime e vanno lontano.

Vero è che Napolitano - una storia lunga l'attesta - ha sull'Europa idee ardite, non condivise da Berlusconi né forse da Monti. Quel che non vede, è il nesso causale fra crisi dell'Unione e torsione delle istituzioni democratiche, della legalità, della giustizia, delle costituzioni. Altrimenti non prediligerebbe, con tanto impeto, quelle che alcuni chiamano ipocritamente larghe intese e altri, più crudamente, inciucio.

Inciucio è parola brutta, ma ci distingue da altri Paesi. L'accordo con Berlusconi è altro dalle grandi coalizioni tedesche, inglesi. È compromettersi con una destra del tutto anomala in Europa. Se non fosse così ci si accorderebbe alla luce del sole, davanti ai cittadini. Non succede, perché il Pd ne ha avuto vergogna sino a polverizzarsi. E forse è un bene, affinché chiarezza sia fatta: gran parte dei militanti, e l'alleato Sel, e Fabrizio Barca o Pippo Civati, già provano a ricostruire.

Non è antieuropeista Grillo, anche se abitato da scetticismo. Ogni europeista che si rispetti è oggi scettico. In una recente conferenza a Torino, Casaleggio ha ammonito contro l'uscita dall'euro ("Solo un Paese forte e competitivo potrebbe"). Lo stesso ha detto Mauro Gallegati, economista vicino a M5S.

Ma è utile, per i Pangloss dell'Unione, dipingere Grillo come distruttore dell'Europa. È tentante bendarsi gli occhi, e nascondere l'estensione di un disastro che non sfascia solo la democrazia deliberativa di Grillo, ma la stessa democrazia rappresentativa che contro lui si pretende presidiare. Ecco dove sta, caro Presidente, la regressione.

Il Parlamento non ha saputo farsi portavoce dell'Italia che invocava Rodotà o Prodi. Ha ucciso l'idea stessa di rappresentanza, più che la democrazia dal basso. Proprio perché non è Le Pen, Grillo ha bisogno che la democrazia classica funzioni, e la sinistra esista. Se oggi pare sì contratto è perché - un segno già viene dal Friuli Venezia Giulia - anche la sua barca rischia d'infrangersi.

Vince il credo oligarchico di Monti. L'Europa federata non è necessaria (Die Welt, 11-1-12). E i governi non devono lasciarsi "vincolare da decisioni dei propri Parlamenti", ma "educarli" (Spiegel, 5-8-12). Blue sunday, titola Grillo un suo post. Blue sunday t'assale certe domeniche, dopo weekend insensati. Ti sdrai nel mal-essere, in attesa che una fantasia, o un pensiero, spezzi il malinconico blu.

Cos'è populismo, antipolitica? È la massa che si fa gregge, lupo fiutante sangue e prede. È energia dispotica, sfrenata, irriflessiva, suggestionabile: scrive Gustave Le Bon nella Psicologia delle Folle (1895). Come non riconoscere in essa i mercati e i loro plebisciti? Nessuno li taccia di antipolitica, e come potrebbe. I veri padroni sono loro. Se ne infischiano. Come le folle, non vedono oltre il proprio naso. Democrazia e legalità rovinano? Poco importa. Non è affar loro. Non sanno quello che fanno.


(24 aprile 2013)

http://www.repubblica.it/politica/2013/ ... -57347637/


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Grillo, novello ridicolo duce

Messaggioda pianogrande il 24/04/2013, 10:31

Il volo di Ulisse non basta proporlo alle folle.
Il potere è necessario e la rivoluzione deve abbattere un certo tipo, un certo uso del potere non il potere tout court per instaurare un non potere di non partiti non al governo.
Questo è l'errore.
Questa è la menzogna di Grillo.
Non bisogna abbattere i partiti in quanto partiti o mandare a casa tutte le persone in quanto appartenenti a partiti.

La democrazia non è un fatto naturale.
Il fatto naturale è la legge della jungla.
La democrazia diretta significa portare al potere la legge della jungla.
La democrazia ha bisogno di regole anche molto forti altrimenti non si realizzerà mai.

Questo è il problema non ancora risolto.
Una volta accertato che per gestire una comunità il potere è necessario si crea il problema di chi deve detenerlo e in quale forma e con quali controlli etc. etc.
Rifiutarsi di considerare le cose con questa ottica significa essere condannati ogni volta a ricominciare da capo.
Così succederà a Grillo come a tutti quelli che sono capaci solo di essere contro.
Il nuovo è una ristrutturazione del vecchio non la sua negazione.
Il nuovo è evoluzione.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: Grillo, novello ridicolo duce

Messaggioda matthelm il 24/04/2013, 10:50

pianogrande ha scritto:La democrazia non è un fatto naturale.
Il fatto naturale è la legge della jungla.
La democrazia diretta significa portare al potere la legge della jungla.
La democrazia ha bisogno di regole anche molto forti altrimenti non si realizzerà mai.


Ottima riflessione da incorniciare.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
Avatar utente
matthelm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1830
Iscritto il: 23/05/2008, 18:10

Re: Grillo, novello ridicolo duce

Messaggioda Iafran il 24/04/2013, 11:44

pianogrande ha scritto:La democrazia ha bisogno di regole anche molto forti altrimenti non si realizzerà mai.

Sappiamo che bisogna saper distinguere il grano dal loglio e di avere la determinazione a tenerli separati, per impieghi diversi.
In Italia c'è la questione morale da risolvere se si vuole avere un Parlamento costituito di onorevoli rappresentanti del popolo.

flaviomob ha scritto:Inciucio è parola brutta, ma ci distingue da altri Paesi. L'accordo con Berlusconi è altro dalle grandi coalizioni tedesche, inglesi. È compromettersi con una destra del tutto anomala in Europa. Se non fosse così ci si accorderebbe alla luce del sole, davanti ai cittadini. Non succede, perché il Pd ne ha avuto vergogna
-Barbara Spinelli -

Il governo delle larghe intese sarebbe auspicabile sempre quando le differenze fra i partiti sono solo politiche e non toccano minimamente le sfere della legalità, delle regole, della moralità, del senso dello Stato ... come sono "toccate" attualmente in Italia, per le numerose inchieste giudiziarie e per gli inusuali conflitti di interessi che "caratterizzano" i nostri parlamentari.
Iafran
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 4269
Iscritto il: 02/03/2009, 12:46

Re: Grillo, novello ridicolo duce

Messaggioda flaviomob il 24/04/2013, 12:06

La democrazia ha bisogno di regole, certo. Ma dal momento che la democrazia è lo strumento per scriverle, queste regole, non è possibile che chi è deputato a farlo, il giorno dopo le elezioni faccia esattamente l'opposto di ciò su cui aveva preso un impegno con gli elettori. Altrimenti, la democrazia è finita.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

PrecedenteProssimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 16 ospiti

cron