da franz il 12/08/2012, 8:29
Metto qui il testo di ES perché bene o male qui abbiamo trattato questi temi
Le munizioni di Draghi
e il decalogo del Pd
di EUGENIO SCALFARI
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Grilli: "Niente aiuti Bce e meno tasse
Ecco come salveremo l'Italia"
A LEGGERE i giornali e ad ascoltare i telegiornali di questi ultimi giorni, si ha la sensazione di catastrofi sempre più numerose e incombenti: insolvenza delle imprese, rallentamento drammatico del Pil, disoccupazione alle stelle (e non solo quella giovanile), motore tedesco fermo, motore cinese in visibili difficoltà, Goldman Sachs in fuga dai titoli italiani, deflazione in atto in tutti i Paesi dell'Europa mediterranea, credit-crunch, sistema bancario bloccato. Che cosa vogliamo di più e di peggio? Ci si mette anche la Siria dove è accesa una miccia che rischia di far saltare tutto il Medioriente. Vi basta?
Le fonti di queste notizie sono tutte attendibili: autentiche e ufficiali, non c'è assolutamente nulla di inventato. Solo che andrebbero contestualizzate, ma questo è un esercizio non dirò impossibile ma arduo. Eppure qualcuno dovrebbe farlo. Proviamoci.
La recessione dell'ultimo trimestre per quanto riguarda l'Italia è aumentata dello 0,7 per cento; in termini annui, significa appunto il 2,50 per cento, ma la recessione dell'intero 2012, ormai statisticamente definitiva, è dell'1,9-2 per cento rispetto all'anno precedente, come infatti era previsto da tempo dalle medesime fonti autentiche e ufficiali. Quanto alle previsioni per il futuro, le stesse fonti autentiche ed ufficiali (Istat, Fmi, Bce, Eurostat) prevedono un inizio di ripresa, una luce in fondo al tunnel, che alcuni collocano all'inizio ed altri alla fine del 2013. La disoccupazione è aumentata in modo esponenziale, soprattutto giovanile e soprattutto nel Sud. Il fenomeno purtroppo era largamente previsto fin dall'inizio dell'anno. Va detto che nel frattempo alcuni metodi di accertamento sono cambiati: fino a qualche mese fa i lavoratori in Cassa integrazione non erano conteggiati tra i disoccupati, adesso lo sono secondo alcuni parametri adottati. Il fenomeno comunque è molto preoccupante anche se risulta da molte fonti che sono numerosi i giovani che rifiutano lavori dequalificanti e preferiscono rientrare nelle case di famiglia. In questo modo i risparmi accumulati dalle precedenti generazioni cambiano destinazione e la famiglia diventa una sorta di ammortizzatore privato. Il fatto è spiacevole ma non drammatico se non forse per le sue conseguenze sul tasso demografico il quale, però, era a livello molto basso da almeno trent'anni e, quindi, assai prima della recessione attuale.
Le banche italiane sono in difficoltà? Lo scrive il Trimestrale della Bce ma la Banca d'Italia non sembra dello stesso avviso, il governatore Visco affermò pochi giorni fa nell'intervista a Repubblica che le nostre sono banche particolarmente solide e l'ha ripetuto in dichiarazioni pubbliche di questi giorni. È vero che molte banche, e certo non solo quelle italiane, hanno in portafoglio ingenti quantità di titoli di Stato di vari Paesi, e non tutti di prima scelta, ma la Bce continua a ripetere - e va benissimo che lo faccia - che l'Eurosistema non verrà mai abbattuto perché imponenti difese esistono per stabilizzarlo e sconfiggere la speculazione. Tutto ciò ci tranquillizza.
Goldman Sachs. Ha ritirato nei mesi scorsi quasi tutti i suoi investimenti in titoli pubblici italiani: lo dicono i suoi stessi dirigenti e quindi è senz'altro vero. Nel frattempo però la Deutsche Bank ha moltiplicato i suoi investimenti in titoli italiani per un ammontare superiore a quello ritirato dalla Goldman. Se queste notizie vengono date contemporaneamente la questione si risolve in una diversa gestione delle due tesorerie. Dice un vecchio proverbio spagnolo: Si no es un problema no te preocupes y si es un problema porque te preocupas?
Si parla invece di insolvibilità d'una parte notevole delle imprese italiane. In quest'allarme c'è purtroppo molto di vero. Il governo è debitore delle aziende fornitrici per almeno 100 miliardi. Aveva deciso di metterne in pagamento subito almeno 30 e il ministro Passera aveva firmato il decreto necessario già il mese scorso, ma si scopre ora che la procedura per ottenere la bancabilità di quei crediti non sarà pronta prima della fine dell'anno.
Questa lentezza è inaccettabile, come pure il rinvio sine die degli altri 70 miliardi ed infine il fatto che i pagamenti di nuove forniture sono previsti nei contratti firmati dalle aziende pubbliche committenti a sei mesi data dalla fatturazione. In questo modo rischia di riformarsi lo stock di debito quand'anche fosse stato interamente liquidato. Tutto questo non va affatto bene, 100 miliardi di pagamenti che venissero effettuati nei prossimi giorni sarebbero, quelli sì, una frustata benefica per tutto il sistema. Passera lo sa meglio di tutti; se fossi in lui minaccerei ed effettuerei le dimissioni dal governo se questa pratica non verrà chiusa entro le prossime settimane.
Ma resta il tema che è il più importante di tutti: Draghi, la Bce, il ruolo che hanno e gli strumenti dei quali dispongono per salvare l'Europa dal default. Perché di questo si tratta. Limitandolo alla Grecia era comunque un rischio; estendere il rischio alla Spagna diventa un pericolo mortale; ma se il contagio si estende all'Italia, allora è l'Europa intera a dover combattere il naufragio. Forse si salverebbe la Germania pagando la sua sopravvivenza con la totale irrilevanza politica.
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La Bce ha un armamentario di strumenti salvo i limiti che il suo Statuto gli pone: non può intervenire alle aste dei titoli sovrani e non può acquistarli sul mercato secondario se non per quantitativi limitati e autorizzati.
L'armamentario consiste in strumenti convenzionali e non convenzionali. Quelli convenzionali rientrano nella politica monetaria affidata alla Banca la quale stabilisce ogni anno la quantità di liquidità di cui l'Eurozona ha bisogno per il suo corretto funzionamento. Quelli non convenzionali sono previsti dallo Statuto in casi particolarmente emergenziali. L'erogazione di prestiti a tre anni all'1 per cento di tasso effettuata nell'inverno scorso dalla Bce alle Banche dell'Eurozona per un totale di mille miliardi rientrava in quella categoria e, checché se ne dica oggi, fu provvidenziale. Oggi forse sarebbe necessaria un'altra analoga operazione, probabilmente accompagnata da incentivi e disincentivi in funzione dell'uso che le banche richiedenti faranno di quella liquidità.
Un altro strumento potrebbe essere l'acquisto di obbligazioni emesse da imprese e un altro ancora nel ripetere l'acquisto di titoli a lunga scadenza sul mercato secondario ma per quantità limitate. Si tratta di strumenti di possibile applicazione ma di scarsa efficacia di fronte ad un attacco massiccio della speculazione.
Ma poi ci sono altri poteri dei quali dispone la Bce, che abbiamo già indicato domenica scorsa. Sostanzialmente sono due: intervento di politica monetaria per impedire l'emergere di isole deflazionistiche e analoghi interventi monetari per impedire turbativa nell'equilibrio dei prezzi e dei tassi di interesse tra i vari Paesi dell'Eurozona.
Non risulta che tali strumenti abbiano bisogno di speciali autorizzazioni. Deve essere solo accertata l'esistenz a dei pericoli dopodiché la Bce può dar seguito agli interventi monetari che consistono nell'acquisto di Bot a 12 mesi di massima scadenza.
Non soffermiamoci ora sull'utilità dell'uso di tali operazioni che avverrebbero per importi illimitati. Diciamo solo che esse avrebbero effetti sicuramente trasmettibili sui titoli a scadenza media e lunga. Ma il punto è un altro: Draghi ha deciso di metter mano a questi strumenti a condizione che il Paese interessato ne faccia richiesta al fondo salva-Stati; solo l'ok di quel fondo consentirà a Draghi di entrare in scena. Questa richiesta è sicuramente una sua facoltà, ma perché la fa? Qualcuno glielo impone? Oppure la fa perché vuole che il governo italiano sia maggiormente controllato dalla Ue? Ma questo non rientra nei compiti della Bce. La Bce deve impedire la formazione di fenomeni deflazionistici e l'instabilità dei prezzi e degli interessi nell'Eurozona. Questi fenomeni vengono certamente da lontano e non si risolvono senza la crescita dell'economia reale, ma la mancata crescita dipende principalmente dalla politica economica dell'Europa, non è un Paese da solo che possa attivarla.
Il presidente della Bce può e anzi deve pungolare l'Europa a muoversi in modo appropriato e Draghi l'ha fatto egregiamente anche se le sue prediche finora sono state inutili; ma non è compito suo sostituirsi all'Europa specie nel regime intergovernativo tuttora vigente. Benissimo lo stimolo, ma nel frattempo intervenga. Se subordina l'intervento all'inchino di Monti al salva-Stati si tratta, a nostro avviso, di una omissione di atto dovuto. Se le cose stanno diversamente sarebbe non solo opportuno ma doveroso che lo dicesse.
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I lettori mi perdoneranno se passo - per così dire - dal sacro al profano parlando ora dell'intervista rilasciata al Foglio di giovedì scorso da Stefano Fassina al bravo Claudio Cerasa. Per chi non lo sapesse, Fassina è membro della segreteria del Pd e titolare del dipartimento di politiche sociali ed economiche di quel partito.
L'intervista descrive il programma elettorale di quel partito che diventerà in caso di vittoria il programma di un governo di centrosinistra. È dunque altamente probabile che il contenuto di quell'intervista sia noto e approvato da Bersani visto che l'autore è il suo principale collaboratore.
Tralascio i giudizi su Monti, positivi per quello che ha fatto di buono e negativi per i molti errori e la molta insensibilità sociale. Tralascio anche la dichiarazione che con le prossime elezioni ci sarà comunque la cessazione di governi affidati a tecnostrutture. Vengo al sodo. Fassina espone un decalogo del quale cinque punti sono destinati all'Europa e cinque all'Italia. Eccone una sintesi.
Per l'Europa. "Chiediamo di fare un'unione fiscale nel continente e chiediamo che le leggi di bilancio di ciascun Paese siano autorizzate dal Consiglio Europeo prima di essere approvate e prevedano pesanti sanzioni per gli inadempienti. Va rilasciata al più presto la licenza bancaria al fondo salva-Stati affinché agisca sul mercato primario dei titoli pubblici. E poi Eurobond e Project Bond per mettere in atto una vera politica keynesiana. È necessaria l'unione bancaria e la vigilanza bancaria a livello europeo. L'euro è un progetto irreversibile. A questo fine è necessario un programma di ristrutturazione dei debiti pubblici e la lotta senza quartiere ai paradisi fiscali".
Per l'Italia. "Ci vuole una patrimoniale a bassa intensità. Abolizione del Titolo Quinto della Costituzione riducendo il Federalismo e aumentando i poteri del governo centrale per quanto riguarda le opere pubbliche e le politiche sociali. Bisogna rivoluzionare la pubblica amministrazione. Bisogna salvaguardare l'italianità delle imprese strategiche. Proseguire senza tregua la lotta all'evasione e ridistribuire il carico fiscale in favore dei lavoratori e delle imprese". Naturalmente Fassina pensa che il protagonista politico italiano sia il Pd e i suoi alleati del centrosinistra e in Europa tutte le forze socialiste e democratiche (per ora al governo soltanto in Francia).
Che dire? per quanto riguarda l'Europa il programma è esattamente quello della Merkel, salvo che lei vorrebbe esserne la promotrice e non Bersani. Per l'Italia è, grosso modo, il programma di Monti rinverdito con una forte dose di sensibilità sociale. Per la politica monetaria sembra ricopiata da quella di Draghi. Aggiungo: personalmente constato che Fassina ha adottato, direi riga per riga, le esortazioni e i suggerimenti più volte da me indicati in questi mesi. La cosa, dopo molte critiche rivoltemi dallo stesso Fassina, mi rallegra all'insegna del motto "meglio tardi che mai".
Una sola osservazione: non credo che l'esponente del Pd possegga una sua bacchetta magica. E pertanto: lo Stato europeo da lui (e dalla Merkel) propugnato lo avremo tra cinque o dieci anni; l'unione bancaria tra un paio d'anni; la riforma dell'amministrazione italiana richiederà a dir poco una generazione. Nel frattempo e cioè nell'immediato che cosa farà il governo Bersani? Chiamerà Monti per proseguire tenendo conto del decalogo di Fassina? Casini ne sarà felice e anche noi.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)