franz ha scritto:Iafran ha scritto:(La moglie difende Schettino "Gli italiani lo devono rispettare").
Ne approfitto per spezzare una lancia (o meglio una scialuppa) sul fatto che pur avendo qui per prima aperto il caso e individuato qualche cosa di torbido - nelle primissime ore - attorno al comportamento della nave (e quindi per forza di cosa al suo comandante responsabile) considero che i processi debbano essere fatti nei tribunali, non dai giornali, dai blog e dai forum.
Quindi tutti meritano rispetto, colpevoli o innocenti, presunti o conclamati che siano.
Qui cerchiamo di aggiornarci, informarci, criticare, anche giudicare (perché no?) ma la cosa si ferma qui.
Hai perfettamente ragione, ma ... gli avvocati (come le donne) ne sanno una in più del diavolo e quello che viene sentenziato dai tribunali, a volte, è molto distante da come si sono svolti i fatti.
Le cose certe sono, purtroppo, i morti, che non possono dire le loro opinioni. Fatto sta che, da quanto detto da alcuni testimoni, tutti si sono fatti un’idea dell'avventatezza della manovra (indipendentemente "dell’inchino" per prassi a 100 m dall'isola, quanto una qualsiasi barca deve essere a 200 m da riva, se ha i motori accesi) e della volontà del comandante a nascondere la realtà (
se non è dolo questo!), a non ammettere e a non pubblicizzare lo stato di emergenza ed infine a ritardare i soccorsi o a vanificarli del tutto!
Il tribunale può anche riconoscere qualche attenuante, ma l'incapacità, l'irresponsabilità e l'inadeguatezza del comandante non saranno mai evidenziate nella loro effettiva dimensione.
Francesco Bogliari, editore e giornalista, esperto di management, fa il punto su comando, leadership, responsabilità.
http://affaritaliani.libero.it/cronache ... 70112.html Concordia/ Il naufragio del management La telefonata tra il comandante della Capitaneria di Porto di Livorno (Gregorio De Falco) e il comandante della Costa Concordia (Francesco Schettino) dovrebbe diventare un caso di studio obbligatorio in tutte le scuole di management, per chiunque studi comando, leadership, responsabilità.SCHETTINO.
Comando: esercita il comando in maniera superficiale ed esibizionistica. A quanto dichiara chi era presente, il classico “comandante di nave da crociera” che – fra libagioni e belle donne - sembra la caricatura di una professione. Leadership: non esercita alcuna leadership ma, appunto, solo comando esteriore, tanto che quando la sua incapacità di gestire la situazione – peraltro da lui provocata - si appalesa in maniera definitiva qualcuno – non si sa ancora bene chi, forse un gruppo di marinai di vario grado e funzione – ordina ai passeggeri di abbandonare la nave; praticamente un’insubordinazione collettiva, che non si concilia con la leadership. Responsabilità: nel caso di Schettino dobbiamo parlare di irresponsabilità, un comportamento da immaturo incosciente concentrato esclusivamente su di sé, tanto che fugge dall’imbarcazione e si rifiuta di risalirvi seppure comandato a farlo.DE FALCO.
Comando: prende in mano immediatamente la situazione, anche se a distanza, e appena si accorge dell’incapacità di Schettino gli toglie bruscamente il comando, con tono di voce duro e sprezzante: “Adesso comando io!” Leadership: sa cogliere con grande rapidità la drammaticità della situazione e prendere in mano altrettanto rapidamente la gestione della crisi. L’autorevolezza della voce, la chiarezza logica delle domande e la sicurezza nel destituire Schettino ne fanno un “leader situazionista” di grande forza. Responsabilità: ciò che guida l’azione di De Falco è proprio il senso di responsabilità collettiva, cioè il bene della “comunità” di oltre 4.200 persone chiuse dentro quella nave. Esattamente l’opposto dell’egoismo narcisista di Schettino.