cardif ha scritto:Se per propria soddisfazione s'intende la soddisfazione dell'economia e della finanza stasse, non capisco cosa voglia dire: che se portiamo i soldi in banca, il direttore (o il sistema bancario) se li tiene?
Io intendo soddisfazione del proprio scopo: quello sfruttare ed allocare al meglio le risorse. Con quale fine, considerato che le ritengo dei mezzi? Quale altro diverso da quello del benessere della società, degli individui?
Ed infatti cosi' è. Considera che ogni individuo sfrutta ed alloca al meglio quello che ha risparmiato e quello che tu osservi a livello di finanza internazionale è la risultante delle scelte operative di centinaia di milioni di persone. Ovviamente non tutti la pensano come te su cosa è importante.
Ti dico due cifre: il PIL mondiale equivale a
63 mila miliardi di dollari mentre la ricchezza mondiale accumulata da chi ha risparmi (classe media, ricchi ed ultraricchi) è pari a
231 mila miliardi di dollari a metà del 2011. E già la crisi ha eroso, in 3 anni, una buona parte di quella cifra (nel senso che posso stimare che 3 anni fa fosse molta di piu'). Si stima che la ricchezza privata totale dovrebbe aumentare del 50% nei prossimi 5 anni, passando a 345 mila miliardi di dollari nel 2016, pari a una crescita media annuale dell'8,4% (mentre la crescita media del PIL mondiale ora è del 4.9%). Se vediamo la ricchezza come è costituita, i dati che ho parlano di 106.4 mila miliardi di dollari depositati nelle banche (contanti, fondi, obbligazioni, azioni) ed il resto per arrivare a 231 mila direi che sono principalmente abitazioni, terreni, arredamento, autovetture, assicurazioni sulla vita, gioielli. Anche la ricchezza liquida quindi supera il PIL. E non è una brutta notizia, visto che il 60% del PIL è anche debito pubblco (quindi quasi 38 mila miliardi). Questo vuol dire che il 16% della ricchezza mondiale è investita in titoli di debito pubblico.
Come puoi osservare oggi la finanza ("allocazione del denaro tra usi alternativi, al fine di massimizzare la propria soddisfazione") vale
3.6 volte di piu' dell'economia ("allocazione di risorse limitate tra usi alternativi, al fine di massimizzare la propria soddisfazione") e cresce piu' velocemente (del 71%) ed è quindi naturale che oggi la finanza (con le sue logiche) abbia un peso rilevante, anche superiore a quello dell'economia. Di fatto la finanza finanzia l'economia e la fa crescere. Vero che c'è anche una parte della finanza che pensa a se stessa (per esempio strumenti derivati atti a assicurarsi contro le perdite finanziarie) ma questa parte è solo il 5% di tutta la finanza internazionale.
Naturalmente puoi sempre provare ad andare in banca e vedere se i si tengono i tuoi soldi (questo puo' succedere pero' se la banca fallisce) ma non credo che sia cosi'. Per "propria soddisfazione" naturalmente si intende quella dell'investitore (privato, azienda, pubblico o anche la banca stessa) ma che milioni di investitori con esigenze diverse, creano l'effetto che vediamo oggi.
Dove sta il problema oggi? Beh, come sappiamo è nato tutto negli stati uniti, con i subprime (il finanziamento per l'acquisto di case anche a chi non aveva sufficenti garanzie). Ora ci potremmo chiedere se i banchieri americani erano stupidi o avidi. Nulla di tutto questo. Normalmente, sulla base della prassi di mercato, non si concedono crediti a chi non ha garanzie. Chi non ci crede puo' sempre provarci. Ma se le banche vengono incentivate a farlo (tramite programmi statali) ecco che le cose cambiano. Furono i programmi pubblici di allora (qui non ci sono differenze tra repubblicani e democratici, entrambi li sostennero) ad incentivare le banche a concedere questi mutui ed a creare la bolla immobiliare che poi è scoppiata. A questo punto sono andate in crisi le banche (il valore delle case è crollato e si sono ritrovati in portafoglio ipoteche erogate per importi superiori al valore stesso dell'immobile) ed anche quelle banche europee (qui si stupide, ingenue o ingorde) che avevano preso i prodotti strutturati che nascondevano al loro interno quei titoli subprime (tossici). Alcune banche sono fallite ma per salvarne altre i governi si sono indebitati. Solo che i governi sono indebitati già per conto loro e che le banche detengono una fetta importante del debito pubblico. Ecco quindi che si è creato un pericoloso cortocircuito perchè per salvare le banche gli stati si sono indebitati ma quel debito è detenuto in buona parte dalle banche (oltre che dai privati cittadini). Ora le banche si sono liberati dei titoli tossici ma rischiano di avere in portafoglio titoli ancora piu' tossici dei subprime: quelli degli stati che stanno per fallire. Da qui il continuo lavoro delle agenzie di rating per abbassare la credibilità di banche e stati. Vogliamo dare tutta la colpa alle banche? Io non direi. Sono propenso a dare un 80% di responabilità ai governi ed un 20% alle banche. Ma questo solo a livello mondiale. In Italia è diverso. Banche da salvare non ce ne sono state. La responsabilità al 100% della situazione attuele è dei governi e delle maggioranze di questi 20 anni, soprattutto i governi berlusconi, responsabili di piu' del 70% del nuovo debito pubblico fatto in 20 anni e di aver distrutto il buon lavoro di risanamento delle finanze italiane fatto da Prodi.
Ecco perché in Italia prendersela con le banche significa sbagliare obbiettivo.
Scusate la lunghezza.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)