franz ha scritto:Solo in parte d'accordo.
Il matrimonio civile, contratto, ha dei limiti un po' ovunque nel mondo.
1) la maggiore età; negare il matrimonio a due bambini di 10 anni, è discriminazione?
2) la capacità di intentendere e di volere. L'interdetto per grave infermità di mente non puo' sposarsi. Discriminazione?
3) la libertà di stato. Chi è già sposato non puo' sposarsi. Discriminazione?
Il discorso di Franz è molto sensato, e sfiora appena un problema enorme, che riguarda il concetto stesso di "norma" in diverse culture e diverse civiltà.
Il problema è che non tutti sono disponibili ad affrontare una questione così delicata come il matrimonio in termini antropologici e sociologici.
Il matrimonio come contratto possibile solo tra individui di sesso diverso era un matrimonio (tra l'altro, indissolubile) il cui scopo principale era il mantenimento e la trasmissione (per linea maschile) del nome e del patrimonio familiare, oppure, nei poveri (proletari appunto) la garanzia di una discendenza legittima che assicurasse una vecchiaia serena.
Questo tipo di famiglia era ferocemente discriminatorio, non solo verso gli omosessuali (e le donne), ma anche verso i bambini nati fuori del matrimonio, considerati illegittimi e discriminati in un modo che ora apparirebbe inconcepibile (io me lo ricordo, un amico d'infanzia che aveva documenti con su scritto: paternità: N.N. Era terribile!).
Quel tipo di famiglia (cui probabilmente anche i Padri Costituenti facevano riferimento - per fortuna senza esplicitarlo - in quanto era allora l'unica concepita), si è andata via via modificando. Con il divorzio, prima di tutto, poi con il progressivo riconoscimento di pari diritti ai bambini nati fuori del matrimonio, ed infine, ora, con il riconoscimento del diritto all'affettività ed alla sua ufficializzazione anche tra persone dello stesso sesso.
Nei paesi dove è legalizzato il matrimonio omosessuale si formano famiglie assolutamente normali con genitori dello stesso sesso e figli adottivi, o figli biologici di uno dei partner e adottivo per l'altro, ma non per questo meno degni di un riconoscimento ufficiale del loro rapporto di parentela.
Tutto questo in Italia ancora scandalizza alcuni, ma la società si sta evolvendo in questa direzione.
Nel contempo esistono tutti i problemi cui faceva cenno Franz: come regolarsi con le famiglie poligame che eventualmente entrino in Italia da paesi dove la poligamia è la norma? Non so se siano sopravvissute ancor oggi società poliandriche, ma nel caso, come regolarsi?
Il problema è riuscire a considerare i rapporti delle persone come qualcosa in evoluzione, che richiede continui adattamenti col mutare delle condizioni sociali e del senso comune, che pure si va evolvendo.
annalu