La chiesa fondata da Pietro non era la chiesa (ecclesia=comunità) in cui un vescovo pretendeva l'egemonia, il controllo e l'accentramento del potere su di se', in cui si comminavano torture e pena di morte. Non esisteva il dogma del celibato, ne' quello (peccato di superbia) dell'infallibilità. Ne' le scritture inducono all'appoggio di potenti e dittatori (Mussolini e Pinochet, tra gli altri).
Le ingiustizie presenti in una regione non giustificano quelle di segno opposto presenti in altre. Le ingiustizie motivate da presunte appartenenze politiche sono gravi e chi le pratica dovrebbe dimettersi da ogni carica. Le ingiustizie motivate da presunte appartenenze religiose, spacciate per motivazioni spirituali, sono ancora più gravi perché sfruttano la buonafede popolare, il senso del sacro, della tradizione, la trascendenza e sputtanano le cose migliori dell'uomo: la ricerca della spiritualità, dell'amore, della fratellanza.
Infine: la tradizione laica in Italia non è certo stata rappresentata dalla sinistra comunista, che anzi si accordò con la DC per mettere il concordato in Costituzione, ma dalla tradizione liberale e socialista (vera).
E' comico definire laicismo od ultralaicismo quello che in Europa costituisce la normalità, il punto di partenza comune per tutte le parti politiche, il punto di non ritorno. Mentre in Italia siamo ancora... all'anno zero!

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da Cronache Laiche di Alessandra Maiorino -
Certamente è giusto esprimere solidarietà al professor Petrucci per aver dimostrato autonomia e libertà di coscienza nel liceo scientifico Keplero di Roma col suo assenso all’introduzione del distributore di preservativi nella scuola nell’ambito di un progetto di educazione sessuale. E anche apprezzamento per il suo coraggio. Nella sua condizione, infatti, di autentico “coraggio” si è trattato, poiché l’espressione di un proprio legittimo convincimento gli è costato il posto di lavoro nel presente anno scolastico.
Ma proprio questo “coraggio” ci spinge a riflessioni che vanno oltre la solidarietà e l’apprezzamento.
Il professor Petrucci è infatti docente di religione cattolica e come tale il suo insegnamento dipende in primis da quell’idoneità concessa unilateralmente dal Vicariato, nei confronti della quale nulla può l’amministrazione scolastica. In virtù del regime concordatario lo Stato italiano “paga” e “la scuola nomina” i docenti di religiona cattolica su una rosa di nominativi forniti dal Vicariato (al di fuori dei vincitori del Concorso in seguito introdotto, ai quali, comunque il Vicariato concede l’idoneità per poter concorrere ).
Su tale concessione la competenza dell’autorità religiosa è insindacabile.Il docente di religione cattolica non gode pertanto della libertà d’insegnamento di cui godono tutti i docenti della Repubblica in base all’Art.33 della Costituzione. Vi ha rinunciato nel momento in cui si è sottoposto a un’autorità esterna allo Stato italiano. Per questo è insensata la norma che definisce la “ parità” di diritti e doveri con gli altri docenti. Diverse sono infatti le condizioni.
Il docente di religione cattolica è presente nella scuola in ragione di un insegnamento confessionale e non culturale.
Lo dimostra una volta di più il trattamento subito dal professor Petrucci da parte dell’autorità religiosa, la quale ha stabilito di rimuoverlo dall’incarico a causa di una scelta ritenuta nociva, a giudizio della medesima autorità, alla formazione di alunni/e.
Non si tratta quindi di autentica discriminazione, ma del richiamo delle gerarchie cattoliche alla specifica funzione del ruolo al docente assegnato.
La vicenda del prof. Petrucci deve pertanto indurre non tanto a chiedere all’amministrazione scolastica il suo reintegro nel posto di lavoro – le cui condizioni, lo ribadiamo, dipendono dal Vicariato –, o a invocare un insegnamento della religione cattolica più aperto alle istanze dei giovani; questa vicenda deve indurre ancora una volta a riflettere sull’incompatibilità pratica di un insegnamento confessionale all’interno della scuola pubblica, i cui gli insegnanti devono essere tutti fruitori nelle medesime condizioni e della medesima libertà di insegnamento.
(*) Comitato Nazionale Scuola e Costituzione
http://www.cronachelaiche.it/2011/03/re ... -italiani/