Da parte mia cercherò di essere altrettanto garbato, e altrettanto netto nelle mie affermazioni.
non aver rielaborato, superandole, le culture novecentesche, quell'essevi rimasta aggrappata, incapace, in fondo, di elaborare la caduta del Muro e di diventare europea.
Questo sarebbe un buon titolo per un capitolo di libro, o un paragrafo: rimarrebbe però da scriverlo questo capitolo, per capire di cosa parli.
Quali sarebbero le "culture novecentesche"? Quale parte delle tante culture novecentesche sarebbero da buttare, quali da conservare? Che c'entra la caduta del Muro? Quali sono i discorsi, i concetti, che hai trovato in questo forum, su questo argomento, che ti spingono a evocare il Muro?
Quanto alla classe dirigente, ti sembra proprio che sia un problema da guardare sotto l'aspetto esclusivo o prevalente della "sinistra"?
Dice Pierodm che quella che disegno è "buona amministrazione", ma non "sinistra" (che poi sia generico è ovvio, non posso mica qui fare un programma di governo, cosa di cui non sarei capace:.. ).
Forse è vero, ma la buona amministrazione, qui e ora, è la cosa più di sinistra che mi viene in mente.
Nessuno chiede a te o a chiunque altro di fare un programma di governo: si parlava in generale, e in generale ho affrontato anch'io il problema.
Evidentemente mi sono spiegato male.
Primo - L'amministrazione - buona o cattiva che sia - è appunto amministrazione, non è "politica", e di politica si parlava.
Io dicevo che la buona amministrazione, così come tu correttamente la descrivevi, non può e non deve essere considerata di pertinenza esclusiva della destra o della sinistra, ma in un paese civile (o "europeo", come si usa dire attualmente) è cosa che è lecito aspettarsi da chiunque vada al governo.
Il fatto che a te venga in mente, al massimo, la buona amministrazione fa probabilmente parte di quella crsi di cui tu stessa parlavi: non è evidentemente solo un problema di classe dirigente
Personalmente ho visto cominciare questa sindrome riduttivistica alla fine del "secolo scorso" - visto che parliamo di secoli - che poi sarebbe dieci o quindici anni fa, quando cominciava a manifestarsi la povertà ideale e ideologica di quella nomenklatura di centro-sinistra della quale tu stessa parlavi, arrivando al limite grottesco delle Centopadelle, dei "sindaci d'Italia" e altre sciocchezze che si è ben visto che fine abbiano fatto.
Secondo - Diciamo che la buona amministrazione è condizione necessaria, ma non sufficiente a caratterizzare un partito, o peggio ancora un governo, sia di destra sia di sinistra: queste, e perfino i centristi, si distinguono per avere ciascuna una propria idea di società, un proprio concetto di economia, di lavoro, di istruzione, di rapporti internazionali, di priorità, di diritti individuali, di giustizia, etc.
Non è detto che tutto ciò debba dare luogo ad un'architettura ideologica complessa: può trattarsi anche di un semplice programma. Ma francamente è improbabile che basti un programma: anche dietro il più semplice dei programmi c'è sempre un complesso antefatto intellettuale e ideologico, sebbene non sempre sia reso esplicito o sia strutturato consapevolmente.
Anche perché, lascia intendere pierodm che la sua idea di "sinistra" sia un insieme di definizioni teoriche, cui commisurare l'azione di governo. Una specie, cioè, di idea platonica di sinistra, cui le perfettibili azioni umane dovrebbero tendere. Beh, Piero, abbiamo già dato. L'abbiamo già sperimentato l'ideale cui tendere senza arrivarci mai, quel paradiso laico che ci aspetterebbe dopo la resurrezione della rivoluzione: grazie, basta così. Io di religioni, di un tipo o dell'altro, che guidano il fare politico, ne ho decisamente abbastanza.
Mi sembra di aver esposto un concetto di partito semplicemente basilare, senza alcun accenno a rivoluzioni, a caverne platoniche, a resurrezioni, e tutto il cucuzzaro che hai citato.
Io credo che tu - e non solo tu - ti sei fatta un ritratto, diciamo una bambilina di cera, chiamata "sinistra" e c'infili gli spilloni a prescindere da chi in particolare ti sta parlando, o da che cosa ha detto o scritto: basta la parola "sinistra" per far scattare una serie di frasi e di concetti.
Ma è lo stesso pragmatismo delle socialdemocrazie, quello che ha permesso ai sindacati tedeschi e francesi di contrattare salari alti e clausole di salvaguardia
Tra parentesi potrei far notare che anche il pragmatismo è un retaggio, settecentesco perfino più che novecentesco: ma è una battuta ...
Ti risulta che i sindacati italiani abbianoi contrattato in forma religiosa o superstiziosa?
Pensi sul serio che i salari alti tedeschi siano figli di uno speciale pragmatismo sindacale?
Chi ha detto che un riformismo radicale è un pranzo di gala?

Per rispondere alla tua domanda, credo che l'abbia detto un imbecille.
Ma adesso rispondi tu: chi ha parlato, qui, di rivoluzione?
Quello che io vedo, con molta semplicità, è che da quando la sinistra si riempie la bocca di riformismo si ritrova senza una linea politica chiara, e si limita a ripetere a pappagallo quello che dicono anche i più cretini esponenti della destra.
L'hai detto tu: praticare il riformismo è difficile e complesso, mentre - aggiungo io - è assai più facile parlarne e chiamare "massimalisti" quelli che qualche riforma la vogliono sul serio.