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Il multiculturalismo è fallito

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Il multiculturalismo è fallito

Messaggioda ranvit il 09/11/2010, 10:53

Ma mica tutti gli italiani hanno imparato a "pagare o ad esigere mazzette e tangenti, la doppia morale, il trasformismo, magari un po' di militanza in qualche mafia e, se per caso raggiungono posti di potere, andare a puttane (chiamandole però escort e rivendicando di esserne solo gli [i]utilizzatori finali) possibilmente con minorenni e vantarsene con gli amici, salvo smentita ufficiale.[/i]"

Questo tipo di battute fanno cadere le braccia! Non c'è niente da fare....con "voi" è impossibile dialogare. E soprattutto è impossibile arrivare ad ottenere il consenso del Paese.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Il multiculturalismo è fallito

Messaggioda flaviomob il 09/11/2010, 17:12

E' vero, la maggior parte degli italiani all'estero trovano una realizzazione e quindi si avvicinano ad una sorta di felicità che qui in patria è talvolta impossibile da vivere, talvolta 'castrata' da tante ingiustizie. In questo senso la frase sul muro, che in apparenza suona solo come offensiva, per me aveva un fondamento di verità. Considerando lo stato di schiavitù in cui molti stranieri sono costretti a sopravvivere in questo paese, considerando anche quanti stranieri abbiano il coraggio di ribellarsi ai caporali e alle mafie, mentre gli italiani tacciono, tentennano o colludono (almeno, la maggioranza silenziosa), considerando che in termini di produttività sono davanti agli italiani, si ammalano meno, fanno lavori più duri, io credo che dovremmo essere noi ad imparare da loro, a rispettarli, a trattarli dignitosamente ed offrendogli la massima solidarietà. Del resto, visto come maltrattiamo noi stessi e il nostro paese (Pompei insegna), che cosa ci aspettiamo? Che loro siano migliori di noi? Ma lo sono già, e lo dimostrano continuamente...


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Il multiculturalismo è fallito

Messaggioda ranvit il 05/02/2011, 19:53

http://www.corriere.it/esteri/11_febbra ... aabc.shtml

INTERVENTIO ALLA CONFERENZA SULLA SICUREZZA DI MONACO
Cameron: il multiculturalismo è fallito
Il premier britannico: «La tolleranza passiva incoraggia la separazione. Lo stato liberale impone i suoi principi»



Cameron e Merkel alla conferenza sulla sicurezza di Monaco (Epa/Ansa) LONDRA - Il multiculturalismo? E' fallito. La sentenza è del premier britannico, David Cameron. Ed è destinata a sollevare più d'una polemica e più d'una riflessione sui modelli di integrazione con i quali tutta Europa, e non soltanto la Gran Bretagna, ha affrontato il problema dell'immigrazione e dell'integrazione. Con riferimenti specifico all'Islam e in una situazione nella quale ciò che sta avvenendo in Medio Oriente pone nuovi e ulteriori rischi.
VALORI COMUNI PER TUTTI- Secondo Cameron il ««multiculturalismo di stato» ha fallito e ha lasciato i giovani musulmani vulnerabili al radicalismo, ha affermato il primo ministro britannico nell'intervento alla conferenza sulla sicurezza a Monaco di Baviera. «È tempo di voltare pagina sulle politiche fallite del Paese. Per prima cosa, invece di ignorare questa ideologia estremista, noi dovremo affrontarla, in tutte le sue forme». E ancora: «Sotto la dottrina del multiculturalismo di stato, abbiamo incoraggiato culture differenti a vivere vite separate, staccate l'una dall'altra e da quella principale. Non siamo riusciti a fornire una visione della società, alla quale sentissero di voler appartenere. Tutto questo permette che alcuni giovani musulmani si sentano sradicati».
Per Cameron è il momento di lasciare da parte la «tolleranza passiva» del Regno Unito con un «liberalismo attivo, muscolare», per trasmettere il messaggio che la vita in Gran Bretagna ruota intorno a certi valori chiave come la libertà di parola, l'uguaglianza dei diritti e il primato della legge. «Una società passivamente tollerante rimane neutrale tra valori differenti. Un paese davvero liberale fa molto di più. Esso crede in certi valori e li promuove attivamente» (fonte Ansa)


05 febbraio 2011
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Re: Il multiculturalismo è fallito

Messaggioda matthelm il 05/02/2011, 20:20

ranvit ha scritto:è il momento di lasciare da parte la «tolleranza passiva» del Regno Unito con un «liberalismo attivo, muscolare», per trasmettere il messaggio che la vita in Gran Bretagna ruota intorno a certi valori chiave come la libertà di parola, l'uguaglianza dei diritti e il primato della legge. «Una società passivamente tollerante rimane neutrale tra valori differenti. Un paese davvero liberale fa molto di più. Esso crede in certi valori e li promuove attivamente» (fonte Ansa)


Concordo e se l'hanno capito loro con l'esperienza fatta dobbiamo crederci.
Anche in Italia la storia del burka, che qualcuno vorrebbe concedere come diritto, andrà chiarita nell'impossibilità di concedere questo finto diritto.
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Re: Il multiculturalismo è fallito

Messaggioda Stefano'62 il 06/02/2011, 11:58

Ignoranza,stupidità e presunzione (indebita),sono le cose che mi vengono in mente.
Il multiculturalismo non è altro che il nome nuovo dato ad una cosa che esiste da quando esiste l'uomo:la diffusione e il confronto delle idee.
Dunque qualcosa di assolutamente inevitabile perchè insito nella natura di qualsiasi essere vivente raziocinante.
Dichiarare di volerne (oltre che poterne) fare a meno rileva :
-) l'ignoranza di chi crede di poter davvero valutare in un lasso di qualche misera decina di anni i benefici (innegabili) di qualcosa che invece esiste da quando l'uomo girava nudo per i boschi,e che pretendere dunque di stabilire o annullare per decreto equivale a cercare di abolire le stagioni o il maltempo.
-) la stupidità di chi non capisce che anche ammettendo per assurdo di poterlo fare,il chiudersi in una sorta di castello ideologico (ma non solo) significa condannarsi all'immobilità e al declino quando fuori il mondo va avanti;
-) la presunzione di chi crede di avere trovato la way of live definitiva da difendere ad ogni costo,proprio lui,quando miliardi di persone prima di lui invece non ci sarebbero riusciti,fermando la storia qui e ora e cancellando sia i secoli passati sia quelli futuri.

Un conto è stabilire leggi e regolamenti sulla scorta di un ragionamento razionale avulso da considerazioni di ordine meramente culturale o "fintamente religiose" (come dice giustamente Matt il burka è un finto diritto,che niente ha a che vedere con la religione ma solo con la prevaricazione delle donne);un altro è straparlare di cultura proclamando goffamente "la tua no,la mia si":
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Re: Il multiculturalismo è fallito

Messaggioda lucameni il 06/02/2011, 12:31

quello semmai sarà pluralismo.
Mi pare che Sartori distingua bene (anzi ha pure scritto un libro in merito) il multiculturalismo dal pluralismo.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Il multiculturalismo è fallito

Messaggioda Stefano'62 il 06/02/2011, 13:15

Non l'ho letto,comunque al di la della terminologia la cosa patetica cui mi riferivo io è pretendere per decreto di impedire al prossimo di manifestare il proprio modo di essere e di recepire quello degli altri,cioè di intervenire attivamente ed espressamente sulla cultura,piuttosto che ispirarsi alla opportunità civica o di ordine pubblico di poter fare questo o quello (cosa invece auspicabile).
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Re: Il multiculturalismo è fallito

Messaggioda pierodm il 06/02/2011, 14:06

Ero certissimo che Cameron sarebbe stato prontamente citato, come fonte di saggezza, specialmente da alcuni nostri amici: non è un caso che Cameron rappresenti il partito conservatore, cosa che non significa automaticamente che dobbiamo rifiutare le sue eventuali ragioni, ma un qualche significato dovrà pure averlo.

In ogni post su questo argomento, comunque, c'è almeno un pizzico di ragione - come sempre succede - ma l'intervento con il quale personalmente concordo di più è quello di Stefano: Ignoranza,stupidità e presunzione (indebita),sono le cose che mi vengono in mente. Il multiculturalismo non è altro che il nome nuovo dato ad una cosa che esiste da quando esiste l'uomo.

Vorrei, in questo senso, portare la mia pietruzza come contributo alll'argomento.
Una pèietruzza chiamata Roma.
Sono nato e cresciuto in una Capitale, nel dopoguerra, che ha probabilmente rappresentato l'esempio più massiccio di immigrazione dal centro e sud Italia, più grande rispetto perfino a città industriali come Torino o Milano.
La mia famiglia - poiché mio padre era un trasteverino cresciuto nel centro storico, stanco di vecchie case - durante la mia infanzia e prima adolescenza ha gironzolato nei diversi quartieri della periferia edificata dai palazzinari ad uso e consumo delle migliaia e migliaia di "immigrati" centro-meridionali.
Le scuole elementari e medie, rionali, erano costituite da classi di trenta o quaranta ragazzini che parlavano tutti i dialetti possibili, dal napoletano al pugliese, ciociaro, siciliano, umbro, marchigiano.
I ministeri erano occupati in larga maggioranza da questo tipo di italiani, che chiamavano per via clientelare amici e parenti dai paesini di origine.
Ebbene, non ricordo di aver mai visto o sentito un solo lamento, una sola offesa, un gesto di malanimo o di ribellione da parte di qualcuno.
C'era, secondo le abitudini romane, una vivace predisposizione alla presa in giro di tutti verso tutti, ma senza la minima acredine. Non ho mai assistito ad una rissa per motivi etnici.
E sarebbe, per inciso, sommamente sbagliato pensare che in fondo "eravamo tutti italiani" e quindi la pacifica, spesso allegra, convivenza era più semplice: le differenze erano notevoli, molto, molto, molto più accentuate di quante non siano oggi tra milanesi e napoletani, abruzzesi e veneti, o tra giovani albanesi o bosniaci e giovani siciliani o piemontesi.
Mi fermo qui, come pura testimonianza sui fatti.

A me sembra che sia sbagliato parlare di pluralismo, che è cosa importante e che confina con il multiculturalismo, ma che rimane cosa diversa: il pluralismo è un valore eminentemente politico, il multiculturalismo è un fenomeno sociologico, psicologico, umano, culturale.
Il pluraliusmo può, in qualche modo, essere assunto e imposto per legge, ossia attraverso regole e istituzioni.
La fusione, o l'assimilazione, la convivenza tra culture diverse è un fatto molto più complesso, e chiama in causa fattori esistenzuiali, caratteriali e storici che dipendono da leggi e istituzioni solo marginalmente.

Ranvit ha la sua parte di ragione, quando dice che la sinistra, i progressisti, hanno difficoltà ad affrontare questo tema: ma è esattamente la difficoltà che i progressisti hanno nell'affrontare la gran parte dei problemi difficili, spèecialmente se si tenta di affrontarli senza facili scorciatoie, come è invece tipico della destra.
Volendo estremizzare, ma nemmeno tanto, diciamo pure che è la democrazia stessa ad essere difficile. Risolvere, o indicare un'ipotetica soluzione di natura autoritaria è molto più facile.

Il problema dell'Islam è, se posibile, ancora più complicato. Specialmente per la sinistra.
Da un lato, per la sinistra, c'è il dovere politico e morale di sostenere la tolleranza, in quanto diritto civile - pluralismo.
Ma dall'altro c'è il problema di osteggiare il fanatismo, l'oscurantismo, l'integralismo religioso, assai simile al fanatismo e all'oscurantismo cattolico che ha pesato per secoli su molte culture occidentali.
A me non sembra che sia facile risolvere questo intreccio: certamente più facile tagliare questo nodo secondo l'ipocrisia e il cinismo della destra.
Chi ama le risposte semplicistiche e liquidatorie, si accomodi: la strada è nota, e si troverà in bella compagnia.
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Re: Il multiculturalismo è fallito

Messaggioda lucameni il 06/02/2011, 14:07

"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Il multiculturalismo è fallito

Messaggioda Stefano'62 il 06/02/2011, 15:17

Seguendo il link di lucameni ho trovato un articolo scritto mi pare da Sartori

Non si deve confondere tra il multiculturalismo che esiste in alcuni Paesi, che c’è di fatto, e il multiculturalismo come ideologia,come predicazione di frammentazione e di separazione di etnie in ghetti culturali

A me questa definizione sembra arbitraria e opinabile,più che multiculturalismo ideologico io la chiamerei ipocrita tolleranza,nel senso che si tollera qualcosa che non ci piace,basta che se ne stia lontano dai miei occhi in un ghetto.
L'unico multi-culturalismo che conosco io è invece per definizione la coesistenza di diverse culture,non la loro "tolleranza" e nemmeno la loro ghettizzazione di stampo razzista.

Contrariamente a quanto scritto da alcuni lettori, è il pluralismo che valorizza e pregia la diversità.

Falso,il pluralismo è il principio (importantissimo) che in una comunità organizzata di individui garantisce la possibilità di pensare in modo proprio;la valorizzazione delle diversità invece (sia di pensiero sia culturali) avviene tramite il confronto reciproco,cioè la loro coesistenza,diversamente resterebbero immobili nelle rispettive posizioni nella loro isoletta e noi saremmo ancora all'età della pietra.
Il pluralismo invece è il riconoscimento di un diritto,una concessione politica di stampo democratico che si contrappone al pensiero unico dei totalitarismi,e che prevede la possibilità di poter pensare come ci pare e senza rischiare la galera,in modo difforme anche all'interno di uno stesso ambito culturale,dunque ha carattere prettamente politico e non (solo) culturale,e rappresenta la garanzia politica a qualcosa che politico non è.
Mi allargo a dire che negare per decreto la possibilità di vivere secondo la propria cultura,ovunque ci si trovi,o assegnare valore diverso a culture diverse,è assolutamente contrario ai principii del pluralismo.

Pertanto è sbagliato, sbagliatissimo, raccontare che ormai viviamo tutti in società multiculturali, e che questo è inevitabilmente il nostro destino.

Già ai tempi di Marco Polo le culture si mescolavano tra di loro,figuriamoci oggi con internet e gli aereoplani.
Pensare di isolarsi culturalmente è pura utopia,e può succedere (forse) solo alla Cina se decide di chiudere le frontiere e i server multimediali.
Tra l'altro mi ricorda le motivazioni del regime di Pol Pot che sottraeva i bambini alle famiglie per indottrinarli ed evitare ipotetiche "contaminazioni culturali".

Invece sinora viviamo quasi tutti, nell’Occidente, in società pluralistiche in grado di assorbire e di gestire al meglio l’eterogeneità culturale. Attenzione, allora, a non attribuire al multiculturalismo pregi che sono invece del pluralismo.

Invece viviamo in una società dove ogni intervento con motivazioni civiche o di ordine pubblico e laico viene interpretato e vagliato come una ingerenza di questa o quella cultura,e dove il principio del pluralismo viene stiracchiato ad uso e consumo tutt'altro che laico e non viene lasciato libero di agire per garantire l'efficienza della democrazia senza improprie ingerenze di ordine culturale,cercando addirittura di stravolgere l'uso dei rispettivi termini per far si che alla fine vinca il "We Are Right",il cui acronimo guarda caso è WAR,cioè guerra.

Lasciamo che sia solo l'Islam più becero a dire che la cultura deve essere monolitica e inamovibile,altrimenti saremo complici di tutti quei delinquenti che dai minareti inneggiano alla guerra santa.

PS
Se poi Sartori intendeva dire che non occorre essere multiculturalisti ed è sufficiente essere pluralisti,allora sono d'accordo perchè il multiculturalismo è un fatto storico,non una scelta;però ha scelto una via un pò contorta per venircelo a dire.
Ultima modifica di Stefano'62 il 06/02/2011, 15:27, modificato 2 volte in totale.
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