trilogy ha scritto:sostenere che la destra italiana sia liberista o neo-liberista mi sembra difficile. La loro politica è più che altro
neo-tradizionalista. Tremonti è amato e citato nelle sette degli ultraconservatori cattolici che sono anti-liberisti per default, non è un caso.....

Appunto. La destra italiana non è né liberista, né neoliberista. Non so valutare il passato ma l'oggi si.
Rispetto alla nostra realtà quindi discutere dei guasti o dei pregi del liberismo non ha alcun significato, in senso storico come in senso attuale.
Quando si dice che l'europa tende a destra, non significa che ha sposato il liberismo piu' sfrenato, cosi' come se tendesse a sinistra non significherebbe affatto una sterzata verso le economie pianificate.
Si rimane sempre a metà strada ma in questo contesto ci si indirizza verso politiche di maggiore apertura ai mercati, maggiori privatizzazioni e liberalizzazioni (vedi Svezia). Questo perché una maggioranza sempre piu' ampia si discosta dalle politiche stataliste di eccesso di spesa pubblica e di super-protezione sociale. I due estremi (liberismo e comunismo) sono comunque irrealizzabli nella loro "purezza" (questo è uno dei pochi spunti condivisibili dell'articolo indicato da gabriele) ma rimangono comunque come mete ideali, a cui ci si puo' avvicinare passo dopo passo, anno dopo anno, liberi di cambiare idea grazie alla democrazia. Ora se l'europa, e sostanzialmente il mondo, si sposta piu' a destra, significa che in questa epoca storica apprezza piu' l'introduzione di elementi di liberalismo nella società piuttosto che l'introduzione di elementi di socialismo. Per lo meno questo accade nei paesi in cui il peso dello stato è elevato.
Anche la discussione oggi tra Germania (rigore) ed altri paesi (spesa pubblica per intervento in economia) mostra, con il successo dell'economia tedesca, che la strada della spesa pubblica keynesiana in realtà non aiuta. Indebita i paesi a dismisura ed allunga il periodo della crisi (cosa che la scuola austriaca già disse a proposito della grande depressione americana, che secondo loro duro' cosi' a lungo proprio per le politiche keinesiane). Chiaramente si tratta di tesi economiche in conflitto tra loro e contrastate, ma se sono in conflitto gli economisti, che di queste cose dovrebbero intendersene, non so quali sicurezze possiamo vantare noi. A meno di avere idee "a prescidere".
Io comunque per l'Italia, nella sua situazione disastrosa, penso che serva piu' liberalismo, piu' liberalizzazioni, per spezzare l'attuale sistema clientelare e corporativo ed avere quelle risorse che servono per alimentare un welfare decente, alla tedesca. La direzione è quella e credo che se la seguiamo per 20 anni arriveremo non al baratro della miseria ma ad una situazione come quella dei paesi dell'europa centrale. E spero che a guidare un simile processo sia il centro sinistra, visto che il cento destra è fascio-corporativo ed illiberale.
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)