pianogrande ha scritto:Eh sì pierodm.
Quando si parla di grandi numeri e di fenomeni "complessi" è necessario sintetizzare e semplificare.
Certo, se si semplifica troppo, si finisce per far sparire la differenza tra numeratore e denominatore ed il risultato sarà sempre lo stesso (uno, tutti uguali).
Io non sono nemmeno uguale a me stesso ieri sera.
Alternare sintesi ed analisi è, sicuramente, una delle arti della politica.
Be' non voglio scrivere un trattato.
Faccio una affermazione fingendo di essere il famoso saggio, "il saggio" che si diverte a dire un sacco di cose.
Il maestro è colui che è arrivato in alto ma non si è dimenticato la strada percorsa.
E', quindi, capace di guidare altri su quella strada.
I nostri politici in alto non sanno neanche cosa significhi.
La strada che hanno percorso non la consiglierei a nessuno.
La nostra realtà rimarrà "complessa" e/o difficile ancora per un po'.
La nostra realtà è comunque ottima in confronto a quella dei c.d. "giovani" o "precari", cioè da quel 30 per cento della forza lavoro che ha le briciole perché schiacciati da un sistema che favorisce il potere e che hanno una prospettiva a breve termine...1 anno se il loro datore di collaborazione è magnanimo.
Saranno loro a cambiare le cose. La certezza si fonda sul fatto che non hanno nulla da perdere e quindi, nel modificare lo status attuale, ne hanno solo che da guadagnarci.
Il problema è che, come dice il "saggio", lasciati da soli possono intraprendere strade sbagliate...
Gabrive
Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.