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Il premier ha scelto lo scontro? Cominciano i fischi

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Confesercenti, fischi a Berlusconi

Messaggioda franz il 25/06/2008, 18:32

Il premier all'assemblea annuale attacca parte della magistratura
Veltroni: "E' un problema di rispetto del ruolo, e nel suo caso non c'è stato"
Confesercenti, fischi a Berlusconi
"Giudici politicizzati, una metastasi"
Montezemolo: "Questo governo ha fatto cose interessanti"


ROMA - Accolto con gli applausi, se ne va tra i fischi. Silvio Berlusconi ha fatto il suo intervento questa mattina all'assemblea annuale di Confesercenti, presso l'Auditorium Parco della Musica di Roma. Sale sul palco, accoglienza calorosa, l'elogio al presidente della confederazione, Marco Venturi. Poi, verso la fine dell'intervento, l'ennesimo attacco ai magistrati: "I giudici politicizzati sono la metastasi della democrazia" dice, e partono le bordate. I fischi si ripetono più volte quando parla di democrazia "calpestata" e di paese in libertà vigilata. La prima reazione è del leader del Pd, Walter Veltroni: "Che dialogo ci può essere, quando dal palco di una categoria si dicono cose di questo tipo. Non è un problema di dialogo, ma di rispetto del proprio ruolo che, nel caso del presidente del Consiglio, non c'è stato. Credo che tutto l'Auditorium abbia provato un grande imbarazzo. Io ero tra quelli".

LA FOTOSEQUENZA: LE MANETTE DEL PREMIER
http://www.repubblica.it/2006/05/galler ... cni/1.html

"Giudici ideologizzati, metastasi per il Paese". "Sono costretto ogni sabato mattina - dice il premier - a preparare con i miei legali udienze in cui sono oggetto dell'attenzione dei pm o giudici politicizzati che sono la metastasi della democrazia". E ricorda che "dal '94 al 2006 sono stati 789 i pm e i magistrati interessati a sovvertire il voto degli italiani: ci sono riusciti nel '94, non ci riusciranno in questa presente situazione". E ai fischi risponde: "Mi avete invitato voi...".

"Vogliono impedirmi di governare".
Il presidente del Consiglio cerca di spiegare più volte il motivo dei suoi attacchi ma i fischi sono più forti. "I cittadini hanno il diritto di vedere governare chi hanno deciso, tramite libere elezioni, di scegliere per la guida del Paese".

La platea protesta. Dalla platea della Confesercenti, però, arrivano reazioni negative alle accuse del capo del governo. Che replica: "Mi indigna quando qualcuno si lascia trasportare dall'ala giustizialista della magistratura, ho anche fiducia nella magistratura, ma dopo un calvario simile in me c'è indignazione".

"La democrazia è a rischio". Per Berlusconi la democrazia è a rischio e il Paese è "in libertà vigilata". Il presidente del Consiglio è categorico nel giudicare "folli le accuse provenienti dai giudici" nei suoi confronti, "giudici ideologizzati, che cercano di sovvertire la democrazia". Spiega di essere sceso in politica per difendere gli interessi degli italiani: "Il mio interesse sarebbe stato quello di godermi i soldi che mi sono meritatamente conquistato", invece di fare i conti con "un ordine dello Stato che pretende di cambiare chi è al governo. Ho avuto 587 visite dalla polizia giudiziaria della Guardia di Finanza, una spesa che dal 1994 è più di 174 milioni di euro".

Rifiuti: "Contro i blocchi useremo la forza".
Nel giorno in cui la tangenziale di Napoli viene bloccata dalla protesta contro la discarica di Chiaiano, Berlusconi sottolinea: "Non si può consentire a nessuna minoranza di occupare ferrovie e autostrade: lo Stato difenderà la legalità usando la forza con l'esercito". E ribadisce la linea dura annunciata qualche giorno fa a Napoli: "Se siamo in questa situazione è per la follia demagogica del passato. Ora ho in mano la soluzione e non torneremo verso l'anarchia. Lo Stato non verrà meno al suo ruolo altrimenti cesserebbe di essere se stesso".

Anm: "Questi attacchi delegittimano le toghe". "Gli attacchi ingiustificati rischiano di creare una delegittimazione dell'intera istituzione". Lo sottolinea il presidente dell'Anm Luca Palamara, a proposito delle affermazioni fatte dal presidente del Consiglio sui magistrati. "Parole quali conflitti, opposizione, tregua non appartengono al lessico dell'Anm che viceversa ritiene indefettibile la coesistenza tra poteri dello Stato, nel reciproco rispetto che significa legittimazione da entrambe le parti - dice Palamara - il tema che interessa i magistrati italiani è il funzionamento del processo". Per questo le toghe "chiedono alla politica di migliorare il sistema nell'interesse dei cittadini".

Montezemolo: il governo ci piace. Rompendo il silenzio sulla politica, il presidente della Ferrari ha dichiarato: ""Credo che il governo abbia fatto alcune cose importanti e interessanti. Mi fa piacere che temi come il merito, la riforma della pubblica amministrazione, degli effetti contrattuali, le riforme istituzionali, la sicurezza e la crescita stiano diventando importanti nell'agenda. Adesso devono diventare importanti nella cultura del Paese, ma stiamo andando in quella direzione".

(25 giugno 2008)

http://www.repubblica.it

Il filmato su youtube:
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Ultima modifica di franz il 26/06/2008, 7:54, modificato 1 volta in totale.
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Premier farebbe bene ad ascoltare il Presidente Napolitano

Messaggioda Sandra Zampa il 25/06/2008, 18:51

Il Presidente del Consiglio attacca i giudici, con gli stessi toni con i quali lo ha già fatto ogni volta che in ballo ci sono state le sue aziende o i suoi interessi. Niente di nuovo quindi. Non è nuovo nemmeno lo stile con il quale attacca l’opposizione e dichiara finito il dialogo.

Lo fa mentre il Presidente della Repubblica invita alla misura e all’equilibrio tra le forze politiche. Niente di nuovo nei toni, niente di nuovo nei contenuti.

Identiche anche le considerazioni che se ne traggono: il Paese non ha bisogno di questo clima e la magistratura ha il dovere e il diritto di esercitare le sue funzioni senza essere continuamente aggredita, così come l’opposizione ha il dovere e il diritto di stigmatizzare toni e contenuti non adatti a chi si è assunto responsabilità così importanti nei confronti
del Paese.

Il Presidente del Consiglio avrebbe fatto bene a seguire i consigli del Presidente della Repubblica ed essere più prudente: il DL approvato ieri dal Senato viola l’articolo 111 della Costituzione e cioe’ il principio della ragionevole durata.

Così infatti è sottolineato dalla bozza di parere che e’ stata presentata oggi alla Sesta Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura.

Infine una considerazione e anche questa non è una novità: siamo piuttosto lontani dal profilo di uno statista.

Voi cosa ne pensate ?

Sandra Zampa

PS: potete vedere qui http://www.sandrazampa.it/?p=255 per i link ai documenti che ho citato.
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Re: Il premier ha scelto lo scontro? Cominciano i fischi

Messaggioda mario il 25/06/2008, 19:40

Il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Lo spettacolo è sotto lo sguardo di tutti.
Sta a noi non cadere nella tentazione delle solite manifestazioni isteriche, perché non saranno queste che convinceranno gli altri a venire dalla nostra parte.
Opposizione si ! Decisa, ferma, ma non isterica.
Ci vuole benaltro.
Allo spettacolo squallido offerto da Berlusconi dobbiamo contrapporre immagini di serietà, convincenti che ci diano una credibilità maggiore di quella che abbiamo dimostrato in questi ultimi mesi.
Oggi come oggi, molta gente non approva Berlusconi ma non si fida neanche di noi.
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Re: Il premier ha scelto lo scontro? Cominciano i fischi

Messaggioda annalu il 25/06/2008, 21:02

mario ha scritto:Allo spettacolo squallido offerto da Berlusconi dobbiamo contrapporre immagini di serietà, convincenti che ci diano una credibilità maggiore di quella che abbiamo dimostrato in questi ultimi mesi.
Oggi come oggi, molta gente non approva Berlusconi ma non si fida neanche di noi.


Questo è il problema.
Saremo in grado di contrapporre veramente immagini di serietà che riescano ad ispirare fiducia?

Non sarà facile.
La credibilità di tutti è stata minata in molti modi, dall'arroganza di Berlusconi, dai suoi comportamenti, MA ANCHE dalla nostra incapacità di contrapporre comportamenti esemplari e davvero limpidi.

Ricordiamoci che tra un moralista ipocrita (anche poco) ed un mascalzone sfacciato, la gente finisce col preferire il mascalzone.
Cerchiamo di non essere né isterici né moralisti, ma semplicemente persone per bene, che sanno arginare con decisa fermezza l'arroganza dei disonesti.

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Il luglio del Cavaliere

Messaggioda franz il 27/06/2008, 8:12

L COMMENTO
Il luglio del Cavaliere
di GIUSEPPE D'AVANZO

BERLUSCONI scatena sempre l'inferno quando saltano fuori en plein air le sue performance ai bordi (o al di là) della legge. Una memoria acustica non più protetta dal segreto racconta la materia delle mirabilia di tycoon e delle fortune di premier. Sono parole che possono finalmente spiegare la natura della sua odierna, frenetica "ossessione giudiziaria"; la direzione dei passi di oggi, le iniziative di domani imposte come capo del governo a un Parlamento obbediente.

È il magnate delle televisioni e, come capo dell'esecutivo (2001/2006), ha promosso i suoi rampanti ovunque. Nella Rai, impresa concorrente, e nell'Autorità di controllo sulle comunicazioni, dove sistema un famiglio che lo chiama "il Gran Capo" Nelle conversazioni, pubblicate ora da l'Espresso, Berlusconi - manco fosse ancora a Palazzo Chigi e in Mediaset - tira i fili e li riannoda in uno stesso gomitolo dove si intrecciano sinergie affaristiche; il pubblico e il privato; passioni personali; piccole utilità private; convenienze d'impresa; promesse di favori futuri per chi gli si mostrerà devoto anche se lavora per il competitore (è il caso di Agostino Saccà); oscure trame politiche tese a ribaltare il governo Prodi, a ottenere il "salto della quaglia" di un pugno di senatori "ulivisti" (siamo nel 2007). Tornano utili, in questi casi, anche le fiction dove sistemare le "protette" di questo o di quello o anche le sue personali, magari irritate da un'improvvisa disattenzione e diventate "pericolose".

La scena che si scorge è il fondale buio in cui immaginavamo si costruissero gli affari fortunati e i successi politici di Silvio Berlusconi. Controllo pieno dell'intero sistema televisivo; insofferenza alle regole. In una formula ormai affogata nell'oblio, il teatro di un conflitto d'interesse dispiegato e catafratto dove la politica si sovrappone all'impresa; l'impresa alle strategie politiche; addirittura la vita privata alle decisioni pubbliche.

Di questo si dovrebbe discutere, no? Di un conflitto d'interesse maligno, ormai metabolizzato dalla politica e dall'opinione pubblica, quasi rivendicato come un diritto sacro. Del risibile fervore di Autorità di controllo (l'Agcom) che nascono servizievoli e quindi morte, se affidate al controllato. Di un mercato e di una concorrenza degradate a beffa per gonzi. Di un servizio pubblico radiotelevisivo appaltato ai potenti di turno per lotti, anche nei più arrischiati angoli.

Il premier non se ne dà per inteso. Non conosce alcuno scrupolo, si sa. Nei canoni immaginati dalla iustitia secundum Berlusconem, la privacy è un
valore supremo, qualunque cosa, buco nero, gesto gaglioffo, riveli. Donde il divieto di indagare (è già in parlamento il disegno di legge che vieta, per la gran parte, l'uso delle investigazioni acustiche). Come dire che rivendica il diritto di non essere scoperto. Diritto che deve accompagnarsi, dice, al dovere del giornalismo di tacere, nascondere, dimenticare, pena la galera e la disgrazia finanziaria.

"Addetti alla corvée dell'urlo", così li chiama Franco Cordero, saltano allora come jack in the box (sono i fantocci a molla che scattano dalla scatola) e gridano forte. Tutto sta nel gridare fino a soverchiare i fatti, a farli fluttuare e a crearne di fittizi, a parlare di quelli. Soltanto di quelli. Naturalmente declinando in ogni lingua la parola "complotto" perché il Capo avverte ogni regola, limite o dissenso come un atto persecutorio. Complottano così la solita opposizione "comunista"; i pubblici ministeri annidati come neoplasie nel corpo sano della magistratura; i giudici infiltrati nei tribunali per staccargli la testa; ogni foglio che non sia laudatore o muto e cieco.

Lo strepito, sostenuto dalla rituale tempesta mediatica, dovrebbe farci dimenticare che non vuole essere giudicato. Si considera legibus solutus. Unto dal voto, ritiene di rappresentare un potere intoccabile, "divino" e non solo carismatico perché custode del "potere costituente del popolo" che lo sistema al di là e al di sopra del feticcio costituzionale e di ogni altra autorità dello Stato (figurarsi di funzionari vincitori di un concorso). Il mondo è lui. L'Italia è lui.

È agitato perché lo attende un luglio macchinoso. Molti nodi possono venire al pettine. Il 4 luglio a Napoli si decide se chiedere l'utilizzo delle conversazioni registrate con il boss della Rai a cui promette affari. Il 7 luglio, udienza a Milano per l'affare Mills (Berlusconi è accusato di aver comprato una testimonianza: corruzione in atti giudiziari). 8 luglio, udienza preliminare contro Agostino Saccà. Il 10, la Corte d'Appello di Milano avvia la discussione sulla "ricusazione" del presidente del tribunale che, in quella città, lo sta giudicando (il processo è agli sgoccioli). 14 luglio, ultima udienza milanese prima della pausa estiva. 18 luglio, il giudice dell'udienza preliminare di Napoli decide se c'è materia degna per rinviarlo a giudizio per corruzione di Saccà, incaricato di pubblico servizio (se si dovesse decidere di distruggere le intercettazioni, si sarebbe grattato la rogna).

Come è già accaduto in passato, con i processi milanesi "Sme" e "Mondadori", Berlusconi - ritornato a Palazzo Chigi - gioca su quattro tavoli contemporaneamente. 1. A Milano e a Napoli scatena i suoi avvocati-consiglieri-senatori-quasi ministri con qualche trucco tecnico, cavillo perditempo, asfissia ostruzionistica come la "ricusazione" del giudice. Occorre tempo, è prezioso. 2. Alle Camere corrono i disegni di legge che possono manipolare o addomesticare i giudizi. In passato, si sono aboliti reati (il falso in bilancio) o fonti di prova (le rogatorie). Oggi, è all'approvazione della Camera (il Senato ha già obbedito) la sospensione per un anno del processo milanese (poco conta che è stato necessario congelarne altre migliaia). Domani, prenderanno a correre le norme sulle intercettazioni che avrebbe voluto decreto con forza immediata di legge (se approvato, come si potrà autorizzare l'uso di quelle memorie acustiche che lo imbarazzano e forse lo dannano?). 3. Meglio non fidarsi e dunque a Milano, come già nel passato il suo sodale Previti, proporrà la fuga dal suo giudice naturale: l'ambiente giudiziario milanese è infetto, empio, politicizzato. È sul quarto tavolo, però, che giocherà la carta vincente. Il Parlamento è una bottega sua, è pronto ad approvargli una definitiva legge immunitaria. Recita: il Capo non è giudicabile. I processi si sospendono automaticamente. Finché siede a Palazzo Chigi, la sua posizione resta nel limbo. Rieletto - magari al Quirinale, come desidera - recupera l'immunità. La corsa a ostacoli annuncia mostri giuridici e sgorbi costituzionali. Vedremo come reggeranno gli equilibri e quale piega prenderanno le cose italiane.

(27 giugno 2008)

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Re: Il premier ha scelto lo scontro? Cominciano i fischi

Messaggioda ranvit il 27/06/2008, 13:02

Dice bene D'Avanzo....

Credo che la situazione "confusa" in cui ci troviamo sia legata all'inefficienza della classe politica italiana. Tutta, da 30 anni almeno a questa parte : il debito pubblico spaventoso, la corruzione diffusa, l'arroganza della casta, la monnezza a Napoli, l'arretratezza della struttura economica, etc etc.

In tutto sto casino, Berlusconi si è mosso bene...è bravo non c'è che dire.
E ha saputo ottenere i consensi che ha voluto.
Viceversa gli altri, i nostri, hanno evidenziato incapacità incredibili unitamente ad una spudoratezza da casta davvero indecente.
Gli italiani hanno scelto : meglio un filibustiere capace che una banda di (presunti onesti) incapaci.

A questo punto c'è ben poco da fare....e soprattutto puo' ben poco la magistratura, di cui non i fido affatto. Ma a quanto pare anche maggioranza degli italiani.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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