da pierodm il 19/11/2009, 12:12
Questa rivisitazione di Mani Pulite mi sembra davvero stravagante, sotto molti aspetti, ma entrare nel dettaglio della stravaganza sarebbe un po' lungo e francamente di scarso interesse.
Per la verità, ho evitato fin dall'inizio di intervenire perché le cose che avrei detto mi sembravano troppo ovvie e ampiamente scontate, ma vedo che il proponente iniste e insiste, e insomma non credo che nel centro-sinistra ci sia bisogno di alimentare e tenere aperto un fronte di discussione come questo, nel modo in cui si è per altro trascinato negli anni con scarsissima utilità.
Sulle questioni di giustizia sono personalmente, da sempre, sul margine estremo del garantismo: contesto - o meglio, contesterei, se la cosa avesse la minima possibilità di ascolto - la galera anche per chi viene giudicato colpevole, almeno per una gran parte dei reati, ossia quelli che non hanno provocato esiti tragici e non sono dovuti a premeditazione.
Contesto, quindi, in particolare, la galera per i reati economici e societari, la corruzione, e la gran parte di quelli che in definitiva sono stati contestati in Mani Pulite.
Non contesto, d'altra parte, la condanna o la necessità di una pena, la quale però può essere individuata in istituti diversi dalla prigione: risarcimento coatto, restituzione del maltolto, perdita dei diritti civili, requisizione dei beni, proibizione di ricoprire cariche societarie e di partecipare ad imprese, espulsione da ordini professionali, etc. - come dissi a suo tempo, non avevo nessuna voglia di vedere Previti dietro le sbarre, ma avrei invece considerato molto giusto vedere Previti ai giardinetti insieme con altri pensionati della sua età, a godere della sola pensione sociale, e la stessa cosa vale per la gran parte di corrotti e corruttori di Mani Pulite e dintorni.
In questo quadro, trovo incivile anche l'uso dei ferri, delle manette, delle gabbie per imputati, dei furgoni blindati e insomma tutto l'armamentario poliziesco che costituisce un esercizio di violenza da parte dello stato sull'individuo, benché presunto o accertato colpevole.
Questa è la mia posizione, libertaria, ma non lassista, spcecialmente sul piano della giustizia sociale e della democrazia economica. Libertario sì, ma non un'anima candida, e nemmeno uno stupido per vocazione.
Il problema di Mani Pulite, però, era quello di riuscire a scardinare un sistema consolidato di malaffare - consolidato e dilgante, talmente dilagante da aver generato una realtà di solidissima omertà e di complicità generalizzata.
Il problema non era nemmeno quello di "sapere": sapevamo in sostanza tutto, da anni, al punto che la corruzione era diventata un luogo comune, una barzelletta.
Il problema era di dimostrarlo in tribunale, ossia di avere le famose "prove", e di individuare fatti precisi, attribuibili a persone precise, uscendo dalla vox populi per arrivare alla descrizione per tabulas - non dimentichiamo che nel caso di tante e tante situazioni simili (una per tutte, lo scandalo calcistico) quando non si facevano nomi ma si parlava del "fenomeno", dai garantisti pelosi si chiedevano fatti e nomi precisi, e quando si faceva qualche nome preciso, dagli stessi garantisti pelosi si protestava perché si indicavano al pubblico ludibrio delle persone con nome e cognome e timorati di dio.
La situazione, insomma, di fronte alla quale si trovavano gl'inquirenti di Mani Pulite era una situazione che in un paese non dico normale, ma appena decente, non avrebbe dovuto mai verificarsi. Una situazione eccezionale, ed eccezionalmente malata, nella quale soprattutto non esisteva un "fulcro" sul quale fare leva per cercare un risanamento: non la politica, non la P.A., e nemmeno gli ordinari meccanismi dell'indìformazione e della pubblica opinione.
E nemmeno gli ordinari meccanismi della giustizia, che infatti negli anni precedenti si erano dimostrati irrilevanti nell'arginare o nel fare da deterrenti al dilagare della corruzione.
Quello che è successo, in realtà, era ciò che doveva succedere, e che era inevitabile che succedesse, in una situazione del genere: il fine non giustifica i mezzi, ma li determina, quando i rapporti sociali ede conomici non sono "governati" ma sono improntati alla legge del più forte e del più furbo.
La grandissima parte di coloro che sono finiti tra gl'ingranaggi di Mani Pulite, sono persone che di quel sistema perverso avevano in qualche misura goduto, o avevano fatto parte in qualche caso senza speciali colpe ma anche senza speciali meriti, o senza che si accorgessero e sentissero l'esigenza di denunciarne le vergogne. Persone, comunque, che erano riuscite a convivere con il sistema senza esserne rigettati e senza avvertire essi stessi sintomi di rigetto.
Qualche volta è sufficiente lo stomaco, per evitare le cattive compagnie o perché le cattive compagnie non gradiscano qualcuno, e lo allontanino.